Sottomarini nucleari (SSN) e più navi nel futuro della Marina Australiana

 

L’accordo per la produzione e fornitura di sottomarini d’attacco a propulsione nucleare (SSN) alla Reale Marina Australiana è stato il tema centrale dell’incontro 2+2 AUKMIN che si è tenuto a Adelaide il 22 marzo scorso tra i ministri degli Esteri e della Difesa australiani Penny Wong e Richard Marles e gli omologhi britannici David Cameron e Grant Shapps.

L’annuncio di una joint venture tra BAE Systems e l’Australian Submarine Corporation (ASC), di proprietà del governo australiano, per costruire la flotta di sottomarini a propulsione nucleare noti come SSN-AUKUS, sembra chiudere la lunga saga del rinnovamento della flotta subacquea della RAN iniziato con l’accordo tra Canberra e Parigi per i sottomarini francesi convenzionali tipo Barracuda modificato.

Accordo poi annullato in seguito all’intesa con Stai Uniti e Regno Unito per una flotta di battelli a propulsione nucleare che ora sembra concretizzarsi anche se i nuovi battelli, in fase di progettazione, si prevede possano entrare in servizio dopo il 2040. L’Australia finanzierà con 5 miliardi di dollari australiani (3,5 miliardi di euro) nell’arco di 10 anni il programma con BAE Systems per la progettazione dei sottomarini che saranno costruiti nei cantieri Osborne di Adelaide, incorporando reattori nucleari Rolls Royce costruiti a Derby (Inghilterra) e componenti statunitensi.

Secondo un programma già autorizzato da Washington, l’Australia acquisterà dagli Stati Uniti tre sottomarini SSN della classe Virginia (nella foto sotto) negli anni 2030 per rimpiazzare i 6 battelli convenzionali classe Collins entrasti in servizio tra il 1996 e il 2003.

L’accordo anglo-australiano, che rafforza in tutti i settori la cooperazione bilaterale all’interno dell’intesa AUKUS (Australia – United Kingdom – United States) prevede anche l’addestramento dei marinai australiani sui sottomarini nucleari britannici e l’invio di equipaggi britannici degli SSN in Australia.

Nei prossimi anni l’Australia investirà risorse ingenti nell’espansione della RAN in base al programma presentato dal governo australiano il 20 febbraio scorso che prevede di raddoppiare il numero delle navi da combattimento maggiori per far fronte alle sfide in atto nell’Indo-Pacifico e a soprattutto al rapido potenziamento navale cinese.

Canberra prevede di investire 11 miliardi di dollari australiani (circa 6,5 miliardi di euro) per dotarsi di 26 grandi navi da combattimento nei prossimi 10 anni. Il governo del primo ministro Anthony Albanese aveva già deciso di investire 54 miliardi di dollari australiani nell’ammodernamento della flotta.

“Sarà la nostra flotta più grande dalla fine della Seconda guerra mondiale. La Royal Australian Navy deve essere in grado di garantire la sicurezza e la protezione delle nostre rotte marittime (…) poiché sono essenziali per il nostro stile di vita e la nostra prosperità”, aveva affermato il ministro della Difesa e vicepremier Richard Marles durante una conferenza stampa alla base navale di Garden Island a Sydney.

In base ai programmi la RAN disporrà di 6 fregate classe Hunter, Type 26 britanniche di BAE Systems (nella foto qui a sinistra), i 3 cacciatorpediniere classe Hobart (tipo Navantia F100) già in servizio, 11 fregate multiruolo e 6 navi da combattimento di superficie avanzate in grado di operare senza equipaggio (LOSV).

Secondo Marles “è cruciale comprendere che guardando al futuro, in un mondo incerto a causa del confronto tra grandi potenze, negli anni Trenta dovremo disporre di capacità drammaticamente differenti da quelle attuali”.

La nuova classe fregate multiruolo verrà scelta tra le proposte presentate da Germania, Giappone, Corea del Sud e Spagna. I primi esemplari dovrebbero entrare in servizio nella Royal Australian Navy entro la fine del decennio mentre le unità successive dovrebbero essere assemblate su licenza presso il cantiere navale di Henderson a Perth, nell’Australia Occidentale.

Le nuove navi LOSV (Large Optionally Crewed Surface Vessels) sono attualmente in fase di sviluppo negli Stati Uniti e le 6 unità destinate alla Reale Marina australiana dovrebbero venire assemblate a Perth.

Quanto alle fregate classe  Hunter il programma, più volte ritardato a causa di ostacoli tecnici, è stato ridimensionato da 9 a 6 unità da assemblare presso i xantieri navali Osborne, nell’Australia Meridionale. Rimarranno infine in servizio 4 delle 8 fregate classe Anzac.

 

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