Gaza: pesanti perdite israeliane mentre infuria la battaglia a Khan Younis
Il 22 gennaio è stato il giorno più nero per le forze israeliane IDF impegnate dal 27 ottobre nelle operazioni all’interno della Striscia di Gaza che hanno registrato la perdita di 24 militari. Tre ufficiali sono stati uccisi nel sud della Striscia mentre 21 riservisti sono stati uccisi a ridosso del confine tra Israele e la Striscia rivendicato dalle Brigate Ezzedine el Kassam, braccio armato di Hamas.
Il portavoce delle IDF, Daniel Hagari, ha spiegato che l’episodio è avvenuto ieri intorno alle 15 ad al-Muaisi, nella zona centrale di Gaza, non lontano dal kibbutz di Kissufim, sul lato israeliano del confine, precisando che i militari stavano portando avanti un’operazione per consentire il ritorno dei cittadini israeliani che erano stati costretti ad evacuare dal sud del Paese dopo l’attacco di Hamas. Una delle ricostruzioni più accreditate sostiene che un razzo Rpg sparato dai miliziani palestinesi abbia colpito un tank posizionato nei pressi di due edifici, uccidendo due soldati e ferendone altri due. Un secondo razzo ha centrato due edifici su più piani, a circa 600 metri dal confine israeliano, che erano stati minati dai militari per demolirli e che a causa delle esplosioni sono collassati, provocando 19 morti e diversi feriti tra le truppe.
Come ha ricordato l’agenzia Adnkronos, le IDF hanno precisato che si sta ancora indagando per accertare tutti i dettagli dell’accaduto. Secondo il Jerusalem Post, non è chiaro se i soldati abbiano violato le procedure portando con loro le mine nelle strutture e non è chiaro nemmeno se il crollo degli edifici sia stato causato dall’esplosione dall’Rpg o dalle mine. Le operazioni di soccorso sono andate avanti per ore e il comandante della brigata era sul posto fin dall’inizio dell’incidente.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha descritto le morti di lunedì come “uno dei giorni più difficili dallo scoppio della guerra”, sottolineando la necessità di “imparare la lezione” per salvaguardare le vite dei soldati. “Nel nome dei nostri eroi, per il bene delle nostre vite, non smetteremo di combattere fino alla vittoria assoluta”, ha scritto sul social X.
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha affermato che è stata una “mattinata insopportabilmente difficile” nell’apprendere il bilancio delle vittime, mentre il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha dichiarato che “in questa mattina difficile e dolorosa, la notizia più tragica ha raggiunto molte case in Israele”, sottolineando che questa guerra “determinerà il futuro del Paese per i decenni a venire: la caduta dei combattenti è una necessità per raggiungere gli obiettivi della guerra”.
Le vittime di ieri appartenevano ai battaglioni 8208 e 6261 della 261a brigata e al battaglione 9206 della 205a brigata. Stando ai dati diffusi dal sito web delle IDF, 217 soldati sono stati uccisi dall’inizio dell’operazione di terra da parte di Israele, su un totale di 545 che hanno perso la vita dal 7 ottobre.
Rivendicando l’attacco, i miliziani di Hamas hanno affermato di aver preso di mira con un colpo di mortaio un edificio in cui si trovavano militari israeliani nel campo profughi di Maghazi, nel centro di Gaza. “Contemporaneamente, i nostri combattenti hanno distrutto un carro armato Merkava con un proiettile Yasin-105 mentre facevano esplodere un campo minato contro le forze israeliane (…) portando all’uccisione e al ferimento di tutti loro”.
Per il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri “l’Amministrazione statunitense e gli occupanti israeliani devono capire bene il messaggio dell’operazione di qualità di ieri: la forza della resistenza sta aumentando, non diminuendo ed eliminare Hamas è un’illusione. E’ il momento di riconoscere il diritto del popolo palestinese a ottenere libertà, autodeterminazione e a creare uno stato palestinese.
Circa le operazioni in corso nella Striscia di Gaza le IDF hanno annunciato ieri di aver completato l’accerchiamento di Khan Yunis, nel sud della Striscia, uccidendo decine di miliziani. La 98a Divisione “ha condotto un’importante offensiva nella parte occidentale di Khan Yunis ieri e la 7a Brigata corazzata e la Brigata Givati hanno circondato la città”. Altre unità hanno effettuato operazioni più in profondità a Khan Yunis.
Il bollettino delle IDF ha evidenziato che nella giornata del 22 gennaio, le forze di terra sono state impegnate in combattimenti ravvicinati con i miliziani di Hamas e sono stati effettuati attacchi aerei e “molte decine di terroristi” sono stati uccisi. I militari hanno ucciso combattenti di Hamas che avevano piazzato trappole esplosive su edifici e strade. Le truppe che operano nell’area di Khan Yunis hanno anche scoperto razzi pronti per il lancio, tunnel e altre armi.
Media israeliani hanno rivelato che Hamas ha rifiutato l’ultima offerta israeliana, che includeva il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di un cessate il fuoco di due mesi nella Striscia, il rilascio di prigionieri palestinesi e il trasferimento di alti funzionari di Hamas dalla Striscia verso altri paesi. Hamas avrebbe rifiutato la proposta chiedendo la cessazione delle operazioni israeliane nel territorio palestinese.
Secondo fonti egiziane continuano i tentativi di trovare un punto d’intesa. Il 22 gennaio negoziatori israeliani hanno dichiarato che “Israele è pronto per un accordo che includa una soluzione politica con il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri, ad eccezione dei miliziani coinvolti nell’attacco del 7 ottobre al territorio israeliano”.
Foto IDF
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