L’intesa russo-iraniana sul gas cela i futuri approvvigionamenti di Mosca all’India?

 

Secondo quanto dichiarato il 17 luglio scorso dall’allora Ministro del Petrolio iraniano, Javad Ouji, Iran e Federazione Russa hanno raggiunto un accordo per la fornitura di gas naturale[1].

Più precisamente, il Memorandum d’Intesa[2] firmato il 26 giugno trascorso alla presenza di Mohammad Mokhber, al tempo capo dell’esecutivo iraniano ad interim[3], prevede che la Gazprom fornisca 300 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno alla National Iranian Gas Company (NIGC), nell’ambito di un accordo trentennale dal valore commerciale stimato tra i 10-20 miliardi di dollari l’anno[4].

“Un grande volume di gas naturale russo sarà fornito all’Iran per il consumo interno e per i paesi vicini, mentre la Russia sosterrà i costi di costruzione del gasdotto – da nord a sud, attraverso la Repubblica Islamica” – ha affermato Ouji, “sottolineando l’importanza storica senza precedenti dell’accordo”[5].

Attualmente, grazie a 23 impianti, l’Iran estrae all’incirca 800-850 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno, che vengono quasi totalmente utilizzati per il consumo interno se si esclude l’export verso Turchia e Iraq, oltre ad un accordo swap con Azerbaijan e Turkmenistan finalizzato nel 2021 e rinnovato l’anno trascorso[6]. Tuttavia, il recente calo di produzione di gas nel giacimento di South Pars, che copre quasi l’80% della produzione nazionale dell’Iran, ha spinto il paese ad intraprendere un programma di investimenti pari a 70 miliardi di dollari[7].

Il progetto del gasdotto off-shore Iran-Oman. Fonte: Georgia Today

L’ex ministro Ouji ha infine definito il documento “un capolavoro di diplomazia energetica che può porre le basi per una rivoluzione economica e garantire la sicurezza energetica della regione con l’aiuto dell’Iran”, il cui esplicito fine è diventare hub gasiero regionale[8].

Diversi gli interrogativi, così come le prospettive, che si celano attorno al progetto.

In primo luogo, in base a quanto dichiarato da Sergey Kaufman[9], analista del Finam Financial Group, il 18 luglio scorso, le forniture di 300 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno – equivalenti alla ragguardevole cifra di quasi 109 Gm3 annui – sono estremamente dubbie.

“A mio parere, ha precisato Kaufman, la realizzazione del progetto – così come descritto – è altamente improbabile. Il prezzo di circa 100 dollari per 1.000 metri cubi di gas naturale non permetterà di pagare la costruzione di nuove infrastrutture, soprattutto così costose come un gasdotto lungo il fondale del Mar Caspio”.

Di fatto, tale prezzo è inferiore a quello a cui – oggi – Gazprom vende il proprio “oro blu” ai paesi della CSI (ad esempio, la Bielorussia).

In secondo luogo, tenuto conto che Federazione Russa e Iran non confinano, bensì sono separate a ovest dall’Azerbaijan e a est da Kazakhstan e Turkmenistan, il gas naturale dovrà quasi necessariamente scorrere attraverso il Mar Caspio grazie alla costruzione di nuovi gasdotti offshore (sul mare).

A tal riguardo, l’esito estremamente positivo del summit Aliyev-Putin del 17-18 agosto scorso non esclude a priori la possibilità che la Federazione Russa crei un collegamento intermedio on-shore (sulla terra ferma) con l’Azerbaijan nel prossimo futuro, evitando di utilizzare, in parte o in toto, il Mar Caspio, con evidenti riduzioni di tempi e costi di trasporto[10].

Lo scorso 19 agosto, inoltre, Gazprom e SOCAR (la compagnia energetica di Stato azera) hanno concordano di “espandere la propria partnership strategica”, ha dichiarato il presidente del Comitato direttivo della Gazprom, Alexei Miller, durante la visita di Stato del Presidente russo, Vladimir Putin, in Azerbaijan.

