L’Ucraina ha fame di truppe: arruola reclute ma non congeda i veterani (AGGIORNATO)

 

(Aggiornato alle ore 20,47)

Il parlamento ucraino ha dato infine il via libera ieri alla nuova legge sulla mobilitazione con 283 voti a favore, 43 astenuti e un solo voto contrario, dopo il decreto che ha abbassato da 27 a 25 anni l’età minima per l’arruolamento ma dai 18 anni sarà possibile arruolarsi volontari, anche se i più giovani non ricopriranno compiti di prima linea.

A differenza della prima stesura, la legge non prevede la coscrizione anche di persone affette da disabilità. I soggetti chiamati al servizio militare dovranno presentarsi agli uffici di registrazione e di arruolamento entro 60 giorni dall’annuncio della mobilitazione. La convocazione può essere inviata tramite e-mail.

Il disegno di legge obbliga inoltre i cittadini dai 18 ai 60 anni a portare con sé i documenti di registrazione militare durante il periodo di mobilitazione e a presentarli su richiesta dei dipendenti dell’ufficio di registrazione e arruolamento militare, della polizia e delle guardie di frontiera.

Per i cittadini ucraini in età di leva diventa ora impossibile ottenere il rinnovo del passaporto anche se si trovano all’estero senza uno specifico certificato di assolvimento degli obblighi militari: aspetto che mira a colpire gli 800 mila maschi in età compresa tra 18 e 60 anni che Kiev valuta si trovino in Europa con lo status di rifugiati.

Inasprite anche le sanzioni per chi cerca di sottrarsi alla chiamata alle armi  nel tentativo di frenare il fenomeno dilagante della renitenza alla leva che vede molti maschi adulti nascondersi o tentare la fuga all’estero come testimoniano anche le notizie del numero crescente di ucraini affogati ritrovati dalle guardie di frontiera rumena sulla riva del fiume Tibisco che segna il confine tra i due paesi o i  numerosi arresti effettuati dalle guardie di confine ucraine lungo i confini con Polonia, Slovacchia e Ungheria (nella foto sopra due giovani con “mimetica invernale” catturati mentre tentavano di attraversare il confine).

La nuova legge, che deve ancora essere firmata dal presidente Volodymyr Zelensky, potrebbe scavare un solco ancora più profondo tra il governo e la società ucraina in cui l’elevato numero di perdite in battaglia, la pessima situazione militare e l’assenza di informazioni circa l’assenza di informazioni di moltissimi soldati che risultano ufficialmente “dispersi” hanno ridotto la fiducia nella vittoria e classe dirigente di Kiev.

Il decreto peggiorerà inoltre il morale dei militari già al fronte che devono fronteggiare l’offensiva russa in condizioni di crescente inferiorità. La legge infatti ha soppresso poco prima dell’approvazione parlamentare il congedo dei militari che avevano prestato servizio per 36 mesi, che significa oggi 26 di guerra. Un duro colpo per i veterani costretti dalla carenza di truppe a restare in servizio.

Con l’esercito ucraino in inferiorità numerica rispetto alla Russia sul campo di battaglia, ”l’offensiva continua lungo tutta la linea del fronte e attualmente è impossibile indebolire le forze di difesa”, ha annunciato alla televisione statale Dmytro Lazutkin, portavoce del ministero della Difesa ucraino.

”Non possiamo prendere decisioni affrettate adesso”, ha aggiunto, spiegando l’opposizione dei militari al provvedimento. I leader militari hanno esercitato pressioni sui politici affinché abbandonassero un progetto di legge, approvato a febbraio in prima lettura, che avrebbe dato ai soldati in servizio da più di 36 mesi la possibilità di essere congedati.

Il progetto di legge era stato approvato in prima lettura in parlamento a febbraio ma l’articolo di legge è stato rimosso ieri, prima della seconda lettura, dopo un appello in tal senso del ministro della Difesa, Rustem Umerov, e del capo di stato maggiore delle forze armate generale Aleksander Syrsky (nella foto sopra).

Syrsky aveva recentemente ridimensionato il fabbisogno di nuove reclute indicandolo al di sotto dei 500 mila effettivi ipotizzati nei mesi scorsi ma senza dichiararne l’entità precisa.

L’impatto della legge sulla mobilitazione rischia di avere un impatto pesante sul consenso popolare nei confronti del governo e della guerra. Un sondaggio  del Centro Razumkov rilevato oggi dal quotidiano spagnolo indica che Zelensky gode del gradimento di appena il 26 per cento della popolazione contro il 56 per cento dell’ottobre 2023.

E a proposito di sondaggi, una ricerca condotta dall’ufficio statistico polacco (CBOS) ha rilevato che il 74,8% dei polacchi si oppone al coinvolgimento dell’esercito polacco o di qualsiasi altro paese della NATO nel conflitto in Ucraina, mentre solo il 10,2% è favorevole a tale sostegno.

@GianandreaGaian

Foto: Ministero Difesa ucraino e Telegram

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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