Decolla il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea

 

(Aggiornato)

“Un progetto che due anni fa nessuno pensava sarebbe andato in porto…un progetto in cui il signor Ministro della Difesa ha creduto fortemente fin dall’inizio”.

Con queste parole il Capo di Stato Maggiore (CSM) della Marina Militare, ammiraglio Enrico Credendino ha aperto l’intervento introduttivo alla tavola rotonda “Immersi nel Polo Nazionale della Dimensione Subacquea: alla scoperta del futuro,” tenutasi alla presenza del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, lo scorso 10 maggio a bordo di Nave Cavour ormeggiata nel porto di Civitavecchia con la partecipazione dei principali stakeholder del progetto.

“Una scommessa vinta per un programma a cui abbiamo lavorato molto duramente con il supporto del Ministero della Difesa e degli altri Dicasteri interessati,” ha sottolineato soddisfatto il CSM della Marina. “Oggi abbiamo tenuto la prima riunione ufficiale del Consiglio di Coordinamento Interministeriale ed abbiamo approvato le linee d’indirizzo strategico che consentiranno di gettare le basi dell’attività del nuovo Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS),” ha rivelato l’ammiraglio Credendino, attività già lanciata con quattro bandi di ricerca tecnologica di settore, che scadranno il prossimo 26 maggio.

Il CSM della Marina Militare ha fornito una visione d’insieme dell’importanza per l’Italia e per la comunità internazionale dei fondali marini e di quello che questi ultimi forniscono oggi e contribuiranno in futuro per il benessere della popolazione mondiale. Allo stesso tempo l’ammiraglio Credendino ha rimarcato i forti attriti che lo sfruttamento dei medesimi sta creando e come la Marina Militare e gli altri attori nazionali stanno affrontando la sfida della loro protezione e come s’inserisce il PNS in tale visione.

“La superficie terrestre è ricoperta per il 70% dal mare. Questo vuol dire in maniera molto semplice, quasi banale, che il 70% di quello che ci serve per vivere, di quello che ci serve per vivere, è sotto acqua……. E sotto il mare c’è la nostra vita, il nostro futuro sempre di più. Ci sono elementi essenziali per la nostra economia e per la nostra sopravvivenza. Si stima che nel prossimo secolo il 40% del cibo che mangeremo, proverrà dal fondo marino. Ma poi ci sono il petrolio, gas, minerali, le terre rare.”

L’accesso a queste ultime sulla rispettiva piattaforma continentale offre un vantaggio tecnologico, come per esempio nel mercato dei cellulari, consentendo di dipende soltanto in parte dall’importazione delle medesime. “Si parla già di turismo subacqueo, si parla di città subacqueo del futuro. Certamente si parla di energie rinnovabili. L’80% dei fondali marini oggi è inesplorato e il 97% dei fondali abissali risulta inesplorato. Oggi conosciamo meglio la superficie della Luna, di Marte e di Giove rispetto ai fondali marini ed ancora più per quelli abissali. Il che ci dovrebbe fare riflettere….”

Nonostante molto pensino che internet “viaggi con i satelliti”, il 98% delle telecomunicazioni digitali viaggia sulle dorsali marine. L’anno scorso ci sono state un trilione di transazioni realizzate attraverso cavi sottomarini con un valore stimato di 10 trilioni di dollari ed un tasso di crescita annua pari al 12% secondo dati della società di ricerca, marketing e consulenza TeleGeography. Senza dimenticare le piattaforme estrattive e le condotte subacquee.

A tal riguardo occorre evidenziare che a seguito del sabotaggio del Nord Stream, la Marina Militare ha lanciato l’Operazione Fondali Sicuri ma il Comando delle Forze Contromisure Mine (MARICODRAG) è impegnato da anni nel monitoraggio delle medesime e raccolta dati sui fondali marini grazie anche a veicoli subacquei autonomi. Con lungimiranza da parte della Forza Armata, ma purtroppo limitata nei fondi e personale.

Nel Mar Mediterraneo e nel Mar Rosso c’è un sovraffollamento di cavi sottomarini ed il loro controllo e protezione non è facile.

“Siamo su fondali piuttosto bassi perché nel Mar Rosso arriviamo intorno ai 100 metri, mentre nel Mediterraneo soltanto il 15% dei fondali eccede i 3.000 metri. Nel Baltico, Mar Rosso e Mare del Nord invece sono tutti inferiori e soltanto negli oceani il 75% dei fondali eccede i 3.000 metri…..Realizzare un sabotaggio o sfruttare le informazioni che transitano attraverso i cavi sottomarini è qualcosa che non è complicato a realizzarsi.”

Un mondo da proteggere e tutelare ma anche una sfida tutta da vincere perché come rimarcato dal CSM MM, “in caso di incidente o sabotaggio è difficile, oggi anzi direi praticamente impossibile, riuscire a attribuire a qualcuno la responsabilità di quello che è successo. Non c’è una regolamentazione di quello che avviene sott’acqua ma il Ministero del Mare sta lavorando, con il contributo della Marina Militare e sotto l’egida della Presidenza del Consiglio, alla creazione di un’autorità di controllo degli spazi subacquei.

