I russi aprono un nuovo fronte ed entrano da nord nella regione di Kharkiv (AGGIORNATO)

 

(aggiornato alle ore 17,00 del 12 maggio)

Le truppe ucraine perdono terreno nella regione di Kharkiv (Kharkov per i russi) sotto l’incalzare dell’offensiva russa scatenata il 10 maggio sul confine. Kiev ha ammesso l’avanzata nemica dopo due diversi attacchi oltre il confine. Nel primo, iniziato alle cinque di mattina del 10 maggio , i russi sono riusciti a penetrare per almeno un chilometro in direzione di Vovchansk, con l’obiettivo di creare una zona cuscinetto di dieci chilometri lungo il confine per proteggere dalle incursioni nemiche il territorio russo della regione di Belgorod, secondo una fonte militare ucraina citata da CNN.

Nella zona sono state dispiegate riserve ucraine.  Una seconda fonte ucraina ha riferito che quattro battaglioni russi, per un totale di circa 2mila uomini, sono penetrati cinque chilometri nella direzione di Krasne, 75 chilometri a ovest, lungo il confine, di Vovchansk, e di altri due villaggi vicini.

Il portavoce del Comando ucraino nell’Est, Nazar Voloshyn, aveva sostenuto in precedenza che le forze di Mosca erano state “fermate” nella cosiddetta “zona grigia” negando fossero riuscite ad avanzare ma ammettendo combattimenti in quattro delle cinque località rivendicate da Mosca (esclusa Pletenevka).

Secondo quanto reso noto via Telegram dal governatore della regione Oleg Synegubov, “in totale sono state evacuate 1.775 persone”. Stamani Synegubov ha denunciato attacchi dell’artiglieria e con colpi di mortaio dei “nemici” che nelle ultime ore hanno colpito 30 località della regione di Kharkiv.

“Nonostante l’escalation al confine, non ci sono motivi per evacuare la città di Kharkiv in questo momento. Sappiamo chiaramente quali forze il nemico sta utilizzando nel nord del nostro territorio regionale. Certo, gli attacchi russi possono aumentare, ma al momento non c’è alcuna minaccia per il capoluogo regionale” (da settimane nel mirino di intensi bombardamenti russi) ha dichiarato l’11 maggio a Synegubov.

In città, secondo alcuni blogger russi, molti si aspettano il successo russo e tra alcuni comincia a serpeggiare il panico. Nelle scorse settimane osservatori ucraini avevano rilevato che l’incremento dei bombardamenti contro la città e i suoi dintorni non puntava solo a colpire obiettivi militari ma anche a indurre la popolazione (almeno quella fedele al governo di Kiev) ad abbandonarla.

Le forze russe hanno rivendicato la mattina dell’11 maggio di aver preso il controllo di cinque insediamenti nella regione di Kharkiv (Borisovka, Ogurtsovo, Pletenevka, Pylnaya e Strelechya) avvicinandosi a Volchansk, uccidendo 170 miliari di Kiev mentre 34 sono stati catturati, precisa un comunicato del ministero della Difesa russo che aggiunge la lista dei mezzi nemici distrutti: 3 veicoli corazzati da combattimento, 4 autocarri, un sistema lanciarazzi multiplo Vampire ceco, un sistema di artiglieria semovente Caesar da 155 mm di fabbricazione francese, un sistema di artiglieria semovente Bogdana da 155 mm, 4 obici D-20 da 152 mm, un obice di artiglieria D-30 da 122 mm e 2 lanciatori semoventi del sistema missilistico terra-aria Buk. Distrutti inoltre, riferisce Mosca, concentramenti nemici, ponti, postazioni di tiro, depositi di munizioni e carburante.

Per quasi un giorno l’artiglieria russa e l’aeronautica (con ampio uso di bombe guidate plananti) ha “ammorbidito” le difese ucraine lungo il confine prima di passare all’attacco. Questi centri ucraini maggiormente colpiti dal fuoco di preparazione russo secondo quanto riferito dai blogger militari:

(Goptovka (2 chilometri) dal confine, Strelechya (1 km), Borisovka (800 metri), Lukyantsy (4 km), Volchansk (7 km), Gatishche (4 km), Ogurtsovo (3 km) e Liptsy (9 km).

