Qatar: il punto su difesa e mercato al DIMDEX 2024

 

L’ottava edizione del salone di DIMDEX (Doha International Maritime Defence Exhibition and Conference), evento tenuto sotto l’egida dell’Emiro del Qatar, lo Sceicco Tamin Bin Hamad Al Thani e delle Forze Armate del Paese del Golfo Arabico presso il Qatar National Convention Centre (QNCC), è stata la più grande finora realizzata con più di 200 espositori locali e da tutto il mondo, 110  fra delegazioni VIP ed ufficiali, quattordici Ministri della Difesa, 15-20 Capi di Forze Armate e 25.000 visitatori nei tre giorni di svolgimento, come ha rimarcato lo Staff Brigadier (Sea) Abdulbaqi Al-Ansari, chairman del comitato organizzativo dell’evento.

Questa edizione ha registrato la firma di contratti, lettere d’intenti (Letter of Intent, LoI) e memorandum of understanding (MoU) per circa 5 miliardi di rial qatariani pari a 1.29 miliardi di euro, che hanno avuto sviluppi immediati come l’annuncio del contratto per l’acquisizione di due unità navali per la Qatar Emiri Naval Forces (QENF) mentre altri – si stima la maggior parte – hanno avuto o avranno sviluppi nel prossimo futuro con la stipula di veri e propri contratti.

Nelle scorse edizioni del salone ed ancora prima in particolare nel settore aeronautico, il Ministero della Difesa ha lanciato una serie di programmi che hanno portato alla creazione di Forze Armate capaci, equipaggiate con mezzi, velivoli ed unità navali di ultima generazione, dedicando attenzione all’addestramento del personale con accordi ed invio del medesimo all’estero e la creazione di centri di formazione ed addestramento in patria.

Al contempo nell’ambito della visione a lungo termine nazionale (Qatar National Vision 2030), Il Governo del Qatar ha posto le basi per il progressivo sviluppo delle proprie capacità e degli investimenti in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza nel campo della Difesa e Sicurezza.

Oggi il gruppo industriale Barzan Holdings, creato ed interamente di proprietà del Ministero della Difesa, con il fine di facilitare il raggiungimento di tali obiettivi, coordina una serie di joint-venture a maggioranza di capitale locale, create con importanti aziende internazionali del settore, come la JV Rheinmetall Barzan Advanced Technologies (RBAT) con il gruppo Rheinmetall, Bindig con Beretta Holding, Qsur trading, nonchè Edraq Health Solutions con l’australiana Aspen Medical Australia per l’healthcare delle Forze Armate del Qatar. A queste s’aggiungono le società controllate interamente quali Barzan Maintenance Shield, Barzan Industrial Group (BIF) dedicata all’engineering ed alla produzione, Barood Ammunition Factory, Barzan Aeronautical e BQ Solutions.

Queste società erano presenti al salone e presentavano una serie di prodotti, soluzioni e servizi che non soltanto mostravano il livello di sviluppo raggiunto ma anche la proposizione sul mercato estero.

L’ottava edizione di DIMDEX si è sviluppata secondo uno schema ben consolidato, che vede in parallelo allo svolgimento del salone, la possibilità di partecipare alla conferenza su temi navali che quest’anno era incentrata sulle “Prospettive di crescita economica tra le sfide alla sicurezza e il loro impatto globale” con la partecipazione di speaker internazionali, accademici e leader militari, fra cui il Presidente di Fincantieri, generale Claudio Graziano (nella foto sopra) e la visita di cinque unità navali appartenenti ad altrettante Marine Militari provenienti dall’Oceano Indiano, Mar Mediterraneo, Oceano Atlantico e Pacifico, la cui partecipazione ha visto il saluto del CSM della QENF, il generale Abdullah bin Hassan Al Sulaiti.

Fra le navi che hanno partecipato all’evento ed ospitate presso il porto di Hamad, vi era la fregata in versione GP Federico Martinengo della MM (nella foto qui sopra), l’unità da pattugliamento Sadh della Marina dell’Oman, il sommergibile Khalid della Marina Pakistana, la fregata Marshal Shaposhnikov della Marina Russa, il cacciamine Middleton della UK Royal Navy, l’unità per l’addestramento Al Doha e la corvetta Damsah della Marina del Qatar.

 

I programmi di potenziamento delle Forze Armate del Qatar

Come anticipato, nell’ultimo quindicennio, il Governo ed il Ministero della Difesa del Qatar hanno dato impulso ad una serie di importanti programmi d’acquisizione e potenziamento della capacità, su cui si basano le attuali e future capacità delle Qatar Armed Forces. Il Qatar è stato inoltre designato nel 2022 quale Major Non-NATO Ally (MNNA) ed ospita la più grande base aerea (Al-Udeid Air Base) americana al di fuori del territorio continentale USA, sede del Combined Air Operations Center (CAOC) responsabile di tutte le operazioni aeree della Coalizione nel Medio Oriente ed in Asia Centrale, e comando avanzato dell’US Central Command (CENTCOM) e dell’Air Force Central Command. Nel gennaio di quest’anno, il Qatar e gli USA hanno raggiunto un accordo per estendere l’uso di questa base per altri 10 anni, con nuovi investimenti ed installazioni.

Lo storico programma di potenziamento della Qatar Emiri Naval Forces (QENF), che vede l’industria, le Forze Armate ed il Governo italiani quale elemento trainante del suo sviluppo, è ormai completato ed il Ministero della Difesa e la Forza Armata guardano alla capacità di gestione di questa componente ed al tempo stesso, secondo quanto sarebbe emerso, all’acquisizione di capacità che rendano la flotta capace di operazioni oltre il Golfo Arabico/Persico.

Nell’ambito del programma lanciato nel 2016, Fincantieri ha consegnato e la Marina Militare italiana ha addestrato gli equipaggi delle quattro corvette classe Al Zubarah e dei due OPV classe Musherib mentre continua l’allestimento e la preparazione per personale per l’ammiraglia della flotta, l’LPD Al Fulk, in vista dell’entrata in servizio nel 2025.

I cantieri turchi hanno consegnato due navi per l’addestramento da 90 metri ed unità da sbarco minori di varia natura. In occasione del salone, è stato celebrato il contratto con i cantieri turchi Dearsan per due unità tipo FAC (Fast Attack Craft) da 50 metri e la QNEF sta guardando ad un’unità multiruolo da supporto.

A questi s’aggiunge la componente della Guardia Costiera che dispone di un’estesa componente di unità minori e due OPV da 48 metri forniti dalla cantieristica ed industria della difesa turca, nonché il potenziamento delle infrastrutture navali ed addestrative, con la realizzazione della base navale di Umm Al Houl e di quella di Al-Daayen, oltre a centri per l’addestramento fra cui quello realizzato dall’industria italiana, che guarda alla fornitura di ulteriori capacità a fronte di una concorrenza turca in particolare, sempre più forte.