Ma come dovremmo immaginarci di poter controllare il mondo subacqueo, con quali mezzi? Poiché  il futuro è già oggi, il controllo e la protezione dei fondali marini è previsto che venga effettuato da una rete di sensori attivi e passivi gestiti da un network di nodi destinati ad immagazzinare e trasferire dati ai centri a terra, a cui s’aggiungono droni probabilmente ad uso duale, quindi per uso civile e militare che già oggi “vivono” sul fondo del mare dove hanno stazioni per il ricaricamento delle batterie, trasferimento dati ed attività manutentive in remoto, “il tutto gestito attraverso un’architettura di cui fanno parte integrante anche i sottomarini per assicurare la cosiddetta underwater situational awareness.”

“Noi come Marina abbiamo già attivato da un anno presso CINCNAV sede della Centrale Operativa Multi-Dominio Marina, il Critical Underwater Infrastructure Surveillance Centre, che riceve e fonde tutte le informazioni classificate fino al massimo livello di segretezza, ricevute dagli altri importanti centri ad hoc.”

Fra questi la Centrale Operativa di MARCOM ed in particolare il NATO Maritime Centre for the Security of Critical Underwater Infrastructure, agenzie EU, nonché le altre Marine Militari ed in particolare quella francese ed americana nonché quelle legate al consesso “5+5” (Francia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna + Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia) e l’attività “Adrion” (Albania, Grecia, Croazia, Italia, Montenegro e Slovenia), per non dimenticare quelle delle agenzie governative nazionali ed in particolare il Ministero degli Affari Esteri ed il Comitato Offshore del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A queste s’aggiungono le informazioni non classificate provenienti dagli operatori nazionali che lavorano nella subacquea, fra cui l’ENI, Enel, Snam, Terna, Sparkle, Telecom, Saipem, Retelit e Prysmian.

Grazie al Critical Underwater Infrastructure Surveillance Centre ed alle informazioni raccolte, la Marina e quindi la Difesa “ha una conoscenza buona di quello che avviene, ma siamo lontani da quella ottimale che non l’hanno neanche i paesi più avanzati.”

Il giorno antecedente la tavola rotonda, l’ammiraglio Credendino era in Slovenia per partecipare alla periodica Riunione dei Capi di Stato delle Marine Europee o CHENS (CHiefs of the European NavieS). “Il tema principale di quest’edizione era la cyber sicurezza sotto i mari ma si è parlato anche del mondo subacqueo. Se gli Stati Uniti sono un passo avanti a tutti, gli altri sono più o meno come noi: stiamo tutti partendo, più o meno, in questo momento.”

Ma con quali finanziamenti in prospettiva si affronta tale sfida? Il confronto più diretto viene da fare con la corsa allo spazio: soltanto nel 2021 in questo settore sono stati investiti 370 miliardi di dollari e secondo fonti Euroconsult, è previsto un incremento del 73% nei prossimi 10 anni. Nel mondo subacqueo praticamente niente.

“Nel 1969, quando l’uomo ha messo il piede sulla luna, leggevo Giulio Verne. Da allora, è stata lanciata una e vera propria corsa verso lo spazio, nel mondo subacqueo invece siamo rimasti ai tempi di Giulio Verne. Ci vuole un cambio di passo e bisogna agire quanto prima possibile.” Parlando soltanto di droni, è previsto che si passerà dai 3 bilioni di dollari di oggi a 12 bilioni di dollari nel 2033, secondo il Center for International Maritime Security (CIMSEC).

Alla luce della necessità di controllare e proteggere tali spazi, “il Sistema Paese ha portato alla creazione del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea, che ha lo scopo di mettere insieme tutti gli attori del cluster marittimo e non solo, per sviluppare progetti di ricerca e sviluppo e la sperimentazione di tecnologie nel settore della subacquea. Una soluzione inclusiva delle eccellenze nel campo civile e militare, caratteristica unica, secondo quanto mi è stato possibile comprendere in occasione del CHENS di ieri, rispetto agli altri Paesi europei.”

Ma il PNS, non è l’unico Centro d’Eccellenza con cui l’Italia si prefigge di andare a popolare il Comprensorio di San Bartolomeo a La Spezia, che oggi ospita sia il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) della Marina Militare che il  Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO.

“L’Italia ha proposto all’Alleanza Atlantica di accogliere in tale ambito il Centro di Eccellenza della Dimensione Subacquea della NATO,” la cui proposta è in fase di studio e strutturazione da parte dell’Allied Command Tranformation (ACT), e “che qualora venga accolta, si spera possa essere conclamata, in occasione del Summit della NATO che si terrà a New York il prossimo mese di luglio.”

La Marina Militare dal canto suo intende porre l’attenzione sul mondo della Subacquea anche in occasione della XIV edizione del Simposio di Venezia che si terrà fra l’8 ed il 10 ottobre 2024 e che avrà come tema “Spotlight on the Depths: the Underwater as the New Frontier for Mankind” con oltre 100 Marine partecipanti su scala globale ed oltre 250 rappresentanti del cluster marittimo mondiale (istituzioni, mondo accademico ed industria). In tale sede si terrà anche la seconda riunione annuale del Comitato di Coordinamento Interministeriale del PNS.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che come ha ricordato ha visto nascere il PNS quando ancora non era alla guida del Dicastero, ha concluso i lavori sottolineando come “quella subacquea rappresenti una dimensione ricca di opportunità e sfide, un catalizzatore per lo sviluppo economico, tecnologico, alimentare ed energetico. Èruciale il dialogo e la collaborazione tra i diversi attori per consentire al Paese di essere rilevante a livello globale.”

