Gli ucraini rallentano a Kursk, i russi accelerano in Donbass (AGGIORNATO)
(Aggiornato alle 23,57)
Nelle ultime ore gli sviluppi sui campi di battaglia in Ucraina e nella regione russa di Kursk seguono andamenti diversi, quasi contrapposti.
Ieri il capo di Stato maggiore delle forze armate di Kiev, generale Oleksandr Syrskyi, ha annunciato la costituzione di un comando nei territori sotto il loro controllo nella regione di Kursk affidato al generale di divisione Edouard Moskaliov (nella foto sotto), con il compito di “mantenere la legge e l’ordine e garantire le urgenti necessità della popolazione nei territori controllati”.
Mosdkalov era stato rimosso nel febbraio 2023 dal presidente, Volodymyr Zelensky dall’incarico di comandante delle Joint Forces Operation: una rimozione attribuita secondo alcuni agli insuccessi nel Donbass, secondo altri a casi di corruzione emersi nel suo comando.
Syrsky ha osservato che dall’inizio dell’operazione nella regione di Kursk, le forze ucraine sono avanzate di 35 chilometri nelle difese del nemico assumendo il controllo di 1.150 chilometri quadrati di territorio (solo 700/1.000 secondo fonti russe) dei circa 30mila della regione di Kursk, contenenti 82 insediamenti inclusa la cittadina di Sudzha (nota per la stazione di pompaggio del gasdotto che rifornisce i gas russo attraverso il gasdotto che attraversa l’Ucraina) che vede i russi mantenere la pressione a pochi chilometri a est del centro abitato.
Gli ucraini sembrano però aver perso slancio, e nelle ultime ore anche un po’ di terreno, complice l’arrivo di ingenti rinforzi russi che colpiscono anche le retrovie nemiche nella regione ucraina di confine di Sumy e che hanno annunciato di aver riconquistato le località Spalnoye, Krupets e Martynovka (pochi chilometri a est di Suddzha) come ha reso noto il comandante della Forza Akhmat cecena, il maggiore generale Apty Alaudinov, secondo il quale sarebbero circa 12mila i militari ucraini presenti sul territorio russo di Kursk. Le truppe apparterebbero a due brigate meccanizzate, una di fanteria leggera e una della Guardia Nazionale.
Il rallentamento dell’avanzata delle forze ucraine, con qualche puntata a nord- est di Guyevo, è stato confermato anche da analisti occidentali che rilevano gli sforzi russi per stabilizzare il fronte e costituire linee difensive contigue che impediscano ulteriori penetrazioni alle colonne mobili ucraine.
Citando fonti ucraine e russe, l’Institute for the Study of War (ISW) evidenzia il miglioramento della situazione per le forze russe che hanno fatto affluire rinforzi da diverse regioni russi inclusa Kaliningrad e, in misura limitata, dai fronti ucraini di Kherson e Zaporizhia oltre alla 810a brigata di Fanteria di Marina che si trovava nelle retrovie della regione di Donetsk.
Media ucraini hanno rilevato, tramite l’analisi delle immagini satellitari raccolte da Mexar il 12 agosto, la costruzione di fortificazioni a sud-ovest di Lgov lungo l’autostrada E38 Lgov-Rylsk-Glukhov. a circa 17 chilometri a nord del punto di massima avanzata ucraina nella regione di Kursk.
Il 15 agosto il ministero della Difeso russo aveva reso noto che I tentativi ucraini di avanzare in profondità nel territorio russo nelle aree di Varvarovka, Safonovka, Sheptukhovka, Kauchuk, Alekseevsky e Matveevka erano stati sventati.
Nei giorni scorsi i russi hanno mostrato il video di un carro armato britannico Challenger 2 in dotazione all’92° brigata aeromobile distrutto da una munizione circuitante. Dei 14 tank di questo tipo forniti da Londra almeno tre esemplari sono stati distrutti dai russi e l’ultima apparizione di questi mezzi era avvenuta sul fronte di Zaporizhia, nel settore di Rabotino. Sollecitati dal canale tv britannico Sky News, il ministero della difesa britannico e le forze armate ucraine hanno rifiutato di commentare la notizia.
Oltre ai carri armati britannici, gli ucraini stanno impiegando sul territorio russo veicoli da combattimento Bradley, Stryker e Marder 1A3 oltre a obici M777, blindati trasporto truppe francesi VAB e MRAPP statunitensi MaxxPro mentre tre lanciarazzi campali HIMARS sarebbero stati distrutti dai russi nella regione di confine di Sumy da dove offrivano supporto di fuoco alle truppe ucraine nel territorio di Kursk.
Operando in un territorio scoperto e privo di protezioni e aree fortificate, gli ucraini starebbero subendo altissime perdite in truppe e mezzi, esposti a raid aerei e bombardamenti d’artiglieria secondo un articolo di Forbes che stima le perdite giornaliere ucraine del doppio rispetto a quelle subite sui fronti del Donbass.
