La Camera USA sblocca 95 miliardi per aiuti militari a Ucraina, Israele e Taiwan (AGGIORNATO)

 

(Aggiornato alle ore 23,55)

Dopo mesi di negoziati e, pressioni la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha dato ieri il via libera ad aiuti per lo più militari all’Ucraina per 61 miliardi di dollari, ad Israele per 26 e a Taiwan e alla regione dell’Indo-pacifico per 8 con 311 voti a favore e 112 contrari. Un’ampia maggioranza bipartisan che sembrava impossibile raggiungere prima della rappresaglia iraniana contro Israele.

Il presidente americano Joe Biden ha accolto con favore la decisione, sottolineando che i pacchetti approvati “forniranno un sostegno fondamentale a Israele e all’Ucraina; forniranno aiuti umanitari disperatamente necessari a Gaza, Sudan, Haiti e altre località… e rafforzeranno la sicurezza e la stabilità nell’Indo-Pacifico”.

Biden ha elogiato i deputati che si sono uniti superando le linee di partito “per rispondere alla chiamata della Storia”. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha celebrato il via libera della Camera agli aiuti, sostenendo che “impediranno alla guerra di espandersi, salveranno migliaia e migliaia di vite e aiuteranno entrambe le nostre nazioni a diventare più forti”. “Ci auguriamo che i progetti di legge vengano sostenuti dal Senato e inviati alla firma del presidente Biden. Grazie, America!”, ha concluso il presidente ucraino su X.

La necessità di muoversi “rapidamente” era stata sottolineata la settimana scorsa dal direttore della Cia, Bill Burns, secondo cui senza ulteriori aiuti l’Ucraina avrebbe corso il rischio di perdere la guerra contro la Russia entro la fine di quest’anno, quindi proprio in concomitanza con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Gli stanziamenti verranno votati anche dal Senato forse già il 23 aprile come ha fatto sapere il leader democratico della Camera Chuck Schumer. Dopo il Pentagono potrebbe inviare i primi aiuti militari all’Ucraina entro pochi giorni prelevandoli dai siti di stoccaggio negli Stati Uniti e in Europa che contengono anche munizioni d’artiglieria e missili antiaerei (nella foto qui sotto un lanciatore del sistema Patriot danneggiato dai russi e trasportato da un Antonov An-124 ucraino all’aeroporto di Harrisburg negli Stati Uniti).

In realtà la gran parte della somma stanziata per gli alleati resterà negli Stati Uniti, come ha spiegato in un briefing il portavoce del Pentagono, maggior generale Pat Ryder: circa 20 miliardi finanzieranno infatti il ripianamento delle scorte di armi e munizioni che gli USA hanno fornito a Ucraina e Israele, 14 miliardi potenzieranno le forze USA in Europa, altri 14 finanzieranno armamenti e addestramento delle forze ucraine e altri 8 verranno versati direttamente a Kiev.

“Se approvata, la richiesta di finanziamento fornirà aiuti essenziali ai nostri partner in Ucraina, Israele e nell’Indo-Pacifico e fornirebbe quasi 60 miliardi di dollari al Dipartimento della Difesa, di cui circa 50 miliardi di dollari fluirebbero attraverso la base industriale della difesa nazionale creando posti di lavoro americani in oltre 30 stati. L’approvazione immediata del supplemento rimane la cosa più importante che il Congresso possa fare per assistere i nostri combattenti nella difesa del nostro Paese e consentire al Dipartimento della Difesa di sostenere i nostri alleati e partner come Israele e Ucraina”, ha dichiarato Ryder.

Questo “dettaglio” spiega anche in parte la convergenza infine raggiunta tra democratici e repubblicani sul via libera allo stanziamento poiché l’impatto economico e occupazionale negli USA ha un peso considerevole specie in campagna elettorale.

I provvedimenti approvati prevedono:

60,8 miliardi di dollari per l’Ukraine Security Supplemental di cui:

  •  19,85 per la ricostituzione delle scorte di armi e munizioni delle forze armate degli Stati Uniti donate all’Ucraina
  •  14,8 per la gestione delle operazioni in Ucraina da parte del comando USA in Europa
  •  13,8 miliardi all’Ukraine Security Assistance Initiative per l’acquisto di armamenti USA;
  •  8 miliardi per coordinare e sostenere le agenzie federali impegnate nel sostegno allo sforzo bellico ucraino;
  •  7,85 miliardi, per il supporto diretto al governo ucraino

26,4 miliardi di dollari per l’Israel Security Supplemental, di cui:

  • 4 miliardi di dollari per sostenere i sistemi di difesa aerea Iron Dome e David’s Sling
  • 1,2 miliardi di dollari per finanziare il sistema laser di difesa aerea Iron Beam
  • 3,5 miliardi di dollari in forniture di armi e munizioni in ambito Foreign Military Sales a Israele
  • 4,4 miliardi di dollari per ricostituire le scorte di armi e munizioni delle forze armate degli Stati Uniti donate a Israele
  • 9 miliardi di dollari in aiuti umanitari per la popolazione palestinese

8,1 miliardi di dollari per il supplemento per la sicurezza nell’Indo-Pacifico di cui:

  • 3,3 miliardi di dollari per l’industria subacquea statunitense
  • 2 miliardi di dollari per il sostegno a Taiwan
  • 1,9 miliardi di dollari per ricostituire negli USA le scorte di armi e munizioni delle forze armate statunitensi cedute a Taiwan

Diversi analisti ritengono ci vorrà del tempo prima che Kiev possa percepire i benefici del nuovo pacchetto di aiuti.  Il Wall Street Journal considera che le nuove forniture americane potrebbero aiutare Kiev a frenare l’avanzata russa ma ritiene improbabile che gli aiuti statunitensi cambino radicalmente la situazione dell’Ucraina a causa delle gravi perdite subite dalle forze di Kiev e dalla carenza ormai cronica di truppe addestrate, armi e munizioni.