In meno di un decennio, la Qatar Emiri Air Force è passata da un unico squadrone di velivoli da combattimento con appena 12 Mirage 2000 ad una componente di prima linea che comprende 36 velivoli Boeing F-15QA distribuiti fra tre squadroni, 36 Dassault Rafale assegnati ad altrettante unità e 24 Eurofighter Typhoon (nella foto sotto) fra due unità di cui una congiunta con la Royal Air Force britannica basata in Gran Bretagna.

Questi velivoli dispongono di una panoplia di sistemi d’arma di ultima generazione che va dai missili aria-aria AMRAAM e Sidewinder per gli F-15QA (nella foto sopra) ai missili a lungo raggio Meteor per velivoli Rafale e Typhoon a quelli a medio e corto raggio, Mica e ASRAAM, in aggiunta a sistemi d’arma da strike a lungo raggio Storm Shadow e Scalp EG e munizionamento aria-superficie di vario tipo, compresi missili Brimstone, che venivano mostrate in mock-up e modelli al salone.

Un salto qualitativo senza precedenti che ha riguardato non soltanto i velivoli da combattimento ma anche la componente ad ala rotante, nonché quella addestrativa e da trasporto. Sono stati immessi in servizio 24 elicotteri da combattimento Boeing AH-64E Apache Guardian assegnati a tre squadroni a cui si stanno aggiungendo 28 velivoli ad ala rotante NHIndustries NH90 di cui 16 in configurazione per il trasporto tattico (TTH) e 12 (NFH) in configurazione navale, in versioni customizzate per le esigenze delle Forze Armate del Qatar, distribuiti a due squadroni, che sono in fase di consegna da parte di Leonardo.

In occasione del salone sono state celebrate le 2500 ore di volo della componente. Le macchine americane dispongono di armamento aria-superficie comprendente missili Hellfire e razzi mentre gli elicotteri NH90 in versione navale impiegano siluri leggeri MU90 e missili antinave MBDA Marte ER.  Sono stati acquisitati anche velivoli senza pilota Bayraktar TB2 assegnati ad un’unità del Ministero della Difesa.

Una quarantina di elicotteri multiruolo Leonardo AW139 suddivisi fra tre squadroni vengono impiegati in un’amplia gamma di missioni fra cui il supporto delle Forze Speciali ed elisoccorso nazionale. Anche il settore delle macchine per l’addestramento è all’ultimo grido con sei Leonardo M-346B assegnati all’International Fighter Training School (IFTS) per i piloti in addestramento in Italia e sei BAE Systems Hawk Mk 167 di stanza in UK nonché velivoli turboprop PC-21, PC-24 e 16 elicotteri Airbus Helicopters H125 in patria, in aggiunta ad una componente da trasporto comprende ben otto C-17A Globemaster III e quattro C-130J-30.

Come le precedenti edizioni del salone, le Forze di Difesa Antiaerea del Qatar (Qatar Emiri Air Defence Forces (QEADF) avevano uno stand che presentava i sistemi in servizio, con elementi di una batteria di Patriot equipaggiata di missili PCA-2 e PAC-3 MSE, unitamente a componenti del sistema Raytheon/Kongsberg NASAMS con missili AMRAAM ER ed Oerlikon Skynex di Rheinmetall con un cannone da 35 mm.

Particolare interessante il modello del radar Raytheon AN/FPS-135 Block 15 a due facce fisse di grandi dimensioni e denominato EWR (Early Warning Radar) capace della scoperta di missili balistici ad una distanza massima di 5000 km che viene utilizzato insieme al sistema Lockheed Martin THAAD (Terminal High-Altitude Area Defense).

Sebbene il Ministero della Difesa abbia dato la priorità al potenziamento delle altre Forze Armate per assicurare una difesa in profondità e dei campi estrattivi sul Golfo, elemento cardine della potenza economica del Paese, anche le Forze di Terra o Qatar Emiri Land Forces (QELF) hanno registrato importanti sviluppi, anche se decisamente più contenuti rispetto alle altre Forze Armate, che hanno portato all’immissione in servizio di mezzi quali carri armati Leopard 2A7+ e semoventi d’artiglieria PzH 2000, in aggiunta ad un esteso parco di veicoli blindati VAB 6×6 oltre ad 8×8 Mowag Piranha Mk II, per la ricognizione Fennek e protetti Dingo 2 HD (Heavy Duty), nonché di mezzi 4×4 (usati massicciamente dalle Forze di Sicurezza) di fornitura prevalentemente turca quali Nurol Makina Ejder Yalçın e Yoruk.

Il supporto di fuoco comprende MLRS Astros II ed M142 HIMARS, missili anticarro e superficie-aria di varia provenienza, fra cui Serdar, Javelin, Hot e Milan nonché Mistral e Stinger. A questi s’aggiungono missili balistici a corto raggio di produzione cinese SY-400/BP-12 che sono stati mostrati per la prima volta in occasione della parata nazionale nel 2017 nonché importanti capacità di nicchia in via di sviluppo, come la difesa contro droni.

La QELF, come era evidenziato dai mezzi presentati dalle ditte fornitrici e concorrenti, sarebbe impegnata da una parte in un ammodernamento di quelli in servizio e dall’altra nell’acquisizione di ulteriori mezzi. In particolare l’interesse è concentrato su mezzi blindati 8×8 di nuova generazione di cui la Forza Armata non è ancora fornita.

 

La partecipazione italiana

Visitate dal Sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago su delega del Ministro della Difesa Giudo Crosetto, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone (nella foto qui sotto), unitamente al Segretario Generale della Difesa/Direttore Nazionale Armamenti, generale di corpo d’armata Luciano Portolano e supportate dall’AIAD,  le principali come Fincantieri, Elettronica, Leonardo, MBDA Italia, così come le medie e piccole società italiane, che hanno avuto e si spera avranno in futuro un ruolo determinante nello sviluppo delle Qatar Armed Forces, erano raccolte in uno dei nove padiglioni nazionali che hanno caratterizzato l’ottava edizione del salone.

Fincantieri

 I conflitti in corso, dalla guerra in Ucraina, al Mar Rosso e al Golfo Arabico hanno evidenziato, il valore strategico della dimensione navale, sia in termini di sicurezza del mare che di sicurezza delle comunicazioni marittime e delle rotte commerciali, dove le sfide legate alla sicurezza marittima stanno diventando sempre più diversificate e sofisticate.

Fincantieri ha dato grande importanza al contributo strategico dell’industria navale alla difesa marittima, perseguendo molteplici iniziative per incrementare ulteriormente le sue elevate prestazioni e gli standard tecnologici di alta qualità, sia nel settore militare che in quello civile, senza trascurare il loro impatto ambientale e il costante impegno sul fronte della ricerca & sviluppo e dell’Innovazione”, ha sottolineato il generale Claudio Graziano, Presidente di Fincantieri, parlando del gruppo e delle nuove sfide in occasione del suo intervento alla conferenza sopra menzionata.

Con l’avvicinarsi del completamento del programma di rinnovamento della Flotta assegnato nel 2016, Fincantieri guarda a nuove opportunità per soddisfare le esigenze delle Forze Navali dell’Emirato del Qatar (QENF) in termini di addestramento, supporto in servizio e logistico, oltre a nuove costruzioni navali.

