Pacem in Terris e il modello del Poliedro della pace

 

di Alberto Cossu – Vision & Global Trends (Progetto Società Italiana di Geopolitica)

Quasi a segnare l’urgenza di trovare una strada verso la pace qualche giorno dopo l’attacco di Hamas ad Israele e lo scoppio del conflitto vicino-orientale che ancora oggi non trova una soluzione pacifica e che si aggiunge a quello tra Ucraina e Russia, a San Giovanni Rotondo, nei giorni 27 e 28 ottobre 2023, si tenne un convegno internazionale dedicato all’enciclica “Pacem in Terris” di Papa Giovanni XXIII. Il Convegno è stata un’occasione per gli esperti di fama internazionale lì riuniti per riflettere sui grandi temi dell’enciclica: la pace, la giustizia, lo sviluppo, i diritti umani, il disarmo e la salvaguardia del creato.

Tra i relatori, vi erano studiosi di teologia, filosofia, politica, economia e diritto. I vari interventi sono stati raccolti in un volume, curato da Sacha Mauro De Giovanni, Tiberio Graziani e Michele Lippiello, membri del consiglio scientifico del convegno stesso, nella collana Giano – Affari internazionali edito da Callive Media&Books (Pacem in Terris. Il Poliedro della Pace – Atti del convegno per il 60˚ dell’enciclica di Giovanni XXXIII. Callive  Media&Books– 2024, pag. 276 – ISBN 979-1281485013)   9791281485013

L’Enciclica “Pacem in Terris”, pubblicata da Papa Giovanni XXIII nel 1963, rappresenta un’opera di grande profondità che delinea una visione ampia e articolata della pace e che conserva una straordinaria attualità, soprattutto in un mondo, come quello attuale, segnato da conflitti e tensioni.

L’enciclica si inserisce in un contesto storico segnato da eventi critici e da aspirazioni di miglioramento sociale, economico e politico. Il mondo era infatti diviso in due blocchi contrapposti: quello occidentale, guidato dagli Stati Uniti, e quello orientale, guidato dall’Unione Sovietica. La Guerra Fredda, caratterizzata da una costante corsa agli armamenti e dalla minaccia di una guerra nucleare, rappresentava la principale sfida alla pace mondiale. Gli eventi chiave che hanno influenzato la stesura dell’enciclica sono stati diversi.

La crisi dei missili di Cuba (ottobre 1962) che portò il mondo sull’orlo di un conflitto nucleare e dimostrò l’urgente necessità di trovare una soluzione pacifica alle tensioni internazionali. Papa Giovanni XXIII, aprendo il Concilio, aveva avviato un processo di rinnovamento all’interno della Chiesa cattolica. Questo clima di apertura e di dialogo influenzò anche la stesura della “Pacem in Terris”, che si rivolge non solo ai cattolici, ma a tutti gli uomini di buona volontà. In diverse parti del mondo, stavano nascendo movimenti che si battevano per i diritti umani, la pace e lo sviluppo. Questi movimenti trovarono nella “Pacem in Terris” un punto di riferimento e di ispirazione.

Dalle relazioni pubblicate nel volume si evince un messaggio generale: la pace è l’esito di un processo collettivo rivolto a costruire una società più giusta e solidale. La pace non è solo assenza di guerra, sarebbe troppo semplice e limitativo. La pace di fonda su alcuni pilastri su cui si sorregge: verità, giustizia, libertà. E su questi pilastri dobbiamo continuamente lavorare per mantenere la pace poiché essi sono una condizione essenziale della sua esistenza. Tutti i relatori concordano rispetto agli elementi che l’enciclica indica essere quelli costitutivi della pace.

Il volume sottolinea l’importanza del diritto internazionale per la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace.  Sono state analizzate le cause profonde dei conflitti armati, tra cui la povertà, la disuguaglianza e la mancanza di rispetto dei diritti umani. Sono state proposte concrete soluzioni per la promozione della pace, come l’educazione alla pace, il dialogo interreligioso e la cooperazione internazionale.