La mattina dell’11 maggio le stesse fonti riferivano di un’area territoriale conquistata di oltre 30 chilometri quadrati con l’impiego di 4/5 battaglioni di fanteria (2.000/2.500 militari circa).

L’attacco russo in questa regione non è una sorpresa né per Kiev né per gli alleati. Il 10 maggio, il Coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense, John Kirby. ha riferito che gli USA si aspettano che la Russia cerchi di avanzare nella regione Ucraina di Kharkiv e di fare ulteriori progressi nelle prossime settimane. “È possibile che la Russia faccia ulteriori progressi nelle prossime settimane, ma non prevediamo grandi progressi”.

Difficile dire quali aspettative ripongano i russi dall’apertura di questo nuovo fronte in una regione che era già stata in parte occupata ma da cui i russi dovettero ritirarsi nel settembre 2022 in seguito al contrattacco ucraino. Canali Telegram militari russi rivelano che lungo il confine Mosca ha schierato 50 mila militari, più che sufficienti a costituire una fascia di sicurezza profonda 10 o 15 chilometri a difesa della regione di Belgorod.

Se venisse confermato questo obiettivo sarebbe lecito aspettarsi operazioni simili lungo il confine russo-ucraino verso nord tese a “blindare” anche la frontiera con le regioni russe di Kursk e Bryansk dalle infiltrazioni ucraine (non a caso si segnalano da giorni bombardamenti russi nella regione ucraina di confine di Sumy).

I 50 mila effettivi non sarebbero probabilmente sufficienti a lanciare una vasta offensiva per conquistare l’intera regione e soprattutto la città di Kharkiv, che per la popolazione era la seconda città dell’Ucraina ed è un importante centro industriale.

I russi potrebbero rapidamente inviare rinforzi in questo settore, specie se l’attuale offensiva avesse successo e delineasse segni di cedimento delle linee ucraine, ma è già evidente che l’attacco odierno apre un secondo fronte nella regione dopo quello a est che vede dall’ottobre scorso le truppe di Mosca avanzare dalla regione di Lugansk penetrando nel settore di Kupyansk.

Il caposaldo ucraino è già sotto pressione da parte dei russi che avanzano da est ma verrebbe minacciato anche da ovest se le truppe entrate ieri nella regione prendessero Vovchansk da dove le forze di Mosca potrebbero minacciare le retrovie nemiche.

Non si può escludere che il comando russo punti ad aprire altri fronti per frammentare ulteriormente le forze ucraine, già minate da sempre più gravi carenze di truppe, armi e munizioni, con l’obiettivo di provocarne il tracollo almeno in alcuni settori: ipotesi che favorirebbe rapide avanzate russe.

“La situazione sta cambiando rapidamente e, di fatto, c’è rischio di un collasso completo per gli ucraini” ha detto l’11 maggio il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, intervistato dal giornalista dell’emittente VGTRK Pavel Zarubin. Secondo Peskov, vedendo questa situazione “gli europei stanno andando in tilt” e “quindi stanno deliberatamente aumentando le tensioni”.

Osservatori militari valutano anche l’ipotesi che i russi intendano solo attirare truppe e riserve ucraine in questa regione per indebolire e sguarnire altri fonti (come Donetsk dove le truppe di Mosca continuano ad avanzare) oppure occupare posizioni vantaggiose in territorio ucraino vista di una più ampia e massiccia offensiva estiva.

Nel pomeriggio del giorno 11 il bollettino del Ministero della Difesa russo riferiva che nel settore di Kharkhov le truppe russe hanno sconfitto uomini e mezzi della 23a e 43a brigata meccanizzata, della 120a e 125a brigata dell’AFU e della 15a forza di copertura del confine statale vicino a Volchansk, Vesyoloye, Glubokoye, Neskuchnoye e Krasnoye (regione di Kharkov).