Miller ha osservato che “l’interazione di partnership reciprocamente vantaggiosa tra Gazprom e SOCAR si sta sviluppando in modo dinamico. In particolare, stiamo parlando del progetto Nord-Sud e della firma di un programma di cooperazione scientifica e tecnica globale nel settembre di quest’anno[11].

La terza osservazione mossa da Kaufman ha carattere più generale: “è difficile dire perché l’Iran abbia bisogno di un così grande volume aggiuntivo di gas naturale”.

Effettivamente, sia l’andamento dei consumi della Repubblica Islamica, sia quello dei paesi limitrofi, non giustifica l’ammontare delle cifre riportate dall’ex Ministro. A meno che l’obiettivo finale (e celato) del Memorandum non sia quello di fare giungere il gas naturale russo ben oltre l’Iran, sfruttandone il transito.

Non a caso, il 17 agosto trascorso, ad Astrakhan, l’ambasciatore iraniano in Russia, Kazem Jalali, ha sostenuto “che ci sono già cinque giacimenti [in Iran] in cui la Federazione Russa ha investito e sta lavorando. Per quanto riguarda il gas naturale, posso dire che ci sono due giacimenti nel sud dell’Iran e siamo molto interessati a lavorare con la Federazione Russa”, precisando che “siamo pronti a far passare il gas russo attraverso l’Iran”[12].

L’impressione è che le parole del diplomatico persiano prima e del capo della Gazprom dopo abbiano riportato alla luce il progetto avanzato dalla major russa quasi un decennio or sono, frattanto momentaneamente accantonato per non meglio precisati motivi, concernete la costruzione di una serie di gasdotti off-shore/on-shore, nonché di impianti LNG, al fine di trasportare il gas naturale russo sino all’India, attraverso l’Iran e l’Oman[13], senza escludere a priori il coinvolgimento dello stesso Pakistan[14].

Il progetto del gasdotto off-shore Iran-Oman-India. Fonte: Georgia Today. Fonte: Tasnimnews.com

E’ importante evidenziare che il Memorandum d’Intesa russo-iraniano sul gas naturale si inserisce nell’ambito dell’International North-South Transport Corridor (corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud)[15], lungo 7.200 chilometri, che collega l’Europa con il Golfo e l’Oceano Indiano, attraverso la Federazione Russa, la Transcaucasica e l’Asia centrale.

In base a quanto riportato da Nikkei[16] il 29 luglio trascorso, quest’ultimo, pur non essendo ancora pienamente operativo, sta già cambiando gli standard delle relazioni commerciali in Eurasia.

In particolare, oltre ai rapporti tra Mosca e Teheran, ciò vale per anche per le relazioni tra Mosca e Nuova Delhi, che prima erano strettamente limitate a questioni diplomatiche o di difesa.

Nel 2023, precisa Nikkei, le esportazioni indiane verso la Russia sono salite a 4,26 miliardi di dollari, mentre le importazioni, soprattutto di petrolio e prodotti petroliferi, sono state pari a 61,43 miliardi di dollari, con un forte vantaggio per Mosca. Nel complesso, il fatturato commerciale è tuttavia aumentato del 33% rispetto ai 49,36 miliardi di dollari dell’anno precedente. Nonostante le legittime preoccupazioni indiane, riguardanti il forte squilibrio esistente negli scambi tra i due paesi, nonché la ricerca di un meccanismo di pagamento efficace per le transazioni, che permetta l’utilizzo di rupia e rublo al posto del dollaro al fine di by-passare le sanzioni economiche occidentali alla Russia, l’obiettivo commerciale dei 100 miliardi di dollari che Mosca e Nuova Deli si sono date non sembra essere un miraggio.

