Fentanyl: droga letale e minaccia per la sicurezza nazionale

  

Il Fentanyl è la droga che costituisce la minaccia più letale per la nostra nazione.

(Anne Milgram, direttore della D.E.A.)

 

Negli anni Settanta dalle piantagioni di papavero da oppio, nel famoso Triangolo d’Oro, l’eroina si diffuse un po’ ovunque. La zona di produzione del ‘Triangolo’ situata tra il nord della Thailandia, nord-ovest Laos ed est Birmania/Myanmar si guadagnò, a partire da quegli anni, una temibile fama.

Nei decenni successivi all’eroina si è affiancata la cocaina, con il boom della produzione di pasta di coca, estratte dalle vaste piantagioni di foglie di coca, provenienti soprattutto dalla Colombia. In tempi più recenti l’arrivo dei tecnici di chimica ha consentito la comparsa delle droghe sintetizzate in laboratorio: sui mercati illegali degli stupefacenti sono comparse le metanfetamine, nota anche come ‘meth’.

Questi nuovi stupefacenti hanno ‘convissuto’ con l’eroina e la cocaina sui mercati illeciti, con la prevalenza prima della cocaina poi della meth, guadagnando sempre più spazio, tuttavia nessuna nuova droga aveva dato inizio allo spiazzamento delle altre presenti fino all’arrivo del devastante oppioide illegale: il Fentanyl. Il nuovo fenomeno in evoluzione mostra questa tendenza molto marcata: l’arrivo del micidiale Fentanyl, negli Stati Uniti in particolare, sta mettendo in un angolo eroina e cocaina, le droghe estratte dalle piante.

Una sorta di migrazione (ancor più letale) verso droghe che accelerano l’assuefazione e sono facilissimi da collocare, vendere, piazzare. Difatti dal punto di vista degli effetti la durata è di circa due ore, il che porta ad una richiesta di maggior assunzione, creando quindi le condizioni per essere colpiti da overdose.

Il Fentanyl è una droga con altissimo tasso di letalità, è oltre cinquanta volte più potente dell’eroina e questo oppioide sintetico viene prodotto e venduto negli Stati Uniti e Canada dai cartelli messicani di Sinaloa e Jalisco Nuova Generazione. Questo oppioide era stato creato in laboratorio per strettissime esigenze in ambito sanitario ma, come si dice,  “il genio del male” è poi saltato fuori dalla lampada e non può più essere rimesso dentro.

Tra le molte caratteristiche peculiari del Fentanyl vi è la maggiore facilità nella produzione associata a costi nettamente ridotti: un chilogrammo di eroina costa 6mila dollari, mentre produrne la stessa quantità di Fentanyl appena 200 dollari.

Impiantare laboratori impegna molto meno materiali e personale. Inoltre permette di allestire “cucine” per la sua produzione anche mono-cuoco, così come già avviene con le metanfetamine. Ogni ‘cuoco’ riceve una retribuzione sui 2.500 dollari a settimana e tutte queste cucine-laboratorio sono facili da re-impiantare ex-novo, in caso di sequestri da parte delle forze dell’ordine. Queste caratteristiche permettono alle organizzazioni criminali transnazionali, tra i quali i cartelli messicani, una flessibilità senza precedenti, il che rende ancor più complicato il contrasto da parte delle unità anti-droga e delle forze di polizia.

 

Le due fasi temporali della crisi degli oppioidi

Negli Stati Uniti nell’ultimo decennio è scoppiata quella che è stata denominata come la crisi degli oppioidi, che si può riassumere con i dati più recenti pubblicati dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention).

Nel 2022 i decessi per overdose sono stati pari a 111.029 morti, nel 2023 sono stati 107.543.  Si è valutato che nel 2022 il Fentanyl è stato individuato come causa del 70% decessi e circa la stessa percentuale è stata calcolata per il 2023.

Il primo periodo dal 2015 al 2019 è una fase come dire ‘anarchica’ la droga viene venduta tramite social networks, tramite acquisti via Internet, per mezzo di portali e-commerce cinesi che mascheravano la composizione chimica del Fentanyl per aggirare i controlli, tramite il ‘dark web’ la zona dei traffici illegali della Rete Internet. Il Fentanyl era stato “avvistato” negli Stati Uniti molti anni prima ma in modo del tutto sporadico, come accaduto nel 2005 in alcune città del MidWest.

