Programma da 7,4 miliardi per 24 nuovi Typhoon per l’Aeronautica

 

Lo scorso 4 luglio il Governo ha tramesso alle Commissioni Difesa delle due Camere, – ma la relativa scheda illustrativa non è stata reperibile per diverso tempo – la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2024 (A.G.176) relativo all’acquisizione di 24 velivoli da combattimento Eurofighter Typhoon (F-2000 secondo la designazione dell’Aeronautica Militare) ed al supporto tecnico-logistico dell’intera flotta.

Si tratta di un programma, – la cui approvazione dovrà essere data entro il 13 agosto – finalizzato allo sviluppo ed alla realizzazione di 24 velivoli da combattimento Eurofighter Typhoon per l’AM ad uno standard evoluto non specificato destinato a rimpiazzare le 26 macchine Tranche 1 destinate alla prossima dismissione.

La componente F-2000 Typhoon dell’Aeronautica Militare è ad oggi composta di 27 velivoli della Tranche 1, 47 velivoli della Tranche 2 e 21 velivoli di Tranche 3, per un totale di 95 velivoli.

Second quanto riportato dalla scheda illustrativa, l’Aeronautica Militare, “ha individuato una vulnerabilità della capacità di Difesa Aerea nazionale e, dunque, NATO, nella forzata dismissione a partire dal 2028 dei velivoli Eurofighter “Tranche 1 (T1)” a causa del prossimo raggiungimento della fine della loro vita utile”, grazie un monitoraggio costante delle obsolescenze dei propri sistemi d’arma.

“A ciò si aggiunga la dismissione dei velivoli Tornado che si completerà verosimilmente nel 2027, sicché la linea Eurofighter sarà chiamata ad assorbire gli ulteriori compiti a favore del Paese e dell’Alleanza,” enfatizzando la necessità di rimpiazzare con le nuove macchine F-2000 non soltanto velivoli per la difesa aerea ma anche quelli capaci d’attacco in profondità.

Grazie alle capacità multiruolo (Swing-Role) delle più recenti versioni dell’Eurofighter Typhoon, quest’ultima piattaforma è in grado di svolgere tali compiti ma la macchina necessita di un significativo salto tecnologico per assolvere tali missioni in un contesto operativo sempre più congestionato dal punto di vista elettronico e caratterizzato da sistemi avversari per la difesa aerea sempre più sofisticati e diffusi in aggiunta a missioni in ambienti sempre più di crisi ad alto livello ed in contesti Anti-Acess/Area Denial o A2/AD.

A tale riguardo, i Paesi (Germania, Italia, Spagna e UK) facenti parte del Consorzio Costruttore dell’Eurofighter Typhoon, hanno completato il programma di studio LTE (Long-Term Evolution) destinato a rivoluzionare e ridisegnare il velivolo affinché possa operare per i prossimi 40 anni e costituire un ponte dal punto di vista dello sviluppo di tecnologie che verranno incorporate nei futuri “sistemi di sistema” aerei rappresentati dall’FCAS franco-tedesco e dal GCAP italo-britannico-giapponese.

E’ interessante notare che il programma portato all’attenzione delle Commissioni Difesa dei due rami del Parlamento non riguarda soltanto l’acquisizione di una nuova tranche di velivoli Eurofighter per l’AM ma un cospicuo investimento nello sviluppo delle capacità della macchina e nelle tecnologie che sebbene non specificatamente indicato sono destinate a porre le basi per future piattaforme e quindi il programma GCAP in primis. Nei recenti Documenti Programmatici Pluriennali della Difesa alla voce F-2000 era collegato lo sviluppo di tecnologie che facessero da ponte e test bed per il GCAP, quali quelle legate al sistema radar, guerra elettronica ed altro.

L’onere previsionale complessivo del programma è stimato in 7.477,3 milioni di euro, di cui risultano finanziati 690,00 milioni di euro a valere sugli stanziamenti derivanti da capitoli del settore del bilancio ordinario della Ministero della difesa, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente.

Con uno sviluppo pluriennale di presumibile avvio entro il 2024 e destinato a svilupparsi su di un arco temporale di 11 anni (2024-2034) , il programma prevede una prima fase a cui sono destinati 690,00 milioni di euro, che secondo quanto indicato, è stata concepita in autonomia e indipendenza dalle altre in ottica di conferirle certa autoconsistenza.