Ieri la CNN ha reso noto che gli Stati Uniti non intendono consentire all’Ucraina di utilizzare i missili balistici tattici ATACMS (lanciati dagli HIMARS) per colpire la regione russa di Kursk. Non si tratterebbe di una limitazione dovuta al rischio di escalation del confronto con Mosca ma allo scarso numero di tali armi che gli USA possono cedere a Kiev e che il Pentagono vorrebbe venissero impiegati per colpire obiettivi in Crimea e soprattutto il ponte di Crimea. Mosca ha reso noto ieri di aver abbattuto ben 12 missili ATACMS lanciati contro il ponte che unisce la Crimea alla Penisola di Kerch.
Sempre nella regione di confine di Sumy, un missile balistico Iskander-M ha distrutto ieri, secondo quanto riferito da Mosca, un sistema mobile di difesa aerea IRIS-T di costruzione tedesca. Si tratterebbe del settimo lanciatore di missili terra -aria ucraino distrutto dopo i tre Patriot e altrettanti BUK individuati dai droni da sorveglianza russi. Ieri il ministero della Difesa russo ha mostrato il video di un altro Iskander M che ha distrutto altri 2 lanciatori di Patriot insieme al veicolo radar AN/MPQ-65 radar nei pr4ssi di Lyubimovka, nella regione di Dnepropetrovsk.
A suggerire che a Kursk gli ucraini intendano porsi sulla difensiva sembra contribuire anche la notizia, diffusa dal portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che le truppe ucraine hanno distrutto un ponte sul fiume Seim nel distretto di Glushkovsky, nella regione di Kursk, con razzi lanciati dai semoventi HIMARS di fabbricazione statunitense.
Secondo l’’agenzia di stampa statale TASS la distruzione del ponte ostacolerebbe l’evacuazione, disposta dalle autorità regionali russe, dei 18 mila residenti del distretto di Glushkovsky, a 10 chilometri dal confine, ma l’obiettivo ucraino potrebbe essere di ostacolare l’afflusso di truppe russe.
Mosca sta inviando rinforzi anche nella regione russa di confine di Belgorod, già in passato oggetto di incursioni e bombardamenti ucraini e che, secondo quanto rivelato da fonti ucraine al Washington Post. è stata oggetto nello scorse ore di un attacco ucraino condotto lungo il confine da centinaia di militari con decine di blindati respinto con forti perdite dalla “resistenza accanita” dei militari russi.
Lo ha annunciato il 15 agosto il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, spiegando che è stato messo a punto un maggior coordinamento del sistema di comando e controllo delle forze militari e di sicurezza.
Le autorità russe hanno annunciato che dal 19 agosto evacueranno e bloccheranno l’accesso a cinque villaggi situati molto vicino al confine ucraino nella regione di Belgorod, confinante con quella di Kursk. “Dal 19 agosto bloccheremo l’accesso a cinque località, evacueremo i residenti e aiuteremo a spostare le merci”, ha spiegato su Telegram il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, precisando che anche l’accesso a un sesto villaggio sarà “temporaneamente” vietato.
Circa le ragioni dell’attacco ucraino alla regione, di Kursk va rilevato quanto scritto oggi dal Washington Post. Ucraina e Russia avrebbero dovuto inviare delegazioni a Doha verso la fine di agosto per negoziare un accordo storico che fermasse gli attacchi alle infrastrutture energetiche ed elettriche da entrambe le parti, ma l’offensiva Ucraina nel Kursk ha fatto saltare questa iniziativa.
Lo hanno affermato al WP diplomatici e funzionari a conoscenza delle discussioni. La speranza era che i negoziati potessero portare a un accordo più completo per porre fine alla guerra, secondo i funzionari che hanno parlato in condizione di anonimato.
Se lungo il confine ucraino i russi rafforzano le difese passando occasionalmente al contrattacco, sui fronti ucraini le forze di Mosca avanzano con maggiore rapidità, forti di un crescente supporto aereo e d’artiglieria, rispetto alle scorse settimane soprattutto intorno ai capisaldi di Pokrovsk, Toretsk e Korakhova.
Nel settore di Pokrovsk, ove gli ucraini stanno disponendo l’evacuazione dei civili, i russi hanno conquistato diversi centri abitati negli ultimi giorni: Novotoretskoye, Novgorodskoye, Orlovka a buona parte della cittadina di di Zhuravka.
Le autorità militari ucraine hanno invitato i civili ad accelerare l’evacuazione dalla città perché l’esercito russo si sta rapidamente avvicinando. Le truppe russe “stanno avanzando a ritmo sostenuto. Ogni giorno che passa c’è sempre meno tempo per raccogliere gli effetti personali e partire verso regioni più sicure”, recita un comunicato. Truppe russe sono ormai a ridosso del perimetro urbano di Toretsk dopo aver preso possesso del sobborgo di Zheleznoye.
Immagini: TASS, ISW, Ministero Difesa Russo e Ministero Difesa Ucraino
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