Dal 2017 in poi esplode il problema e gli Stati Uniti iniziano a esercitare forti pressioni su Pechino affinchè prenda dei provvedimenti, cosa che viene fatta nel 2019 dalle autorità cinesi attuando un piano di divieto totale di vendita di precursori necessari alla produzione del Fentanyl e come riportò il GOA (Government Accountability Office) i sequestri di questa droga negli States si ridusse nettamente.

La seconda fase vede entrare sul mercato di questo oppioide sintetico gli spietati cartelli messicani che avevano da qualche anno fiutato il nuovo business e spingono a tal punto nella produzione di Fentanyl che dal 2017 ad oggi si va delineando uno spiazzamento rispetto ad altre droghe.

 

Lo spiazzamento sulle coltivazioni di oppio

Le droghe sintetiche, in particolare dal 2017, vanno a prendersi enormi fette di mercato a nord del confine Messico-USA a scapito dell’eroina e questo impatto non si è fermato solo alla vendita e acquisto delle dosi ma si sta ripercuotendo lungo la catena produttiva, fino alle piantagioni di oppio, come evidenziato da recentissimi reportage sia del New York Times sia di un reporter specializzato come Ioan Grillo, le conclusioni sono le stesse: il Fentanyl sta mettendo fuori mercato enormi campi di papavero da oppio, in Messico e Guatemala, il cui prezzo all’ingrosso è quindi crollato.

Ne sono consci i coltivatori di papaveri messicani e guatemaltechi. Il reporter Ioan Grillo, nel suo blog Crashout, riporta l’intervista ad un coltivatore di papaveri da oppio, nello stato messicano del Guerrero: “nel 2010 questo agricoltore guadagnava sui duemila dollari per ogni chilogrammo di pasta di oppio grezzo. Ad oggi si ritiene fortunato se ne ricava 250 di dollari”.

Ma vi sono anche degli accenni di effetti positivi. Segue Grillo:” questa crisi comporta l’allentamento del ‘vincolo’ tra villaggi di agricoltori e cartelli, le popolazioni vanno cercando delle alternative ai papaveri, si rallentano le incursioni con i prodotti erbicidi da parte dell’esercito e quindi si avrà una riduzione di meno danni all’ambiente”.

Un cambiamento epocale davvero, in zone del Messico dove i papaveri da oppio presero avvio dopo l’arrivo degli immigrati cinesi, impiegati nelle miniere e ferrovie, a partire dal 1910 e dove, scrive Grillo: “la prima indagine da parte statunitense sul traffico di oppio dal Messico agli Stati Uniti risale al 1916. Un mercato fiorentissimo per i cartelli questo dell’eroina in particolare tra il 2000 e il 2010, con un boom produttivo nel 2017, anno in cui i decessi per eroina raggiunsero i 15mila morti negli Stati Uniti”.

Stesso fenomeno del crollo della produzione di eroina si è verificato dall’altra parte del confine: ”nel 2021 si è avuto il primo sequestro di dosi di Fentanyl in misura maggiore rispetto all’eroina, la polizia di frontiera americana ha evidenziato tra il 2021 e il 2024 un crollo dell’85% dei sequestri di eroina e parimenti una esplosione record di quelli di Fentanyl.”

Inoltre sottolinea Ioan Grillo la grande capacità di adattamento nel mercato degli stupefacenti ed alle norme di legge statunitensi ed ai trend che lì emergono. “I gruppi criminali dopo il crollo mercato della cannabis hanno virato sulla cocaina diventando gli spedizionieri dei cartelli colombiani, poi quando le autorità statunitensi hanno stroncato il traffico di meth delle bande di bikers, i cartelli hanno colto la nuova opportunità allestendo centinaia di laboratori di meth.

E dal 2010 hanno investito sul papavero da oppio per accedere al mercato dell’eroina e da pochi anni è la produzione di Fentanyl la nuova opportunità illegale che sta apportando milioni di dollari nelle casse dei cartelli.

 

Il coinvolgimento delle aziende cinesi e indiane

I precursori chimici per produrre gli oppioidi sintetici, tra cui il Fentanyl vengono acquistati dalle industrie chimiche cinesi e in misura minore indiane, per il tramite di una miriade di operatori legali, a volte a loro insaputa oppure conniventi.

