Completato il ritiro USA dal Niger che rompe le relazioni con l’Ucraina

 

Le forze statunitensi hanno completato il ritiro dal Niger evacuando gli ultimi militari dall’aeroporto di Agadez (Air Base 201 – nella foto sotto) nel rispetto degli accordi raggiunti con la giunta di Niamey.

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e il Ministero della Difesa Nazionale della Repubblica del Niger hanno dichiarato il 5 agosto che il ritiro dalla base aerea 201 è iniziato il 19 maggio con la firma degli accordi di ritiro.

La base aerea 201, vicino ad Agadez nel Niger centrale, è stata costruita e completata nel 2019 per ospitare aerei e UAV al costo di 100 milioni di dollari e ha fornito un ampio supporto alle operazioni statunitensi contro le milizie islamiche di IS e al-Qaeda prima del colpo di stato del 26 luglio scorso in Niger.

“Negli ultimi dieci anni, le truppe statunitensi hanno addestrato le forze del Niger e supportato missioni antiterrorismo guidate dai partner contro lo Stato islamico e al Qaeda nella regione”, afferma una nota dello US Africa Command (AFRICOM).

“L’efficace cooperazione e comunicazione tra le forze armate statunitensi e nigerine ha garantito che questo turnover fosse completato prima del previsto e senza complicazioni”. La giunta del Niger ha dato agli Stati Uniti tempo fino al 15 settembre per ritirare le truppe dal suo territorio. Le truppe statunitensi si sono ritirate dalla base aerea 101 di Niamey l’8 luglio scorso.

Il primo dispiegamento di truppe statunitensi in Niger è avvenuto nel 2013, quando 100 militari sono stati schierati e hanno operato da una base militare all’aeroporto di Niamey, condivisa con la Francia. In seguito, Washington ha costruito una delle sue più grandi basi per droni in Africa ad Agadez, in Niger.

Gli Stati Uniti stanno ora cercando di stabilire nuovi accordi di cooperazione in materia di sicurezza e stanno prendendo in considerazione paesi come Ghana, Costa d’Avorio e Benin per i droni da ricognizione americani.

Il governo nigerino ha annunciato oggi la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ucraina “con effetto immediato” accusando Kiev di “sostegno” a “gruppi terroristici”. Niamey ha annunciato di essersi rivolto “al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con l’obiettivo di pronunciarsi sull’aggressione Ucraina”, ha informato in un comunicato il portavoce del governo Amadou Abdramane.

Analoga misura era stata Adottata due giorni or sono dal Mali dopo che è emerso il ruolo dell’Ucraina nell’addestrare i ribelli touareg e jihadisti all’impiego di droni FPV dopo l’attacco a una colonna dell’esercito maliano a fine di luglio nel nord del paese che ha provocato secondo alcune fonti circa 130 caduti e prigionieri tra l’esercito del Mali e i combattenti russi dell’Africa Corp (ex Gruppo Wagner).

Una cooperazione ammessa dai servizi segreti militari ucraini, che hanno diffuso anche un’immagine delle milizie touareg con la bandiera ucraina (ritenuta da molti, inclusa la BBC, una fake news creata con un fotomontaggio) e confermata da un’inchiesta del Washington Post che rivela come i ribelli del Quadro strategico per la difesa del popolo di Azawad (CSP-DPA), attivi nel nord del Mali, si sarebbero rivolti a Kiev alla fine del 2023 inviando un piccolo gruppo di miliziani ad addestrarsi in Ucraina.

Il WP cita l’esperto di jihadismo nel Sahel del Soufan Center, Wassim Nasr che sostiene di non credere che forze ucraine fossero direttamente coinvolte negli attacchi di fine luglio a Tinzawatene, ma si dice convinto che gli ucraini abbiano fornito le informazioni di intelligence necessarie alla battaglia, aiuti finanziari e addestramento all’impiego dei droni-kamikaze.

Nasr ha inoltre confermato il coinvolgimento nell’area, a fianco dei ribelli tuareg, dei combattenti del gruppo filo Al-Qaida di Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin (JNIM) precisando che il rapporto tra JNIM e i touareg si è evoluto nel tempo, con i due che a volte si sono scontrati e altre volte hanno stretto alleanze”.

Oggi il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha detto che “non avendo la possibilità di sconfiggere la Federazione Russa sul campo di battaglia, il regime criminale di Zelensky ha deciso di aprire un secondo fronte in Africa, assecondando i gruppi terroristici negli Stati africani amici di Mosca”.

Il tema verrà sviluppato presto da un ampio articolo di Analisi Difesa

Foto: US DoD, GUR e CSP-DPA

 

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