Dall’Italia 417 milioni in aiuti militari all’Ucraina nel 2023

 

 “Il valore delle esportazioni 2023 autorizzate verso Kiev ha raggiunto i 417 milioni di euro”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo a una interrogazione del Movimento 5 Stelle sulla vendita di materiale di armamento all’Ucraina, durante il “question-time” alla Camera.

“La fornitura di armi a Kiev, che sta esercitando il diritto all’autodifesa previsto dall’articolo 51 della Carta Onu, non è vietata dalla legge 185. Già all’indomani dell’aggressione russa, nel febbraio 2022, pertanto sono state autorizzate diverse esportazioni da parte di aziende italiane, ai sensi della legge 185”, ha replicato Crosetto.

Quanto ai “presunti fini strumentali” della riforma, “il disegno di legge di modifica approvato dal Senato in prima lettura riflette semmai l’impegno a rendere tale legge più efficace e, soprattutto, molto più trasparente”, ha aggiunto il ministro.

“Esiste una distinzione tra cessione, pertinenza del ministero della Difesa per quanto riguarda i pacchetti di aiuti che sono stati fatti, e la vendita di armi, che è tema estraneo alla Difesa e di competenza dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA), quindi di un altro ministero.  

Era necessario chiedere al ministero degli Esteri, che peraltro ha già avuto modo di ribadire come tanto la posizione comune dell’Ue quanto il trattato per il commercio delle armi prevedono che l’autorizzazione alle esportazioni sia determinata da precise valutazioni sul rischio che i singoli materiali possono rappresentare in funzione al loro utilizzo. Il valore delle esportazioni autorizzate verso Kiev, che ho chiesto al ministero degli Esteri, nel 2023 ha raggiunto 417 milioni di euro”.

Per valutare l’entità finanziaria completa degli aiuti italiani a Kiev occorre includere anche il valore delle donazioni del 2022 (non conteggiate nell’export perché si trattava di cessioni di materiali già in dotazione alle forze armate italiane) e i costi che dovranno essere sostenuti per ripianare o sostituire armi, mezzi, munizioni ed equipaggiamenti ceduti alle forze ucraine.

Dati che restano riservati dopo che il governo Draghi ha segretato la lista delle forniture militari italiane all’Ucraina, anche se la gran parte degli equipaggiamenti ceduti  da Roma è stato reso noto dalle autorità di Kiev o dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

 

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