Armi ed equipaggiamenti indiani per i Sukhoi Su-30SM armeni?
Secondo recenti indiscrezioni diffuse dai media indiani l’Armenia prevede di modernizzare con il supporto di Nuova Delhi quattro caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM acquistati dalla Russia nel 2019.
L’aggiornamento includerebbe una serie di armi, inclusi i missili aria-aria a medio raggio Astra Mk.1 recentemente collaudati e avviati alla produzione in una prima quota di 200 esemplari come ampiamente trattato da Analisi Difesa.
L’Armenia avrebbe anche espresso il desiderio di avviare una cooperazione con l’India nel campo della manutenzione e dell’addestramento dei piloti e del personale tecnico per mantenere i caccia pronti al combattimento.
Una notizia che tuttavia riprende quanto trattato da Analisi Difesa agli inizi del 2023, quando il Governo armeno – secondo Forbes – avrebbe pianificato di diversificare le proprie risorse per (ri)costruire la propria Forza Aerea chiedendo aiuto all’India che dispone di un’enorme flotta di Su-30MKI (circa 270 esemplari), la maggior parte dei quali costruiti su licenza da New Delhi.
Oltre a gestire un numero così elevato di questi caccia, l’India inoltre ha anche acquisito e sviluppato armamenti dedicati: – «Ciò che rende il Su-30MKI indiano diverso da tutti gli altri Flanker è che si tratta di una piattaforma dotata di un’eccellente integrazione di varie armi, sensori e avioniche provenienti da tutto il mondo» – riferiva a tal proposito un pilota di caccia indiano ai media locali.
D’altra parte i legami tra i due paesi nel settore della Difesa sono notevolmente aumentati negli ultimi anni.
Erevan è diventato infatti il primo cliente straniero del sistema d’artiglieria lanciarazzi multiplo (MLRS) indiano Pinaka quando nel 2022 ha ordinato quattro batterie per un valore di circa 254 milioni di dollari.
Non dimentichiamo inoltre che entrambi i paesi sono preoccupati per i crescenti legami militari tra Turchia, Azerbaigian e Pakistan.
Foto: Aeronautica Armena e DRDO
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.