Il mistero dell’attacco dei Kinzhal russi alla base degli F-16 ucraini

 

La notizia non è stata commentata da fonti ufficiali né a Mosca né a Kiev ne è stata ripresa da molti organi di stampa in Italia ma diversi canali Telegram e blogger militari ucraini e russi hanno rivelato informazioni su un duplice attacco missilistico effettuato il 26 e 27 settembre dalle forze russe con vettori ipersonici Kinzhal lanciati dai velivoli da combattimento Mig-31 contro la grande base aerea di Starokonstantinov, nella regione occidentale ucraina di Khmelnitsky.

L’attacco in due fasi avrebbe portato alla distruzione o al danneggiamento di aerei F-16 e Su-24 e di missili Storm Shadow.

L’aeroporto che un tempo ospitava i bombardieri sovietici, dispone di shelter corazzati per ricoverare aerei e armamenti ed è stato già in passato più volte presa di mira dai raid missilistici russi poiché ospita i velivoli Sukhoi Su-24M sui quali tecnici ucraini ed europei hanno integrato i missili da crociera Storm Shadow e SCALP EG forniti da Gran Bretagna, Francia e (forse) Italia.

Diverse fonti riferiscono che in questo aeroporto sono ancora basati i pochi Su-24M/MR ucraini ancora operativi (dei 23 velivoli in servizio a inizio guerra almeno una dozzina sarebbero stati abbattuti o distrutti al suolo dai russi in oltre due anni di guerra) e l’ampia area logistica viene utilizzata come deposito per i missili Storm Shadow e Scalp EG.

Le difficoltà a reperire sul mercato internazionale altri Su-24 potrebbe aver ridotto ulteriormente il numero di velivoli ucraini di questo tipo in grado di volare a causa della carenza di pezzi di ricambio.

La base aerea di Starokonstantinov era indicata come una delle possibili “case” anche degli F-16, da poco entrati in servizio nelle forze aeree di Kiev con i primi sei esemplari (uno perduto per cause mai chiarite) e di cui non era chiaro da quale aeroporto operassero.

La ricognizione e l’intelligence russi hanno cercato a lungo indizi circa l’aeroporto che ospitava i primi velivoli da combattimento occidentali operativi con l’Aeronautica Ucraina al punto che era stato ipotizzato il loro impiego da una base situata in una nazione aderente alla NATO.

Secondo il giornalista ucraino dissidente Anatoly Shariy la presenza di shelter corazzati ha indotto Kiev a basare qui gli F-16 per meglio proteggerli dai bombardamenti russi che hanno devastato molti aeroporti militari ucraini costringendo l’aeronautica ucraina a disperdere i velivoli e utilizzare anche tratti autostradali per il decollo e l’atterraggio.

Come ha sottolineato il canale Voevoda Broadcasting, i Kinzhal hanno un costo molto elevato, dunque la ricognizione avrà chiaramente identificato un bersaglio importante. L’impiego dei missili ipersonici in entrambe le fasi dell’attacco russo sarebbe legato proprio all’esigenza russa di colpire rapidamente e con certezza (arduo intercettare i velocissimi Kinzhal) la base aerea nel momento in cui i velivoli erano all’esterno degli hangar corazzati in attesa di decollo o dopo l’atterraggio.

Shariy ha riferito che nell’attacco sono stati distrutti 4 F-16 durante questo attacco, altre fonti parlano di 2 Kinzhal che hanno provocato la distruzione di due F-16 e un Su-24, più almeno 15 missili Storm Shadow e SCALP. Il canale Voevoda Broadcasting osserva che 4 Kinzhal hanno un costo molto elevato, dunque la ricognizione avrà chiaramente identificato un bersaglio importante.

Un altro canale russo, L’Informatore Militare, riferisce di un attacco diretto ai ricoveri corazzati, e di due F-16 distrutti sul piazzale in fase di decollo.