Il Memorandum of Understading (MoU) firmato l’ultimo giorno del salone tra il Direttore Generale della Divisione Navi Navali di Fincantieri Dario Deste e il comandante delle QENF, Generale di Divisione Abdulla Hassan Al-Sulaiti, “rappresenta un passo importante verso la soddisfazione delle future esigenze del Ministero della Difesa e della Marina del Qatar in termini di formazione e mantenimento delle competenze del personale”, ha evidenziato Mauro Manzini, Direttore Vendite Divisione Navi Navali di Fincantieri ad AD, successivamente alla pubblicazione del comunicato stampa della firma dell’MoU (nella foto sotto) .

Il protocollo d’intesa riguarda le potenziali future opportunità di formazione e mantenimento delle capacità del personale della Marina del Qatar in loco, sfruttando concetti innovativi a supporto della crescita della medesima, poiché il contratto già in essere prevede, con Fincantieri quale prima contractor, l’istruzione e la formazione degli equipaggi iniziali e dei manutentori di base per le navi consegnate e da consegnarsi da parte della Marina Militare italiana e dell’industria.

Il Gruppo italiano sta inoltre guardando a nuovi programmi per unità navali. La QENF ha espresso interesse per una nave di supporto logistico in grado di compiere un’ampia gamma di missioni. Nel suo portafoglio prodotti, Fincantieri ha la famiglia di LSS classe Vulcano, che oltre al rifornimento della flotta e ad altre missioni militari, può anche condurre attività di soccorso in caso di calamità e fornire aiuti umanitari grazie ad estese strutture mediche e aree modulari. Queste capacità sono già state dimostrate con efficacia durante il recente dispiegamento di nave Vulcano a sostegno della popolazione di Gaza che necessitava di assistenza medica, con il contributo del personale militare del Qatar.

L’assistenza post-vendita e i servizi in loco sono svolti dalla società Fincantieri Service Middle East con sede a Doha, in quanto società interamente controllata e autorizzata dal Qatar Financial Centre.

Nell’ambito degli accordi G2G tra i Governi italiano e del Qatar, le rispettive Marine e Ministeri della Difesa, la Marina Militare Italiana ha fornito corsi di istruzione e formazione operativa presso i propri istituti e scuole di formazione nonché centri d’addestramento. il tutto gestito da un ufficio di programma dedicato presso il quartier generale della Marina Militare Italiana che opera con la Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM), mentre un ufficiale di collegamento lavora fianco a fianco con il personale QNEF in Qatar.

Oltre alla formazione fornita agli equipaggi e ai manutentori delle basi da parte di tutte le aziende coinvolte nel programma, rappresentate principalmente da Leonardo, MBDA Italia ed Elettronica, il pacchetto completo fornito da Fincantieri comprende anche il supporto logistico integrato a lungo termine e supporto in servizio (fino a 10 anni per le corvette e cinque anni per OPV e LPD), insieme a un esteso centro di addestramento e simulazione in Qatar per il mantenimento della capacità operativa degli equipaggi e la formazione del futuro personale.

Già operativo, il centro è stato fornito e realizzato dalle società Fincantieri NexTech e Cetena con Leonardo come fornitore e sviluppatore del simulatore del sistema di combattimento. È dotato di un ambiente di simulazione di ultima generazione basato sull’architettura MANTA (Multifunction Advanced Naval Training Architecture) della società Cetena (Fincantieri NexTech).

L’infrastruttura addestrativa del centro comprende un simulatore di plancia (completa) e del Combat Operation Centre (completo), due simulatori non completi rispettivamente di plancia e COC per simulare una seconda piattaforma, oltre a strutture per istruttori e debriefing nonché un numero di simulatori dedicati alla replica di piattaforme elicotteristiche per interazione con unità navali, imbarcazioni veloci, armi leggere ed operazioni navali, oltre ad aule, apparecchiature di simulazione e addestramento, il tutto integrato insieme a vantaggio di uno scenario di missione il più possibile realistico.

 

 Anche MBDA guarda al consolidamento ed a nuove opportunità

Anche il gruppo MBDA guarda al consolidamento e a nuove opportunità in loco e nella regione, sfruttando i successi ottenuti in Qatar con il programma di potenziamento della flotta navale e di fornitura da parte francese dei velivoli da combattimento Dassault Rafale. La cerimonia di celebrazione delle 2.500 ore di volo della flotta di elicotteri NH90 della QEAF, che ha visto la presentazione di un elicottero in versione navale equipaggiato con il missile antinave Marte ER, rappresenta il più recente successo per il nuovo missile antinave a media portata sviluppato da MBDA Italia.

Completate con successo la fornitura dei missili Marte ER nella versione lanciata navale/terrestre (N/G) per il sistema mobile di difesa costiera (MCDS) in servizio con la QENF, “abbiamo recentemente consegnato il primo lotto di missili Marte ER nella variante lanciata da elicottero (H/C) alla QEAF, mentre i lotti successivi sono in produzione,” ha dichiarato Giovanni Soccodato, Direttore Vendite del Gruppo Esecutivo e Business Development di MBDA e Managing Director di MBDA Italia ad AD successivamente al salone.

Sviluppato sulla base dei più recenti requisiti di difesa costiera oltre l’orizzonte grazie alle informazioni fornite da terze parti, l’MCDS ha un design ad architettura aperta in grado di operare con la famiglia MBDA di missili antinave presenti e futuri. Oltre al Marte ER, la configurazione QENF comprende anche i missili MM40 Block 3 Exocet, la cui consegna dovrebbe essere completata a breve. Le Forze Armate del Qatar hanno potuto fare affidamento sul sistema MCDS durante la Coppa del Mondo FIFA 2022, avendo completato importanti consegne per garantire la prontezza operativa in tempo per l’evento. “Stiamo esaminando altre potenziali esigenze nel paese, oltre al supporto logistico in servizio e integrato,” ha sottolineato il rappresentante di MBDA.

L’azienda ha esposto e propone a livello locale il nuovo sistema d’arma superficie-superficie Akeron MP, l’unico missile superficie-superficie di quinta generazione “combat proven” in servizio secondo MBDA, che è stato testato e collaudato operativamente in una varietà di condizioni estreme e complesse, sia in applicazioni terrestri che navali.

“MBDA Italia sta continuando a consegnare i missili Aster (30) Block 1 (e VL MICA) alla QENF insieme al sistema d’arma antinave Exocet lanciato da nave e da terra, con il completamento delle consegne dell’Aster previsto per il 2024.”

Nel settore aereo, MBDA si aspetta ulteriori ordini di missili se la QEAF procurerà un altro lotto di aerei da combattimento Rafale. Sia il Meteor che lo Storm Shadow erano presenti sullo stand della QEAF, ma l’inventario delle armi aria-aria e aria-terra fornite sia per il Dassault Rafale che per l’Eurofighter Typhoon è più esteso e comprende Brimstone e Mica.

