Mille missili Patriot da produrre in Europa (AGGIORNATO)
Mentre il Wall Street Journal rivela, citando fonti anonimi funzionari statunitensi, che la Russia abbia raggiunto un accordo per l’acquisto di missili balistici a corto raggio dall’Iran da consegnare alle forze russe nei prossimi mesi, la NATO Support and Procurement Agency (NSPA) ha reso noto ieri che sosterrà una coalizione di nazioni, tra cui Germania, Paesi Bassi, Romania e Spagna, con un contratto per la produzione in Europa di fino a un massimo di 1.000 missili Patriot (se tutti le opzioni verranno esercitate) nella versione Guidance Enhanced Missiles (GEM-T) riservata ai clienti esteri con capacità di intercettare anche missili balistici tattici.
Come riferisce la nota della NSPA “il contratto comprende la qualificazione dei componenti aggiornati, l’aggiunta di nuovi fornitori, apparecchiature di prova e ricambi per supportare il sostegno futuro. Si prevede che anche altri paesi utilizzatori beneficeranno delle condizioni del contratto” che ha un valore previsto di 5,5 miliardi di dollari (ogni Patriot si stima abbia un costo di circa 3,7 milioni di euro).
L’Agenzia ha assegnato un contratto di produzione e consegna a COMLOG, joint venture paritaria tra la statunitense RTX (Raytheon) e MBDA Germania che svilupperà la produzione in Germania e in Europa dei missili Patriot GEM-T.
COMLOG GmbH, fondata nel 1987, si è occupata del supporto logistico dei missili Patriot PAC-2 in servizio in Germania e in altre nazioni europee (oltre che alle forze statunitensi in Europa) curando negli anni la manutenzione di oltre 5.000 missili PAC-2 presso la Patriot Missile Facility 3 (PMF-3), situata a Schrobenhausen, in Germania.
Thomas Gottschild, amministratore delegato di MBDA Germania ha dichiarato che “il contratto rafforza le capacità industriali e militari in Europa. Il volume degli ordini consentirà a MBDA di creare un impianto di produzione per i missili Patriot in Germania, nonché la produzione di importanti sottocomponenti. L’impianto COMLOG è attualmente il è l’unico nel suo genere per il missile Patriot al di fuori degli Stati Uniti. Nel complesso, il contratto sostiene gli stati europei utilizzatori del Patriot, crea posti di lavoro in Germania e rafforza la catena di fornitura di munizioni.”
Per Stacy A. Cummings, direttore generale dell’NSPA, “questo contratto dimostra che la NSPA, in quanto principale facilitatore dell’Alleanza, può fornire con successo soluzioni multinazionali efficaci ed economicamente vantaggiose alle nazioni, rafforzando al contempo le capacità industriali europee. Attraverso la stretta cooperazione euro-atlantica tra alleati e industria, la NSPA ha consentito il consolidamento dei requisiti attraverso l’aggiudicazione di questo complesso contratto. Le nazioni clienti hanno raggiunto economie di scala, ridotto la propria impronta logistica e stanno ottenendo soluzioni e supporto competenti nell’ambito di un comprovato quadro giuridico “chiavi in mano”.
Thomas Laliberty, Presidente Land & Air Defense Systems di Raytheon ha dichiarato che “Raytheon e MBDA hanno collaborato con NSPA, l’esercito degli Stati Uniti e un’ampia rete di fornitori in tutta la regione per offrire ai nostri partner europei un programma GEM-T che aumenta la capacità missilistica di difesa aerea della NATO, ne rafforza la deterrenza e sostiene la prontezza operativa dei sistemi di difesa aerea Patriot in tutta Europa. Questo appalto congiunto rafforza la cooperazione tra gli alleati Patriot europei”.
Il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha accolto con favore “il tempestivo annuncio di investire in un massimo di mille nuovi missili di difesa aerea Patriot per rafforzare la sicurezza dell’Alleanza. Gli attacchi missilistici e di droni russi contro civili, città e paesi ucraini mostrano quanto siano importanti le moderne difese aeree. Aumentare la produzione di munizioni è fondamentale per la sicurezza dell’Ucraina e per la nostra”.
