Dopo i successi in Crimea gli ucraini chiedono di colpire la Russia con armi occidentali

 

Gli ultimi successi conseguito dagli ucraini colpendo per lo più con i missili balistici tattici statunitensi TACAMS, due navi e un aeroporto russi in Crimea, non influenzano gli sviluppi sui campi di battaglia nelle regioni di Zaporizhia, Lugansk, Donetsk e Kharkiv che vedono le truppe di Kiev perdere terreno ogni giorno sotto l’incalzare degli attacchi russi.

Come è già accaduto in passato armi e supporto d’intelligence fornito dalle nazioni aderenti alla NATO, hanno permesso agli ucraini di colpire duramente le basi aeree e navali in Crimea determinando perdite rilevanti anche sul piano simbolico.

Gli ultimi due attacchi nei giorni scorsi hanno portato all’affondamento nel porto militare di Sebastopoli della motovedetta lanciamissili Tsiklon (nella foto sotto), una delle cinque nuove corvette da 860 tonnellate della classe Karakurt e l’unica assegnata alla flotta del Mar Nero dopo essere entrata in servizio nel 2023. L’unità lanciamissili russa sarebbe stata colpita da un missile ATACMS nel porto di Sebastopoli ormai ben poco presidiato dalla Flotta del Mar Nero, ritiratasi più a est nella base di Novorossysk recentemente potenziata nelle infrastrutture e nei dispositivi di protezione.

Precedentemente gli ucraini avevano rivendicato l’affondamento, con modalità non meglio specificate, del dragamine Kovrovets (nella foto qui sotto), una delle 6 vecchie unità classe Natya ancora in servizio e una delle tre assegnate alla Flotta del Mar Nero. L’affondamento del dragamine non è stato confermato ed è possibile che l’unità sia stata confusa dagli ucraini con la corvetta Tsiklon, simile per lunghezza e dislocamento, oppure che entrambe le navi siano state colpite.

Il 16 maggio con un attacco portato da missili MGM-140 ATACMS dotati di testate cluster contenti sub-munizioni (simili a quelle impiegate dai missili balistici tattici Iskander russi per colpire gli aeroporti ucraini) contro la base aerea di Belbek in Crimea, gli ucraini avrebbero distrutto o danneggiato almeno 4 aerei da combattimento russi.

Le immagini fornite dai satelliti realizzate da Maxar e pubblicate da Christiaan Triebert del New York Times sembrano rivelare la distruzione di 3 aerei da combattimento (2 Mig 31 e un Su-27), il danneggiamento di un Mig 29 e la distruzione di un impianto di rifornimento vicino alla pista principale.

Maxar ha illustrato le immagini satellitari che mostrano due aerei da combattimento MiG-31 e un aereo da caccia Su-27 distrutti e un caccia MiG-29 che sembra danneggiato. Mikhail Razvozhaev, il governatore di Sebastopoli, su Telegram aveva affermato che i russi hanno “con successo respinto un attacco massiccio del nemico” e che “decine” di droni aerei e “oltre cinque” droni navali sono stati distrutti.

La distruzione dei velivoli russi pare quindi confermata ed è particolarmente grave per i 2 Mig-31, velivolo non più in produzione, intercettori più recentemente impiegati per trasportare e lanciare i missili ipersonici Kinzhal, come dimostrano anche i commenti apertamente critici nei confronti dei vertici militari di Mosca apparsi sui canali Telegram di diversi commentatori e blogger militari russi in cui si critica la mancanza di tettoie e ricoveri corazzati che avrebbero protetto i velivoli dalle munizioni cluster M74 dei missili ATACMS .

Dispositivi protettivi la cui necessità era già emersa con i bombardamenti ucraini sulla base aerea di Saki (Crimea) nell’estate del 2022, al punto che sugli stessi canali Telegram russi sono apparse alcune immagini (nella foto sotto) di shelter prefabbricati per aerei ed elicotteri che prevedono l’installazione di contenitori di standard riempiti di terra o sabbia (concetto simile agli hesco-bastion con cui vengono protette le basi e impiegati a lungo da statunitensi e alleati in Iraq e Afghanistan) e tettoie corazzate per proteggere i velivoli parcheggiati da munizioni a frammentazione, droni-kamikaze e munizioni circuitanti.

I russi annunciano quasi ogni giorno l’abbattimento di armi offensive (ben 10 ATACMS solo il 15 maggio mentre la notte tra il 16 e il 17 la difesa aerea e la Flotta del Mar Nero avrebbero distrutto 102 droni ucraini e 6 imbarcazioni senza pilota), razzi e droni, così come in passato vennero abbattuti diversi missili da crociera Storm Shadow/SCALP forniti da Kiev da Francia, Gran Bretagna (e anche dall’Italia secondo quanto riferito dal ministro della Difesa britannico Grant Shapps) ma è evidente che quelli che raggiungono il bersaglio riescono a provocare danni considerevoli, specie nelle basi aeree.

I successi conseguiti in Crimea hanno incoraggiato gli ucraini a chiedere agli alleati di poter impiegare le armi a più lungo raggio fornite dagli alleati occidentali anche contro obiettivi sul territorio della Federazione Russa (sia militari che civili, come le raffinerie di petrolio recentemente bersagliate) finora per lo più attaccati con missili, droni e razzi realizzati in Ucraina.

Il 17 maggio il Pentagono ha affermato di non aver cambiato la sua posizione riguardo all’uso da parte dell’Ucraina delle armi fornite dagli Stati Uniti nell’ambito degli aiuti militari, ribadendo che queste armi posso essere utilizzate da Kiev solo all’interno del suo territorio, come ha riferito la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh. Crediamo che le attrezzature, le capacità che stiamo dando all’Ucraina, che altri Paesi le stanno dando, dovrebbero essere usate per riprendersi il loro territorio sovrano. Abbiamo reso pubbliche le nostre richieste al riguardo.

Nonostante le assicurazioni di Washington i russi lamentano l’impiego di armi occidentali fornite all’Ucraina sul proprio territorio nazionale. La televisione militare Zvezda TV ha riferito l’abbattimento di 4 bombe guidate AASM-250 Hammer di fabbricazione francese e 4 missili anti-radar HARM statunitensi diretti nella regione di Belgorod in Russia e precedentemente sganciati da aerei da combattimento ucraini.

“È stato sventato un tentativo del regime di Kiev di compiere attacchi terroristici utilizzando bombe guidate Hammer di fabbricazione francese e missili antiradar HARM di fabbricazione americana contro obiettivi in territorio russo” ha reso noto il ministero della Difesa russo il 18 maggio.Ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un’intervista al New York Times ha esortato gli Stati Uniti e l’Europa a fare di più per difendere la sua nazione, respingendo i timori di un’escalation nucleare e proponendo che gli aerei della Nato abbattano i missili russi che attraversano lo spazio aereo dell’Ucraina.

Zelensky ha detto inoltre di aver anche fatto appello agli alti funzionari statunitensi affinché consentano all’Ucraina di lanciare missili americani e altre armi contro obiettivi militari all’interno della Russia – una tattica alla quale gli Stati Uniti continuano a opporsi. L’incapacità di farlo, ha insistito, ha dato alla Russia un “enorme vantaggio” che Mosca sta sfruttando con attacchi nel nord-est dell’Ucraina.

@GianandreaGaian

Foto: US DoD, Ministero Difesa Russo e Ministero Difesa Ucraino e Telegram

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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