“Stiamo attualmente promuovendo il Marte ER nella regione mediorientale, essendo richiesto sia nella versione lanciata da elicottero che nella variante nave/terra per almeno un cliente, insieme a un altro potenziale cliente che richiede una capacità di lancio missilistico antinave da elicottero,” ha sottolineato Soccodato senza fornire ulteriori dettagli.

“Le opportunità per i sistemi di difesa aerea sono aumentate in tutta la regione del Medio Oriente e stiamo promuovendo i nostri prodotti con un forte interesse da parte dei paesi locali”, ha aggiunto il rappresentante di MBDA senza fornire dettagli diversi dal fatto che l’interesse copre tutti i settori. È noto che l’Arabia Saudita vuole lanciare un programma per l’acquisizione di nuove fregate leggere, il cui pacchetto di armi potrebbe essere soddisfatto con l’intera gamma di missili terra-aria, comprese le famiglie VL MICA NG (Nuova Generazione), Aster e CAMM, nonché con missili superficie-superficie. Eventuali richieste potrebbero provenire anche per il segmento GBAD con VL MICA NG e CAMM ER.

“Stiamo esaminando anche i potenziali bisogni negli Emirati Arabi Uniti, principalmente nei settori navale e aereo, per soddisfare non solo le esigenze nazionali ma anche quelle di esportazione”, ha detto Soccodato senza fornire dettagli specifici. Secondo quanto risulta ad AD, il riferimento riguarderebbe la Marina EAU e le potenzialità nel settore export delle società del gruppo EDGE, come quella di equipaggiare le piattaforme navali offerte da Abu Dhabi Ship Building (ADSB), senza dimenticare il settore aereo, con il pacchetto di armi per il programma Dassault Rafale.

 

Leonardo

 La presenza del gruppo italiano è stata caratterizzata da due importanti eventi celebrati in occasione del salone: il primo riguardante il raggiungimento delle 2.500 ore di volo della flotta di elicotteri NH90 della QEAF e l’altra la firma dell’MoU con le Forze Terrestri dell’Emirato del Qatar per il miglioramento delle infrastrutture di difesa del Qatar.

Il primo evento è stato celebrato alla presenza del Capo di Stato Maggiore della QEAF, Generale di Divisione Jassim al-Mannai, e del Presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo, insieme ad alcuni dei principali rappresentanti delle aziende fornitrici coinvolte nel programma, Domitilla Benigni, amministratore delegato e CEO del Gruppo ELT, e Giovanni Soccodato, Executive Group Director Sales & Business Development e Managing Director di MBDA Italia.

Con Leonardo come prime contractor, il programma NH90 del Qatar prevede la fornitura alla QEAF di 16 NH90 TTH (Tactical Transport Helicopters) per operazioni terrestri e 12 NH90 NFH (Naval Frigate Helicopters) per operazioni navale, questi ultimi operanti sia da terra che da bordo delle corvette classe Al Zubarah ed in futuro della LPD Al Fulk. A questo si aggiunge un pacchetto di formazione sia per il personale di volo che di terra, con il supporto del Ministero della Difesa e delle Forze Armate italiane, e un pacchetto quinquennale di manutenzione e supporto logistico in corso dalle prime consegne nel dicembre 2021, nonché opzioni a contratto per ulteriori macchine in entrambi le versioni.

Secondo quanto riportato in occasione del salone, la QEAF ha ricevuto 18 su un totale di 28 piattaforme ad ala rotante, tra cui 9 elicotteri TTH costruiti presso lo stabilimento di Marignane (Airbus Helicopters) e 9 elicotteri NFH (un decimo in fase di consegna) costruiti presso lo stabilimento di Venezia (Leonardo).

La flotta le cui consegne dovrebbero completarsi entro il 2025, ha finora registrato un’efficienza media superiore all’80%, grazie al supporto in loco di Leonardo, che comprende ingegneri, tecnici, specialisti di logistica e istruttori. Oltre all’addestramento di base e operativo fornito da Leonardo, Esercito e Marina Militare italiana, sia prima che dopo l’entrata in servizio dei primi elicotteri, i piloti della QEAF hanno accumulato più di 1700 ore sui due Full Flight Simulator (FFS) per le due versioni di elicotteri, sviluppati in collaborazione con CAE e installati presso il Training Center della base aerea di Doha.

L’interesse per l’acquisizione di ulteriori velivoli nella regione, ed in particolare in Arabia Saudita, è testimoniato dal fatto che un elicottero NH90 nella versione NFH è stato presentato dalla QEAF durante la recente fiera WDS 2024 in Arabia Saudita. Quest’ultima avrebbe interesse anche per una capacità antinave elitrasportata, che potrebbe essere soddisfatta dal Marte ER.

L’altro importante evento che ha visto protagonista Leonardo è stata la firma dell’MoU con le Forze Terrestri dell’Emirato del Qatar per il miglioramento delle infrastrutture di difesa del Qatar, “fornendo un sistema all’avanguardia progettato per soddisfare le esigenze in continua evoluzione della difesa nazionale.” Questa collaborazione strategica è stata siglata da Davide Fazio, Direttore Marketing e Vendite di Leonardo Electronics, e dal Magg. Gen. Saeed Hesayen Al Khayarin, Comandante della QELF.

L’iniziativa, ha evidenziato Leonardo, sottolinea un impegno condiviso nel rafforzare le capacità di difesa del territorio del Qatar, garantendo la sicurezza e la sovranità della nazione attraverso avanzati sistemi di monitoraggio e risposta in tempo reale. Il protocollo d’intesa rafforza il rapporto tra Leonardo e le Forze Armate del Qatar e sottolinea la significativa presenza e il contributo dell’azienda al settore della difesa del Qatar sin dai primi anni 2000.

Nessuna ulteriore informazione è stata rivelata sul contenuto dell’MoU ma dai sistemi esibiti allo stand e fonti industriali locali, il sistema potrebbe essere il radar TMMR (Tactical Multi-Mission Radar).

Si tratta di un radar AESA in banda C dalle ridotte dimensioni e pesi, che sfrutta la tecnologia dei moduli trasmettitori e ricevitori (TRM) al Nitruro di Gallio per il rilevamento, classificazione e tracciamento di minacce aeree di ridotte dimensioni ed in rapido movimento come nel caso di droni, unitamente a proiettili di artiglieria, mortai e razzi nonché per la difesa aerea a corto raggio, a cui s’aggiunge la sorveglianza e protezione di piattaforme e veicoli, confini e territori ed infrastrutture critiche. Se l’informazione fosse confermata unitamente all’acquisizione del sistema, si tratterebbe di un successo di particolare importanza vista la forte concorrenza nello specifico settore con presenza di sistemi di produzione dei principali player europei, israeliani, americani e di altre industrie mondiali, con evidenti riflessi sull’export in altri paesi della regione ed oltre.