Perché come ha sottolineato, “la ricchezza di un Paese si costruisce sulla capacità e sulla differenza tecnologica rispetto ai competitor”. Il PNS deve mettere insieme istituzioni e strutture governative, forze armate, industrie grandi, medie, piccole, università, centri di ricerca  affinché dialoghino, si contamino fra loro, interagiscano per raggiungere obiettivi che rappresentino progetti destinati a fornire in tempi ridotti, tecnologie, sistemi e mezzi necessari alla Marina Militare ed al settore in generale, perché la corsa nella dimensione subacquea, come è stata e sarà quella spaziale, sarà sempre più veloce alla luce della necessità dei Paesi di accaparrarsi le risorse naturali, cibo e quanto altro potranno dare i fondali marini in futuro, in mondo sempre più in disputa per le stesse risorse sempre più limitate sulla terraferma.

 

 La rilevanza strategica dell’innovazione tecnologia ed il PNS

Con un parallelo fra il grande statista Conte Camillo Benso di Cavour, che ha dato il nome all’ammiraglia delle flotta della MM ed il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea, uniti dagli elementi essenziali dell’innovazione, conoscenza, investimenti, progresso, sinergie tra istituzioni, industria e università e non ultimo il mare, l’intervento del Vice Segretario Generale della Difesa, Luisa Riccardi, delegata dal Segretario Generale della Difesa e Direttore Generale degli Armamenti, è entrato subito nel vivo della rilevanza strategica dell’innovazione tecnologica per realizzare un “Sistema Difesa sinergico nelle sue componenti”.

Nell’ambito dell’obiettivo relativo allo “sviluppo capacitivo e l’efficacia d’impiego” ovverosia la capacità di sfruttare in ambito militare le innovazioni tecnologiche al fine di rendere lo Strumento militare idoneo a generare sicurezza, sia attraverso la deterrenza, sia attraverso il suo impiego effettivo, due sono le condizioni cardine evidenziate: “la certezza e la stabilità dei finanziamenti” e “l’autonomia strategica nella ricerca scientifica e tecnologica, tramite lo sviluppo di programmi che preservino l’autonomia strategica nazionale e il rafforzamento e la tutela della base industriale di settore,” con la necessità di una stretta collaborazione tra mondo universitario-industria e istituzioni anche a livello inter-dicasteriale.

“Il PNS può e deve rappresentare tutto questo”, ha affermato il rappresentante dell’SGD, evidenziando come quest’ultimo abbia partecipato convintamente al progetto fin dalle fasi iniziali, con il fattivo contributo di un proprio rappresentante nell’ambito del Comitato Direzione Strategica (CDS), “al fine di armonizzare i primi quattro bandi di ricerca citati con tutte le altre iniziative già avviate o in fase di avvio a livello nazionale ed internazionale,” sottolineando il ruolo del Segretariato teso ad individuare delle linee strategiche e coordinate in tema di ricerca militare tra i diversi enti della Difesa, che servano da indirizzo e supporto agli attori industriali e accademici coinvolti nei vari progetti.

“Il vero motore dell’innovazione risiede nel mondo civile ed in particolare nel settore delle start-up e delle PMI. Questo fondamentale eco-sistema che rappresenta il cuore dell’intero ciclo di innovazione tecnologica (che parte dalla ricerca di base per passare a quella tecnologica e proseguire con lo sviluppo per arrivare alla produzione) dovrà essere rafforzato e consolidato per riuscire a confrontarci con autorevolezza e mantenere competitività a livello globale pur nella consapevolezza che:  non potranno esserci innovatori senza una solida base universitaria e il fondamentale contributo dei centri di ricerca; non riusciremo a realizzare innovazione, ovvero a chiudere il ciclo dell’innovazione, senza gli adeguati investimenti ed una solida base industriale capace di realizzare la produzione delle idee innovative.”

Affinché possano essere raggiunti i risultati attesi per il successo del PNS, secondo il rappresentante dell’SGD, occorre tenere in debita considerazione i seguenti ma non esaustivi principi cardine: la valorizzazione delle PMI, nella consapevolezza del ruolo propulsivo che svolge la grande impresa, soprattutto sui mercati internazionali; l’articolazione dei bandi di ricerca nell’ambito di ben definite traiettorie tecnologiche che creino una prospettiva di lungo periodo, sia in termini di obiettivi tecnologici che di finanziamenti; l’attivazione di una prospettiva win-win, sia per l’amministrazione difesa che per le aziende, a fronte del loro cofinanziamento ai progetti (come esempio, sono stati citati la gestione della proprietà intellettuale del trovato dei progetti di ricerca e la possibilità di accesso per le aziende e centri di ricerca alle strutture del PNS); l’approccio integrato in ambito Difesa all’innovazione che permetta una ricaduta interforze delle varie tecnologie soprattutto di quelle emergenti e dirompenti caratterizzate da una grande trasversalità, ma che richiedono una rapida digitalizzazione dell’intero comparto ormai proiettato verso le operazioni multi-dominio.

Il rappresentante dell’SGD ha inoltre evidenziato “la necessità di non perdere l’attuale vantaggio di conoscenza tecnologica e posizionamento industriale acquisito in campo civile e militare nel settore della subacquea.” In questo senso ha sottolineato nuovamente, “l’importanza di poter accedere a finanziamenti certi e processi gestionali rapidi (riferendosi con questo anche alla velocità delle procedure amministrative) che garantiscano tempistiche di time-to-market vincenti, “poiché in un mondo altamente competitivo le tempistiche determineranno sempre di più il nostro grado e le nostre chance di successo.”