L’eciclica “Pacem in Terris” costituisce ancora oggi-  per organicità e sistematicità – un punto di riferimento  nella Chiesa romana. Attorno al concetto di poliedro della pace i diversi relatori hanno sviluppato il loro pensiero toccando tematiche relative alla giustizia,

Il concetto del Poliedro della pace si basa su cinque pilastri: l’ordine, la giustizia, la libertà, la solidarietà, lo sviluppo. La pace presuppone un ordine giusto, basato sul diritto naturale e sulla legge divina. Questo ordine implica il rispetto dei diritti e dei doveri di ogni persona, nonché la promozione del bene comune. La giustizia è un elemento essenziale della pace. Essa richiede che a ciascuno sia riconosciuto ciò che gli è dovuto e che vengano eliminate le disparità e le ingiustizie che generano conflitti.

La vera pace non può esistere senza libertà. Ogni persona ha diritto alla libertà di coscienza, di pensiero, di espressione, di religione e di associazione. La solidarietà è il vincolo che unisce tutti gli uomini e le donne come membri di un’unica famiglia umana. Essa richiede la condivisione dei beni e la collaborazione per il bene comune. La pace è strettamente legata allo sviluppo integrale dell’uomo. Questo sviluppo comprende non solo la crescita economica, ma anche il progresso sociale, culturale e spirituale.

Oltre ai cinque lati principali, il Poliedro della Pace implica l’educazione alla pace. È necessario educare le nuove generazioni alla pace, insegnando loro il valore del dialogo, del rispetto reciproco e della risoluzione non violenta dei conflitti. Inoltre, comprende il dialogo interreligioso. Il dialogo tra le diverse religioni è fondamentale per promuovere la pace e la comprensione reciproca. Ed infine un altro lato è il disarmo. La vera pace richiede una progressiva riduzione degli armamenti, fino alla loro totale eliminazione.

Il Poliedro della Pace rappresenta un’immagine ricca e complessa della pace. Esso ci ricorda che la pace non è un semplice stato di assenza di guerra, ma è un processo in continua costruzione che richiede l’impegno di tutti.

Il libro Il Poliedro della Pace costituisce un documento che offre una guida preziosa per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico. Il Poliedro della Pace, con i suoi molteplici lati, ci invita a riflettere sulla complessità della pace e sulla nostra responsabilità nel perseguirla. Il volume promuove, in accordo con l’enciclica, una visione universale della pace. Gli autori sono concordi nel sostenere che non si può solo condannare la guerra, ma è necessario proporre una visione positiva della pace, che abbraccia tutti gli aspetti della vita umana. Conseguentemente si richiamano comportamenti basati sul dialogo e la collaborazione perché essenziali per costruire la pace. Si ribadisce infine la necessità di un profondo impegno per la giustizia e lo sviluppo.

La pace non può essere raggiunta senza giustizia e sviluppo per tutti. Gli autori denunciano le cause della povertà e delle disuguaglianze e invitano a lavorare per un mondo più giusto e solidale. Il Poliedro della Pace non è solo un modello normativo ma vuole essere anche uno strumento analitico per leggere meglio i fatti, liberandoci dalle visioni ideologiche che alimentano conflittualità e allontanano la pace. E’ un appello universale ad essere umili costruttori di pace ed a possedere e sviluppare una visione etica del mondo.

 

Pacem in terris. Il poliedro della pace. Atti del Convegno per il 60° dell’enciclica di Giovanni XXIII
A cura di Sacha Mauro De Giovanni, Tiberio Graziani, Michele Lippiello

Contributi di Anna Monia Alfieri, Massimiliano Arena, Paolo Bargiacchi, Gianfranco Battisti, Mario Caligiuri, Giovanni Chifari, Matteo Coco, Sacha Mauro De Giovanni, Anton Giulio de’ Robertis, Saverio Gaeta, Franco Moscone, Sergio Moscone, Pasquale Renna, Giovanni Ricchiuti, Giuseppe Rocca, Gianluca Ruggiero, Paolo Sellari, Antonio Felice Uricchio, Umberto Zanaboni e Sirio Zolea.

  • Editore ‏ : ‎ Mediabooks (31 maggio 2024)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 276 pagine
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 979-1281485013
  • Euro 20

 

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