Truppe tedesche nelle Repubbliche Baltiche 79 anni dopo la resa della “Sacca di Curlandia”

 

Era dall’8 maggio 1945 che le forze armate tedesche non schieravano in modo permanente truppe nelle Repubbliche Baltiche. Da quando i 180 mila uomini del Gruppo di Armate Curlandia (nelle foto sotto), quanto restava di 27 divisioni tedesche rimaste isolate dall’avanzata sovietica, si arresero in seguito alla capitolazione del Terzo Reich alle truppe sovietiche del maresciallo Leonid Govorov, comandante del Fronte di Leningrado.

L’8 aprile i primi 21 militari tedeschi della brigata che verrà stanziata in Lituania sono giunti a Vilnius (nella foto sopra dell’agenzia DPA) in virtù della richiesta della repubblica baltica di ottenere un ulteriore rafforzamento del fianco orientale della NATO. Entro fine anno i militari tedeschi in Lituania saliranno a livello di una compagnia con 150 effettivi ma solo nel 2027 è previsto che vengano completati gli organici della brigata con 4.800 militari e 200 impiegati civili.

L’operazione dovrebbe costare, secondo i media tedeschi, circa 800 milioni di euro e la brigata verrà dislocata fra Rudninkai e Rukla, non lontano dai confini col territorio russo di Kaliningrad e con la Bielorussia e dal “Corridoio di Suwalki”.

Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius ha riferito che “bisogna provvedere a infrastrutture, appartamenti e caserme. Sarà compiuto ogni sforzo, per fare in modo che la brigata sia adeguatamente attrezzata”.

Inizialmente era previsto che il grosso delle forze rimanesse in Germania per dispiegarsi in Lituania solo in caso di crisi ma le pressioni di Vilnius per disporre di una presenza militare tedesca costante hanno avuto il sopravvento e il ministro della Difesa lituano, Laurynas Kasciunas, ha assicurato che il governo farà tutto il possibile per costruire le infrastrutture necessarie nei tempi previsti.

La presenza di militari tedeschi in Lituania rappresenta “una continuazione delle crescenti tensioni” e impone a Mosca di adottare “misure speciali” a tutela della sua sicurezza ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla TASS.

 

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