Il governo di Kiev in balia dei neocon. Il Contesto intervista il direttore di AD 

 

Da giorni, l’esercito russo è impegnato nel contenimento dell’invasione ucraina dell’oblast’ di Kursk, nell’attuazione di una vasta campagna di bombardamenti missilistici contro infrastrutture a doppio uso (come centrali di produzione dell’energia, snodi logistici e aeroporti) disseminate in gran parte del territorio ucraino e nell’erosione delle linee di difesa ucraine. Basandosi su due fonti interne all’amministrazione Biden, il «New York Times» scrive che Washington e Londra «hanno fornito a Kiev immagini satellitari e altre informazioni utili all’operazione ucraina sulla regione di Kursk».

Il caposaldo ucraino di Pokrovsk è ormai entrato nel mirino delle forze armate russe, come sottolineato dal «Financial Times» che riporta lo sfogo di un soldato ucraino inquadrato nella 93a brigata meccanizzata che ha combattuto nell’estenuante battaglia di Bakhmut. «Onestamente – ha affermato il militare – non ho mai visto niente del genere. Tutto sta cadendo a pezzi rapidamente. Pokrovsk cadrà molto più velocemente di Bakhmut».

Dal canto suo, Kiev ha riconosciuto le crescenti difficoltà riscontrate sul campo di battaglia, ammesso la perdita del primo F-16, lamentato la penuria di sistemi antiaerei ed esortato gli sponsor occidentali ad autorizzare l’impiego di sistemi d’arma forniti dai Paesi membri della Nato per sferrare attacchi in profondità in territorio russo. Parliamo di tutto questo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore del magazine Analisi Difesa.

Guarda il video qui sotto o a questo link.

 

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