“Attraverso questo contratto, la NSPA consente alle nazioni utilizzatrici di Patriot di usufruire di vantaggi significativi” si legge nella nota dell’agenzia della NATO. “Il consolidato appalto multinazionale, nello spirito dell’European Sky Shield Initiative (ESSI), offre economie di scala e sostiene l’espansione della capacità produttiva di nuovi missili GEM-T per soddisfare la crescente domanda. La nuova capacità di produzione di missili GEM-T in Europa aumenta la sicurezza dell’approvvigionamento e contribuirà alla ricostituzione delle scorte di missili Patriot. L’iniziativa dimostra la forte cooperazione tra gli alleati Patriot in linea con l’ESSI”.
La ESSI è stata costituita il 13 ottobre 2022 a Berlino e riunisce diverse nazioni della NATO (tra queste non vi sono Italia e Francia che producono il sistema missilistico SAMP/T con missili Aster 30) intorno alla struttura di difesa aerea e antimissile integrata messa a punto dalla Germania e basata sulla triade di sistemi IRIS-T (tedesco), Patriot (statunitense) e Arrow 3 (israeliano).
Un’intesa, che, come Analisi Difesa aveva segnalato già nell’ottobre 2022, rischia di compromettere seriamente l’asse militare-industriale franco-tedesco e le possibilità di sviluppare in Europa capacità complete di difesa aerea di concezione e produzione continentale.
“L’Europa produrrà da sola mille missili di difesa aerea Patriot. Questo dimostra che la cooperazione europea garantisce successi concreti”, ha scritto sui social media la ministra della Difesa olandese, Kajsa Ollongren. In realtà però le aziende europee coinvolte nel programma produrranno esemplari di un missile di concezione statunitense peraltro nella versione prevista per l’export.
Del resto la Germania si è sganciata ormai da numerosi programmi europei in cooperazione con Parigi per puntare su prodotti statunitensi, dall’evoluzione dell’elicottero da combattimento Tiger 3 (a cui Berlino ha preferito l’Apache statunitense) agli elicotteri Boeing Chinook CH-47F, ai pattugliatori marittimi Boeing P-8 Poseidon e ai velivoli da combattimento F-35A di Lockheed Martin.
L’industria della difesa tedesca punta del resto ad aumentare le capacità produttive come ha riferito il 3 gennaio un’inchiesta del quotidiano Handelsblatt ripresa in Italia da Agenzia Nova. Krauss-Maffei Wegmann (KMW) e Rheinmetall puntano a realizzare 100 carri armati all’anno mentre Diehl intende triplicare il numero dei sistemi di difesa aerea IRIS-T. Rheinmetall e Diehl mirano a innalzare la produzione di proiettili di artiglieria dagli attuali 100 mila a circa 250 mila l’anno per ripianare presso molte forze armate europee (quelle tedesche in testa) armi e munizioni fornite negli ultimi due anni all’Ucraina.
Infine, la Germania ha confermato ieri l’invio di un ulteriore pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, che comprende missili per la difesa aerea, veicoli da combattimento della fanteria, radar, camion e altre attrezzature. L’elenco degli aiuti militari è stato aggiornato il 4 gennaio sul sito web del governo federale tedesco, riferisce Ukrinform. In particolare, la fornitura include il sistema di difesa aerea a corto raggio Skynex con munizioni, missili per il sistema di difesa aerea IRIS-T SLM, munizioni da 120 mm per i carri armati Leopard 2 A6 e quasi 10.000 proiettili di artiglieria da 155 mm.
L’Ucraina ha ricevuto anche 305 fucili d’assalto Haenel MK 556, 750.000 munizioni per armi leggere e più di 1.000 reti mimetiche invernali. Nel 2023, la Germania ha trasferito all’Ucraina aiuti militari per un valore di circa 5,4 miliardi di euro e si è impegnata a fornire aiuti per un valore di circa 10,5 miliardi di euro nei prossimi anni.
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