Primo bilancio per l’Operazione Aspides

 

In meno di due mesi la forza navale dell’Unione Europea (UE), l’Operazione Aspides, schierata nella parte meridionale del Mar Rosso, ha respinto 11 attacchi e ha scortato quasi 70 navi nello Stretto di Bab el Mandeb.

Intervenendo al primo briefing con i media di Aspides, il vicepresidente dell’UE Josep Borrell ha affermato che l’operazione rappresenta una risposta chiara e rapida al deterioramento della situazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. La causa principale erano e rimangono gli attacchi degli Houthi al trasporto marittimo, una minaccia alla sicurezza marittima oltre a violare il diritto internazionale e la libertà di navigazione.

Gli attacchi Houthi, ha affermato Borrell, creano “danni significativi e costano vite umane”, oltre a incidere negativamente sulle economie regionali e sulla sicurezza ambientale. “Ciò aumenta i costi. I costi delle merci spedite sono interessati.

Anche la popolazione dello Yemen ne sta pagando le conseguenze perché è ulteriormente privata dell’assistenza salvavita. Fa aumentare i costi del cibo sulle economie della regione, già colpite dalle conseguenze della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

Gli attacchi Houthi hanno determinato che il traffico marittimo è stato reindirizzato attorno al Capo di Buona Speranza: fino a 14 giorni in più in mare per un singolo transito, ha detto al briefing, aggiungendo che il costo di un container dalla Cina all’Europa è raddoppiato con un’assicurazione aumentata del 60%.

“Quindi”, ha sottolineato Borrell, “era necessario intervenire”. Ad oggi l’Aspides, con quattro navi da guerra (messe a disposizione da Italia, Francia, Grecia e Germania) e un aereo da pattugliamento marittimo, ha respinto 11 attacchi e ha fornito un passaggio sicuro a 69 navi a titolo di scorta.

Borrell ha sottolineato l’aspetto difensivo di Aspides affermando che né esso né l’UE sono stati impegnati in operazioni a terra contro gli Houthi – “le nostre navi operano per autodifesa e per proteggere le navi prese di mira”.

Un missile balistico antinave è stato lanciato l’8 aprile da un’area dello Yemen controllata dagli Houthi verso il Golfo di Aden, dove una nave della coalizione stava scortando un mercantile operato dall’Italia. Lo ha reso noto ieri il Comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM), specificando che non sono stati segnalati danni o feriti e che la nave cargo è la M/V Hope Island, battente bandiera delle Isole Marshall e di proprietà del Regno Unito.

Si tratta del quinto lancio missilistico rilevato contro di essa dal CENTCOM che annunciato anche di aver distrutto un sistema di difesa aerea e un drone utilizzati dai ribelli Houthi.

Israele per la prima volta ha impiegato il suo sistema di difesa montato su nave, chiamato C-Dome, contro un obiettivo “sospetto” che è entrato nello spazio aereo israeliano vicino alla città meridionale di Eilat, sul Mar Rosso. Le fonti militari non hanno specificato se si trattasse di un’arma lanciati dallo Yemen come è già accaduto in passato con i droni e missili lanciati dagli Houthi.

Il C-Dome e’ una versione navale imbarcata del sistema di difesa aerea Iron Dome. Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno segnalato un’allerta nella zona di Eilat. “Dopo che le sirene hanno suonato nella zona di Eilat per segnalare un aereo ostile, le forze navali dell’IDF hanno identificato un obiettivo aereo sospetto che attraversava il territorio israeliano”, ha detto l’IDF, che ha precisato: “L’obiettivo è stato intercettato con successo dal sistema di difesa navale ‘C-Dome'”.

Foto:  US Navy,  Commissione Europea e Eunavfor Aspides

 

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