Continua il ritiro delle forze africane di ATMIS dalla Somalia
La fase due del ritiro dell’ATMIS (Missione di Transizione dell’Unione Africana in Somalia) è stata completata con il ritiro dalla nazione dell’Africa Orientale di altri 3.000 soldati, il trasferimento di 7 basi operative avanzate (FOB) e la chiusura di altre due.
Le FOB trasferite alle truppe somale erano il Palazzo dello Stato e il Parlamento a Mogadiscio ceduti dalle forze ugandesi, i militari del contingente del Burundi hanno consegnato le basi avanzate di Bio Cadale, Raga Ceel e Qorillow mentre le forze del Kenya hanno ceduto nel sud la FOB di Burahache e un’ultima FOB è stata lasciata dalle forze etiopiche.
Le FOB di Sarille e al vecchio aeroporto di Kisimayo sono state invece chiuse dopo il ritiro delle truppe del Kenya.
L’Ufficio delle Nazioni Unite in Somalia (UNSOS) ha autorizzato la cessione alle forze somale a titolo gratuito di generatori, pannelli solari e impianti per il trattamento dell’acqua necessari a rendere funzionali le FOB che dovranno ora essere impiegate dall’esercito di Mogadiscio che è riuscito a limitare le azioni del movimento jihadista Shabaab che ora dovrà contrastare solo con le sue forze.
Il comandante della forza ATMIS, il tenente generale ugandese Sam Okiding, ha affermato che il lavoro di squadra dimostrato da ATMIS, UNSOS e dal governo somalo ha reso realtà il completamento con successo delle fasi di prelievo uno e due. “I nostri sforzi collettivi sono stati significativi nel ritirare un totale di 5.000 soldati nelle fasi uno e due. Inizieremo presto i preparativi per la fase successiva volta a ridurre di altri 4 000 militari la forza di ATMIS il prossimo giugno”.
La componente militare di ATMIS schierava 18 586 uomini al 31 dicembre 2022 oggi ridotti a circa 13.000 in vista del ritiro completo previsto per dicembre 2024. I paesi contributori di truppe (TCC) includono Uganda, Burundi, Kenya, Etiopia e Gibuti, dispiegati in tutta la Somalia centro-meridionale in sei diversi settori:
– Settore Uno – Sotto la responsabilità delle Forze di difesa popolari dell’Uganda (UPDF), comprende la regione del Benadir che copre parti della capitale, Mogadiscio e la regione del Basso Scebeli.
– Settore Due – Sotto la responsabilità delle Forze di Difesa del Kenya (KDF), con una base operativa a Dhobley, il settore comprende le regioni del Basso Giuba, del Basso Scebeli, del Medio Giuba e di Gedo.
– Settore tre – Sotto la responsabilità delle Forze di difesa nazionali dell’Etiopia (ENDF), comprende le regioni di Bay, Bakool e Gedo.
– Settore Quattro – Coprendo le regioni di Hiiraan e Galgaduud, il settore è sotto la responsabilità delle Forze Armate di Gibuti (DJAF), sebbene anche le truppe etiopiche controllino alcune aree.
– Settore cinque – Con sede nella regione del Medio Scebeli, il settore la cui principale base operativa è Jowhar, è sotto la responsabilità delle Forze di difesa nazionali del Burundi (BNDF).
– Settore sei: sotto la responsabilità di una forza mista di Etiopia e Kenya.
Il mandato di ATMIS consente alle truppe africane di:
– compiere operazioni congiunte, pianificate e mirate con le forze di sicurezza somale per degradare Al-Shabaab e altri gruppi terroristici;
– operare con le forze di sicurezza somale per presidiare congiuntamente i centri abitati chiave e fornire sicurezza e protezione alle comunità locali, al personale e alle installazioni delle Nazioni Unite;
– garantire e aprire le principali vie di approvvigionamento;
– sviluppare la capacità delle forze di sicurezza somale per consentire loro di assumere la responsabilità della sicurezza alla fine del periodo di transizione nel dicembre 2024;
– sostenere lo sviluppo delle capacità delle forze di sicurezza somale, dando priorità alla creazione delle forze, alla manutenzione operativa e alle capacità di supporto logistico.
– In caso di controversie interne alla Somalia, le truppe ATMIS sono tenute a rimanere politicamente neutrali e a dare priorità alla protezione dei civili.
La situazione della sicurezza resta in ogni caso grave. Oggi almeno dieci persone sono state uccise a Mogadiscio da almeno quattro esplosioni avvenute nell’affollato mercato di Bakara.
La polizia somala ha dichiarato che le indagini sono in corso e la causa delle esplosioni non è chiara, anche se in Somalia le aree ad alta densità di popolazione sono abitualmente colpite dagli attacchi di al-Shabaab, il gruppo jihadista affiliato ad al-Qaeda che da anni combatte contro il governo federale somalo. Bakara è il mercato più grande di Mogadiscio ed è il luogo in cui la maggior parte dei cittadini acquista quotidianamente cibo, vestiti, medicine, prodotti elettronici e altri articoli.
(con fonti ATMIS e ANSA e e foto ATMIS)
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.