Grafico 3. Il progetto del corridoio multimodale “Nord-Sud” Fonte: Pagine Esteri

Il 18 luglio scorso, in risposta alla domanda di un giornalista sull’incontro tra il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e il Primo Ministro dell’India, Narendra Modi, avvenuto dieci giorni prima, il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha affermato che “l’India è una grande potenza che stabilisce i propri interessi nazionali e sceglie i propri partner. E sappiamo che Nuova Dheli è soggetta a un’enorme pressione, completamente ingiustificata nell’arena internazionale, a causa della sua cooperazione energetica con Mosca”[17].

Ciò nonostante, contro qualsiasi previsione, le importazioni indiane di petrolio russo sono aumentate da 66.000 b/g a febbraio 2022 a 2.070.000 b/g a luglio 2024[18].

Il tempo dirà se anche le importazioni indiane di gas naturale russo seguiranno il medesimo andamento, con importanti ripercussioni, sia sul paniere energetico dell’India, tutt’ora fortemente caratterizzato dall’uso di carbone (55% circa, nel 2023), sia sul bilancio della Gazprom, per la prima volta in rosso l’anno trascorso dopo 24 anni[19], nonché sulla capacità della Federazione Russa di sostituire entro la fine del decennio corrente gran parte delle forniture in precedenza dirette verso l’Unione Europea con nuove indirizzate verso l’Eurasia.

 

Focus Usa

In conformità con le cifre dell’Oil Market Report, pubblicato dall’International Energy Agency il 13 agosto 2024[20], la domanda globale di petrolio è stimata in aumento di quasi 1.000.000 b/g nel 2024 (anno su anno, sostanzialmente invariata rispetto al Report del mese precedente).

Nel 2025, la domanda globale è altresì prevista in crescita di circa 1.000.000 b/g (leggermente al di sotto rispetto al Report del mese precedente).

A maggio, le scorte industriali dell’OCSE sono diminuite di 21.000.000 barili, per complessivi 2.824.000.000 barili.

A luglio, la produzione petrolifera globale è aumentata di 230.000 b/g (anno su anno), per complessivi 103.400.000 b/g.

L’output di greggio statunitense (convenzionale e non), dopo il precedente picco di 9.627.000 b/g raggiunto ad aprile 2015, è decresciuto fino al minimo di 8.428.000 b/g toccato il 1° luglio 2016[21]. Dopodiché, ad esclusione della parentesi Covid-19, esso ha ripreso ad aumentare fino al record di 13.400.000 b/g toccato il 2 agosto 2024. Dal 16 agosto 2024, l’output permane a 13.400.000 b/g (stime settimanali).

In base alle proiezioni divulgate da Baker Hughes[22] il 23 agosto 2024, le 585 trivelle attualmente attive negli Stati Uniti, di cui 483 (82,5%) sono petrolifere, 97 gasiere (16,6%), più 5 miste (0,9%), risultano essere una in più rispetto a quelle rilevate il 19 luglio 2024, ma in calo di 47 unità rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

A maggio 2024, le importazioni di greggio degli Stati Uniti d’America sono state 7.055.000 b/g, in crescita di 382.000 b/g rispetto ad aprile[23]. Nei primi cinque mesi dell’anno in corso, la media delle importazioni statunitensi è stata di 6.599.000 b/g, in lieve aumento rispetto ai 6.478.000 b/g nel 2023, ai 6.281.000 b/g nel 2022, ai 6.114.000 b/g nel 2021 e ai 5.875.000 b/g nel 2020.

[1] Reuters 2024, Iran to receive 300 mcm of Russian gas daily, oil minister says, https://www.naturalgasworld.com/iran-to-get-300-mcm-of-russian-gas-daily-oil-minister-says-112198, 17 July 2024. Il 21 agosto, Mohsen Paknejad ha sostituito Javad Ouji nel ruolo di Ministro del Petrolio dell’Iran.

