Export Difesa: USA in crescita (anche in Europa), in calo la Russia in guerra
I primi dieci esportatori di armi sono Stati Uniti, Francia, Russia, Italia, Corea del Sud, Cina, Germania, Regno Unito, Spagna e Israele con la Russia che è scesa dal secondo al terzo posto nel periodo dal 2019 al 2023.
Questo è uno dei dati emersi dall’ultimo rapporto dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI) pubblicato l’11 marzo a Stoccolma e che rivela come la Russia abbia dovuto dimezzare i volumi di esportazione attribuendone la responsabilità alle sanzioni occidentali.
Le esportazioni di armi russe sono diminuite del 53 per cento tra il 2014 -18 e il 2019-23. Il declino è stato rapido soprattutto negli ultimi due anni: la Russia ha esportato armamenti in 31 nazioni nel 2019 ma solo a 12 nel 2023. Gli stati di Asia e Oceania hanno ricevuto il 68 per cento del totale delle esportazioni di armi russe nel periodo 2019-23, con l’India che rappresenta il 34 per cento e la Cina il 21 per cento”, stando a quanto emerge dalla ricerca del SIPRI.
In realtà il calo dell’export russo appare però legato soprattutto alla guerra in Ucraina e alla necessità di produrre per le esigenze belliche delle forze armate russe, come aveva evidenziato nell’agosto scorso Sergei Chemezov, direttore generale di Rostec.
“Gli stati europei hanno quasi raddoppiato le loro importazioni di armi principali (+94 per cento) tra il 2014-18 e il 2019-23”, si legge nel rapporto. Negli ultimi due anni, peraltro, nel contesto del conflitto ucraino, gli Stati europei hanno mostrato un maggiore interesse per i sistemi di difesa aerea, ha affermato nel rapporto il ricercatore senior del SIPRI Pieter Wezeman.
“Le esportazioni di armi degli Stati Uniti sono cresciute del 17 per cento tra il 2014-2018 e il 2019-23, e la loro quota sul totale delle esportazioni globali di armi è aumentata dal 34 al 42 per cento. Gli Stati Uniti hanno consegnato armamenti a 107 Stati nel periodo 2019-23, più di quanto non sia avvenuto in qualsiasi precedente periodo quinquennale e molto più di qualsiasi altro Paese esportatore.
Gli Stati Uniti e l’Europa occidentale insieme hanno rappresentato il 72 per cento di tutte le esportazioni di armi nel periodo 2019-23, rispetto al 62 per cento registrato nel periodo 2014-18”, riferisce il SIPRI.
La Francia è diventata il secondo maggiore esportatore di armi dopo gli Stati Uniti, con un incremento del 47 per cento. “La quota maggiore delle esportazioni di armi francesi (42 per cento) è stata inviata agli Stati dell’Asia e dell’Oceania, e un altro 34 per cento ai Paesi del Medio Oriente. Il principale destinatario delle esportazioni di armi francesi è stata l’India, che ha rappresentato quasi il 30 per cento delle forniture. L’aumento delle esportazioni francesi di armi è dovuto in gran parte alle consegne di aerei da combattimento Rafale a India, Qatar, ed Egitto” si legge nel rapporto.
“La Francia sta sfruttando l’opportunità della forte domanda globale per rilanciare la propria industria degli armamenti attraverso le esportazioni ed ha avuto particolare successo nel vendere i suoi aerei da combattimento al di fuori dell’Europa”, ha affermato Katarina Djokic, ricercatrice del SIPRI.
In realtà il report del SIPRI lascia qualche dubbio: circa l’export di aerei da combattimento andrebbe incluso anche il maxi contratto con gli Emirati Arabi Uniti per 80 Rafale mentre il riferimento all’Oceania sembra sottintendere al contratto per i sottomarini francesi all’Australia poi annullato da Canberra.
L’India, è diventata il più grande importatore di armi del mondo, ricevendo le sue principali forniture dalla Russia, che rappresenta il 36 per cento delle importazioni di armi di Nuova Delhi e questo è il primo quinquennio dal 1960-64 in cui le consegne dalla Russia (o dall’Unione Sovietica prima del 1991) hanno rappresentato meno della metà del totale delle armi importate da Nuova Delhi.
