Operazione Aspides: all’Italia il comando della forza in mare

 

A integrazione e aggiornamento di quanto pubblicato nelle prime ore del 2 febbraio circa gli sviluppi e il comando dell’Operazione Aspides varata dall’Unione Europea nel Mar Rosso, ieri il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha reso noto che “l’Unione Europea ha chiesto all’Italia di fornire il Force Commander dell’Operazione Aspides nel Mar Rosso (l’ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali ed aerei che partecipano all’operazione – NdR).

L’importanza e l’urgenza dell’Operazione Aspides, che contribuirà a garantire la libera navigazione e la sicurezza del traffico commerciale nel Mar Rosso, hanno indotto la Difesa italiana ad assicurare immediatamente il proprio sostegno. Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’impegno del Governo e della Difesa e della competenza e professionalità della Marina Militare” si legge nella nota del ministro.

In tali circostanze l’ammiraglia della forza navale di Aspides potrebbe quindi essere la FREMM Martinengo (nella foto sopra), attualmente nell’area di operazioni, ma non è da escludere l’invio del Caio Duilio, uno dei due cacciatorpediniere tipo Orizzonte.

Questa mattina l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell ha dichiarato che “nel Mar Rosso continuano gli attacchi alle navi: per questo motivo abbiamo deciso di organizzare una missione navale che garantisca la massima protezione della navigazione. Molti Paesi parteciperanno”, lasciando intendere che altre nazioni della Ue si uniranno a Italia, Francia, Germania e Grecia che hanno messo in campo una fregata e assetti aerei.

Anche in caso di massiccia adesione ad Aspides, come auspicato da Borrell, occorrerà valutare quali contributi verranno offerti da altri partner UE: navi, aerei o solo personale per lo staff del quartier generale dell’operazione che secondo molte fonti potrebbe essere a Larissa in Grecia, con un ammiraglio di divisione greco alla testa dell’operazione.

Le decisioni dovrebbero venire ufficializzate al vertice dei ministri degli Esteri della UE il 19 febbraio ma ieri il ministro degli esteri e vicepremier italiano, Antonio Tajani, non ha dato per scontato che il quartier generale di Aspides possa venire assegnato alla Grecia e quindi ubicato a Larissa.

“Per la sede del comando della missione Aspides vedremo, Grecia o Francia non importa, e poi potrebbe esserci una rotazione, l’importante non è chi avrà il comando ma quello che farà la missione” ha detto Tajani a Bruxelles aggiungendo che l’Italia è “un Paese votato alle esportazioni: il 40% dell’export marittimo passa dal Canale di Suez. E’ nostro interesse fare di tutto per proteggere le navi mercantili. Sarà una missione difensiva: non attaccheremo gli Houthi nello Yemen”.

La partita per il comando della missione sembra quindi restare aperta tra Grecia e Francia. La UE potrebbe avere interesse ad assegnare il comando ad Atene portandola così a far parte dell’operazione dopo che il 22 dicembre scorso aveva annunciato l’adesione all’operazione a guida statunitense Prosperity Guardian inviandovi una fregata, come affermò il ministro della Difesa Nikos Dendias, lo stesso che nei giorni scorsi ha candidato la Grecia alla guida di Aspides.

La Francia non sembra però voler accettare un ruolo subalterno nella missione (anche se, qualora l’operazione Aspides dovesse prolungarsi, sarebbe lecito attendersi una rotazione del comando della forza in mare con cadenza semestrale che coinvolga almeno Italia, Francia e Germania) e a tutela del suo rango di principale potenza militare e navale dell’Unione e nell’area operativa di Aspides può addurre diverse concrete motivazioni.

Innanzitutto la sua fregata (FREMM) Languedoc (nella foto sopra) è stata tra le prime navi (con quelle anglo-americane) e l’unica di una Marina della Ue ad intercettare droni Houthi, peraltro diretti contro la nave militare della Marine Nationale non contro mercantili in transito.

Inoltre, per rifornire la nave di missili Aster il ministero della Difesa francese ha organizzato un efficiente trasferimento da parte dell’Armée de l’Air e de l’Espace di munizioni Aster 15 (nella foto sotto  il lancio da una FREMM francese) dalla Francia continentale alla base aerea di Gibuti (BA 188) a bordo di un aereo da trasporto A400M.

Infine, sempre nel settore logistico, la Francia  è l’unica nazione della Ue a disporre di basi navali nella regione: quella di Abu Dhabi (emirati Arabi Uniti) e soprattutto la base navale di Gibuti, a poche decine di miglia dalla costa yemenita controllata dagli Houthi, che ospita a tempo pieno un centinaio di militari e civili per assistere le navi militari in transito ma che può essere rapidamente rafforzata.

Le dichiarazioni di Borrell di questa mattina sembrano indicare che il dibattito sul comando di Aspides è ancora aperto. “Spero che si possa trovare un accordo il 19 febbraio, nel prossimo Consiglio Affari Esteri e che la missione cominci ad essere operativa a fine mese, perché lì la situazione è critica. Le navi non passano più per il Canale di Suez, fanno il giro dell’Africa, il che comporta più tempo, più costi e più rischi per tutti.

L’Ue deve essere presente lì, non può lasciare che altri risolvano il problema. Ma la missione sarà strettamente di protezione e non interverrà in missioni militari di attacco terrestre” ha detto Borrell ribadendo anch’egli che “Aspides è uno scudo puramente difensivo, solo per proteggere le navi dagli attacchi. Il nostro fine non è condurre alcun tipo di attacco, ma solo difendere. Non intendiamo condurre alcuna operazione a terra, ma solo proteggere la navigazione in mare”.

@GianandreaGaian

Foto: Marina Militare e Marine Nationale

 

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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