[2] Kennedy C. 2024, “Russia’s Gazprom Announces Natural Gas Supply Deal With Iran”, https://oilprice.com/Latest-Energy-News/World-News/Russias-Gazprom-Announces-Natural-Gas-Supply-Deal-With-Iran.html, 26 June 2024.

[3] In seguito alla morte di Ebrahim Raisi, dal 19 maggio al 28 luglio 2024, Mohammad Mokhber ha assunto il ruolo di presidente dell’Iran ad interim.

[4] Bairamly N. 2024, “Iran Signs Strategic Gas Transfer Deal with Russia”, https://caspiannews.com/news-detail/iran-signs-strategic-gas-transfer-deal-with-russia-2024-6-28-0/, 28 June 2024.

[5] Interfax 2024, “Russian gas supplies to Iran could total 300 mln cubic meters per day, including for re-export – Iranian oil minister”, https://interfax.com/newsroom/top-stories/104344/, 17 July 2024.

[6] Premesso che il gas naturale turkmeno non può giungere direttamente in UE (il progetto del Trans Caspian Pipeline, infatti, non ha mai visto la luce e molto difficilmente lo farà nel prossimo futuro) e che l’Azerbaijan deve tutt’ora rispettare diversi contratti di esportazione nei confronti di Turchia e Unione europea, l’accordo swap prevede che il Turkmenistan esporti annualmente 1,5-2 Gm3 di gas in Iran, che a sua volta convoglia un identico ammontare del proprio gas in Azerbaijan. O’Byrne D. 2024, “Turkmenistan-Iran-Azerbaijan gas swaps surge, https://eurasianet.org/turkmenistan-iran-azerbaijan-gas-swaps-surge, 20 June 2023. O’Byrne D. 2024, “Can Azerbaijan Meet Its Pledge to Double Gas Exports to Europe?”, https://oilprice.com/Energy/Natural-Gas/Can-Azerbaijan-Meet-Its-Pledge-to-Double-Gas-Exports-to-Europe.html, 22 August 2024.

[7] Watkins S. 2024, “The World’s Biggest Gas Reservoir Is At A Tipping Point”, https://oilprice.com/Energy/Natural-Gas/The-Worlds-Biggest-Gas-Reservoir-Is-At-A-Tipping-Point.html, 19 August 2024.

[8] Interfax 2024, “Russian gas supplies to Iran could total 300 mln cubic meters per day, including for re-export – Iranian oil minister”, https://interfax.com/newsroom/top-stories/104344/, 17 July 2024. Watkins S. 2024, “Russia And Iran Move A Step Closer To Creating A Gas OPEC-Style Cartel”, https://oilprice.com/Energy/Natural-Gas/Russia-And-Iran-Move-A-Step-Closer-To-Creating-A-Gas-OPEC-Style-Cartel.html, 9 July 2024.

[9] Kaufman S. 2024, “L’analista valuta la possibilità di fornire 110 miliardi di metri cubi di gas all’Iran”, https://1prime.ru/20240718/gaz-850240559.html, 18 luglio 2024.

[10] Eurasianet 2024, “Putin Looks to Reassert Influence in the Caucasus”, https://oilprice.com/Geopolitics/International/Putin-Looks-to-Reassert-Influence-in-the-Caucasus.html, 21 August 2024.

[11] Report News Agency 2024, “SOCAR, Russia’s Gazprom agree to expand strategic partnership”, https://report.az/en/energy/socar-russia-s-gazprom-agree-to-expand-strategic-partnership/, 19 August 2024.

[12] Report News Agency 2024, “Iran ready to transit Russian gas through its territory”, https://report.az/en/energy/iran-ready-to-transit-russian-gas-through-its-territory/, 17 August 2024.

