Legioni di “droni intelligenti” all’orizzonte

 

La capacità di svolgere operazioni militari complesse impiegando, anche contemporaneamente, droni di diversa tipologia (aerei, terrestri, di superficie e subacquei) rende questa tecnologia un potenziale game-changer per le strategie e le opzioni operative di ogni paese.

In questa corsa all’innovazione, gli Stati Uniti assumono (ancora una volta) un ruolo di primo piano, indirizzando la ricerca e sviluppo verso specifiche direttrici.

Due progetti, focalizzati sul dominio dei droni aerei, meritano particolare attenzione per le loro innovative soluzioni tecnologiche riguardanti gli UAV (Unmanned Aerial Vehicle, aerei pilotati a distanza senza la presenza umana a bordo) e gli UAS (Unmanned Aircraft System), cioè l’intero sistema, comprendente il/gli UAV, la stazione di controllo a terra e il sistema di comunicazione. Tali velivoli possono essere pilotati da un operatore umano a terra, oppure essere semi-autonomi o completamente autonomi.

Il primo progetto, REMA (Rapid Experimental Missionized Autonomy), mira a migliorare significativamente l’autonomia dei droni commerciali. L’obiettivo è permettere loro di svolgere missioni predefinite in modo autonomo, anche in caso di interruzione della connessione con gli operatori. L’utilizzo di droni facilmente reperibili online o in negozi di aeromodellismo rende questa tecnologia decisiva. Lo sviluppo di un’interfaccia versatile e adattabile a qualsiasi drone commerciale rappresenta un ulteriore passo avanti fondamentale per incrementare, senza investimenti troppo consistenti, le flotte di UAV.

L’impatto di questa tecnologia è amplificato dal secondo progetto, Offensive Swarm-Enabled Tactics (OFFSET), finanziato nel 2017. Un recente studio pubblicato dai ricercatori dell’Oregon State University (OSU) ha descritto come un singolo operatore può ora comandare uno sciame di oltre 100 droni.

L’ambizione di OFFSET va oltre il “teaming” (collaborazione tra un numero limitato di droni) e punta dritto allo “swarming”: uno sciame di droni che agiscono in modo autonomo e collaborativo, capace di adattarsi alle mutevoli condizioni del campo di battaglia.

Il programma OFFSET presenta diverse sfide tecnologiche, tra cui la necessità di:

  • gestire efficacemente lo sciame per minimizzare la congestione e i conflitti di pianificazione/ripianificazione del percorso di navigazione, soprattutto in fase di decollo/atterraggio in aree circoscritte;
  • progettare un’interfaccia utente che fornisca al comandante una rappresentazione aggiornata della situazione dello sciame e la possibilità di modificarne la missione in tempo reale.

Non è utopico immaginare un futuro in cui legioni di droni, guidati da un unico comandante, si confrontino sul campo di battaglia. Droni da ricognizione, d’attacco, kamikaze e da supporto impiegati contemporaneamente per svolgere compiti diversi, come del resto sta già accadendo sui campi di battaglia in Ucraina.

La riduzione del numero di soldati in prima linea diminuirebbe drasticamente il rischio di perdite umane. Inoltre, la velocità e la precisione dei droni garantirebbero una maggiore efficacia negli attacchi e un minore rischio di provocare danni collaterali.

Questo scenario, però, solleva anche importanti questioni etiche e di responsabilità. La deumanizzazione della guerra potrebbe portare a un abbassamento della soglia di conflitto, quindi ad un maggiore utilizzo della forza. Per di più, la riduzione o addirittura l’assenza di un controllo umano diretto sui droni potrebbe rendere difficile attribuire la responsabilità per eventuali danni collaterali.

Se a prima vista l’idea di centinaia di droni ronzanti sul campo di battaglia, guidati da un solo legatus legionis, potrebbe apparire come una rappresentazione fantascientifica, il rapido sviluppo della tecnologia la rende invece una realtà sempre più imminente.

Foto DARPA

Per approfondire:

https://www.militaryaerospace.com/computers/article/14305034/artificial-intelligence-ai-machine-autonomy-ethical-use

https://homelandprepnews.com/stories/81707-armed-services-committee-members-urge-president-biden-to-rethink-plans-for-militarys-communication-airwaves/

 

 

Andrea MelegariVedi tutti gli articoli

Laureato in Informatica, ha insegnato per oltre 10 anni all'Accademia Militare di Modena. Dal 2000 si è specializzato nello sviluppo e nell'impiego delle tecnologie di Intelligenza Artificiale in ambito civile e militare. Tra gli incarichi ricoperti SEVP Defense, Intelligence & Security di Expert AI, Chief Marketing & Innovation Officer di CY4Gate. E' stato anche membro del CdA delle società Expert AI, CY4Gate e Expert System USA (Washington DC area). Dal luglio 2021 lavora presso una azienda tecnologica di un importante Gruppo industriale italiano.

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