Un’altra famiglia in questo caso di prodotti navali che ha ottenuti importanti successi nella regione ed oltre, è rappresentata da quella dei radar navali e terrestri Kronos. Nello stand delle Forze per la Difesa Aerea del Qatar, erano esposti i modelli e le immagini del sistema radar Kronos Grand nelle versioni mobile e fissa.

Quest’ultimo sistema multifunzionale AESA in banda C è stato acquistato per assicurare la difesa dello spazio aereo del Qatar alle basse e medie quote ma le capacità e prestazioni del sistema assicurano una portata strumentale di oltre 300 km oltre ad una copertura fino a 90° in modalità di tracciamento, capacità di particolare interesse per la difesa contro i missili balistici, il tutto nel caso della versione mobile alloggiato in un container standard ISO 20 che può essere messo in operazione in meno di 15 minuti dall’arrivo presso il sito di sorveglianza.

Questa famiglia di radar con TRM all’arseniuro di gallio (GaAs) continua a dare molte soddisfazioni sia nelle versioni terrestri che in quelle navali. Secondo quanto appreso da AD, nel corso di una campagna valutativa con sistemi di diversa fornitura per un cliente non identificato situato nella regione  mediorientale, Leonardo è stato invitata con un ridotto preavviso a confrontarsi con la concorrenza, ed in particolare con un sistema che sulla carta, grazie alla più recente tecnologia GaN dei TRM ed uno sviluppo più recente rispetto al sistema di Leonardo, avrebbe avuto la possibilità di performare complessivamente meglio del prodotto italiano.

Ciò nonostante, il radar di Leonardo avrebbe dimostrato di avere capacità e prestazioni superiori a quelle del sistema concorrente, nonostante condizioni tipiche di alte temperature ed ambiente desertico, assicurando un’elevata affidabilità, in scenari operativi che avevano una maggiore aderenza alle capacità della concorrenza. Una dimostrazione delle capacità della famiglia Kronos che anche nella versione navale ha dato e continua a dare molte soddisfazioni, sia nella versione più capace Kronos Grand Naval che standard Kronos Naval HP (High Power) con un maggior numero di TRM rispetto al predecessore.

La versione navale, in particolare il modello HP, è molto apprezzata nella regione. Secondo quanto risulta ad AD, il sistema è stato acquistato dal Qatar, dagli EAU e dall’Arabia Saudita, e secondo le immagini e modelli esposti ma mai dichiarato ufficialmente, scelto per le nuove corvette vendute all’Angola dai cantieri emiratini ADSB del gruppo EDGE. Anche il modello più grande Kronos Grand Naval ha trovato applicazione in loco, sulle corvette classe Al Zubarah da 3200 t e sulla LPD Al Fulk (nella foto sotto) da 8.800 t della QENF e viene proposto nella regione per equipaggiare corvette e fregate leggere.

La LPD della Marina del Qatar è equipaggiata anche con il sistema radar completamente digitale Kronos Power Shield che oltre alla scoperta a lunga portata, è particolarmente efficace nella difesa contro minacce missilistiche balistiche e di nuova generazione.

Sempre nel settore navale, Leonardo è il principale fornitori di sistemi di commando, controllo e combattimento fra i Paesi del Golfo, nonostante tale posizione sia continuamente messa alla prova ad ogni nuovo programma navale dalla concorrenza. Tutte le unità navali fornite da Fincantieri alla QENF sono equipaggiate con CMS e sistema di combattimento nonché armamento cannoniero fornito dal gruppo italiano, senza dimenticare l’ammodernamento delle principali unità in servizio con la Marina del Bahrain.

Anche le Forze Navali degli Emirati Arabi Uniti sono un operatore della famiglia CMS Athena e di sistemistica ed armamento di Leonardo, a partire dalle corvette classe Baynunah senza dimenticare la corvetta Abu Dhabi e le due unità veloci Falaj 2, ed oggi le quattro unità classe Falaj 3 in fase di costruzione da parte dei cantieri locali ADSB. Questi ultimi secondo le stesse fonti locali, disegni e modelli delle unità, avrebbero scelto una suite di comando, controllo e combattimento per le unità destinate all’Angola di fornitura Leonardo, mentre altre dotazioni per unità UAE potrebbero essere all’orizzonte.

 

Beretta

 Il gruppo italiano era presente al salone sia con un proprio stand che con quello della joint-venture Bindig con il gruppo Barzan Holdings, controllato al 100% dal Ministero della Difesa del Qatar e creato appositamente per gestire partnership internazionali come quella a controllo locale con la Beretta Holding. Annunciata in occasione del salone di DIMDEX edizione 2018, quest’ultima è stata creata sulla base di un accordo che mirava ad un trasferimento di tecnologia in loco che consentisse la produzione su licenza dei fucili d’assalto e delle pistole sviluppate da Beretta, in particolare l’ARX 160 in calibro 5,56 mm che ha ricevuto la denominazione ARQ 160 e la 92A1 in calibro 9 mm, ribattezzata 92QA1.

Presso lo stand della Bindig era presente un plastico dello stabilimento in loco presso cui saranno prodotte le due armi anch’esse visibili presso lo stand. Non sono state divulgate ulteriori informazioni specifiche, ma da un’analisi del plastico ed un prospetto delle varie fasi d’allestimento dello stabilimento per poter procedere alla produzione in loco, si può evincere che nella prima fase viene realizzato soltanto l’assemblaggio delle armi, mentre grazie ad un piano plurifase si arriverà alla produzione in loco.

 

 Gruppo ELT

 Al gruppo di aziende italiane che hanno concluso accordi con le Forze Armate del Qatar in occasione di DIMDEX 2024, non poteva mancare il Gruppo ELT. Quest’ultimo e il Ministero della Difesa hanno firmato una lettera d’intenti in cui si afferma, secondo quanto dichiarato dal gruppo italiano, la comune volontà di cooperare su progetti strategici nel campo delle operazioni sullo spettro elettromagnetico (EMSO) e in particolare sullo sviluppo di un centro per la Guerra Elettronica e di Intelligence. La LoI è stata firmata (nella foto sotto) alla presenza del Comandante dell’Aeronautica degli Emirati del Qatar, Maggiore Generale Jassim Al-Mannai e del CEO e COO del Gruppo ELT, Domitilla Benigni.

Oltre a confermare la cooperazione di lungo periodo con la QEAF, tale accordo è un riconoscimento di particolare rilievo per il Gruppo ELT, a fronte del parterre di aziende concorrenti mondiali, da quelle europee a quelle americane, passando per quelle turche.

L’azienda creata da Enzo Benigni mantiene una posizione di rilievo fra le più importanti in un settore strategico per gli interessi e la Difesa nazionale grazie ad una continua evoluzione e ricerca di nuove sfide e dominii, come la cybersecurity, lo spazio e la biodifesa. Il Gruppo ELT ha una presenza nel Paese dal 2017, quando ha aperto il suo ufficio commerciale, fornendo supporto all’interno di molti programmi nazionali grazie al suo portafoglio di competenze nel dominio EMSO.