Quest’ultima, “è finalizzata:

– all’avvio dell’acquisizione dei 24 velivoli;

– allo sviluppo ed integrazione di nuove tecnologie, senza le quali sarebbe impossibile equipaggiare i nuovi velivoli;

– alla risoluzione delle obsolescenze per tutti i sistemi e gli impianti che equipaggeranno i nuovi velivoli. Di questa fase beneficeranno anche i velivoli attualmente in uso, sui quali potranno essere installate le nuove configurazioni e tecnologie, nonché i nuovi apparati frutto della risoluzione delle obsolescenze sopra menzionate.”

Tale prima fase ha una richiesta economica (valore di 690 milioni di euro) spalmato su sette anni (2024-2030) che farebbe pensare ad un’attività atta a porre le basi per uno sviluppo di tecnologie in tempi comunque ridotti o comunque sostenuto da finanziamenti che nel passato sono sempre stati scarsi o spalmati in un arco temporale troppo lungo.

Sebbene non sia specificato quale standard verrà scelto per i nuovi velivoli e quali tecnologie verranno sviluppate ed applicate alla nuova Tranche di velivoli, è evidente che dalle limitate informazioni rilasciate e dalla richiesta di finanziamento a lungo termine per un valore previsionale restante complessivo di 6,787.3 milioni di euro, che dovrà essere autorizzato con successivi decreti integrativi, in aggiunta alle nuove tecnologie, dovrebbe anche essere  previsto il supporto in servizio e quant’altro sia necessario affinché i nuovi velivoli mantengano le loro capacità e prontezza operativa per il futuro.

Sebbene non dettagliato nella scheda illustrativa, nel titolo del programma, in aggiunta all’acquisizione dei 24 nuovi velivoli F-2000, si indica “il supporto tecnico logistico dell’intera flotta”. Tale affermazione e l’importo complessivo del programma potrebbe far pensare ad un supporto e mantenimento delle capacità dell’intera flotta di velivoli F-2000, ma all’interno della nota illustrativa si parla anche del relativo supporto alla nuova tranche di velivoli e quindi soltanto nel proseguo dell’esame del decreto che si ricorda dovrà essere approvato entro il 13 agosto, dovrebbero meglio emergere i contorni di tali sviluppi paralleli.

Affinchè la nuova Tranche di velivoli possa rimanere capace nel tempo per i prossimi 20-30 anni dal momento della loro messa in servizio, è evidente che le tecnologie applicate non potranno che essere quelle che sono state indicate ed in via di sviluppo e discussione nell’ambito dello standard LTE o NG (Next Generation) e quindi in generale un’elevata capacità di gestione delle informazioni grazie a computer di nuova generazione, un cockpit dominato da un display di grandi dimensioni o LAD (Large Area Display), il radar a scansione elettronica attiva (AESA) con capacità di guerra elettronica CAPTOR-E Mk 2 abbinato ad un sistema per la guerra elettronica integrato di nuova generazione e la capacità di gestire velivoli gregari autonomi grazie ad un cloud dedicato.

La scheda illustrativa ricorda che l’Amministrazione potrà comunque adottare eventuali misure di ottimizzazione della spesa utili all’accelerazione del completamento del progetto in esame.

Come evidenziato dalla stessa scheda ma in particolare da un recente studio sul ritorno economico-occupazionale del programma Eurofighter sui territori dei Paesi facenti parte del Consorzio grazie anche alle campagne di export di successo (Austria, Arabia Saudita, Qatar, Oman, Kuwait) e le numerose campagne di esportazione tuttora in corso (Polonia, Egitto, Turchia), il decreto in esame prevede importanti ritorni per l’industria nazionale ed il relativo indotto e quindi l’occupazione.

E’ evidente che si tratta di una corsa allo sviluppo tecnologico che gli altri Paesi del Consorzio hanno già abbracciato e che qualora non venga raccolta dall’Italia avrà importanti risvolti deficitari sulla capacità a lungo termine dell’industria nazionale di riferimento.

Allo stesso tempo è evidente che importanti investimenti anche se a lungo termine come quello in esame, in un contesto ad alto scontro internazionale come quello attuale, drenino risorse per altre importanti componenti dell’Aeronautica Militare, come quella del trasporto e del rifornimento, che richiedono al più presto nuovo linfa e contropartite per la nostra industria, per un loro pronto rinnovamento.

Foto Aeronautica Militare

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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