Niger: completato anche il ritiro del contingente tedesco

 

Dopo le forze francesi e statunitensi anche i militari tedeschi hanno concluso la missione in Niger con la cessione alle autorità locali, il 30 agosto, del compound situato nei pressi dell’aeroporto internazionale di Niamey.

Dopo otto anni di presenza militare che hanno visto alternarsi a Niamey circa 3.600 militari tedeschi in una missione legata al sostegno logistico delle forze di Berlino in Mali assegnate alla missione dell’Onu Minusma (ritirata lo scorso anno su richiesta del governo di Bamako che ha espulso anche le forze francesi), il contingente di 120 militari è stato rimpatriato dopo la mancata definizione di un uovo accordo tra Niger e Germania.

Tra i motivi del contendere, la giunta nigerina non intendeva concedere l’immunità giudiziaria ai soldati tedeschi, norma che consente ai militari in uno stato stranieri di rispondere del proprio operato o di eventuali crimini commessi solo alla giustizia nazionale e non a quello dello stato che li ospita.

Dopo una cerimonia tenutasi all’aeroporto, due aerei da trasporto hanno rimpatriato gli ultimi 60 tedeschi e i loro equipaggiamenti da Niamey: negli ultimi nella base erano presenti solo 38 militari e 33 contractor civili di compagnie tedesche e straniere.

Dopo il golpe militare in Niger del luglio 2023, le autorità tedesche non sono riuscite a definire un accordo con la giunta. In Niger resta quindi solo il contingente italiano della missione MISIN e sono arrivati in primavera i primi consiglieri militari russi, già ben presenti in Mali e Burkina Faso uniti al Niger nell’Alleanza del Sahel.

Il Niger continua a mantenere una rilevante importanza per l’Europa che in futuro avrà anche risvolti energetici.  Il gasdotto trans-sahariano lungo 4mila chilometri (di cui un quarto in territorio nigerino) che attraversa Algeria, Niger e Nigeria, dovrebbe fornire dal 2027 gas naturale al mercato europeo secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal ministero del Petrolio del Niger.

Il Niger disporrebbe di riserve di gas per oltre 23 miliardi di metri cubi. Come ha ricordato l’agenzia di stampa Nova, l’accordo iniziale per la costruzione del gasdotto è stato firmato nel 2009 ma la sua attuazione è stata rinviata più volte. La sua realizzazione richiederà ai tre Paesi coinvolti investimenti stimati in 10 miliardi di dollari.

Foto Deutsche Welle

 

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