Un numero consistente di industrie chimiche di questi due paesi riforniscono i due cartelli messicani di Sinaloa e Jalisco, i quali rappresentano i due più grossi produttori e trafficanti di Fentanyl a livello mondiale.

I cartelli, inoltre, mascherano abilmente tutti questi acquisti, secondo le inchieste del think tank Insight Crime, della D.E.A. (Drug Enforcement Agency), della UNODOC (United Nations Office on Drugs and Crime) per mezzo di più intermediari, una catena logistica pertanto astutamente ‘allungata’ e resa complicata al fine di dissimularne le tracce. In particolare Insight Crime ha condotto una lunga indagine (durata ben due anni) individuando, tra l’altro, almeno 188 aziende chimiche cinesi che producono e commerciano precursori, aziende chimiche concentrare per il 63% in due province quelle di Hebei e Hubei, due realtà che nella Repubblica Popolare Cinese sono nel gruppo delle 12-13 province che si distinguono per il reddito pro-capite più alto.

E’ un mercato che funziona molto bene, lavora tantissimo, nonostante l’intervento delle autorità cinesi, per vietare drasticamente la vendita di precursori. Tuttavia siamo in una grande ‘zona grigia’, come scrivono gli analisti di Insight Crime nelle conclusioni della loro inchiesta.

Un panorama mutevole e complicato con cui confrontarsi, essendo imprese che producono alti fatturati, impiegano migliaia di persone, pagano importi rilevanti di tasse locali e statali, dunque interessi forti e solidi, difficili da scardinare davvero a fondo.

E dove vi sono stati anche repentini cambi di attività, l’indagine ha rivelato aziende che prima producevano alimenti e poi successivamente si è scoperto che sono parte attiva del mercato di precursori chimici. I precursori chimici arrivano in Centro America con diversi percorsi, la maggior parte via nave ma anche per mezzo dei normalissimi corrieri internazionali, essendo molti componenti dei prodotti di uso comune nel settore chimico non serve certo nasconderli, come si fa con i carichi di cocaina ed eroina.

Dalle spedizioni per mezzo delle abituali portacontainer, discende la furibonda lotta tra cartelli per controllare i porti messicani che si affacciano sull’Oceano Pacifico. Anche il settore delle imprese chimiche dell’India è coinvolto nella vendita dei precursori.

In misura molto inferiore rispetto ai cinesi, ma lo è. Viene considerato dalle autorità statunitensi e dalle indagini di organi indipendenti   un settore meno sviluppato nella produzione rispetto ai cinesi. Tuttavia nel 2020 un report, declassificato, della DEA indicava l’India come: “il fornitore emergente per la produzione di precursori per il Fentanyl”.

Quello dell’India appare agli analisti un mercato più trasparente, che fornisce più informazioni di quello cinese ma che ha i suoi grossi punti deboli nelle catene logistiche, ed è a queste che si sono ‘agganciati’ i cartelli messicani così da poter sfruttare nel tempo anche questo enorme bacino  industriale: secondo i dati dell’India Brand Equity Foundation, sono attive 13mila imprese farmaceutiche mentre il settore chimico è formato da 11mila aziende.

 

Sinaloa e Jalisco: i principali produttori e trafficanti di Fentanyl

Il ciclone Fentanyl si è diffuso nel Nord America, partendo dalle ‘cucine’ messicane e successivamente guatelmateche. Sono principalmente due i cartelli che producono e vendono il Fentanyl. Bypassando i controlli in Cina i precursori chimici arrivano o a depositi centralizzati o presso i laboratori di Fentanyl. I cartelli a quanto risulta si ‘schermano’ con questa miriade di laboratori di precursori che poi rivendono a loro e ad altri cartelli minori il prodotto finito.

Il Cartello di Sinaloa/Pacifico alla cui direzione troviamo i cosiddetti Chapitos, ovvero i quattro figli del famigerato boss Joaquín “El Chapo” Guzmán, dal 2011 sono entrati su questo mercato, producendo in maniera massiccia. Lo scorso anno la situazione era divenuta così grave che vi è stato intervento congiunto delle autorità messicane e statunitensi per bloccarne la produzione.

Apparentemente la mano pesante è servita, con lo stop al Fentanyl e la distruzione, documentata e pubblicizzata, di decine di laboratori e con il divieto di produrlo in Baja California, Baja California Sur, Sonora e Culiacán.