In tale ottica, è stato auspicato che “il PNS possa rapidamente prevedere la possibilità di integrare un acceleratore di start-up, sul modello di altre realtà nazionali di eccellenza che già esistono in altri domini, con il pieno coinvolgimento delle università e delle industrie, elementi essenziali entrambi di un eco-sistema vincente.”

 

Finalità, Governance, Linee di Indirizzo e Struttura Operativa del Polo

Gli elementi salienti del PNS ed i suoi sviluppi presenti e futuri sono emersi dalla successiva tavola rotonda a cui hanno partecipato il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina e Presidente del Comitato di Direzione Strategica (CDS) del PNS, l’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto ed il direttore della Struttura Operativa (SO) del Polo, ammiraglio Cristiano Nervi, l’amministratore delegato e direttore generale di Difesa Servizi SpA, dottor Luca Andreoli, il Segretario Generale della Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD) e membro del CDS, dottor Carlo Festucci, il dirigente generale  per la politica industriale, l’innovazione, le PMI ed il Made in Italy del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) Paolo Casalino, il rappresentante della segreteria tecnica della Direzione generale ricerca del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), dottor Francesco Ciardiello ed il Capo di Gabinetto del Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, dottor Riccardo Rigillo, con la moderazione della dott.ssa Flavia Giacobbe, direttrice responsabile della rivista “Formiche”.

Costituito con la Legge di bilancio 2023 (n. 197 del 29 dicembre 2022) cui sono seguiti nell’ottobre 2023, il decreto istitutivo, firmato dai Ministri della Difesa, delle Imprese e Made in Italy e dell’Università e Ricerca, e la cerimonia di inaugurazione nel mese di dicembre presso la futura sede operativa nel Comprensorio di San Bartolomeo (La Spezia) ed in particolare presso il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) della Marina Militare, il PNS è un’innovativa risposta del Paese a diverse esigenze connesse alla strategica dimensione subacquea.

Prima fra tutte le finalità, “l’esigenza di valorizzare le potenzialità del cluster nazionale della subacquea migliorandone la competitività a livello internazionale,” ha evidenziato l’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, presidente del CDS ad Analisi Difesa a latere dell’evento. La necessità di operare come Sistema Paese in questo strategico settore era emersa da diverso tempo sia a livello istituzionale sia da parte del settore industriale. “L’Italia vanta infatti un vasto e approfondito bagaglio di competenze di eccellenza in campo subacqueo, purtroppo spesso frammentate tra diverse realtà. Il Polo nasce quindi per promuovere un nuovo modello di cooperazione e sinergia tra tutti gli stakeholder al fine di operare all’unisono anche nel panorama internazionale che è sempre più competitivo,” ha evidenziato il rappresentante della MM.

Un’altra esigenza, altrettanto importante, “è quella di promuovere le attività di ricerca e tecnico-scientifiche, costituendo un inedito modello di hub tecnologico che acceleri lo sviluppo delle tecnologie subacquee, che funga da catalizzatore di tutte le eccellenze in questo settore, dalle grande industrie alle PMI, dalle start-up alle università ed ai centri di ricerca, in un ecosistema della subacquea dove tutti possono lavorare insieme sinergicamente,” ha continuato evidenziando come “il PNS rappresenti un obiettivo altamente strategico, sia per l’acquisizione di competenze sempre più spinte in ambito nazionale nel campo subacqueo, sia per accelerare il processo che porta a passare dalle idee, che in Italia non mancano, a nuove tecnologie sufficientemente mature da consentire lo sviluppo delle capacità operative di cui la Difesa necessita per assicurare la tutela dei vitali interessi nazionali nella dimensione subacquea.”

In termini di finanziamenti, l’ammiraglio Berutti Bergotto ha dato una rappresentazione grafica della complessità delle iniziative e canali di finanziamento che il PNS intende mettere a sistema. Si va dai fondi nazionali per la ricerca ai fondi europei, quale ad esempio l’European Defence Fund.

“Un ruolo importante, naturalmente, avranno anche gli investimenti privati e il venture capital tenuto conto dell’altissimo potenziale innovativo delle realtà nazionali che, opportunamente sostenute, potranno garantire un importante ritorno degli investimenti.

Andranno messi a sistema i fondi del MIMIT per lo sviluppo dei settori industriali nonché, opportunamente sfruttati i fondi per i programmi di ricerca e di ammodernamento della difesa. Il tutto con il duplice obiettivo, come detto all’inizio, di aumentare la competitività del nostro cluster della subacquea, permettendo di cogliere anche opportunità di export, e di sviluppare più rapidamente ed efficacemente le capacità operative di cui la Difesa necessita per tutelare gli interessi nazionali nella dimensione subacquea,” ha sottolineato il Sottocapo di Stato Maggiore della MM ad AD.

“La Governance del PNS è basata su più livelli: all’interno ci sono i rappresentanti dei quattro ministeri – MIMIT, Protezione Civile e le Politiche del Mare, MUR e quello della Difesa.

A questi s’aggiungono i rappresentanti dell’industria che sono rappresentati dall’AIAD, quelli del mondo accademico con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e del mondo della ricerca con la Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca (CoPER). C’è ovviamente la Difesa presente con lo Stato Maggiore (Difesa), il Segretariato Generale della Difesa/Direzione Generale degli Armamenti (SGD/DNA), la Marina Militare e Difesa Servizi, che svolgerà un importante ruolo”, come meglio vedremo.

