Verso un ulteriore calo dei flussi di gas russo: l’Europa a rischio  

 

Lo spettro della crisi energetica torna ad agitare il Vecchio Continente. Ne ha riferito il 3 marzo l’agenzia ANSA citando un documento interno alla UE che richiama l’attenzione sulla scadenza di fine anno dell’accordo quinquennale siglato da Mosca e Kiev nel 2019 per garantire il transito dei flussi di gas verso l’Europa.

Un contratto che il governo di Volodymyr Zelensky ha già fatto sapere di non avere alcuna intenzione di rinnovare. E che Palazzo Berlaymont dà per scontato finisca” evidenzia l’articolo dell’ANSA prefigurando “uno scenario davanti al quale le forniture all’Europa dalla Russia – ora ridotte al 15% – scenderanno di un ulteriore 5% e che, sommato all’annuncio dell’Opec+ di estendere i tagli alla produzione di petrolio fino alla metà del 2024 e alla crisi nel Mar Rosso, potrebbe fare impennare l’inflazione e i prezzi energetici”.

L’impatto sull’intera economia continentale potrebbe essere pesante e la sicurezza dell’approvvigionamento, si legge nel documento, richiederà “uno stretto monitoraggio e coordinamento” per “garantire l’inverno 2024/2025”.

Dall’inizio dell’invasione in Ucraina la UE ha varato iniziative per affrancarsi dalla dipendenza energetica di Mosca entro il 2027 con investimenti nelle rinnovabili e diversificazione dei fornitori che hanno portato a far sì che nel 2023 il gas russo rappresentasse solo il 15% dell’import totale Ue di gas (pari a 43 miliardi di metri cubi, di cui 18 miliardi di metri cubi di GNL) provenisse dalla Russia rispetto a una quota che superava il 50% (circa 150 miliardi di metri cubi) prima del conflitto.

Il report evidenzia che “lo stop dell’accordo di transito dalla Russia potrebbe portare però presto a una perdita di circa 5% dei flussi, a danno soprattutto dell’Europa centrale e sud-orientale. Lo scenario allarma soprattutto Austria, Ungheria e Slovacchia poiché dal primo gennaio 2025 l’Europa potrebbe non avere più flussi di gas in transito dall’Ucraina, da dove negli ultimi tempi sono passati in media 42 milioni di metri cubi di gas russo al giorno.

“Abbiamo discusso la situazione specifica relativa alle importazioni di GNL russo nell’Ue. In termini di volumi, queste importazioni sono rimaste stabili. L’anno scorso le aziende europee hanno importato circa 18 miliardi di metri cubi di GNL russo” ha detto nei giorni scorsi il commissario UE all’Energia, Kadri Simson.

Ho ripetuto che non possiamo permetterci che la Russia compensi attraverso i canali di GNL alcuni dei volumi che ha tagliato con decisioni unilaterali attraverso le esportazioni di gasdotti”. “Il pacchetto gas, concordato lo scorso anno, offre a ciascuno Stato membro la possibilità di limitare o interrompere l’accesso del gas russo e bielorusso ai propri sistemi a determinate condizioni. Il voto in plenaria del Parlamento europeo è ora previsto per aprile. Dobbiamo concludere quest’anno con ancora meno gas russo nel nostro sistema rispetto all’anno precedente”, ha aggiunto.

Come ha riferito l’agenzia Energia Oltre, i ministri dell’Energia dei Paesi Ue hanno sostenuto l’estensione del consumo volontario di Gas del 15% rispetto alla cifra media da aprile 2017 a marzo 2022 per un anno. “Grazie all’accordo politico raggiunto  – si legge nella dichiarazione del Consiglio Ue – gli Stati membri sono incoraggiati a continuare a ridurre il loro consumo di gas fino al 31 marzo 2025, di almeno il 15% rispetto al consumo medio di Gas nel periodo dal 1° aprile 2017 al 31 marzo 2022”.

L’Unione europea ha introdotto la misura di “riduzione volontaria” nella primavera del 2022, in una condizione di crescente crisi energetica causata dai piani europei di embargare gli acquisti russi di petrolio e carbone e dal rifiuto di alcuni Paesi membri di pagare il gas russo in rubli. Parallelamente, i Paesi Ue hanno approvato il piano RePowerEU, che prevede il rifiuto totale di tutti i tipi di gas russo entro il 2027.

 

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