Ma gli Chapitos hanno in realtà proseguito le produzioni impiegando entità a loro affiliate, tanti piccoli laboratori attirati dalla remunerazione di questa droga illegale, cifra che si aggira tra i 900 e 1.200 dollari a chilogrammo.

In particolare il cartello di Sinaloa si è infiltrato molto nel sud della California, piazzando meth e Fentanyl, riciclando in tutti i modi possibili il denaro così ricavato e utilizzando queste plazas californiane come base logistica per spedire la droga nel resto degli Stati Uniti e in Canada.

L’altro grande e spietato cartello rivale di Sinaloa è quello di Jalisco, il famigerato cartello dalle ‘4 lettere’, il Cartel Jalisco Nueva Generaciòn (CJNG), che si è lanciato anche su questo nuovo redditizio business. Come riporta l’accurato recentissimo lavoro di Chris Dalby, dedicato tutto al CJNG, i boss di questo cartello videro le potenzialità delle metanfetamine fin dal 2011 prendendo contatto con aziende cinesi, in seguito è comparsa l’opportunità di occuparsi anche del Fentanyl.

I vantaggi del Fentanyl sono molti, dato che la cocaina non viene prodotta in Messico e che cannabis e oppio pretendono tanto terreno, molta acqua, un numero cospicuo di personale e sono soggetti ai raid delle forze dell’ordine. Dalby ben evidenzia la ‘svolta’ dovuta alle droghe sintetiche sia per Sinaloa che per Jalisco:” con il grosso della produzione del Fentanyl  localizzato in alcuni stati del nord del Messico, con gli elementi base che arrivano nei porti messicani dalla Cina, vengono lavorati nei laboratori clandestini e poi spediti negli Stati Uniti e Canada, sia in forma pura (in pillole) sia mixato con droghe come eroina ed acido lisergico (LSD).

Le pillole di Fentanyl sono doppiamente (purtroppo) efficaci, sia come droghe sia per l’enorme facilità nel trasporto.” Le microdosi di Fentanyl agevolano grandemente lo smercio, occupa molto meno spazio rispetto alle droghe tradizionali e permette quindi l’occultamento più facile ai cosiddetti ‘muli e mule’ cioè alle persone che fisicamente le trasportano.

Occultamento reso più facile anche con i sistemi tradizionali, nascosto in frutta di grandi dimensioni (angurie, ananas), ma anche avocados, banane, oppure impiegando lo scatolame del pesce. La collaborazione sul campo tra Messico e Stati Uniti ha condotto all’estradizione di Francisco Pulido Coracero ‘Don Puli’ da parte delle autorità messicane. Un personaggio di calibro rilevante facente parte del network di fornitura di precursori chimici e di altre sostanze chimiche allestito dagli Algredo, una potentissima rete di broker di sostanze chimiche che tra i suoi clienti vede il cartello CJNG e altri gruppi minori operanti nello stato del Michoacán.

 

Gli Stati Uniti tentano di arginare il ciclone fentanyl

Per Anne Milgram (nella foto sotto), direttore della D.E.A. “il Fentanyl è la droga che costituisce è la minaccia più letale per la nostra nazione.” L’allarme era stato lanciato da diversi anni. Nel solo 2015 i 33mila decessi causati da overdose di Fentanyl. Per esempio nel New Hampshire morirono per overdose 351 persone, le autorità sanitarie imputarono al Fentanyl la causa del decesso per 253 persone.

Tuttavia è solo dal 2017 in avanti che gli Stati Uniti prendono atto del gravissimo problema, difatti dapprima ci si era concentrati sui tantissimi decessi causati dall’eroina e sulle reti di trafficanti che vi erano dietro. I primi grandi sequestri risalgono al 2018. Le autorità messicane bloccarono 362 chilogrammi di Fentanyl nel 2018 e 206 chilogrammi nel 2019, dal canto loro negli Stati Uniti il 2018 si chiudeva con il numero da capogiro: 2,5 tonnellate di Fentanyl sequestrato.