La Governance è strutturata su un Consiglio di Coordinamento Interministeriale (CCI) che di fatto è al vertice di tutta questa organizzazione. “Scopo principale è quello di dare le linee di indirizzo strategico dove il Polo andare quali sono le attività che devono essere portati a termine. C’è un Comitato Direzione Strategica (CDS) che di fatto è l’organo esecutivo che traduce le linee d’indirizzo in obiettivi strategici, analizza quali sono i gap tecnologici che dobbiamo coprire per raggiungere questi indirizzi e fornisce tutte quelle indicazioni alla Struttura Operativa (SO) che di fatto è il vero braccio operativo di tutto il sistema per identificare le linee di sviluppo e soprattutto poi come arrivarci.” 

Il tutto è chiuso e completato dalla Fondazione Polo Nazionale della Subacquea che ha lo scopo di dotare il PNS di un ente di diritto privato con personalità giuridica e autonomia patrimoniale. “La Fondazione è pensata per agevolare la più ampia convergenza delle realtà nazionali operanti nella dimensione subacquea, includendo soggetti e risorse private, con l’obiettivo di amplificare le potenzialità del PNS e di gestire i servizi e le dotazioni del Polo. Quest’ultima ha l’importante compito di mettere insieme interessi pubblici e privati. Mettere insieme queste due realtà e soprattutto cercare di attrarre capitali privati, perché attualmente gli unici finanziamenti disponibili sono solo quelli che sono stati assegnati da due leggi di bilancio: quella del 2023 e quella successiva del 2024.”

In occasione della prima riunione del Consiglio di Coordinamento Interministeriale (CCI) tenutasi alla presenza del Ministro della Difesa la stessa mattinata della presentazione del PNS a bordo di Nave Cavour “sono state approvate le relative linee di indirizzo strategico, i cui obiettivi complessivi sono quelli di cogliere le opportunità che la dimensione subacquea offre e di mitigare i rischi cui sono esposti i nostri interessi vitali che risiedono sotto la superficie del mare.”

“Si parte con la conoscenza multidisciplinare della dimensione subacquea, poiché parliamo di una dimensione ancora in gran parte inesplorata, con l’esigenza immediata di aumentarne il livello di conoscenza e consapevolezza, passando per la mitigazione dei rischi, e quindi (come seconda linea) l’obiettivo di sviluppare tecnologie funzionali a migliorare le capacità di tutela delle infrastrutture critiche subacquee.

La terza linea di indirizzo mira alla sostenibilità e protezione degli ecosistemi marini: sappiamo che sotto il mare e nei fondali esistono risorse fondamentali per la vita sulla terra, ma questo ecosistema è anche fonte di biodiversità e di un patrimonio inestimabile, biologico ma anche culturale, si pensi all’archeologia subacquea, che deve assolutamente essere tutelato. Infine, l’ultima ma non meno importante linea di indirizzo riguarda il supporto agli aspetti di sicurezza cyber connessi alla dimensione subacquea.”

Queste linee di indirizzo e i discendenti obiettivi strategici costituiscono la base di lavoro per la Struttura Operativa (SO) che ha già emesso i primi 4 bandi per attività di innovazione tecnologica, che sono stati oggetto di presentazione insieme alla stessa SO da parte del primo Direttore della medesima, già direttore della struttura ospitante e rappresentata dal CSSN, l’ammiraglio ispettore Cristiano Nervi. 

La Struttura Operativa ha iniziato ad operare nel novembre del 2023, avvalendosi delle infrastrutture logistiche, delle dotazioni tecnologiche e del personale del CSSN. La SO è quindi ubicata nel comprensorio di San Bartolomeo dove opera anche che ospita anche il Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO. Nei primi mesi di lavoro, la SO ha avviato il potenziamento delle risorse infrastrutturali e tecnologiche a disposizione del Polo per poter supportare l’attività di sperimentazione che deriverà dai bandi recentemente pubblicati e da quelli di prossima emissione.

L’obbiettivo è quello di poter offrire ad aziende, università e centri di ricerca la disponibilità di laboratori, uffici, officine e di nuove e importanti dotazioni tecnologiche per poter condurre attività sperimentale in loco, creando i presupposti per lavorare insieme e sviluppare le opportune sinergie per poter raggiungere nel più breve tempo possibile gli obiettivi strategici che ci siamo fissati”, ha immediatamente evidenziato il direttore della SO.

Grazie all’impiego delle infrastrutture e degli equipaggiamenti del CSSN, secondo quanto risulta ad AD, il Polo ha la disponibilità di sistemi all’avanguardia a livello internazionale di cui con lungimiranza e sviluppo prettamente nazionale la Marina Militare si è dotata di un nuovo poligono acustico unitamente al programma BOOMER (reconfiguraBle autOnOmpous systeMs for undErwater waRfare) per un sistema di sistemi autonomi e riconfigurabili ai fini dell’innovazione e potenziamento della capacità di test ed evaluation nell’underwater warfare, ed un simulatore federato multilivello di scenario subacqueo per la verifica, anche contemporanea, delle prestazioni di diversi sistemi unmanned, anche interoperanti, grazie al programma CHOBIN (Complex Holistic Outline Based Interoperable Network for Underwater Simulation).

