Le nuove forniture militari all’Ucraina

 

(aggiornato alle ore 23,00)

Gli Stati Uniti invieranno all’Ucraina ulteriori munizioni (inclusi con ogni probabilità proiettili da 155 mm e razzi per i sistemi campali HIMARS) per un valore di 150 milioni di dollari. Lo hanno riferito ieri fonti dell’Amministrazione Biden. L’annuncio ufficiale dei nuovi aiuti è atteso per oggi.

Il 21 giugno Vladimir Putin, in un incontro coi diplomati delle accademie militari russe, ha dichiarato che la Russia intende aumentare le forniture di armi “moderne” alle truppe russe al fronte. “Aumenteremo le forniture di sistemi aerei senza pilota di diversi tipi, veicoli corazzati e mezzi di distruzione di precisione, aerei d’attacco, sistemi di rilevamento del nemico e di controbatteria, sistemi di controllo e comunicazione alle truppe in prima linea”, ha detto Putin citato dall’agenzia TASS.

Il 20 giugno la Romania ha annunciato l’invio di un sistema di difesa antiaerea Patriot a Kiev per aiutare l’Ucraina a proteggersi dagli attacchi russi. “Di fronte al chiaro deterioramento della situazione di sicurezza in Ucraina i membri del Consiglio superiore di difesa nazionale hanno deciso, in stretto coordinamento con gli alleati, di donare un sistema Patriot all’Ucraina”, si legge in un comunicato.

In cambio la Romania afferma di essere in trattative con i suoi partner della NATO, in particolare con gli Stati Uniti, “per ottenere un sistema simile in grado di garantire la protezione del suo spazio aereo” e trovare nel frattempo “una soluzione temporanea”. Sarebbe “inaccettabile lasciare la Romania senza mezzi di difesa aerea”, ha avvertito il presidente Klaus Iohannis all’inizio di maggio, in occasione di un incontro a Washington con il suo omologo statunitense Joe Biden.

In campo terrestre la Romania ha deciso di rivolgersi alla Corea del Sud per rinnovare il suo parco di artiglieria semovente ordinando 50 semoventi da 155 mm Hanwha K9A2 e 30 veicoli portamunizioni K10 ARV per 960 milioni di dollari anche se originariamente il programma prevedeva una spesa di 1,9 miliardi per 90 K9 più alcune decine di K10.

La Spagna ha consegnato un secondo lotto di missili antiaerei Patriot all’Ucraina il 21 giugno, come hanno riferito fonti governativi all’agenzia EFE. Oltre ai missili, la spedizione comprendeva carri armati Leopard 2A4, vari tipi di munizioni, sistemi anti-drone, sistemi di sorveglianza ottico-elettronici e torrette telecomandate, Madrid stanzierà anche un pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di circa 1 miliardo di euro nel 2024.

Il 20 giugno il Wall Street Journal ha rivelato che gli Stati Uniti puntano ad accelerare sulla consegna dei missili Patriot all’Ucraina, interrompendo temporaneamente le forniture agli altri alleati che hanno ordinato (e pagato) lo stesso sistema d’arma.

Il Wall Strett Journal, citando funzionari americani, sostiene che il presidente Joe Biden aveva accennato a questa decisione la scorsa settimana durante la riunione del G7 in Puglia dichiarando che “quei Paesi che si aspettano da noi sistemi di difesa aerea in futuro dovranno aspettare”. La decisione di reindirizzare prioritariamente i missili Patriot appena prodotti all’Ucraina almeno per i prossimi 16 mesi (ma anche i sistemi NASAMS a corto raggio) penalizzerà le consegne di Patriot a Svizzera, Corea del Sud, Polonia, Emirati Arabi Uniti e altre nazioni.

Secondo il portavoce del Pentagono, Patrick Ryder, verranno aumentati i centri di addestramento in cui verranno accolti piloti ucraini destinati a pilotare gli aerei da combattimento F-16.  “L’addestramento viene svolto sia in Arizona che in Danimarca. C’è la possibilità di ulteriore addestramento in altri luoghi in Europa”. Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia si sono impegnati a fornire all’Ucraina circa 80 aerei da combattimento di fabbricazione americana risalenti agli anni ’80 e che verranno sostituiti dagli F-35 nelle forze aeree di queste nazioni europee.

Secondo la CNN gli Stati Uniti puntano a consentire il dispiegamento dei contractor militari statunitensi in Ucraina per sostenere le forze di Kiev con la manutenzione e le riparazioni dei sistemi d’arma statunitensi. Funzionari coperti dall’anonimato hanno rivelato alla CNN che l’iniziativa non è ancora stata decisa.  “Le discussioni sono ancora in fase preliminare e non intendiamo inviare truppe statunitensi in Ucraina in nessun caso”, ha detto una delle fonti. In caso di approvazione da parte della Casa Bianca il Pentagono potrebbe assegnare contratti a società statunitensi per lavorare in ambito militare in Ucraina.

Consentire ad appaltatori americani esperti e finanziati dal Pentagono di mantenere una presenza costante in Ucraina significherebbe riparare attrezzature danneggiate e di alto valore molto più velocemente, hanno spiegato ancora le stesse fonti, mentre adesso devono essere inviate fuori dal territorio ucraine o riparate tramite contatti da remoto tra personale ucraino e statunitense. L’iniziativa potrebbe rivelarsi utile a mantenere operativi sistemi d’arma quali aerei F-16, missili da difesa aerea Patriot e NASAMS e artiglieria.