In particolare, è fornitore di importanti sistemi difensivi per le Forze Armate del Qatar, da quelli installati a bordo delle unità navali di prima linea fornite dall’industria italiana guidata da Fincantieri, alla ‘co-design authority’ e co-fornitura del sistema di autoprotezione montato a bordo dei velivoli da combattimento Eurofighter Typhoon, passando per il sistema di sorveglianza elettronica installato a bordo della versione navale dell’NH90.

Sebbene il Gruppo non abbia comunicato al riguardo, l’approvvigionamento di questi sistemi richiede il mantenimento delle capacità d’impiego, supporto in servizio e logistico dei medesimi, a cui il Gruppo ELT punterebbe per collaborare e soddisfare le esigenze del Ministero della Difesa del Qatar, in aggiunta a nuove capacità come confermato dalla LoI recentemente siglata.

 

 CIO

 Sullo stand di Leonardo era presente il modello della Centauro II, a dimostrazione del fatto come il prodotto del Consorzio fra Iveco Defence Vehicles (IDV) e Leonardo incontri l’interesse dei Paesi della Regione.  L’industria nazionale è coinvolta in attività atte a dimostrare con successo ma anche acquisire informazioni utili sulle capacità ed affidabilità del sistema in ambienti estremi, non soltanto a fare dell’export ma anche delle Forze Armate Italiane, e grazie al contributo delle medesime.

Secondo quanto risulta ad AD, la Centauro II è stata oggetto da parte del CIO, con il supporto di personale militare dell’Esercito Italiano, di una sfidante campagna di valutazione e test operativi nella regione del Medio Oriente, in ambiente desertico durante il periodo estivo.

Il mezzo ed i relativi equipaggi sono stati sottoposti ad una lunga serie di prove sul campo in termini di mobilità su varie tipologie di terreni, fuoco in operazioni diurne e notturne sia in condizioni statiche che dinamiche nonché valutazione dell’efficienza e delle necessità manutentive in condizioni ambientali con temperature estreme ed 80% di umidità per periodi prolungati, superando con successo i parametri richiesti e dimostrando capacità ed efficienza oltre ogni aspettativa.

 

IDV

L’area espositiva di Iveco Defence Vehicles (IDV) era incentrata sul veicolo blindato terrestre 8×8 Superav Land, la cui tipologia di mezzo, non a caso, era al centro dell’interesse generale durante il salone, sebbene la società non abbia fatto dichiarazioni o divulgato informazioni in ordine ad attività locali. Il nuovo veicolo nasce, come noto, dal successo congiunto con BAE Systems nel programma ACV del Corpo dei Marine USA, con l’originale veicolo anfibio Superav 8×8.

IDV ha deciso di sfruttare le capacità di questa ben collaudata piattaforma per svilupparne una terrestre che condivida l’85% della componentistica, con motore ed equipaggiamenti praticamente identici, ma leggermente più piccola per migliorarne la mobilità terrestre e ridurre il profilo del veicolo, considerato il fatto che le squadre per l’impiego su terra sono solitamente composte da otto fanti.

La versione terrestre è stata progettata per l’integrazione di una torretta senza equipaggio e dispone di un ampio carico utile di missione. La comunanza fra i due mezzi consente di ridurre i costi di supporto nell’arco della vita operativa del mezzo, nel caso che il potenziale operatore avesse requisiti per entrambi i mezzi, ipotesi che non può essere esclusa per paesi come quelli del Medio Oriente che hanno o avranno unità anfibie nonché estese linee di costa ed isole da proteggere.

 

Rheinmetall Italia

 Nello stand della QEADF facevano bella mostra anche gli elementi del sistema di difesa aerea VSHORAD Oerlikon Skynex, che hanno fatto del Qatar il primo operatore del sistema di nuova generazione della Rheinmetall Air Defence. In aggiunta ai cannoni Revolver Mk 3 da 35 mm ed al modulo di comando e controllo (C2), le batterie in servizio con la QEADF sono equipaggiate con il modulo radar basato sul sistema della Rheinmetall Italia X-TAR3D di cui AD si è recentemente occupata.

Il Gruppo è particolarmente attivo in Qatar, sia direttamente che con la joint venture Rheinmetall Barzan Advanced Technologies (RBAT) con il gruppo locale Barzan Holdings, come dimostrato dalla presenza sullo stand di quest’ultimo del modulo C2 facente parte di un sistema contro-droni (C-UAS) per le Forze Armate del Qatar ed altri sistemi di fornitura congiunta.

 

Intermarine

 L’edizione 2024 di DIMDEX ha visto come in passato la presenza della società Intermarine del gruppo IMMSI che quest’anno presentava in anteprima il modello del cacciamine di nuova generazione, destinato a costituire il progetto base per la piattaforma cosiddetta costiera (NGC) destinata alla Marina Militare.

Caratterizzata da uno scafo in vetroresina (GRP), la nuova piattaforma avrà una lunghezza fuori tutto e larghezza scafo rispettivamente di 63,08 e 3,08 metri, un dislocamento massimo di 1360 t, un’immersione massima di 3,8 metri ed un equipaggio di 50 elementi. Sebbene il costruttore non abbia fornito ulteriori dettagli, il modello presentava un sistema propulsivo incentrato su due propulsori elicoidali unitamente a due thruster prodieri per assicurare un’elevata manovrabilità ed il mantenimento del punto nave, di particolare importanza per l’impiego di veicoli subacquei e in generale seabed warfare.

Le sovrastrutture presentano una plancia con finestratura a 360° il cui disegno prodiero è compatibile con l’adozione di un cockpit navale derivato da quello dei PPA, una zona prodiero-centrale per la parte operativa e d’accoglienza personale, una zona poppiera con hangar a portelloni laterali per accogliere mezzi di superficie e subacquei a pilotaggio remoto e/o autonomo e copertura per spot destinato a velivoli non pilotati nonché una zona libera ad estrema poppa per accogliere fino a due container ISO 20’ per equipaggiamenti e mezzi dedicati.

La soluzione offerta da Intermarine vedrebbe il coinvolgimento di Leonardo per la parte di comando, controllo e comunicazioni sia della situazione tattica che delle operazioni contromisure mine, in particolare dei mezzi unmanned di superficie, subacquei ed aerei utilizzati, che dovrebbero essere di terza fornitura.

L’armamento del modello comprende quattro torrette a controllo remotizzato per armi di calibro non specificato nonché lanciatori di esche e due sistemi di sorveglianza con armi non letali in aggiunta a sensori di superficie ed aerei comprendenti il radar GEM elettronica Columbus ed un sistema elettro-ottico oltre a sistemi di navigazione e sorveglianza.

 

Gli altri protagonisti

Segmento navale

 Nell’ambito degli espositori legati alla cantieristica e sistemistica navale, in aggiunta ai principali player europei, s’aggiungeva un significativo numero di società turche, fra cui Yonca, Ares e Dearsan, AFSAT e Meteksan a cui s’aggiungevano i fornitori del sistema di combattimento come Havelsan e Aselsan.

