Pechino inizia i collaudi del caccia imbarcato J-15D da guerra elettronica
La Cina continua ad espandere la gamma di aerei da guerra elettronica (EW) basati sui caccia provenienti dalla linea Sukhoi Su-27/-30/-33 “Flanker”.
Oltre al noto J-16D dell’Aeronautica Militare cinese (PLAAF) di cui Analisi Difesa ha parlato approfonditamente nel 2021, un altro velivolo analogo sta per essere sviluppato sulla base del caccia imbarcato J-15 “Flying Shark” (clone cinese del Sukhoi Su-33): stiamo parlando del J-15D (la lettera “D” nella designazione indica le versioni da guerra elettronica).
Possiamo parlare di una risposta puramente simmetrica all’EA-18G Growler, versione specifica derivata dall’F/A-18F Super Hornet. A differenza del J-16D, l’enfasi nei compiti demandati al J-15D navale è in gran parte spostata dalla soppressione della difesa aerea (SEAD – Suppression of Enemy Air Defences), alla lotta contro gli aerei nemici e ai radar delle unità navali, sebbene nel suo profilo operativo rientri anche il lavoro SEAD per sopprimere le difese aeree terrestri.
La clip realizzata dalla China Central Television (CCTV) sul J-15D mette in risalto, parallelamente all’analogo J-16D in dotazione alla PLAAF, due pod da guerra elettronica, una dotazione biposto (ricordiamo che il J-15 è in realtà monoposto), due pod subalari ECM al posto dei classici punti di aggancio armi sulle estremità alari, la mancanza del sensore IRST (InfraRed Search and Track) a goccia posto davanti l’abitacolo e l’assenza del cannone sul lato destro della fusoliera in corrispondenza della radice alare.
L’aereo è già stato prodotto in un numero limitato e sta attraversando un periodo di prove e collaudi prima di passare alla produzione in serie; considerando che la Cina dispone oggi di tre portaerei (la Liaoning, la Shandong e la futura Fujian) e che inoltre per ciascuna di essa saranno necessari solo pochi aerei da guerra elettronica è molto probabile il fabbisogno corrispondente verrà soddisfatto rapidamente.
Ricordiamo tuttavia che mentre le prime due utilizzano il sistema STOBAR (Short Take-Off Barrier-Arrested) dotato di sky-jump, la nuova Fujian si avvarrà invece della nuova tecnologia riguardante il sistema di decollo “CATOBAR” (Catapult Assisted Take-Off Barrier Arrested Recovery o “Decollo assistito da catapulta e recupero con cavi di arresto”), equipaggiato con tre catapulte magnetiche (Electromagnetic Aircraft Launch System – EMALS).
Da qui è sorta l’esigenza di dotare il J-15 dello speciale attacco sul carrello anteriore destinato alle moderne catapulte magnetiche e quindi realizzare tale variante nota con il nome di J-15T.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.