Soccorso in mare: Tunisi (finalmente) si organizza

 

La Tunisia ha emanato un decreto per organizzare il suo servizio di soccorso in mare (SAR) secondo gli standard previsti dalla Convenzione di Amburgo del 1979. Grazie all’assistenza fornita dalla Ue. Tunisi si doterà di tutti gli strumenti, in termini di norme, mezzi e personale, per adempiere le responsabilità di soccorso all’interno della  Zona SAR -che sarà proclama a breve- confinante con quelle di Algeria, Italia e Malta.

La competenza in materia sarà assunta dal Ministero Difesa al cui interno è stato istituito, quale Autorità SAR nazionale, il “Servizio nazionale della guardia costiera” che potrà avvalersi di assetti della Marina e della Guardia Nazionale. La formula organizzativa adottata sembra dunque essere improntata a criteri inter-agenzia: alle dipendenze dell’Autorità SAR nazionale saranno infatti posti tre centri di ricerca e salvataggio secondari del Servizio guardia costiera del ministero della Difesa oltre ad altri quattro centri gestiti dalla Guardia Nazionale, appartenente al ministero dell’Interno.

Cartina (fonte SAR contacts) riportante l’ipotetica zona SAR tunisina

L’iniziativa della Tunisia era auspicata da tempo dal nostro Paese e dalla Ue, come presupposto per un ordinato svolgimento dei traffici marittimi nello Stretto di Sicilia caratterizzati per decenni da espatri irregolari su imbarcazioni inidonee a navigare.

Resta da vedere se la Tunisia rispetterà ad est i limiti fissati unilateralmente da Malta per la propria zona SAR (coincidenti con quelli della sovrastante Flying Information Region) o se ne definirà di nuovi. Come può vedersi dalle cartine qui riportate la Zona SAR maltese si spinge a ridosso delle acque territoriali tunisine. Questo avviene anche nei confronti della Zona SAR italiana nell’area a sud della Sicilia ed in prossimità delle Isole Pelagie.

Zone SAR Mediterraneo Centrale. Si noti la sovrapposizione tra la SAR maltese e quella italiana (Fonte: IMLI Malta)

Il ritardo con cui la Tunisia ha deciso di adempiere formalmente le responsabilità SAR si presta a varie chiavi di lettura in relazione a questioni interne. Di fatto l’organizzazione adottata riflette la situazione esistente da anni in cui, pur al di fuori dei parametri stabiliti dalla Convenzione di Amburgo, Tunisi nella sostanza assolveva ai suoi obblighi internazionali di soccorso.

Riserve sono state più volte espresse da ONG sul fatto che la Tunisia, non procedendo alla valutazione dello status delle persone salvate aventi titolo a protezione internazionale, ne violerebbe i diritti umani. Questo non trova tuttavia riscontro a livello ufficiale: la Tunisia è per esempio compresa tra i “Paese di origine sicuri” nella nostra legislazione relativa alla concessione della protezione internazionale.

Per il futuro c’è da aspettarsi che l’Italia, nell’ambito degli antichi ed amichevoli rapporti di collaborazione navale e marittima, incrementi anche la cooperazione SAR attraverso un accordo dedicato alle operazioni di soccorso ed ai confini delle rispettive zone SAR.

Foto AFP

 

E' Ufficiale della Marina Militare in congedo, esperto di diritto internazionale marittimo. Membro del CeSMar, è autore di vari scritti in materia, tra cui "Glossario del Diritto del Mare" (Rivista Marittima, V ed., 2020) disponibile in http://www.marina.difesa.it/media-cultura/.

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