Secondo un reportage di France 24 le forze aeree della Francia stanno addestrando 10 piloti ucraini al volo sui jet a bordo dei Dassault/Dornier Alpha Jet in una base aerea nel sud della Francia. Il corso di addestramento durerà 6 mesi (invece dei 18 standard per i cadetti francesi) e in seguito i piloti ucraini di età compresa tra 21 e 23 continueranno l’addestramento sull’F-16 in un altro paese europeo. In due anni la Francia punta ad addestrare 26 piloti ucraini.

La Danimarca cesserà di di addestrare i piloti ucraini sugli aerei da combattimento F-16 dopo il 2024. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Troels Lund Poulsen in una conferenza stampa congiunta con il ministro della Difesa norvegese Bjørn Arild Gram.,

La Reale forza aerea ‘danese deve utilizzare la base aerea di Skrydstrup, dove vengono attualmente addestrati una ventina di piloti ucraini, per la conversione dei piloti danesi sul nuovo F-35A. Poulsen ha precisato che la Danimarca continuerà a contribuire all’estero all’addestramento dei piloti ucraini.

Il primo carico di munizioni d’artiglieria, per lo più nei calibri 155 e 122 mm ,raccolte dalla Repubblica Ceca è stato consegnato all’Ucraina. Lo ha annunciato il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, in un messaggio su X. In maggio Praga aveva anticipato che i primi 50.000-100.000 proiettili di artiglieria, raccolti nell’ambito dell’iniziativa ceca, sarebbero arrivati in Ucraina a giugno. La Repubblica Ceca ha dichiarato di aver raccolto finora circa 1,6 miliardi di euro e l’impegno al contributo da 15 Paesi per acquistare mezzo milione di proiettili d’artiglieria da consegnare all’Ucraina. Fiala ha dichiarato che Praga potrebbe raccogliere 500.000 proiettili da 155 mm e 300.000 proiettili da 122 mm in Paesi terzi entro poche settimane, se disponesse di fondi sufficienti.

La Grecia ha ricevuto una fornitura di 164 veicoli da combattimento M2A2 Bradley surplus dello US Army per rimpiazzare i vecchi cin golati M-113 presso 4 battaglioni di fanteria meccanizzata. Di questi mezzi 62 M2A2 saranno forniti gratuitamente dagli Stati Uniti attraverso il programma Excess Defense Articles (EDA), mentre gli altri 102 saranno ceduti a prezzo simbolico. La fornitura compensa la Grecia per la cessione all’Ucraina di decine di veicoli da combattimento di tipo russo-sovietico BMP-1 avvenuta lo scorso anno.

L’Ucraina ha firmato con la Germania un contratto per 54 nuovi semoventi d’artiglieria tedeschi RCH 155 (obici da 155mm sullo chassis del veicolo ruotato Boxer 8×8) secondo quanto reso noto dal produttore KMW (parte del colosso franco tedesco KNDS).

Il governo tedesco ha approvato la consegna all’Ucraina di 18 obici semoventi ad elevata automazione RCH 155 con un contratto di 216 milioni di euro finanziato dal governo tedesco, con consegne a partire dal 2025.

L’Ucraina ha ricevuto anche almeno 18 PzH 2000 di provenienza tedesca, olandese e forse italiana. Dall’inizio del conflitto l’Ucraina ha ricevuto almeno un centinaio di obici semoventi calibro 155 mm da Francia, Italia, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania e Stati Uniti. Nel luglio 2023 KMW aveva raggiunto un accordo con l’Ucraina per la produzione e la consegna di obici semoventi 100 PzH 2000, del valore di 1,7 miliardi di euro.

La Germania ha inoltre consegnato alle guardie di frontiera ucraine 41 camion Mercedes Arocs hanno reso noto i media di Kiev.

Secondo le stime pubblicate dal Financial Times il 23 giugno la Serbia starebbe aumentando la vendita di munizioni a stati membri della NATO che li destinerebbero alle forze armate ucraine. Le esportazioni serbe di munizioni ammonterebbero a circa 800 milioni di euro dall’inizio della guerra in Ucraina. Il presidente Aleksandar Vucic ha confermato le forniture. “Esportiamo le nostre munizioni. Non possiamo esportare in Ucraina o in Russia ma abbiamo molti contratti con americani, spagnoli, cechi e altri. Quello che ne fanno successivamente è affare loro”, ha spiegato Vucic in un’intervista al quotidiano britannico.

Il giorno successivo il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che Mosca “è in contatto con Belgrado per chiarire la situazione in merito alle esportazioni di munizioni serbe a Kiev. Abbiamo visto e sentito queste dichiarazioni, affronteremo l’argomento con i nostri amici serbi”.

Il governo della Slovacchia guidato da Robert Fico, che dal suo insediamento nell’ottobre 2023 ha interrotto gli aiuti militari a Kiev, ha chiesto di avviare un’indagine sull’ex premier Eduard Heger e l’ex ministro della Difesa Jaroslav Nad per la donazione all’Ucraina di alcuni caccia Mig 29 e di un sistema missilistico di difesa aerea nel marzo dello scorso anno.

Il ministro della Difesa Igor Melicher ha spiegato dopo la donazione dei caccia all’Ucraina “lo spazio aereo slovacco è rimasto senza protezione e i cittadini in pericolo”, e non è stata rinvenuta al ministero alcuna analisi giuridica che giustificasse la decisione del governo di Heger. Il governo di Brastislava cedette aerei e missili su pressione degli alleati della NATO che premevano affinché i membri dell’est Europa che disponevano di armi di origine russo-sovietica, già in uso nelle forze armate ucraine, li cedessero a Kiev.

Foto: US DoD, Ministero Difesa Ucraino, Ministero Difesa Slovacco e KNDS

 

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