[13] Ertas U. 2015, Iran, India to build subsea gas pipeline, https://www.aa.com.tr/en/energy/natural-gas/iran-india-to-build-subsea-gas-pipeline/8116, 8 December 2015. Tasnim News Agency 2017, “Construction of Iran-Oman-India Pipeline Imminent: SAGE”, https://www.tasnimnews.com/en/news/2017/02/22/1336065/construction-of-iran-oman-india-pipeline-imminent-sage, 22 February 2017. Watkins S. 2024, “How Oman Plays a Role in Iran’s Plan To Become an LNG Superpower”, https://oilprice.com/Energy/Natural-Gas/How-Oman-Plays-a-Role-in-Irans-Plan-To-Become-an-LNG-Superpower.html, 20 August 2024.

[14] Secondo quanto riferito da RIA Novosti, con riferimento al rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri pakistano, Mumtaza Zahra Baloch, il Pakistan sta negoziando con la Federazione Russa per forniture di gas naturale liquefatto. United News of India 2024, “Pakistan negotiating with Russia on LNG deliveries for long-term needs”, http://www.uniindia.com/pakistan-negotiating-with-russia-on-lng-deliveries-for-long-term-needs/world/news/3269615.html, 26 August 2024.

[15] Nikkei 2024, “Russia-India trade route through Central Asia moves forward”, https://asia.nikkei.com/Politics/International-relations/Russia-India-trade-route-through-Central-Asia-moves-forward, 12 March 2024.

[16] Nikkei 2024, “Nikkei: the North-South corridor is changing Russian-Indian relations”, https://asia.nikkei.com/Economy/Trade/India-and-Russia-look-to-boost-bilateral-trade-by-50-by-2030, 29 July 2024.

[17] The Economic Times 2024, “India subject to enormous, completely unjustified pressure due to energy ties with Russia: Russian FM Lavrov””, https://economictimes.indiatimes.com/news/india/india-subject-to-enormous-completely-unjustified-pressure-due-to-energy-ties-with-russia-russian-fm-lavrov/articleshow/111824596.cms, 18 July 2024.

[18] Kimani A. 2024, “India surpasses China as largest importer of Russian oil”, https://oilprice.com/Latest-Energy-News/World-News/India-Surpasses-China-as-Largest-Importer-of-Russian-Oil.html, 22 August 2024.

[19] Fantacone S., Floros D. 2024, “Il futuro della Gazprom tra bilancio in rosso e re-indirizzo delle proprie esportazioni”, La Geopolitica dell’Energia, https://www.centroeuroparicerche.it/geopolitica-dellenergia-47/, 6 giugno 2024.

[20] International Energy Agency 2024, Oil Market Report, https://www.iea.org/reports/oil-market-report-august-2024, 13 August 2024.

[21] U.S. Energy Information Administration: http://www.eia.gov/dnav/pet/pet_sum_sndw_dcus_nus_w.htm.

[22] Baker Hughes: https://bakerhughesrigcount.gcs-web.com/na-rig-count?c=79687&p=irol-reportsother (North America Rotary Rig Count (Jan 2000 – Current).

[23] U.S. Energy Information Administration: http://www.eia.gov/dnav/pet/pet_move_impcus_a2_nus_epc0_im0_mbblpd_a.htm.

 

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Nato nel 1976 a Medicina (BO), è analista geopolitico ed economico, docente a contratto presso il Master in Relazioni Internazionali d'Impresa Italia-Russia, dell'Università di Bologna. E' stato responsabile di NE-Nomisma Energia e ha collaborato con Abo e la rivista WE-World Energy editi da ENI e con Limes, Energy International Risk Assessment EIRA, Blue Fuel e Oil Price. Dal 2019 è Senior Energy Economist presso il CER-Centro Europa Ricerche. Nel febbraio 2020 ha pubblicato "Guerra e Pace dell'Energia. La strategia per il gas naturale dell'Italia tra Federazione russa e Nato" e nell'agosto 2022 "Crisi o Transizione Energetica?". Nel 2016-17 è stato Consigliere Economico del Consolato Onorario della Federazione Russa in Bologna.

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