Un ammiraglio al vertice della Difesa cinese

 

La Repubblica Popolare Cinese ha annunciato il 29 dicembre la nomina dell’ex capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Dong Jun, 62 anni, a nuovo ministro della Difesa.

Dong Jun sostituisce Li Shangfu, ex generale della Difesa Aerea che non appariva in pubblico dal summit Cina-Africa del 29 agosto e formalmente rimosso dall’incarico lo scorso ottobre, pochi mesi dopo la rimozione del ministro degli Esteri Quin Gang: vittime illustri delle “purghe” volute da Xi Jingping ai vertici del governo la cui rimozione non è mai stata motivata.

Prima di diventare capo di stato maggiore della Marina nel 2021, Dong è stato vice comandante della Flotta del Mare Orientale, la principale forza navale responsabile delle manovre militari intorno a Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale contese con gli altri stati rivieraschi. Lo stesso 29 dicembre il Comitato centrale del Congresso nazionale del popolo ha rimosso dall’organismo politico 9 generali dell’Esercito popolare di liberazione, iniziativa che priva gli ufficiali dell’immunità giudiziaria e quindi forse legata alla lotta alla corruzione che XI ha inasprito anche all’interno delle forze armate.

L’ammiraglio Hu Zhongming ha assunto ora l’incarico di vertice della Marina e la nomina di un ammiraglio a ministro della Difesa sembra coerente con le aspirazioni cinesi di rivestire un ruolo crescente di potenza globale e quindi navale e di rinsaldare la leadership di Pechino nel Mar Cinese Meridionale anche ribadendo la necessitò di riunificare la Cina, ribadita nei giorni scorsi dal discorso di Xi Jinping.

Dong è il primo ufficiale della Marina ad arrivare alla guida del ministero, una nomina che si inserisce in un contesto di dispute tra il gigante asiatico e i Paesi vicini per la sovranità di isole e atolli e di tensioni militari con Taiwan, l’isola-stato che andrà alle urne il 13 gennaio e che anche nei giorni scorsi ha visto manovre cinesi a ridosso delle sue coste.

Pechino ha inviato il 28 dicembre 10 aerei e cinque navi da guerra nella Zona d’identificazione della difesa aerea (ADIZ) dell’isola. Dall’inizio di dicembre, le forze armate della Cina hanno effettuato 240 avvicinamenti aerei e 147 navali allo spazio aereo e marittimo di Taiwan.

Tensioni elevate anche con Manila. La Cina punta sempre a risolvere le divergenze attraverso il dialogo ma “non chiuderà un occhio sulle ripetute provocazioni delle Filippine” nel Mar Cinese Meridionale, ha detto nei giorni scorsi il portavoce del ministero della difesa cinese, Wu Qian.

“Incuranti dei ripetuti avvertimenti di Pechino, le Filippine hanno inviato le loro navi a invadere le acque cinesi nei pressi della Secca di Second Thomas, speronando e danneggiando deliberatamente una nave della nostra Guardia costiera”, ha detto Wu, riferendosi alla collisione tra un pattugliatore della Guardia costiera e un’imbarcazione da rifornimento filippina. La ricostruzione cinese dell’incidente è stata fermamente contestata da Manila, accusata di aver ospitato a bordo della nave un gruppo di giornalisti per “diffondere disinformazione” sulla condotta della Cina nelle acque contese. Dietro le “mosse provocatorie” delle Filippine ci sarebbero gli Stati Uniti, invitati da Wu a smettere “immediatamente di interferire” nelle questioni relative al Mar Cinese Meridionale.

Paradossalmente la nomina di Dong potrebbe aiutare i rapporti tra Cina e Stati Uniti poiché il suo predecessore, Li Shangfu, è stato il primo ministro della Difesa a venire sanzionato dagli USA in relazione a supposte vendite di armi e componenti militari alla Russia.

Foto PLA

 

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