La cessione all’Ucraina di Mig 29 e missili Kub slovacchi finirà in tribunale?

 

Dopo un’attenta ispezione il Ministero della Difesa slovacco non ha trovato alcun documento che giustifichi la legalità del trasferimento di caccia MiG-29 e dei sistemi di difesa aerea in Ucraina da parte dell’ex dirigente del dipartimento, definendo tale operazione un vero e proprio sabotaggio. Lo ha affermato nei giorni scorsi il ministro della Difesa slovacco Igor Meliher.

«Siamo giunti alla conclusione che non esiste un’analisi giuridica, non è disponibile da nessuna parte nel Ministero della Difesa» – ha detto Meliher in una conferenza stampa lo scorso 21 giugno, specificando inoltre che il Ministero della Difesa è giunto a questa conclusione dopo un audit durato diversi mesi.

Ne avevamo anticipato i contorni della notizia sul nostro canale Telegram lo scorso 11 giugno quando lo stesso Meliher aveva dichiarato l’illegalità dell’operazione annunciando al contempo misure legali contro il suo predecessore Yaroslav Nagy, colpevole a suo dire di aver violato la Costituzione slovacca che vieta al Governo uscente di compiere passi così importanti in tema di politica estera.

Ricordiamo che nel dicembre 2022, il parlamento slovacco ha approvato un voto di sfiducia nei confronti del governo, allora guidato da Eduard Heger, ma il suo gabinetto ha continuato a esercitare le azioni decidendo, pur se dotato solo di poteri limitati, il trasferimento di 13 caccia MiG-29 e parte dei sistemi missilistici di difesa aerea Kub (SA-6 Gainful secondo la denominazione NATO) all’Ucraina.

Il partito dell’attuale Primo ministro, Robert Fico, ha chiesto un’indagine sulle circostanze del trasferimento di questo equipaggiamento militare a Kiev sostenendo che il governo Heger, sfiduciato e dimissionario, non aveva l’autorità per prendere tali decisioni.

Dal canto suo l’ex ministro della Difesa Jaroslav Nagy a sua volta ha sostenuto che prima di prendere la decisione di trasferire Mig 29 e Kub all’Ucraina sarebbe stata effettuata un’analisi giuridica di questa procedura confermandone la legalità.

Nell’aprile 2022 la Slovacchia aveva trasferito un sistema di difesa aerea S-300 all’Ucraina e al contempo, nello stesso periodo, ha comunicato anche l’inizio del trasferimento dei caccia MiG-29 “Fulcrum”.

La Slovacchia ha radiato i propri caccia MiG-29 alla fine di agosto del 2022  in virtù della loro sostituzione con 14 Lockheed Martin F-16 Block 70/72 acquistati con un contratto siglato nel 2018 ma non ancora consegnati. Infatti dal 1° settembre 2022 lo spazio aereo della Slovacchia è protetto dalle Forze Aeree ceche e polacche sulla base di un accordo trilaterale in attesa che l’ingresso in servizio degli F-16 consenta a Bratislava di riguadagnare la propria autonomia.

Nel dettaglio la flotta di “Fulcrum” era composta da 11 caccia MiG-29AS e MiG-29UBS con apparecchiature radio e di navigazione aggiornate agli standard NATO incluso sistema IFF. Il successivo 9 settembre 2022  presso la base aerea di Sliač si è svolta infine la cerimonia ufficiale di congedo dei MiG-29 che dal 1992, per 30 anni, in servizio col locale 81° Stormo hanno protetto lo spazio aereo nazionale.

Con l’avvento del governo di Robert Fico nell’autunno del 2023, la fornitura di aiuti militari a Kiev è stata così interrotta, ad eccezione dei contratti commerciali.

Fico ha affermato che i caccia MiG-29 sono stati trasferiti in Ucraina nell’aprile 2023 in grave violazione delle norme della costituzione slovacca e ha criticato il governo precedente per aver fornito all’Ucraina un sistema di difesa aerea S-300 perfettamente funzionante, tanto che lo stesso Nagy aveva motivato tale scelta dichiarando: – «Abbiamo deciso di prendere questa decisione nel momento che avremo un sostituto adeguato per il sistema S-300» – riferendosi alle batterie di missili Patriot messi a disposizione da Germania e Olanda.

Quanto al rinnovo della difesa aerea basata a terra Israel Aerospace Industries (IAI) fornirà tre sistemi mobili a medio raggio (MRSAM-M) Barak MX alla Slovacchia per un valore di oltre 128 milioni di euro con un contratto siglato nel dicembre 2023.

Foto: Ministero Difesa Slovacco

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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