La Germania rimuove le componenti cinesi dalla rete 5G e alza la tensione con la Cina

 

La Germania ha deciso di vietare l’impiego di componenti prodotti dalle aziende cinesi Huawei e ZTE nelle reti 5G tedesche. Lo ha reso noto l’11 luglio il ministro degli Interni Nancy Faeser dichiarando che i componenti di Huawei e ZTE saranno banditi dalla rete centrale 5G entro la fine del 2026, mentre i “sistemi di gestione critici” dei due produttori nelle reti di accesso e trasporto 5G dovranno essere sostituiti entro la fine del 2029.

Il provvedimento fa seguito alle trattative con Deutsche Telekom, Vodafone e Telefonica, che gestiscono le reti 5G tedesche. Gli accordi saranno firmati con tutte e tre le società, ha annunciato il ministero dell’Interno.

La decisione – ha sottolineato Faeser – proteggerà le infrastrutture critiche della Germania. “Stiamo tutelando le comunicazioni dei cittadini, delle imprese e dello Stato. Dobbiamo ridurre i rischi per la sicurezza e, a differenza del passato, evitare le dipendenze unilaterali. Dobbiamo diventare più indipendenti ed essere maggiormente a prova di crisi”, ha affermato il ministro.

Dura e immediata la reazione di Pechino. In una nota, l’ambasciata cinese a Berlino ha affermato che “l’iniziativa della Germania costituisce una chiara discriminazione politica, danneggia gravemente la fiducia reciproca tra le due parti e influenzerà anche la futura cooperazione tra Cina ed Europa in campi correlati.

L’11 luglio il ministero dell’Interno tedesco ha annunciato che rimuoverà gradualmente componenti di società di telecomunicazioni cinesi come Huawei e Zte nella rete 5G sulla base infondata di cosiddetti potenziali rischi per la sicurezza. La Cina ha espresso forte insoddisfazione e ferma opposizione a questo e ha dichiarato la sua ferma posizione al riguardo come segue: le società di comunicazione cinesi come Huawei e Zte operano da tempo nel rispetto delle leggi e dei regolamenti in Germania e hanno dato un contributo positivo al processo di digitalizzazione della Germania.

In ultima analisi, la questione 5G di Huawei e Zte è un atto di alcuni paesi per sopprimere i propri concorrenti senza alcun risultato economico e mantenere la propria egemonia tecnologica. In realtà i cosiddetti rischi per la sicurezza della rete sono solo una scusa. Finora nessun paese ha fornito prove concrete che le apparecchiature aziendali cinesi presentino rischi per la sicurezza”, si legge nella nota.

L’ambasciata di Pechino sottolinea poi come “La costruzione del 5G in Cina è sempre stata aperta alle aziende europee come Nokia ed Ericsson e non l’ha mai considerata una minaccia alla sicurezza”, mentre “la decisione della Germania costituisce una chiara discriminazione politica, danneggia gravemente la fiducia reciproca tra le due parti e influenzerà anche la futura cooperazione tra Cina ed Europa in campi correlati”.

L’ambasciata cinese a Berlino ha poi evidenzia una coincidenza non casuale. La Germania ha annunciato la decisione in occasione del vertice della NATO a Washington in cui peraltro il documento finale attacca con toni mai così duri la politica cinese: aspetto che ha portato la Cina a mettere seriamente in dubbio l’indipendenza del processo decisionale e politico tedesco.

“La Germania e la parte europea non possono da un lato pretendere una concorrenza leale e dall’altro impegnarsi in pratiche discriminatorie contro le aziende di altri paesi sulla base dei cosiddetti potenziali rischi per la sicurezza ingiustificati. Se le questioni rilevanti possano essere gestite in modo giusto ed equo è una cartina di tornasole per il contesto economico tedesco. Ciò che ne risentirà non sarà solo la normale cooperazione economica e commerciale tra i due paesi, ma anche la fiducia degli investitori stranieri in Germania. La Cina adotterà le misure necessarie per salvaguardare gli interessi legittimi delle aziende cinesi”, conclude la nota.

Foto: Ministero dell’Interno Tedesco

 

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