In consegna all’Ucraina la batteria italiana da difesa aerea SAMP/T
Dovrebbe venire consegnata in queste ore all’Ucraina la nuova batteria missilistica di difesa aerea SAMP/T fornita dall’Italia che sarà operativa già dai prossimi giorni come avevano riferito il 26 settembre all’agenzia ANSA fonti della Difesa, secondo cui una parte del sistema stava al momento transitando in Polonia.
Si tratta della seconda batteria di SAMP/T fornita dall’Italia anche se la prima era stata consegnata a Kiev congiuntamente con la Francia e sarebbe stata distrutta da missili russi nella regione di Kherson.
La nuova batteria destinata all’Ucraina avrebbe quindi raggiunto la base aerea e logistica polacca di Rezszow, hub che raccoglie la quasi totalità delle armi e munizioni che le nazioni della NATO forniscono a Kiev. Si tratta del sistema SAMP/T schierato a lungo dall’Esercito Italiano in Kuwait a protezione del dispositivo arereo dell’Aeronautica Militare assegnato per anni alla Coalizione anti-ISIS (Operazione Inherent Resolve).
L’invio della batteria, previsto nel nono pacchetto di aiuti militari italiani, ha richiesto diverse settimane necessarie per la manutenzione, messa a punto, reperimento di pezzi di ricambio e aggiornamenti degli apparati elettronici. Dell’invio della seco da batteria di SAMP/T all’Ucraina si è discusso a lungo in Italia non senza qualche polemica ma l’aspetto più curioso è che ne abbiano parlato apertamente ministri dell’attuale governo (soprattutto Antonio Tajani e Guido Crosetto) che non ha mai abrogato il segreto sulle forniture militari all’Ucraina varato dall’esecutivo Draghi che prevede che i dettagli in proposito vengano forniti solo ai membri del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) che sono tenuti alla riservatezza.
Come noto l’Italia sta acquisendo nuovi sistemi SAMP/T con cui equipaggiare Esercito e Aeronautica, Il ministro Crosetto ha annunciato che il governo ha ordinato dieci sistemi di questo tipo di nuova generazione e si stanno migliorando i missili antibalistici Aster.
Interessante anche notare che il lancio dell’agenzia ANSA del 26 settembre rilevava che “lo scorso aprile l’Italia aveva già fornito a Kiev anche i missili da crociera Storm Shadow/Scalp che possono colpire ad una distanza di 500 chilometri, potenzialmente anche obiettivi in Russia dunque. Ma secondo il caveat, come più volte sottolineato dai ministri italiani, le armi cedute non possono essere usate sul suolo russo”.
In realtà fu l’allora ministro della Difesa britannico Grant Shapps ad affermare che anche l’Italia aveva fornito missili Storm Shadow all’Ucraina ma da Roma non sono mai giunte né mentite né conferme in proposito. In ogni caso al momento nessuna nazione che ha fornito armi a raggio esteso, neppure Stati Uniti e Gran Bretagna, ne hanno autorizzato l’impiego da parte ucraina sul suolo russo.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.