Gli sviluppi sui campi di battaglia ucraini – AGGIORNATO

 

(aggiornato alle ore 23,55)

Gli ultimi rapporti dai diversi fronti provenienti da fonti russe e ucraine ma confermati anche da think-tank occidentali filo-Kiev come l’Institute for the Study of the War, riferiscono che le truppe di Mosca stanno continuando ad avanzare su tutti i fronti da Kursk a Zaporizhia, rispetto alla situazione evidenziata da Analisi Difesa il 12 ottobre.

Ai progressi sui fianchi dello schieramento ucraino nella regione di Kursk, nonostante l’arrivo di rinforzi inviati da Kiev  (ulteriori truppe sottratte alla difesa del Donbass) che hanno contrattaccato con successo riguadagnando terreno nel settore di Darino, si aggiunge il possibile completamento della manovra tesa a circondare circa 2mila militari ucraini a nord di Malaya Loknya.

Ne ha parlato oggi Vladimir Putin in un’intervista al programma ’60 Minuti’, sul canale televisivo Russia-1, dopo l’annuncio di ieri secondo cui circa 2mila militari ucraini nell’oblast erano circondati. ”Al momento cercano di allentare il blocco ha aggiunto Putin – Sono circondati, ma non si rendono nemmeno conto di esserlo. Infatti, a giudicare dalle informazioni che abbiamo, il comando ha perso i contatti con le truppe”.

In serata il capo di stato maggiore delle Forze armate ucraine, Alexander Syrsky, ha definito disinformazione le notizie sull’accerchiamento delle truppe ucraine. “Si tratta di vera e propria disinformazione che non riflette la situazione reale. Le truppe ucraine continuano le operazioni attive in direzione di Kursk, distruggendo il potenziale di combattimento del nemico per il terzo mese consecutivo. Nonostante l’enorme pressione nemica in questa direzione, gli occupanti stanno subendo perdite significative in termini di personale ed equipaggiamento militare”.

Ieri Putin aveva reso noto l’accerchiamento delle forze nemiche, osservando che dall’inizio dell’attacco ucraino alla regione russa di Kursk, il 6 agosto scorso, in quel territorio le perdite ucraine hanno raggiunto i 26mila caduti.

Numeri che nessuna fonte neutrale è in grado di confermare o smentire come del resto quelli forniti dallo stato maggiore ucraino che oggi ha riferito di 1.630 soldati russi uccisi nelle ultime 24 ore sui tutti i fronti e di perdite russe dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022 pari a  685.910 militari a cui aggiungere la distruzione di  9.097 carri armati, 18.287 veicoli corazzati da combattimento, 27.365 veicoli, 19.753 pezzi di artiglieria, 1.238 lanciarazzi multipli, 982 sistemi di difesa aerea, 369 aerei, 329 elicotteri, 17.670 droni, 28 navi e un sottomarino.

Sul fronte di Kharkiv/Lugansk si segnalano progressi russi lungo il fiume Oskol nel settore di Kupyansk , città di cui Kiev ha già ordinato l’evacuazione dei civili (nelle mappe sopra e sotto).

Più a sud le forze di Mosca continuano ad avanzare nella regione di Donetsk. La roccaforte di Toretsk (Dzerzhinsk per i russi) è per oltre metà in mani russe che affrontano gli ucraini in feroci combattimenti casa per casa.

Nel settore di Pokrovsk l’esercito di Mosca avanza dentro e intorno Selidovo dove le truppe ucraine oppongono una fiera resistenza pur essendo quasi circondate. Bloggers militari russi prevedono la caduta della cittadina per i prossimi giorni ritenendo indifendibili le posizioni tenute dal nemico e prevedendo successive avanzate verso le aree meridionali della regione ancora in mani ucraine.

Le ultime notizie da fonti russe non ufficiali sembrano indicare che le truppe ucraine si stiano ritirando da Selidovo per non restare imbottigliate.

Anche a Chasov Yar, nonostante un riuscito contrattacco ucraino nei giorni scorsi, i russi hanno ripreso ad avanzare nel centro abitato. Ogni giorno Mosca annuncia la conquista di almeno un paio di centri abitati come riportato in parte anche sulle mappe dell’ISW che riproduciamo insieme ad altre di fonti russe.

Progressi costanti delle forze russe vengono registrati anche nei settori della regione di Donetsk meridionale e, più marginali, Zaporizhia orientale (nella mappa qui sotto).

Ieri Putin ha affermato che qualsiasi proposta di pace con l’Ucraina dovrà tenere conto del territorio controllato dalle forze russe. “Siamo pronti a esaminare qualsiasi proposta di negoziati di pace che si basi sulle realtà sul campo di battaglia. Non accetteremo nient’altro”, ha affermato in una conferenza stampa durante il vertice dei BRICS a Kazan, capitale della repubblica russa del Tatarstan.

Un “messaggio” che sembra cominciare a fare breccia in un’Europa stretta da crescenti difficoltà economiche dove fino ad oggi ci si è limitati, con poche eccezioni, a esprimere sostegno a Kiev fino alla vittoria.

“L’Ucraina dovrebbe cedere terreno in cambio della pace? Questa domanda va fatta a Zelensky” ha detto ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Non siamo chiamati a dire questa sarebbe una buona soluzione. Devono poter decidere da soli”, ha aggiunto affermando che questo è stato ribadito anche nell’incontro del quartetto a Berlino, con Biden, Macron e Starmer.

“Penso che sia molto importante chiarire che un paese in guerra non può diventare membro della NATO, su questo non c’è dissenso” ha aggiunto il cancelliere ribadendo che oltre a garantire il sostegno dell’Ucraina è sua responsabilità fare in modo che la NATO non entri in conflitto contro la Russia.

Di parere opposto sembra essere il ministro degli esteri lituano Gabrielius Landsbergis. “Mi spiace dirlo, ma in Ucraina stiamo perdendo la guerra” ha detto in un’intervista all’ANSA in cui ha espresso forte preoccupazione per l’ipotesi che militari nordcoreani possano prendere parte al conflitto affiancando le truppe russe.

“Se è così, dobbiamo riprendere l’idea della Francia d’inviare truppe, in un ruolo o nell’altro. Non parlo di un intervento Nato, ma di Parigi con altri alleati” ha aggiunto definendo “da non  scartare” anche l’ipotesi di inviare in Ucraina “compagnie militati private”.

Foto: Ministero Difesa Russo e Ministero Difesa Ucraino

Mappe: Institute for the Study of the War e Rybar

 

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