“È stata condotta anche una mappatura, certamente non esaustiva ed in continuo aggiornamento, delle tecnologie underwater attualmente disponibili in ambito nazionale o perseguite da programmi di ricerca avviati in altri contesti. Sulla base di tale mappatura e delle linee di indirizzo e degli obbiettivi strategici indicati dalla governance del Polo, sono stati individuati alcuni gap tecnologici da affrontare con priorità e le traiettorie tecnologiche da perseguire per colmarli. Da tale attività sono scaturiti i primi bandi di ricerca, pubblicati lo scorso 26 marzo per un importo complessivo di 24 milioni di euro finanziati al 50% dal PNS.”

In particolare:

– il primo riguarda la realizzazione di un sistema LARS ovvero di un dispositivo per che consente il lancio e il recupero di veicoli autonomi di due diverse tipologie: fino a 3 metri e 100 kg di peso e fino a 6 metri e 1000 kg di peso. Il dispositivo dovrà essere anche in grado di operare da tutte piattaforme navali disponibili e da terra, dovrà effettuare la ricarica delle batterie del veicolo unmanned e dovrà essere in grado di scambiare dati ad alta velocità. Immaginate cosa può significare disporre di un tale dispositivo dal punto di vista operativo e della sperimentazione in ambiente rilevante. Da evidenziare anche il fatto che il bando richieda una proposta di standardizzazione delle interfacce fisiche, dati ed energia tra il LARS e i veicoli.

–   Il secondo bando prevede lo sviluppo di algoritmi software per la localizzazione di bersagli subacquei con approccio multi-statico che prevede l’uso coordinato di più sistemi sonar e la fusione dei dati provenienti da diverse fonti per creare una rappresentazione più completa estesa e puntuale e accurata dell’ambiente subacqueo.

–   Il terzo bando prevede lo studio sulla gestione ed ottimizzazione dell’impiego dell’energia nei sistemi autonomi subacquei per ottenerne una maggiore persistenza sott’acqua, attraverso modalità di funzionamento a basso consumo o sfruttando tecnologie di energy harvesting per recuperare energia dall’ambiente. Il bando prevede un dimostratore tecnologico dotato di Battery Management System.

–   Il quarto prevede lo studio e lo sviluppo di una infrastruttura di rete subacquea di possa proteggere sorveglianza che possa costituire un sistema di localizzazione e posizionamento degli assetti subacquei potenzialmente pericolosi per la struttura sorvegliata. La rete dovrà essere dotata di diverse tipologie di sensori, modem subacquei, docking station e dovranno essere impiegate tecnologie innovative (per esempio: fibra ottica, distributed acoustic sensor – DAS, …). un sistema di localizzazione e posizionamento degli assetti subacquei potenzialmente pericolosi per la struttura sorvegliata.

“In linea con gli obbiettivi del Polo, tutti i bandi sono rivolti strettamente a realtà nazionali e tendono ad aggregare tale realtà. Infatti sono rivolti a raggruppamenti nei quali è particolarmente premiante la presenza di PMI, università e centri di ricerca.” La partecipazione di queste ultime porta ad un incremento dell’assegnazione del punteggio nella competizione per ottenere l’assegnazione del bando.

“Nell’ottica di perseguire risultati il più possibile definiti, i bandi prevedono la realizzazione di un dimostratore tecnologico e che le prove e l’attività di sperimentazione si svolgano presso la struttura operativa e in ambiente rilevante. Questo consentirà a più realtà di operare contemporaneamente presso il PNS, favorendo tutte le possibili sinergie necessarie per pervenire rapidamente ai risultati a cui stiamo mirando.”

Riguardo alle tempistiche, il prossimo 26 maggio si chiuderanno i termini per la presentazione delle domande, a cui seguirà la fase di valutazione delle medesime. Riteniamo che entro la fine di ottobre sarà possibile andare a contratto. L’attività di ricerca e sviluppo per i primi quattro bandi inizierà quindi nel mese di novembre. Per quanto riguarda il futuro, qualora fossero disponibili i necessari finanziamenti, sarà possibile avviare ulteriori quattro bandi entro la fine dell’anno ed ulteriori quattro prima dell’estate del 2025 in modo di arrivare alla fine del 2025-inizio 2026 ad avere almeno 10/12 progetti contemporaneamente operanti presso la SO. Questo certamente consentirebbe di arrivare velocemente a tecnologie in questo momento ancora distanti,” ha concluso l’ammiraglio Nervi.

In ordine allo sviluppo delle infrastrutture a disposizione del PNS, secondo quanto evidenziato con planimetria del Comprensorio di San Bartolomeo, il PNS ha già a disposizione un’area con strutture denominata la Cittadella all’interno di quella più grande dedicata al CSSN. Ulteriori quattro edifici diventeranno disponibili entro il 2026 quando il PNS è previsto che raggiunga la capacità (operativa) iniziale. E’ interessante notare come fino ad ora il CSSN sia distribuito su di un’unica area accanto al CMRE.

Con il raggiungimento della capacità iniziale del PNS, quest’ultimo avrà un inizio di distribuzione a macchia di leopardo sul sedime del Comprensorio, che raggiungerà la massima espansione con il raggiungimento della piena capacità del PNS entro il 2030. Quest’ultimo si espanderà nell’area oggi non utilizzata verso i cantieri Baglietto, con nuove infrastrutture e darsena dedicata nonché una struttura di nuova costruzione che accoglierà il Centro operativo del PNS, il cui studio di fattibilità è già disponibile per avviare le successive fasi di costruzione ed allestimento.

