I russi guadagnano terreno nella regione di Kharkiv (Aggiornato)
(aggiornato alle ore 22,30)
A dispetto delle dichiarazioni rassicuranti dei giorni scorsi rilasciate dai vertici politici e militari ucraini circa il contenimento dell’offensiva russa scatenata il 10 maggio con la penetrazione dal confine di circa 3mila combattenti supportati da un intenso fuoco d’artiglieria e bombardamenti aerei nella regione di Kharkiv, le ultime notizie dal fronte riferiscono di continui progressi delle forze di Mosca che avrebbero già conquistato oltre 200 chilometri quadrati di territorio.
Il governatore russo della regione, Vitaly Ganchev, ha scritto su Telegram che “le nostre truppe si stanno muovendo in profondità e la parte settentrionale della regione è già stata liberata. Un territorio abbastanza grande è già stato liberato, più di 200 chilometri quadrati”, ha detto Ganchev aggiungendo che le truppe russe avanzano con molta velocità, mentre nei ranghi dell’esercito ucraino si registra panico”.
Difficile trovare conferme a queste notizie ma sui canali Telegram militari russi sono apparsi video dei combattimenti tra le strade di Volchansk con i militari russi che hanno già raggiunto l’ospedale conquistando diversi quartieri. I canali ucraini confermano che il nemico sta circondando la città e le truppe russe sono penetrate nel centro urbano il cui controllo consentirebbe alle forze di Mosca di colpire agevolmente con l’artiglieria la città di Kharkiv (Kharkov per i russi), appena 20 chilometri più a sud.
A ieri erano già 9.900 i civili ucraini evacuati dalla regione di Kharkiv a seguito degli attacchi russi secondo il Servizio di emergenza di Kiev: di questi 2500 sono stati fatti evacuare dalla cittadina di Volchansk.
Nelle ultime ore….
Questa mattina fonti militari russe riferivano sui canali Telegram di un’avanzata di 4 chilometri tra Glubokoye e Lukyantsy, che ha portato i russi ai sobborghi di Liptsy e verso Neskuchny mentre nel settore di Volchansk si segnala l’afflusso di rinforzi di Kiev in arrivo da sud-est_ evidentemente il comando ucraino non intende perdere il controllo della cittadina i cui quartieri a nord e a ovest sono sotto controllo russo.
Nella tarda mattinata il capo del Centro per la lotta contro la disinformazione in Ucraina, Andriy Kovalenko, ha annunciato che le forze russe non sono riuscite ad avanzare nelle ultime ore sul fronte della regione di Kharkiv. e in particolare contro i centri abitati di Liptsi e Vovchansk, alle quali l’esercito ucraino è stato in grado di rispondere.
“Purtroppo la città di Vovchansk è stata praticamente distrutta dal nemico (nelle foto sopra e sotto – NdR), che continua ad attaccarla senza pietà ma non l’ha ancora conquistata”, ha dichiarato. I combattimenti continuano nella parte settentrionale della città, dove “i difensori tengono sotto controllo gli invasori”, ha aggiunto. Inoltre, le forze ucraine hanno respinto due attacchi nemici in direzione di Berestovo, dove la situazione è “sotto controllo”, e hanno anche lanciato contrattacchi nelle zone di Sinkivka e Terni, “con parziale successo in alcune aree”.
Nel pomeriggio però il ministero della Difesa russo ha reso noto che è stata liberata Staritsa e che le forze russe continuano ad avanzare nelle profondità della difesa nemica mentre a Volchansk i reportage degli inviati di guerra russi hanno testimoniato che le truippe di Mosca hanno raggiunto la riva destra del fiume Volchya, che divide la città.
Putin: una “fascia di sicurezza” a Kharkiv….per ora
Nei giorni scorsi Analisi Difesa aveva ipotizzato quali obiettivi perseguisse l’offensiva russa individuandone almeno tre:
- assorbire riserve ucraine per favorire sfondamenti su altri fronti o il collasso delle forze di Kiev
- minacciare la città di Kharkiv e l’intera regione con un attacco congiunto da nord e da est
- creare una “zona cuscinetto” lungo il confine tra Ucraina e Federazione e Russa per proteggere Belgorod dalle frequenti incursioni ucraine.