Nel pomeriggio i canali Telegram russi hanno diffuso nuove notizie (da verificare) dal Fronte Nord che indicherebbero il ritiro ucraino dal villaggio di Staritsa e un’ulteriore avanzata delle truppe russe che avrebbero preso Glubokoye e Lukyantsy raggiungendo i sobborghi di Liptsy, 15 chilometri a sud del confine russo e 20 a nord est del capoluogo.

Nel tardo pomeriggio fonti militari russe sul campo riferivano che il territorio conquistato in questa operazione aveva superato i 110 chilometri quadrati  includendo una dozzina di villaggi: oltre a quelli citati Krasnoye, Morokhovets, Oleynikovo e Gatishche segnalando l’avvicinamento alla periferia di Volchansk e la resa di diversi reparti ucraini.

Al momento non vi sono fonti neutrali o ucraine che confermino queste ultime notizie ma nella serata dell’11 maggio sono apparse le prime conferme dalle fonti di Kiev. L’unità Gostri Kartuzi delle forze speciali Omega della Guardia nazionale ucraina ha dichiarato di essere stata costretta ad abbandonare alcune posizioni nel nord della regione di Kharkiv per il pesante assalto russo e che aree popolate sono passate sotto il controllo nemico.

Il governatore regionale ucraino Synegubov ha riferito che gli sfollati sono saliti a oltre 4 mila unità. “Continua l’evacuazione della popolazione dalle aree in cui il nemico ha intensificato le ostilità” qui “più di 4 mila residenti sono stati evacuati da villaggi in cui esiste una minaccia per la vita o la salute dei civili”, si legge nel messaggio. “Il 70 per cento degli sfollati ha un alloggio, per lo più presso parenti e amici”.

Il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Oleksandr Syrskyi, ha definito “difficile” la situazione nella regione di Kharkiv. Le truppe “stanno facendo di tutto per mantenere le loro linee e posizioni difensive”, ha detto Syrskyi riferendo di “violente battaglie” contro “i tentativi degli occupanti russi di sfondare la nostra difesa” che “sono stati bloccati”.

Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato nel pomeriggio del 12 maggio che nei combattimenti delle ultime 24 ore su tutta la linea del fronte in Ucraina le forze russe hanno eliminato 1.500 soldati di Kiev, di cui un centinaio nella regione di Kharkiv.

Kiev ha risposto con una rappresaglia colpendo con razzi pesanti o forse missili il centro della città russa di Belgorod causando decine di vittime: un attacco che secondo Mosca è stato condotto “utilizzando armi fornite dai Paesi della NATO”.

Circa gli altri fronti i russi hanno annunciato di aver inflitto perdite in truppe, mezzi, difese aeree e artiglierie agli ucraini nel settore di Rabotino, nella regione di Zaporizhia dove ieri un attacco con un missile balistico Iskander-M ha colpito diversi elicotteri ucraini in un campo di aviazione vicino al villaggio di Manvelovka, 75 chilometri dietro le linee ucraine. A giudicare dai filmati almeno 2 elicotteri Mil Mi-24 “Hind” sono stati distrutti e altri 2 e un Mi-8 sono stati danneggiati.  Lo scorso 13 marzo un attacco simile aveva distrutto 2 elicotteri ucraini Mi-17V-5 a terra vicino a Novopavlovka, nella regione di Dnipropetrovsk.

Il ministero della Difesa russo ha reso noto di la difesa aerea ha abbattuto la notte scorsa 8 droni e missili di origine ucraina su diverse regioni del territorio russo: 2 missili balistici tattici a corto raggio OTR sulla regione di Belgorod; 3 UAV sopra Bryansk, altri 2 droni nella regione di Lipetsk e un ultimo UAV sul territorio di Volgograd.

Proprio a Volgograd, sempre questa mattina, secondo le autorità locali l’impatto di un drone ha provocato un incendio in una raffineria di petrolio. Ieri le forze di difesa aerea dell’esercito russo avevano distrutto 21 missili e 16 droni di origine Ucraina su diverse regioni del territorio nazionale, sette dei quali erano stati intercettati e distrutti sui territori delle regioni di Kursk e Volgograd.

Immagini:  Ministero Difesa russo e Telegram.

 

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