Le importazioni di armi da parte della Cina sono diminuite del 44 per cento dal 2019 al 2023 rispetto ai cinque anni precedenti, collocando il Paese asiatico al decimo posto nella lista dei maggiori acquirenti mondiali di armamenti stranieri. Le importazioni di armi della Cina si sono ridotte principalmente a causa della sostituzione delle armi importate, la maggior parte delle quali provenivano dalla Russia, con sistemi prodotti localmente,
Ciò nonostante negli ultimi 5 anni la Cina ha mantenuto una quota elevata di acquisti dalla Russia, che ha contribuito al 77 per cento delle importazioni nel Paese asiatico, seguita dalla Francia con una quota del 13 per cento. L’Ucraina ha fornito l’8,2 per cento delle importazioni militari cinesi ed è rimasta invece la principale fonte d’approvvigionamento di turbine a gas per cacciatorpediniere, oltre che di motori per aerei da combattimento leggeri e da addestramento L-15.
L’Italia ha fatto registrare un incremento dell’86% delle sue esportazioni d’armi nel periodo 2019 – 2023, rispetto agli anni 2014-2018. E rappresenta il 4,3% delle esportazioni mondiali di armi nel periodo 2019-23. Il 71% dell’export italiano è finito in Medio Oriente. In calo del 37% è invece il dato delle importazioni di armi del nostro Paese nello stesso periodo di riferimento, che vale il 24esimo posto nella classifica dei principali importatori mondiali. I primi fornitori dell’Italia, in questo caso, sono stati nell’ordine Stati Uniti, Germania e Francia.
L’Ucraina è emersa come il più grande importatore europeo di armi nel 2019-2023 e il quarto al mondo, dopo che almeno 30 stati hanno fornito armi importanti come aiuto militare a Kiev a partire dal febbraio 2022. Circa il 55% delle importazioni di armi da parte degli Stati europei nel 2019-2023 è stato fornito dagli Stati Uniti, rispetto al 35% nel 2014-2018.
Per il direttore del SIPRI Dan Smith “molti fattori determinano le decisioni degli Stati europei della NATO di importare dagli Stati Uniti, compreso l’obiettivo di mantenere le relazioni transatlantiche insieme alle questioni più tecniche, militari e legate ai costi. Se le relazioni transatlantiche cambieranno nei prossimi anni, anche le politiche di approvvigionamento di armi degli stati europei potrebbero essere modificate’, ha commentato.
“Gli Stati Uniti hanno rafforzato il loro ruolo globale come fornitori di armi – un aspetto importante della loro politica estera – esportando più armi di quanto abbiano mai fatto in passato, verso un numero maggiore di paesi’, ha affermato Matthew George, direttore del programma di trasferimento di armi del SIPRI. “Ciò avviene in un momento in cui il dominio economico e geopolitico degli Stati Uniti viene messo in discussione dalle potenze emergenti”.
Considerando gli altri 10 principali esportatori di armi dopo Stati Uniti, Francia e Russia, solo due hanno registrato un aumento delle esportazioni, Italia (+86%) e Corea del Sud (+12%), mentre cinque hanno fatto segnare delle diminuzioni: Cina (-5,3%), Germania (-14%), Regno Unito (-14%), Spagna (-3,3%) e Israele (-25%).
Anche il Pakistan ha aumentato significativamente le sue importazioni di armi (+43%), ponendosi al quinto posto tra i principali paesi importatori. In Asia Orientale, il Giappone ha aumentato le importazioni di armi del 155%, la Corea del Sud del 6,5%.
“Non c’è dubbio che gli elevati livelli sostenuti di importazioni di armi da parte del Giappone e di altri alleati e partner degli Stati Uniti in Asia e Oceania siano in gran parte guidati da un fattore chiave: la preoccupazione per le ambizioni della Cina”, ha affermato Siemon Wezeman, ricercatore senior presso il SIPRI.
In Medio Oriente è arrivato il 30% dei trasferimenti internazionali di armi nel periodo 2019-2023. Tre stati del Medio Oriente sono risultati tra i primi 10 importatori nel 2019-2023: Arabia Saudita, Qatar ed Egitto. La maggior parte delle armi fornite ai paesi del Medio Oriente è arrivata da Stati Uniti (52%), Francia (12%), Italia (10%) e Germania (7,1%).
L’Arabia Saudita è al secondo posto della classifica generale degli importatori, dietro l’India e davanti a Qatar e Ucraina, con un incremento dell’8,4% delle importazioni globali di armi nel periodo, pur facendo registrare un calo del 28% rispetto al 2014-2018.
Il Qatar ha aumentato le sue importazioni di armi di quasi quattro volte (+396%) tra il 2014-2018 e il 2019-23, diventando così il terzo maggiore importatore di armi al mondo.
“Nonostante un calo generale delle importazioni di armi in Medio Oriente, queste rimangono elevate in alcuni stati, spinte in gran parte da conflitti e tensioni regionali”, ha affermato Zain Hussain, ricercatore del SIPRI.
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