Circa il primo punto si intensifica in queste ore l’offensiva su Chasov Yar, nella regione di Donetsk e i russi avanzano anche nella regione di Zaporhizia dove diverse fonti riferiscono che le truppe di Mosca hanno guadagnato oltre 2,5 chilometri raggiungendo i dintorni di Gulyaypole. Progressi che avrebbero indotto il comando ucraino a reperire unità di riserva da inviare anche in quel settore.
Ieri il presidente russo Putin ha riferito che la Russia non punta “al momento” ad impadronirsi di Kharkiv affermando che “non ci sono piani” in questo senso ma a creare “una zona di sicurezza” che metta al riparo da bombardamenti di Kiev sul territorio della Russia. In una conferenza stampa nella città cinese di Harbin, Putin ha dichiarato che “avevo già detto pubblicamente che se questo fosse continuato saremmo stati costretti a creare una zona di sicurezza. E’ ciò che stiamo facendo”.
Per ora, nonostante i successi registrati, l’offensiva russa in questo settore non sembra assorbire truppe sufficienti a consentire operazioni sui vasta scala anche se lungo il confine tra le regio e di Kharkiv e Belgorod Mosca schiera 50 mila militari oltre alle forze di sicurezza interna e alle Guardie di frontiera mentre almeno altri 100 mila militari vengono mantenuti in posizione di riserva dietro le linee del Donbass probabilmente per sostenere nuove puntate offensive.
Situazione sempre più complicata per Kiev
Un comandante ucraino ha affermato che la situazione è diventata più complicata, i russi hanno ampliato la zona delle operazioni di quasi 70 chilometri costringendo le forze di Kiev a utilizzare riserve aggiuntive. Si tratterebbe di reparti di guardie di frontiera di Lvov trasferiti dalla regione di Lvov (ma pochi avvezzi ai combattimenti) e di reparti dell’esercito e territoriali trasferiti dalla regione di Kherson, dove il fiume Dnepr separa i contendenti ed è più improbabile un‘ offensiva.
In Ucraina c’è chi chiede di impiegare in prima linea anche reparti di polizia, a dimostrazione della crescente carenza di truppe: peraltro né la polizia né le guardie di frontiera dispongono dell’addestramento ed equipaggiamenti necessari a combattere in prima linea.
Un reportage dell’agenzia Reuters ha riferito della difficile situazione in cui si trovano gli artiglieri della 42a brigata meccanizzata ucraina i cui obici semoventi 2S1 Gvozdika da 122 mm vengono continuamente bersagliati dai droni-kamikaze russi ZALA Lancet.
Ancora fonti militari ucraine ammettono che gli sforzi principali dei russi sono concentrati sui due assi di penetrazione, in direzione di Strelechya – Liptsy e per la conquista di Volchansk da cui punterebbero su Bely Kolodez per colpire le retrovie ucraine. Inoltre trova conferme il fatto che l’attacco russo in questo settore era previsto da tempo (anche Londra aveva avvisato Kiev di questa probabile offensiva secondo quanto riportato dalla stampa britannica) ma le truppe russe hanno iniziato l’attacco molto prima di quanto previsto e soprattutto non esisteva una linea di fortificazioni per contenerli lungo il confine.
Un’accusa diretta al ministero della Difesa di Kiev che aveva annunciato la realizzazione di opere di fortificazione in realtà mai costruite o in alcuni settori appena abbozzate, nonostante ampi stanziamenti finanziari ad hoc, sostengono fonti ucraine che spiegano così anche il cedimento della 125a brigata di difesa territoriale che ha abbandonato le proprie posizioni.