Nel sedime del Comprensorio di San Bartolomeo, dalla presentazione risulta evidente l’insediamento delle infrastrutture previste dal programma per la nuova unità per il supporto alle operazioni speciali e subacquee nonché soccorso a sommergibili sinistrati SDO-SuRS Olterra. Nessuna informazione al riguardo è stata divulgata, ma è noto che il programma in aggiunta alla costruzione della piattaforma navale, comprende anche un simulatore abissale per operazioni fino a 450 m, che verosimilmente troverà spazi nell’area dedicata al programma.  Infine lo stesso Comprensorio prevede ulteriori spazi non utilizzati che potranno essere messi a disposizione del futuro Centro d’Eccellenza della NATO dedicato al Dominio della Subacquea, quale il relativo iter d’approvazione si completerà con la scelta dell’Italia.

 

Gli altri attori del PNS alla tavola rotonda

In rappresentanza del MIMIT, Paolo Casalino ha sottolineato come il Dicastero creda fortemente nel PNS ed in quelle tecnologie duali civili-militari che sono la chiave d’accesso ai finanziamenti. “Il MIMIT è un grande finanziatore dell’industria della difesa in cui investiamo circa 1,5 miliardi di euro di risorse nazionali all’anno,” ha sottolineato il rappresentante evidenziando come nell’ambito dei diversi incentivi per la difesa è sempre meglio modulare i bandi affinché sia l’azienda a scegliere la tipologia dei medesimi.

Per quanto riguarda il venture capital, – ovverosia le attività di investimento istituzionale in capitale di rischio di aziende non quotate, in fase di start-up, caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo -, queste ultime deve essere potenziate perché in questo momento tali investimenti sono limitati e quindi ben vengano strumenti a supportali sia a livello nazionale che europeo.

Il rappresentante del MIMIT ha poi posto l’accento sul particolare momento in cui ci troviamo ed in particolare la vicinanza alle elezioni europee e quindi ad al nuovo ciclo politico europeo 2024-2029, sottolineando come sia il momento della riflessione sulle politiche industriali del futuro. “…Insieme ai partner francesi e tedeschi siamo portando avanti riflessioni sul futuro della competitività a livello europeo. In tale ambito, la parola chiave potrebbe essere quella dei beni pubblici europei.”

Secondo il MIMIT, difesa sicurezza e spazio rientrano in questi ultimi, e per questo potrebbero essere finanziati ancora di più in futuro da risorse europee.  Nel caso specifico del PNS, “poiché in questo campo parliamo di temi di autonomia strategica, autonomia tecnologica, noi sosteremmo il medesimo e stiamo già valutando come agire in modo concreto.” Il PNS è importante perché in esso si concentra la Tripla Elica, ovverosia le capacità di ricerca, di formazione, quindi la creazione di occupazioni qualificata, oltre a quelle dell’industria.

Il rappresentante del MUR, Francesco Ciardiello, in sostituzione della Direttrice generale delle istituzioni della formazione superiore Marcella Gargano, ha invece rimarcato come “burocrate” che nel caso dell’istituzione del PNS, “la burocrazia ha funzionato perfettamente,” richiedendo tempistiche limitate per mettere insieme il Polo, in un contesto come il sistema italiano. “abbiamo lavorato affinché al PNS partecipassero attivamente i rappresentanti della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e della Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca (CoPER)……

Oltre alle Università quindi, anche il mondo degli enti di ricerca e non solo quelli pubblici vigilati perché accanto a questi ultimi esistono anche tanto eccellenze pseudo private che devono partecipare a questo schema, potendo certamente contribuire alla formazione qualificata. E’ importante che le Università e Centro di Ricerca facciano conoscere il PNS ai giovani per lo sviluppo ed il futuro del Paese.”

Il Capo del Gabinetto del Ministero della Protezione Civile e delle Politiche del Mare, Riccardo Rigillo ha rimarcato come “in questo particolare momento storico c’è una forte attenzione per la marittimità a tuttotondo: nell’ambito dell’attività del Governo uno dei primi provvedimenti istituzionali è stato proprio quello di costituire il Comitato Interministeriale per le Politiche del Mare (CIPOM) – presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri -. Un coordinamento di cui si sentiva la necessità perché da una trentina d’anni non c’era più una direzione strategica unica per tutte le politiche collegate…… La dimensione della subacquea è una componente fondamentale della marittimità e quindi s’introduce a pieno diritto nella politica economica del mare.”

“Noi abbiamo una grande tradizione nazionale marittima ultra secolare che deve essere manutenuta e sviluppata…..Grazie a quest’ultima abbiamo un margine di vantaggio che non dobbiamo assolutamente perdere.

Per la sua importanza in tale ambito, la dimensione subacquea è inserita nel piano nel mare in maniera esplicita. In tale piano è indicato anche il PNS che viene indicato come aggregatore di tute le istanze sia private che pubbliche che sono afferenti a questa dimensione.

“Nel piano del mare è inoltre prevista l’istituzione dell’autorità nazionale della subacquea a cui stiamo lavorando, che costituirà la governance civile di quello che dovrà accadere sott’acqua nei prossimi anni. Noi siamo agli inizi di una fase storica dove la dimensione subacquea sarà sempre più utilizzata e quindi è chiaro che dobbiamo prepararci per tempo alla sua governance.” Il fatto di arrivare fra i primi a quest’ultima, consentirebbe di avere più spazio nei consessi internazionali dedicati a questa dimensione.