E per esempio nel solo mese di gennaio 2019, a Nogales in Arizona, la polizia di frontiera scovò un carico di 115 chilogrammi di Fentanyl e 180 chilogrammi di meth. I dati più recenti sono ancora peggiori, ci raccontano di una tragedia davvero vasta, una gravissima emergenza per una super potenza come gli Stati Uniti che influisce sugli aspetti socio-sanitari, economici e di sicurezza.

Sotto l’Amministrazione di Donald Trump si stanziarono nuovi budget a beneficio delle varie agenzie federali impegnate nella questione, a sostegno dei singoli stati, del dipartimento della Sanità e del Centro per il controllo e prevenzione malattie il CDC (Centers for Disease Control and Prevention).

Inoltre a fronte dei decessi, in aumento ogni anno, per questa tragedia della dipendenza da oppioidi il presidente Trump chiese di avviare una campagna anti-oppiodi denominata: Initiative to Stop Opioid Abuse and Reduce Drug Supply and Demand. Dal punto di vista investigativo gli attori di questo dramma furono presto individuati dalle autorità statunitensi: il flusso di precursori dalla Cina e India, la vendita diretta (ma ben mascherata) del Fentanyl per mezzo di moltissimi canali, ad iniziare dai canali nel ‘dark web’ in Stati Uniti e Canada e dei social networks.

La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato avviarono richieste pressanti verso Pechino, le cui autorità decisero un drastico stop dal 1° maggio 2019 alla vendita di precursori chimici a tutte le imprese cinesi del settore chimico. Il divieto tuttavia non sortiva effetti concreti.

Dietro le quinte gli spietati e brutali capi dei cartelli di Sinaloa e Jalisco videro l’opportunità di entrare in questo nuovo business, essendo già esperti nella produzione di meth. Instaurarono nuovi contatti con la zona grigia del settore chimico cinese e poi indiano ed avviarono gli acquisti dei precursori per produrre il Fentanyl.

Dal canto suo l’azione dell’Amministrazione di Joe Biden ha proseguito nella stessa politica, rivolgendosi sia alle autorità di Pechino sia nei confronti dei due paesi confinanti agli Stati Uniti interessati dal problema. Stesse richieste erano pervenute dalla Commissione bipartisan del Congresso allestita per la crisi degli oppioidi Commission on Combating Synthetic Opioid Trafficking. In sostanza è la “Fentanyl Diplomacy” come titolato lo scorso anno la rivista Foreign Policy, per indicare tutti quei passi fatti sia dagli Stati Uniti sia dal Messico nei confronti di Pechino per chiedere uno stop alla vendita dei precursori. Con più fermezza da parte statunitense, più blanda l’azione messicana.

Nel novembre 2023 il presidente Biden ha ribadito le richieste di controllare con efficacia le imprese chimiche cinesi parlandone direttamente con il presidente cinese, Xi Jinping nel meeting APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) di San Francisco (nella foto sopra).

I cinesi chiedono però in cambio un freno all’applicazioni di sanzioni sulla questione delle violazioni dei diritti umani nello Xinjiang. Durante lo stesso meeting vi è stato l’incontro tra il presidente messicano Lopez Obrador e Xi Jinping  (nella foto sotto) ed uno dei temi discussi è stata la questione Fentanyl.

Vale la pena ricordare che in occasione della contestata, da parte di Pechino, visita di Nancy Pelosi a Taiwan dell’agosto 2022, consci del problema Fentanyl per gli Stati Uniti, i cinesi fermarono immediatamente la collaborazione nel campo del contrasto agli oppioidi.

A livello interno le autorità statunitensi si sono attivate per arginare il ciclone Fentanyl, in particolare il Dipartimento del Tesoro ha allestito un gruppo di lavoro di grandi esperti tratti dal Dipartimento stesso, battezzato: “counter-Fentanyl strike force”. Gli obiettivi sono quelli di scovare e smantellare il riciclaggio del denaro derivante dalla vendita del Fentanyl e adottare sanzioni ancora più dure per i colpevoli.

Gli uomini e le donne dei settori specializzati in intelligence finanziaria del Tesoro sono stati inviati a lavorare con le loro controparti in Messico e Canada. La stessa segretaria al Tesoro, Janet L. Yellen, nel 2023 si era recata a Città del Messico per parlare espressamente di questo piano di azione, incontrando anche i dirigenti delle più grandi banche private messicane esortandoli a perseguire con rigore il meccanismo del riciclaggio del denaro.