Nelle ultime ore fonti di Mosca riportano che sempre nella regione di Kharkiv, ma sul fronte orientale, i russi hanno ripreso dalla confinante regione di Lugansk l’offensiva verso Kupyansk raggiungendo il villaggio di Myasozharovka.
Notizia che potrebbe rafforzare l’ipotesi di una manovra a tenaglia russa in questa regione colpendo pesantemente anche le retrovie con bombe d’aereo guidate e missili balistici tattici Iskander. Uno di questi ordigni avrebbe colpito il 16 maggio un deposito di munizioni e il comando operativo della 302a brigata missilistica Ucraina. “Come risultato dell’attacco, il posto di comando della brigata, un magazzino con munizioni e circa 50 militari ucraini sono stati eliminati”, ha reso noto il ministero della Difesa russo.
Gli ucraini hanno risposto colpendo con alcuni missili balistici tattici statunitensi ATACMS l’aeroporto militare russo dio Belbek, in Crimea, distruggendo 3 aerei da combattimento (2 Mig 31 e un Sukhoi Su-27) e danneggiandone almeno uno (un Mig 29) oltre a colpire un magazzino di carburante e lubrificanti, secondo quanto emerge dalle immagini satellitari (di questo attacco ci occuperemo presto in un articolo ad hoc).
Nonostante diverse fonti e i report di testate giornalistiche anglo-sassoni e tedesche abbiano riferito negli ultimi mesi delle gravi carenze ucraine in termini di munizioni d’artiglieria, lamentate dagli stessi militari di Kiev, ieri il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha detto che l’Ucraina non ha avuto problemi con i proiettili negli ultimi due mesi e “nessuna delle brigate si lamenta che non ci siano proiettili di artiglieria già da due mesi”.
Affermazione che peraltro contraddice quanto detto in più occasioni proprio da Zelensky stesso, dai suoi collaboratori e da esponenti del governo di Kiev.
La carenza di forza combattenti ha invece indotto Zelensky a firmare ieri un disegno di legge che prevede la mobilitazione volontaria di alcune categorie di carcerati nelle file delle Forze Armate, con l’esclusione di chi sconta condanne per omicidio premeditato o violenza sessuale ma anche funzionari corrotti o figure pubbliche accusate di tradimento o crimini contro la sicurezza nazionale dell’Ucraina.
Secondo il viceministro della Giustizia Olena Vysotska, sono circa 4.500 i carcerati che hanno accettato di andare al fronte in cambio della libertà condizionale. Come riporta RBC-Ucraina, il Ministero della Giustizia, al 15 maggio 2024, ha riferito che nelle carceri ucraine c’erano 27.471 detenuti, tra cui 1.538 donne.
Secondo quanto riporta il New York Times, alcuni stati membri della NATO stanno valutando l’invio di truppe in Ucraina per velocizzare il processo di addestramento delle forze di Kiev.
I funzionari ucraini hanno chiesto agli alleati di contribuire ad addestrare 150.000 nuove reclute in Ucraina per un dispiegamento più rapido. Finora gli Stati Uniti e i loro alleati hanno respinto simili ipotesi e il generale Charles Q. Brown Jr., capo degli stati maggiori congiunti, ha si dichiarato che un dispiegamento di addestratori da parte della NATO appare inevitabile, affermando però che “ci arriveremo prima o poi, col tempo”, riferendosi probabilmente al dopoguerra.
Il generale Brown infatti ha ammesso che “per ora l’iniziativa metterebbe a rischio gli addestratori della NATO e molto probabilmente significherebbe decidere se utilizzare preziose difese aeree per proteggere gli istruttori invece che infrastrutture critiche ucraine vicino al campo di battaglia”.
Del resto la Casa Bianca ha più volte ribadito la determinazione a non mandare truppe americane in Ucraina, neppure come istruttori, e ha inoltre esortato gli alleati ad astenersi da simili iniziative.
Foto; Ministero Difesa Ucraino, TASS, Institute for the Study of the War e Ministero Difesa Russo.
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Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.