La grande novità in questo campo è venuta proprio dall’industria turca ed in particolare dal cantiere Dearsan che è stato prescelto ed a cui è stato assegnato un contratto annunciato nel corso del salone per la fornitura di due unità tipo Fast Attack Craft (FAC) da 50 m. Queste ultime, secondo quanto rivelato, disporranno di un sistema di combattimento incentrato su sistema CMS e missili di produzione turca.

Si tratta di una penetrazione del mercato qatarino di particolare importanza per l’industria turca che riesce dopo lungo tempo a posizionarsi localmente, a fronte di un monopolio europeo ed in particolare di Leonardo per il sistema di comando e controllo e sistemistica ed MBDA per la parte armamento, nell’ambito delle principali unità navali della QENF. Si tratta di due unità da 50 m che verranno realizzate dai cantieri turchi Dearsan e completeranno la qualifica del sistema di combattimento in Qatar. La prima unità è prevista in consegna dopo 36 mesi dall’annuncio del contratto mentre la seconda seguirà tre mesi dopo.

Con un equipaggio di 33 elementi, un sistema propulsivo in gradi di erogare una potenza massima di quasi 13 MW per assicura una velocità massima di 36 nodi, le due unità saranno dotate di un sistema di combattimento incentrato sul CMS fornito da Havelsan e della famiglia Advent che gestisce un pacchetto di sensori di fornitura sempre turca. Eccetto che per l’armamento cannoniero principale rappresentato dal sistema OTO Marlin 40 da 40 mm di Leonardo, i sistemi missilistici superficie-aria e superficie-superficie sono di produzione turca.

In particolare Roketsan fornisce un lanciatore quadrinato brandeggiabile per missili Sungur a corto raggio e due lanciatori binati per missili superficie-superficie Çakir. Sebbene la QENF si sia riservata l’opzione per decidere definitivamente sul CMS in una fase successiva del programma, grazie all’adozione dei missili Çakir, Roketsan ha ottenuto il primo customer conosciuto nella regione e per quanto noto internazionale del sistema.

Nell’ambito dell’industria navale turca, in Ares presentava un nuovo progetto di corvetta da 76 metri che secondo quanto annunciato potrebbe aver ottenuto il primo ordine, mentre nel settore dei sistemi senza pilota, la società Meteksan presentava la gamma di sistemi Ulaq compreso quello kamkzaze Ulaq Kama.

Sempre nel settore navale, la novità dell’industria locale era rappresentata dal sistema di superficie (USV, Unmanned Surface Vehicle) completamente autonomo e veloce da 13 metri Eshail della società Performance Marine. Quest’ultimo è stato realizzato insieme a ditte straniere quale L3Harris per la sistemistica legata alla remotizzazione ed automazione del sistema, Kongsberg per l’affusto remotizzato da 12,7 mm, le società svedese Ullman Dynamics, Navico, Whisper Power e Quick italiana per la componentistica unitamente alla società Plus+ anch’essa italiana per la simulazione sul sistema.

Nell’ambito della cantieristica europea presente, il gruppo Damen presentava la famiglia di unità di supporto multiruolo o MPSS (Multi-Purpose Support Ship), nata dalla progettazione per la Marina portoghese della piattaforma tuttoponte da 107 metri di lunghezza e circa 7000 tonnellate di dislocamento destinata ad essere impiegata quale piattaforma duale per l’impiego primario di velivoli e veicoli non pilotati aerei, di superficie e subacquei nonché seabed warfare, operazioni anfibie, controllo della zona economica esclusiva portoghese ed altre missioni paramilitari. L’unità destinata ad essere consegnata nel 2026, fa parte di una famiglia di unità multiruolo tuttoponte che comprende anche unità più grandi da 9000 tonnellate.

Presso lo stand dell’industria della Difesa iraniana, in aggiunta alla panoplia di missili antinave con capacità e portate fino a 300 km, per la prima volta veniva esposto un modello di sottomarino compatto classe Fateh dotato di modulo con sistema indipendente dall’aria (AIP, Air Independent Propulsion) e venivano forniti informazioni aggiornate sul velivolo senza pilota Gaza ed i sistemi di sorveglianza imbarcabili, fra cui una nuova famiglia di radar per la sorveglianza di superficie.

Non sono state divulgate informazioni sulla tipologia di sistema AIP sviluppo localmente ma secondo informazioni raccolte, si tratterebbe di un sistema Stirling anche se la Malek Ashatar University of Technology (MUT) di Teheran, specializzata in sistemistica navale, dispone di un laboratorio dove sta lavorando sulle Fuel Cell. In aggiunta al modulo AIP dietro la falsatorre davanti alla sezione di propulsione principale, il modello di sommergibile classe Fateh presentava altre modifiche che soltanto in parte sarebbero legate alla localizzazione del serbatoio di ossigeno liquido legato al sistema AIP.

Con un’apertura alare e una lunghezza della cellula di 21 e 10 metri e un’altezza di 4 metri, secondo l’ultima brochure pubblicata in arabo durante DIMDEX 2024, il MALE Gaza ha un peso al decollo di 3.740 kg (nessun riferimento al peso massimo), una capacità massima di carburante di 1.500 kg, oltre a un carico utile massimo di 500 kg.

Il Gaza è il primo UAV iraniano dotato di un motore turboelica da 750 HP che garantisce una velocità massima e di crociera rispettivamente di 350 e 190 km/h, ed un’altitudine di missione di 10.668 metri. La durata massima è indicata in 25 ore di volo senza specificare l’arma, i sensori e il carico utile di carburante.

Il modello presentava due punti d’attacco sotto ciascuna ala (per un totale di quattro disponibili), quelli esterni con due piccoli missili aria-superficie F365 (portata fra 1 e 10 km, peso di 39 kg di cui 9 di testata bellica con guida “fire-and-forget”) ciascuna e quelli interni un’unica bomba guidata.

E inoltre indicata una baia interna che nel caso dell’installazione della famiglia di radar per la sorveglianza di superficie, sarebbe occupata dal sistema di gestione ed elaborazione delle informazioni in tempo reale. Presentato in due versioni, si tratta di un radar multiruolo ad apertura sintetica (SAR) con risoluzione sub-metrica insieme alla modalità di indicazione bersagli in movimento sia terrestri che marittimi (GMTI/MMTI).

L’industria cinese presentava invece l’USV da combattimento della China State Shipbuilding Corporation (CSSC) Thunderer A2000 già mostrato per la prima volta in occasione del salone WDS  2024 in Arabia Saudita. Con uno scafo a trimarano con un dislocamento da 280 tonnellate e 45 metri di lunghezza, l’USV è armato con missili a lancio verticale superficie-aria e superficie-superficie. Secondo quanto riferito, il programma è in una fase di prototipizzazione.

 

Segmento terrestre ed aeronautico

 Nell’ambito dell’area espositiva dedicate alle Forze Armate del Qatar, veniva presentato il Project 401’s Special Operations Training Centres. Lo scorso febbraio è stato inaugurato il secondo sito di un più grande complesso per l’addestramento delle Forze Speciali di terra, mare e cielo, che servirà non solo alla preparazione ed al mantenimento del più alto standard operativo degli operatori qatarini ma anche di eventuali e potenziali forze straniere.