Lo statunitense Istituto per lo studio della guerra (ISW) valuta che le forze di Kiev saranno in grado di indebolire l’offensiva russa a condizione che gli aiuti militari statunitensi arrivino rapidamente ma anche che le forze ucraine potrebbero subire ulteriori battute d’arresto nelle prossime settimane in attesa degli armamenti USA che consentiranno di stabilizzare il fronte.

Dura la reazione di Mosca, secondo la quale i nuovi aiuti “aggraveranno la crisi globale”, come ha accusato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. Il pacchetto approvato “arricchirà ulteriormente gli Stati Uniti e rovinerà ancora di più l’Ucraina, uccidendo ancora più ucraini a causa del regime di Kiev”, gli ha fatto eco il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.

Il portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, ha detto che “l’immersione sempre più profonda degli Usa in una guerra ibrida contro la Russia si tradurrà nello stesso clamoroso e umiliante fiasco avvenuto in Vietnam e Afghanistan” e avverte che “in ogni caso, i tentativi febbrili volti a salvare il regime neonazista di Zelensky sono destinati al fallimento”.

L’ultima fornitura statunitense a Kiev era stata varata d’urgenza oil 10 aprile per consegnare un pacchetto da 138 milioni di dollari allo scopo di consentire le riparazioni essenziali e l’approvvigionamento di pezzi di ricambio necessari per i sistemi missilistici antiaerei Hawk.

Secondo quanto riferito a Politico dal portavoce del Pentagono Pat Ryder, gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di inviare ulteriori consiglieri militari alla propria ambasciata a Kiev che non avrebbero un ruolo di combattimento ma di consulenza a governo e forze armate ucraine.

Negli ultimi giorni nuovi aiuti militari a Kiev sono stati stanziati o forniti anche da nazioni europee. La Danimarca ha annunciato lo stanziamento di un nuovo pacchetto per 2,2 miliardi di corone (circa 295 milioni di euro) per lo sviluppo del potenziale marittimo delle forze ucraine, droni e pezzi di ricambio missilistici in collaborazione con i Paesi Bassi e la Repubblica Ceca.

La Lituania, che finora ha fornito aiuti a Kiev per oltre 600 milioni di euro, ha consegnato nei giorni scorsi un aereo da addestramento L-39ZA smontato Ucraina e il 6 aprile aveva reso nota la cessione a Kiev di alcuni cingolati M577, versione posto comando dell’M113, dei circa 180 in dotazione all’esercito lituano acquisiti di seconda mano dalla Germania nel 2015.

La Germania invierà a Kiev un ulteriore sistema da difesa aerea Patriot per rimpiazzare le ampie perdite subite dai sistemi d’arma di questo tipo forniti finora a Kiev da Stati Uniti e Germania.

Il 14 aprile Zelensky ha reso note le trattative con la Germania per assicurarsi un ulteriore sistema di difesa aerea Iris-T e altri missili per i sistemi già forniti. Nei giorni scorsi almeno un lanciatore di IRIS-T era stato distrutto dai russi. Non è chiaro se di Patriot e IRIS T verranno forniti solo singoli lanciatori o nuove batterie complete. Il 9 aprile Berlino ha reso nota la prossima fornitura di altri 20 cingolati da combattimento Marder 1A (100 già consegnati) da parte di Rheinmetall,  mezzi appartenuti all’esercito tedesco e rimodernati prima della consegna a Kiev.

Il 12 aprile il governo olandese ha ratificato un accordo per fornire un nuovo pacchetto di aiuti economici del valore di 1,4 miliardi di euro, di cui un miliardo sarà destinato all’acquisto di armi.

Il 6 aprile l’Aja ha assicurato che fornirà 24 caccia F-16 a Kiev e le prime consegne dovrebbero iniziare quest’anno. Lo ha detto il ministro della Difesa olandese, Kaisa Ollongren: “in totale, trasferiremo 24 caccia F-16 che verranno trasferiti in Ucraina non appena tutto sarà pronto. Le tempistiche dipendono molto dall’addestramento dei piloti e del personale tecnico ucraino, nonché, ovviamente, dalle infrastrutture”.

Va poi menzionata la “colletta” promossa dalla repubblica Ceca a cui hanno aderito una quindicina di nazioni per acquistare sui mercati extraeuropei un milione di proiettili d’artiglieria da 155, 122 e 152 mm e razzi Grad da 122 mm al prezzo di medio di 2.500 dollari l’uno da consegnare entro giugno.

Un bell’affare soprattutto per la Turchia che si libererà di munizioni in buona parte vecchissime sequestrate alle milizie curde nel nord della Siria re per il Sudafrica che venderà gli stock di munizioni sequestrate durante le operazioni condotte dalle forze di Pretoria in Angola negli anni ’70 e ’80 contro le forze governative filo-sovietiche armate dall’URSS. In questo caso si tratta di munizioni prodotte almeno 50/60 anni or sono e scadute da qualche decennio il cui impiego potrebbe risultare difficile se non pericoloso per gli stessi artiglieri ucraini.

Foto: US DoD, Diehl Defense, Presidenza Ucraina. Telegram e Bundeswher

 

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