La Gran Bretagna rinsalda i rapporti militari con l’Ucraina

 

Il premier britannico Rishi Sunak è giunto ieri a Kiev per firmare con il presidente Volodymyr Zelensky un accordo di cooperazione militare che prevede 2,5 miliardi di sterline negli anni 2024/2025 (inclusi 200 milioni per fornire droni armati) e offre quelle garanzie di sicurezza all’Ucraina che tutte le nazioni NATO si erano impegnate a offrire a Kiev dopo il vertice di Vilnius del luglio scorso ma che finora solo Londra ha ratificato.

Sunak punta così a dare un segnale forte di vicinanza a Kiev confermando le ambizioni britanniche in Ucraina nel momento in cui gli aiuti militari europei latitano, la Ue vede bloccati dal veto dell’Ungheria i nuovi fondi per l’Ucraina e gli Stati Uniti sono alle prese con i fondi congelati dal Congresso e una crescente distacco dal conflitto in Europa determinato anche dalla campagna elettorale.

La Gran Bretagna ha addestrato fino 33 mila soldati ucraini nell’ambito dell’Operazione Interflex e per gli aiuti a Kiev è in terza posizione dietro a USA e Germania

. Il nuovo pacchetto da 2,5 miliardi di sterline – circa 2,9 miliardi di euro – “è il maggiore dall’inizio della guerra” fornito da Londra e comprende “centinaia di droni” da consegnare nei prossimi mesi, ha spiegato Sunak. Si tratta di “un segnale forte” rivolto sia a Kiev sia a Mosca, ha sottolineato il primo ministro Tory, secondo cui per aiutare Kiev “dobbiamo fare di più”: esitare sugli aiuti all’Ucraina non farebbe altro che “incoraggiare” Vladimir Putin e i suoi alleati della Corea del Nord e dell’Iran.

Il nuovo sostegno britannico è compreso nel patto bilaterale siglato dai due leader a Kiev e definito da Zelensky “un momento spartiacque nella storia europea”. “Il Regno Unito continuerà a sostenere l’Ucraina per la durata decennale del presente accordo”, si legge nel testo dell’intesa che secondo fonti ucraine resterà in vigore fino all’auspicato ingresso dell’Ucraina nella NATO quando le garanzie di Londra per la sicurezza nazionale ucraina diverranno superflue.

Nel documento, il capitolo dedicato alla difesa spiega che le due parti “lavoreranno insieme per garantire una forza sostenibile in grado di difendere l’Ucraina ora e di scoraggiare l’aggressione russa in futuro, attraverso la fornitura continua di assistenza alla sicurezza e di moderne attrezzature militari” dando priorità “alla difesa aerea, artiglieria e potenza di fuoco a lungo raggio”.

L’accordo prevede inoltre il sostegno britannico allo sviluppo di “forze armate moderne” e della Marina di Kiev, già interessata da un processo di ricostituzione sostenuto da Gran Bretagna e Norvegia.

L’accordo firmato da Zelensky e Sunak (che ha tenuto un discorso anche al Parlamento ucraino . nella foto sotto) non si limita alla campo della Difesa ma riguarda anche sostegno finanziario e umanitario, protezione delle infrastrutture critiche, cooperazione di intelligence, sicurezza informatica e contrasto alla propaganda russa.

Ieri anche la Lettonia ha annunciato l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. Lo ha reso noto il presidente, Edgars Rinkevics dopo i colloqui a Riga con Zelensky (nella foto sotto), precisando che le nuove forniture riguarderanno obici, munizioni, missili anticarro, elicotteri, droni, mezzi di comunicazioni e attrezzature. I due presidenti hanno firmato diversi memorandum sulla cooperazione nel settore della Difesa che prevedono anche la produzione congiunta di droni.

L’8 gennaio il portavoce dell’Aeronautica Ucraina, Yurii Ignat, aveva reso noto che le forze aeree ucraine non sono in grado di coprire completamente i cieli del Paese con sistemi di difesa aerea, di cui sono carenti per l’intenso impiego contro missili e droni russi. Nel luglio scorso il portavoce delle forze aeree ha dichiarato che le forze ucraine hanno in programma di rafforzare la difesa aerea con sistemi occidentali a causa dell’esaurimento e delle perdite subite nei sistemi di difesa aerea di tipo russo/sovietico. La difesa aerea Ucraina non è in grado di fermare i missili balistici né quelli ipersonici e da crociera supersonici.

Sempre in campo aeronautico lo stesso 8 gennaio il viceministro della Difesa ucraino, Oleksandr Pavliuk ha reso noto che l’Ucraina sta preparando le infrastrutture necessarie per accogliere i velivoli da combattimento F-16 sottolineando che gli specialisti nazionali stanno svolgendo “un lavoro complesso e scrupoloso” sulla preparazione delle infrastrutture e sulla sua protezione, anche con i sistemi di difesa aerea. “Inoltre, i nostri piloti e ingegneri vengono addestrati all’uso degli F-16 da agosto 2023 in una vasta gamma di programmi”, ha affermato il viceministro.

Sarebbero tre gli aeroporti militari nelle regioni di Lviv, Vinnytsia e Ivano-Frankivsk destinati ad accogliere gli F-16 forniti da Belgio, Olanda, Norvegia e Danimarca, secondo il media ucraino Resident che cita una fonte dell’ufficio di Zelensky.

La base principale sarà un aeroporto militare a Kolomyia, nella regione di Ivano-Frankivsk, mentre nella vicina Romania verrà ubicato il principale centro di riparazione e manutenzione. Inoltre, la vicinanza del confine consentirà inoltre ai piloti ucraini di trasferire rapidamente gli aerei fuori dal Paese in caso di attacchi missilistici russi, in modo che le forze aerospaziali di Mosca non possano raggiungerli sul territorio della NATO. Un escamotage che il ministero della Difesa russo ha già definito inaccettabile e pericoloso poiché configurerebbero come belligeranti le nazioni della NATO che permettessero agli aerei ucraini di rifugiarsi nel loro spazio aereo.

Foto: Presidenza Ucraina

 

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