Tale sito comprende un secondo poligono di tiro da 300 m ed altre strutture simulative, che si vanno ad aggiungere al primo poligono di tiro da 300 m, uno per sniper da 600 ed altre strutture addestrative di vario tipo, come un sito per l’addestramento con simulacro di velivoli Airbus. A questi s’aggiunge la separata struttura per le Forze Speciali navali presso la baia di Zekreet sulla costa occidentale del Qatar con tutta una serie d’infrastrutture dedicate quale una torre per il fast rope da NH90 nonché mock up nave sequestrata, ed un helo dunker.

Nel settore dei mezzi terrestri, l’attenzione era rivolta ai mezzi blindati 8×8, con i principali fornitori mondiali che presentavano le loro soluzioni a partire dalla parte francese del gruppo KNDS. Nexter, recentemente ridenominata KDNS France, presentava e proponeva la più recente evoluzione Mk II del VBCI, destinata a contribuire allo sviluppo della Defence Industrial and Technology Base locale, in linea con la Vision 2030 del Ministero della Difesa del Qatar, offrendo la realizzazione di una linea d’assemblaggio finale, manutenzione e supporto, nonché produzione di munizionamento in loco.

Nel dicembre 2017, il VBCI era stato scelto, dopo una serrata competizione con altri costruttori internazionali, dall’MoD del Qatar ed era stata firmata una LoI per ben 490 veicoli in differenti versioni, oltre al supporto logistico ed altri servizi, ma il programma non è andato avanti per motivi non divulgati, da alcune parti si dice politici per il raffreddamento all’epoca dei rapporti fra Qatar e Francia, da parte dell’industria francese per il COVID ed altro, e la QELF si è trovata senza un mezzo blindato 8×8.

Sviluppato dall’industria francese sulla base dell’esperienza operativa in combattimento da parte dell’Armee de Terre, la versione migliorata VBCI Mk II si caratterizza torretta T40 con vetronica e sistemi di comunicazione di nuova generazione, cannone a munizionamento telescopico CTA da 40 mm e missili MBDA Akeron MP.

Sullo stand delle Forze Armate Britanniche, era invece presente il veicolo 8×8 Boxer con un prominente bandiera UK e del Qatar, che veniva presentato dall’UK Defence Equipment and Support del Ministero della Difesa britannico insieme alla società fornitrice ARTEC Boxer UK a sua volta una filiale della joint-venture ARTEC fra Rheinmetall e Krauss Maffei Wegmann, quest’ultima facente parte di KNDS, ed oggi chiamata KNDS Deutschland Gmbh & Co. KG.

Unitamente alla fornitura, la proposta UK comprendeva anche il supporto governativo e l’esperienza del British Army per velocizzare la messa in servizio. Insieme al Ministero della Difesa tedesco, quello britannico, hanno progressivamente ampliato la fornitura di mezzi fino ad arrivare nel caso UK a 623. Un altro Boxer era presente sullo stand della QELF e presentava della sistemistica che secondo fonti locali costituirebbe un sistema contro-droni in fase di sviluppo e valutazione.

Sul grande stand della Barzan Holding con le aziende collegate, era invece presente la turca BMC con il nuovo veicolo 8×8  Altuğ (nell’immagine qui sopra), un altro contendente alla luce della potenziale apertura di una linea di assemblaggio per i propri veicoli in Qatar e dell’interesse che il mezzo avrebbe suscitato nella regione del Medio Oriente.

La General Dynamics Land Systems presentava invece il veicolo LAV 700 Desert Viper APC (armored personnel carrier), versione migliorata del LAV 6.0 con protezione, capacità di carico, potenza propulsiva e di fuoco potenziati mentre la finlandese Patria il modello in scala ridotta dell’AMV XP e come anticipato l’IDV con il Superav Land.

Sempre nel settore terrestre, la società francese Arquus era presente sullo stand di Barzan Holdings con un veicolo blindato 6×6 VAB Mk 1 ammodernato (nella foto sopra). Nel 2018, la QELF ha assegnato ad Arquus il programma per l’ammodernamento dei mezzi acquistati nel 1982, unitamente a pacchetti manutentivi e d’addestramento del personale dell’industria in Francia ed in Qatar.

Le prime macchine sono state lavorate in Francia mentre una linea ad hoc è in fase di allestimento presso un sito militare in Qatar. Arquus ha finora ammodernato 126 VAB Mk 1 allo standard VAB-Q, che secondo quanto riportato comprenderebbe un sistema di sorveglianza ravvicinata intorno al mezzo, un sistema di visione a bassa luminosità per la guida di fornitura turca, una torretta a controllo remotizzato con mitragliatrice da 12,7 mm con sistema di tiro in movimento nonché nuovo intercom e radio per comunicazioni protette.

Secondo quanto emerso nel corso del salone, Arquus avrebbe siglato con il Ministero della Difesa del Qatar una LoI per l’ammodernamento in loco di ulteriori 54 macchine, con l’intento si presume di completare l’ammodernamento di tutta la componente in servizio con la QELF. Auquus ha fornito al Qatar anche i veicoli Higuard 6×6 e Sherpa 4×4 per le Forze di Sicurezza.

Fra le nuove soluzioni di nicchia nel settore terrestre, la società John Cockerill Defense ha presentato per la prima volta dettagli su un sistema anti-drone che sfrutta un nuovo software, intelligenza artificiale e munizionamento ABM disponibile per il cannone da 30 mm Mk44S di Northrop Grumman, anche se lo stesso sistema potrà essere applicato ad altre armi del medesimo calibro, con disponibilità a partire dalla fine 2024/inizio 2025.

Anche l’industria cinese era presente con i principali gruppi legati agli equipaggiamenti e sistemi per la difesa terrestre, che presentavano sistemi d’arma come il modello del missile balistico SY-400 BP-12A in servizio con le Forze del Qatar, oppure il nuovo carro armato VT4/MBT-3000, il sistema UAV FH-95, quello per la difesa aerea laser OW5-A50 nonché la serie di sistemi missilistici per la difesa aerea, superficie-superficie ed antinave.

Nell’ambito del settore aeronautico, la società Aeralis ha presentato sullo stand di Barzan Holdings il modello in scala reale della sezione di fusoliera comune del sistema aereo modulare Aeralis. Quest’ultimo unisce l’ingegneria aerospaziale e digitale innovativa per consentire la riconfigurazione di avionica, ali, impennaggio, motori e cabine di pilotaggio.

Con la fornitura di un vasto parco di macchine di nuova generazione, i grandi big, quali Boeing e Dassault, nonché relativi fornitori si posizionavano per il supporto e l’addestramento a lungo termine nel Paese, come per Safran, che nel corso del salone ha siglato un contratto per il supporto dei motori della flotta di Rafale in servizio.

Foto: Luca Peruzzi, Forze Armate del Qatar, Difesa.it e Gianandrea Gaiani

 

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Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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