Addio ai Crociati. La contraerea del politicamente corretto abbatte uno squadrone della RAF
Quello che non riuscì nel 1940 alla Luftwaffe è stato raggiunto con una semplice denuncia da un avversario ben più subdolo e insidioso dell’aeronautica della Germania nazista, il “fuoco amico” esploso dalla “dittatura del politicamente corretto”, capace di insinuarsi nelle retrovie fino a minare dall’interno i pilastri di nazioni e società.
In effetti sembra davvero inarrestabile la furia suicida con cui l’Occidente corre verso la rimozione della propria storia, valori e tradizioni, incluse quelle militari, in ossequio alla nuova religione del politicamente corretto.
L’ultima vittima della devastante epidemia che sembra colpire soprattutto i vertici politici e delle istituzioni e ha tra i suoi sintomi più evidenti l’azzeramento delle capacità mentali e dello spirito critico degli individui contagiati è il 14° Squadron della Royal Air Force britannica, istituito nel 1915 e noto col nome di Crusaders.
Cioè Crociati, attribuito dopo le operazioni sostenute in Medio Oriente durante la Prima Guerra Mondiale. L’unità ha combattuto anche nella Seconda Guerra Mondiale e si è distinta nelle operazioni sostenute dal Regno Unito dopo il 1945.
Il primo ha dare la notizia è stato il Daily Mail, pochi giorni prima che l’Inghilterra venisse sconvolta da scontri etnici in diverse città. La RAF ha reso noto che la decisione di eliminare il soprannome (definito “non ufficiale” ma finora riportato sui tutti i documenti ufficiali della forza armata) è stata presa in seguito a una denuncia che ritiene offensivo per la cultura islamica un nome che evoca i guerrieri cristiani in Terra Santa.
Un portavoce della RAF ha aggiunto che “dobbiamo concentrarci sul non dare risalto a nessun termine offensivo che vada contro i valori della Royal Air Force. Le tradizioni e i soprannomi informali usati dalla RAF nei primi giorni del servizio hanno un posto nella nostra storia, tuttavia, alcuni non sono più appropriati nel 21° secolo”.
Sarebbe facile replicare che il soprannome Crusaders è ben giustificato dalle operazioni compiute oltre cento anni or sono dal 14° Squadron in Egitto, a Gaza, nell’attuale Arabia Saudita e in Palestina e soprattutto dal fatto che tale termine non contiene nulla di offensivo per nessuno ma identifica semplicemente i militari cristiani che parteciparono alle Crociate senza giudizi né discriminazioni per nessuno.
La BBC ha ricordato che negli ultimi anni, diverse organizzazioni hanno messo in discussione l’uso del termine “Crociate” e affini o l’uso di immagini raffiguranti i cavalieri medievali e nel 2022, il gruppo antidiscriminazione Kick it Out ha consigliato ai tifosi inglesi di non indossare costumi da crociati e cavalieri all’interno degli stadi durante la Coppa del Mondo in Qatar. Nel 2019, la squadra di rugby neozelandese Crusaders ha eliminato alcuni elementi del suo logo in seguito agli attacchi alla moschea di Christchurch pur mantenendo il nome della squadra.
Il 14° Squadron basato a Waddington, nel Lincolnshire, opera oggi con gli aerei ISTAR Shadow R1 ma è stato tra i reparti aerei equipaggiati con i velivoli da combattimento Tornado.
Lewis Page, redattore militare del quotidiano The Telegraph (nella foto a lato) , ha rimarcato in un commento (che riproponiamo per intero qui sotto) che contro i Crusaders è stata presentata una singola denuncia e si chiede, con mesta ironia, se questo non sia solo l’inizio di un fenomeno ben più ampio.
“Presumibilmente, le Irish Guards non possono più essere chiamate “Micks” (termine gergale che sfgnifica “irlandese”- NdR), tradizionalmente non considerato offensivo, ma qualcuno lo farà). Allo stesso modo, il Terzo Battaglione del Royal Regiment of Scotland dovrà smettere di chiamarsi “Black Watch”. Ovviamente, l’809° Naval Air Squadron non può più essere “Immortals”, poiché è offensivo per tutta la civiltà occidentale. Il corpo d’élite dell’impero persiano era noto con lo stesso nome. Ora che la RAF ha stabilito lo standard, ci si può aspettare che altre istituzioni ricevano reclami.
C’è una squadra di calcio nordirlandese chiamata Crusaders FC e una squadra di rugby Crusaders in Nuova Zelanda. E in tutta onestà, se nessuna organizzazione può ora essere conosciuta come “Crusaders”, anche il noto club di rugby Saracens dovrà trovare un altro nome. Ovviamente, spero che quegli ultimi cambiamenti non avvengano, perché lo sport non si è arreso alla follia della wokery nella misura in cui chiaramente lo ha fatto la RAF.