L’agenzia anti-droga statunitense (DEA), con le sue indagini ha fatto condannare dei cittadini cinesi coinvolti nel traffico di questa droga, è stato catturato e processato un broker messicano di precursori chimici ‘El Puli’ che, secondo Insight Crime, faceva da super-intermediario tra imprese della chimica in Cina e laboratori messicani di Fentanyl, a loro volta facenti riferimento ai gruppi criminali di Sinaloa e Jalisco.

L’approccio investigativo e giudiziario della DEA e degli organi competenti è stato oggetto di osservazioni e critiche per il fatto di concentrarsi solo sui due cartelli messicani, non è sufficiente secondo Insight Crime poiché questa vicenda è complessa, ed è costituita da un numero di attori molto più vasto, per cui non basta concentrarsi solo su una sua parte, limitando il raggiungimento di risultati molto più efficaci.

Oltre alle agenzie preposte nel contrasto ai gruppi criminali, negli ultimi due anni il Dipartimento del Tesoro è stato in prima linea in questa battaglia erogando sanzioni a danno di 250 tra persone e organizzazioni coinvolte nei traffici di droghe. In particolare il Tesoro in collaborazione con le autorità di Città del Messico ha erogato sanzioni contro 13 imprese e persone collegate al famigerato cartello CJNG (Cartel de Jalisco Nueva Generaciòn).

La questione resta difatti apertissima perché i precursori arrivano comunque nei laboratori degli affiliati dei cartelli e gli interventi delle autorità cinesi non hanno mostrato di essere la svolta auspicata. Una “diplomazia del Fentanyl” molto arrancante anche per le non buone relazioni tra Pechino e Washington e tra Città del Messico e Washington.

Il dossier migranti e la pressione sul confine USA-Messico è motivo di scontro costante e talmente importante da influire sul voto presidenziale statunitense, come abbiamo evidenziato su Analisi Difesa lo scorso marzo.

“Nell’agenda della Casa Bianca il dossier immigrazione è di estrema importanza e non a caso Blinken ha indetto un trilaterale a fine febbraio a Washington, con la segretaria per gli Affari esteri messicana, Alicia Bárcena, e il ministro degli Esteri guatemalteco, Carlos Ramiro Martínez. […] Secondo molti osservatori Obrador potrebbe cessare questa modalità collaborativa come pressione per avere risposte concrete dall’Amministrazione Biden, come già accaduto nei mesi finali del 2023.

Per questo il Messico viene visto come una sorta di “terzo partecipante” al voto delle presidenziali americane del 5 novembre prossimo.” Tutti da vedere i nuovi sviluppi tra la neo-eletta alla presidenza del Messico, Claudia Sheinbaum  (nella foto a lato) e con il futuro nuovo inquilino della Casa Bianca.

Sul fronte delle vittime del Fentanyl  si registrano segnali di una prima inversione di tendenza secondo quanto pubblicato a maggio dal CDC: “Dopo 5 anni di costante aumento di morti vi è una prima riduzione dei decessi, pur in presenza di numeri elevatissimi.”

La situazione è ‘a macchia di leopardo’, per esempio quattro stati (Indiana, Kansas, Nebraska e Maine) hanno visto una riduzione dei decessi, consistente, di oltre il 15%. I progressi positivi sono attribuiti alla ”distribuzione del naxolone che arresta le overdosi, essendo un ‘antagonista’ dell’oppiode, e la fornitura di strisce test per controllare se la droga contenga o meno il Fentanyl.”

Il sito della DEA rivela che quest’anno sono state sequestrati 34,5 milioni di pillole di Fentanyl per un peso di 2,1 tonnellate.

Foto: DEA, Presidenza Cinese e CNN.

 

Marco LeofrigioVedi tutti gli articoli

Nato a Roma nel 1963, laurea in Scienze Politiche, si occupa da oltre dieci anni di geopolitica, strategia, guerre e conflitti, forze armate straniere, storia navale, storia contemporanea, criminalità organizzata, geo-economia. Ha scritto decine di articoli, analisi e saggi su questi argomenti. E' membro attivo della Società Italiana di Storia Militare. Dal 2011 è co-autore, con Lorenzo Striuli, di diversi articoli di storia navale sulla Rivista Marittima della Marina Militare. Collabora fin dal 2003 con Analisi Difesa.

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