La mossa del cavallo di Putin: Giacomo Gabellini (Contesti) intervista il direttore di Analisi Difesa
Il 17 giugno, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato nel corso di una intervista rilasciato al quotidiano britannico «The Telegraph» che l’Alleanza Atlantica sta valutando l’opportunità di schierare un numero maggiore di armi nucleari di fronte alla crescente minaccia da parte di Russia e Cina.
«Non entrerò nei dettagli operativi su quante testate nucleari dovrebbero essere operative e quali essere immagazzinate, ma dobbiamo consultarci su questi temi: questo è esattamente ciò che stiamo facendo», ha precisato Stoltenberg. Le sue dichiarazioni sono state tuttavia smentite dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Giorni prima, i membri del G-7 avevano concordato il trasferimento all’Ucraina, sotto forma di prestito, delle rendite generate dai depositi russi sottoposti a congelamento ai sensi delle sanzioni occidentali, mentre il vertice svizzero presso il Bürgenstock Resort, nei dintorni di Lucerna, culminava con la produzione di un documento finale a sostegno dell’integrità territoriale dell’Ucraina.
Nel comunicato si afferma che «il dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine al conflitto» sebbene la Russia non fosse stata invitata al vertice, e questo concorre a spiegare perché alcuni Paesi cruciali – come la Cina – abbiano disertato il summit e 14 dei 92 partecipanti abbiano rifiutato di firmare il comunicato conclusivo, tra cui Brasile, India, Sudafrica, Arabia Saudita, Messico, Indonesia, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti.
A sua volta, la Russia ha posto per tramite del presidente Putin una serie di precondizioni per intavolare una trattativa, consistenti nell’impegno da parte dell’Ucraina a ritirare le proprie forze dai quattro oblast’ inglobati nella Federazione Russa e a rinunciare definitivamente ad aderire alla Nato. Prima che Kiev e i suoi sostenitori respingessero l’offerta, Putin aveva esortato le controparti «a voltare questa tragica pagina della storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l’Ucraina e l’Europa.
Se l’Occidente e l’Ucraina rifiuteranno, se ne assumeranno la responsabilità». Il presidente russo si è quindi recato in visita in Corea del Nord e Vietnam, ricevendo una accoglienza particolarmente calorosa. Verso quale scenario ci stiamo orientando? Cerchiamo di comprenderlo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore del magazine «Analisi Difesa».
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