Perdite russe in Mali, entro pochi giorni il ritiro USA dal Niger (AGGIORNATO)
(Aggiornato alle ore 18.00)
Da settimane le forze regolari del Mali affiancate da combattenti russi dell’Africa Corps ((ex Wagner) sono impegnate nelle operazioni contro le milizie qaediste del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (JNIM) e i ribelli Touareg nella regione di Kidal e lungo il confine algerino.
Secondo quanto dichiarato dal portavoce della coalizione di separatisti tuareg Quadro strategico per la difesa del popolo dell’Azawad (CSP-DPA), Mohamed Elmaouloud Ramadane, dopo due giorni di battaglia nei pressi del villaggio di Tinzawaten, nella regione di Kidal, le truppe governative e i combattenti russi che le affiancano sono stati costretti a ritirarsi.
Non ci sono dati ufficiali circa le perdite subite ma i video e le foto diffusi dalle milizia touareg mostrano almeno una decina di cadaveri di russi e maliani, un paio di prigionieri (uno dei quali bianco) e tre veicoli danneggiati. In altri video appaio altri prigionieri russi e le perdite sofferte nell’imboscata vengono indicate in oltre 80 combattenti russi da un comandante dell’ex Gruppo Wagner.
I separatisti touareg hanno rivendicato una “clamorosa vittoria” sull’esercito maliano e sui suoi alleati russi dopo tre giorni di “intensi combattimenti” a Tinzaouatene.
“Le nostre forze hanno definitivamente annientato sabato queste colonne nemiche. Molto materiale rotabile e armi sono stati sequestrati o danneggiati. I pochi sopravvissuti tra le i militari maliani e russi)sono stati fatti prigionieri”, si legge in un comunicato diffuso oggi.
Il portavoce del CSP(DPA ha inviato alla France Presse diversi video girati durante i combattimenti che mostrano numerosi cadaveri. In alcuni video si vedono soldati bianchi tra i prigionieri. Un funzionario locale e un ex operatore della missione Onu a Kidal hanno assicurato che “l’esercito maliano si è ritirato” e che almeno 15 combattenti della Wagner sono stati uccisi o arrestati”, precisando che si tratta di un bilancio ancora provvisorio.
La ritirata delle forze governative e degli allearti russi è stata ammessa nell’ultimo comunicato delle Forze Armate Maliane (FAMA) mentre delle perdite russe riferiscono anche i Canali Telegram militari russi come RVvoenkor che ha reso nota la morte in battaglia di Nikita detto “Belyj” (il Bianco), volontario delle forze speciali e poi della Wagner che gestiva il blog “Grey Zone”.
La colonna di truppe russe e maliane sarebbe caduta nei giorni scorsi in un’imboscata dopo che l’esercito di Bamako aveva annunciato di aver preso il controllo della città di Inafarak, snodo stradale a 10 chilometri dal confine algerino situata 120 chilometri a nord di Tessalit.
Difficile valutare se l’imboscata e la perdita di un numero indefinito di combattenti russi potrà influenzare l’andamento dell’offensiva governativa sostenuta anche da forniture di armi e velivoli russi: nelle scorse settimane i ribelli hanno abbattuto un aereo da attacco Sukhoi Su-25 e nei giorni scorsi hanno danneggiato un elicottero da attacco Mi-24 costringendolo a un atterraggio d’emergenza.
La lotta alle milizie jihadiste qaediste o legate allo Stato Islamico accomuna il Mali a Niger e Burkina Faso, tutti governati da giunte militari golpiste che hanno cacciato le forze militari statunitensi e francesi e riuniti nell’Alleanza del Sahel con il supporto di Russia, Cina e Turchia.
In Niger il ritiro delle truppe statunitensi dalle due basi di Agadez e Niamey verrà completato “all’inizio di agosto”, ha confermato il generale statunitense Kenneth Ekman che guida l’operazione in una conferenza stampa tenuta ad Abidjan, in Costa d’Avorio.
“Il ritiro si sta svolgendo senza problemi, in anticipo rispetto al previsto, grazie all’eccellente collaborazione con le nostre controparti nigerine”, ha affermato Ekman.
Foto: CSP/DPA
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