L’ufficiale superiore senza nome che ha sostenuto il reclamo e cancellato il soprannome del 14° Squadrone avrebbe dovuto considerare che, sì, le Forze Armate dovrebbero riflettere la società da cui provengono. Ma in quella società, la nostra, è perfettamente normale che istituzioni rispettabili siano chiamate “Crusaders” senza che nessuno pensi che questo sia una sorta di tentativo di insultare i musulmani. Allo stesso modo, il nome Saracens non è offensivo per nessun cristiano ragionevole, e il soprannome dell’809 Naval Air Squadron non glorifica l’aggressione sanguinaria dell’Impero achemenide.
Il numero 14 è insolito per uno squadrone della RAF in quanto il motto della sua unità è in arabo, che si traduce in “Apro le ali e mantengo la mia promessa”. La tradizione dello squadrone sostiene che questo sia un verso del Corano suggerito dall’emiro della Transgiordania, anche se potrebbe non essere accurato.
Il punto è che questa è chiaramente un’unità con una ricca storia e una sua mitologia, e niente di tutto ciò intende essere antagonista verso un particolare gruppo nella società britannica. Tutte le forze armate ovunque fanno almeno un po’ di sforzo per costruire l’esprit de corps dell’unità usando soprannomi e storia.
Questo è spesso apertamente esclusivo piuttosto che inclusivo, ed è pensato per essere così: come ama dire la cavalleria statunitense, “se non sei Cav, non sei un pezzo di m,,”.
Non si tratta di cercare di rendere tutti felici, e non è un tentativo di affermare che una determinata unità, o la sua nazione madre, sia sempre stata dalla parte giusta della storia. Il Settimo Cavalleria degli Stati Uniti, meglio conosciuto come il reggimento di Custer a Little Bighorn e in seguito per il massacro di Wounded Knee, è in servizio oggi.
Ci è stato detto che la cancellazione iniziata con i Crusaders della RAF non è finita, e con l’asticella così bassa è difficile vedere dove si fermerà.
Alcuni squadroni della RAF tradizionalmente si riferiscono a sé stessi usando numeri romani anziché arabi: è offensivo anche questo? Conosco l’attuale capo della RAF, Dicky Knighton. Eravamo insieme nello Squadrone Aereo dell’Università di Cambridge molto tempo fa. Se stai leggendo questo, Dicky, è ora di prendere i tuoi ufficiali superiori per un controllo di sanità collettiva.
Al commento di Page possiamo aggiungere che oggi sarebbe impossibile battezzare col suo nome il caccia supersonico imbarcato Vought F-8 Crusader (nella foto qui sotto), sviluppato negli Stati Uniti negli ani9 ’50 che fu poi protagonista del conflitto in Vietnam ma impiegato in Francia dall’Aviazione Navale fino al 1999. In quegli anni l’Occidente non ci si vergognava ancora (o almeno non quanto oggi) della propria Storia e tradizioni militari.
Numerose le proteste per la decisione della RAF che hanno visto protagonista anche Nigel Farage, leader del partito Reform UK, mentre il 29 luglio è stata lanciata una petizione per ripristinare il nome “The Crusaders” per il 14° Squadrone in cui si evidenzia che “la rimozione di un soprannome per paura di offendere potenzialmente gli altri può essere vista come un disonore per l’eredità dello squadrone e la memoria di coloro che hanno perso la vita per la nostra libertà”.
La vicenda dei Crusaders della RAF rappresenta solo un episodio, forse l’ultimo in ordine di tempo, di un fenomeno che da anni vede nel mondo anglosassone ma anche in Europa, troppi casi di rimozione della Storia, dei suoi simboli, delle tradizioni culturali, militari o religiosi e il rovesciamento dei criteri e degli elementi di semplice buon senso che hanno finora governato la società, dallo sport alla vita quotidiana, dalla politica alle questioni militari.
Gli effetti di questo processo sono sotto gli occhi di tutti.
Sarà forse un caso ma la polemica sui Crusaders, come negli USA l’abbattimento delle statue ai soldati confederati e l’attribuzione di nuovi nomi a basi e caserme intitolate ai loro generali (offensivi per gli afro-americani), coincidono con il minimo storico di arruolamenti nelle forze armate britanniche e statunitensi che da anni non riescono a rispettare i parametri minimi di reclutamento.
Sarà forse un caso anche che in tutto l’Occidente e soprattutto in USA e Regno Unito crescano di anno in anno le dimissioni del personale in servizio al punto che le forze armate di Sua Maestà non avevano mai avuto così pochi effettivi da dopo la fine delle Guerre Napoleoniche.
Il progressivo crollo delle vocazioni militari in tutte le società occidentali avrà certo anche ragioni diverse ma di sicuro sacrificare storia, simboli e tradizioni sull’altare del politicamente corretto non aiuta a cementare né patriottismo né coesione nazionale.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.