Il Segretario Generale dell’AIAD, Carlo Festucci, è andato subito al punto, sottolineando che se la difesa delle infrastrutture subacquee e degli spazi contro eventuali aggressioni esterne è strategica come deve essere, il PNS deve avere fondi congrui a tale sfida e da subito, poiché siamo già in ritardo, nonostante gli sforzi messi in campo per le prime dotazioni economiche del PNS, ed in particolare i 12 milioni per i bandi finora lanciati.

“Dobbiamo fare un’operazione diversa, dobbiamo valutare ora quanti soldi abbiamo bisogno per tale progetto e non lanciare il medesimo e poi pensare come finanziarlo”. Il rappresentante dell’AIAD ha fatto anche una prima stima del fabbisogno, valutato in circa 500 milioni di euro. “Noi abbiamo bisogno di avere significative risorse subito, perché se la subacquea è un settore strategico non possiamo perdere tempo. E’ quindi necessario investire consistenti fondi e finanziare la ricerca e sviluppo nei settori indicati.”

Il segretario dell’AIAD ha inoltre evidenziato come il PNS debba diventare un concreto incubatore a cui partecipano le principali società così come le PMI, centri di ricerca ed università, ed una volta lanciato non debba essere limitato nella sua attività da impedimenti burocratici o altro che possa rallentare il relativo lavoro.

Per raggiungere gli scopi prefissatisi in tempi ragionevoli, è stata pensata la Fondazione del PNS, dotata di personalità giuridica autonoma patrimoniale, che abbia lo scopo di agevolare la più ampia convergenza delle realtà nazionali – pubbliche e private – operanti nella subacquea. “Siamo prossimi a definire quello che è lo statuto, a breve sicuramente sarà presentato,” ha rivelato l’a.d. e direttore generale di Difesa Servizi SpA, Luca Andreoli. Si tratta di uno strumento senza scopo di lucro per sgombrare il campo dal fatto che qualunque risorsa atterrasse all’interno del PNS, fosse in qualche modo destinata a finalità diverse da quelle del progresso.

 “Da questo punto di vista, gli attori sono gli stessi che partecipano al Polo e quindi anche l’industria è chiamata a dare il proprio contributo alla Fondazione affinché ci siano i presupposti per il suo sviluppo….. Perché alla Spezia nel Comprensorio di San Bartolomeo, dobbiamo creare le condizioni affinché effettivamente nasca un incubatore che poi possa nel tempo diventare anche un acceleratore. Ben consapevoli che chi conosce San Bartolomeo è conscio del fatto che quella infrastruttura necessita d’importanti investimenti.”

La Fondazione PNS è “un modello che se funziona come noi crediamo – oggi parliamo della subacquea – nulla vieta che possa essere sperimentato altrove e quindi replicato in altri settori.”

 

L’industria di settore ed il PNS

L’industria nazionale grande e piccola è in prima linea in questa nuova avventura della subacquea, decisa a ritagliarsi una fetta di mercato mondiale come è stato nel passato con il settore aeronautico. Con la firma lo scorso 9 maggio dell’accordo per l’acquisizione del business subacqueo “Underwater Armament Systems” di Leonardo, che si aggiunge a quella di Remazel Engineering, Fincantieri accelera e consolida il posizionamento del gruppo come leader nel settore della subacquea e quindi nell’ambito del PNS, grazie all’acquisizione delle tecnologie produttive dei siluri, e del controllo delle tecnologie acustiche subacquee.

Con oltre un secolo di storia alle spalle nel settore delle piattaforme subacquee, Fincantieri ha posto le basi per il suo rientro fra i player mondiali con il programma U212 NFS (Near Future Submarine) voluto e supportato dalla Marina Militare. In partnership con quest’ultima ed altre aziende specializzate del settore ha sviluppato una soluzione proprietaria per un sistema di propulsione underwater basato sull’utilizzo di batterie al litio, ponendosi all’avanguardia a livello mondiale.

Il programma U212 NFS è anche il ‘prime mover’ del ritorno di Leonardo nel settore delle piattaforme pilotate subacquee grazie al sistema di comando, controllo e combattimento Athena Mk2/U, altre componenti primarie e le capacità d’integrazione del sistema di combattimento del nuovo battello.

Ma l’expertise di Leonardo va oltre portandosi dietro non soltanto la sistemistica e la capacità d’integrazione di “sistema di sistemi” nel settore navale di superficie nelle sue diverse accezioni della lotta di superficie, antisom, contromisure mine, gestione di piattaforme pilotate e non, cyber, ma anche le soluzioni aeronautiche collegata alla subacquea. Nel corso del 2023, Fincantieri ha sottoscritto accordi con società come C.A.B.I. Cattaneo, Sonsub che costituisce il centro d’eccellenza di Saipem, e WSense, altri importanti player della subacquea in generale, insieme a società e PMI come DRASS Group, Alfagomma, Avio Aero, Cofi, Graal Tech, Edgelab, FIB-FAAM, Power4Future, Intermarine, Gaymarine, FlySight, Calzoni, M23, MDM Team, Novacavi, Roxtec Italia, Siel, T.Mariotti, Suex, Telsy, unitamente a GEM Elettronica, MBDA, RWM Italia, ELT Group ed altre realtà di varia natura.

 

Foto_ Luca Peruzzi e Marina Militare

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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