Nei due attacchi sarebbero stati colpiti anche tecnici e militari occidentali: secondo il canale Telegram Кран si tratterebbe di 9 militari dell’aeronautica (6 statunitensi e 3 francesi) incaricati dei collegamenti con i velivoli radar AWACS della NATO e addetti ai missili SCALP mentre altri 7 britannici e 6 olandesi con compiti addestrativi sarebbero rimasti gravemente feriti. Questi ultimi sarebbero stati evacuasti da aerei ambulanza giunti in Polonia a ridosso del confine ucraino.

Nonostante siano circolati così tanti dettagli il ministero della Difesa russo non ha mai commentato le notizie circa l’attacco alla base di Starokonstantinov mentre un articolo del Kyiv Post ricorda che le indiscrezioni circa il raid missilistico russo sono state diffuse il 26 settembre anche dal sito di notizie Vzglyad che affermava che almeno due aerei da caccia F-16 ucraini erano stati colpiti da missili ad alta velocità Kh-47M2 Kinzhal lanciati da 4 Mikoyan MiG-31K russi, affermando però che non vi errano conferme in proposito.

Anche la Rossiyskaya Gazeta ha riferito di “un’imboscata a 2 F-16 durante il tentativo di decollo” mentre il sito web di temi militari russi “Top War” ha riferito che verso le 10:00 ora di Mosca c’era un’allerta aerea in tutta l’Ucraina a causa del decollo di quattro MiG-31K russi che trasportavano Kinzhal affermando che in seguito all’ attacco all’aeroporto di Starokostyantyniv c’era stato un grande incendio con una colonna di fumo visibile per diversi chilometri.

Il canale Telegram filo-russo Voenno Delo ha riferito che i caccia F-16 donati dai Paesi Bassi sono stati colpiti all’interno degli hangar corazzati dopo un ritardo durante la preparazione al decollo rilevando anche la presenza di bombardieri tattici Su-24.

Il canale Telegram russo Fighter Bomber, specializzato in temi aeronautici,  nega di avere informazioni a riguardo, aggiungendo che in assenza di droni russi da osservazione in loco, la valutazione danni può arrivare solo da fonti ucraine.

Lo stesso canale ha citato il post su Facebook attribuito alla moglie di Steve Parker, un militare statunitense ucciso a Starokostyantyniv.

“STEVEN È MORTO. Mio marito è morto. La fottuta Russia e la fottuta Ucraina!! È morto a causa di tutta questa stronzata del programma per istruttori stranieri. Non so perché abbia acconsentito… Non è tornato a casa per mesi. E ora se n’è andato. E non capisco COME faranno a riportare mio marito da quel fottuto Starokostyantyniv?? E chi riporterà il resto degli uomini morti alle loro famiglie qui?? Qualcuno è arrabbiato per questi cinque fottuti F-16. Siete dei fottuti idioti. Basta. La nostra gente sta morendo chissà dove e per cosa?”

In realtà però l’account della signora Parker sembra non esistere anche se pare confermato che Steve Psrer sia veramente in militare dell’USAF.

Il Kyiv Post sottolinea due aspetti circa questa vicenda. Il primo è che rapporto giornaliero del Ministero della Difesa russo del 26 settembre non ha menzionato un attacco a quella base aerea.

Il secondo è che il Centro ucraino per contrastare la disinformazione (CCD) ha categoricamente negato i resoconti russi affermando che erano “falsi” e che miravano a manipolare l’opinione pubblica e creavano una finzione volta a rafforzare la narrazione sull'”inefficienza” degli aerei occidentali.

L’aeroporto di Starokostyantyniv, ha subito diversi attacchi, il più pesante dei quali in estate effettuati con missili da crociera Kh-101 e droni Shahed in cui i russi hanno affermato di aver distrutto diversi Su-24 mentre Kiev ha negato. In ogni caso la presenza o meno a breve termine degli F-16 nei cieli ucraini ci dirà se un attacco russo alla base aerea vi è realmente stato e se ha conseguito qualche successo.

Del resto l’Ucraina non ha neppure confermato che in quella base siano stati dislocati gli F-16 né si può immaginare che renda nota tale informazione in futuro quando è atteso l’arrivo di nuovi F-16 con piloti addestrati.

@GianandreaGaian

Foto: Aeronautica Ucraina, Presidenza Ucraina e Telegram

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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