In Donbass i primi caduti nordcoreani?

 

Sei ufficiali dell’esercito della Corea del Nord sarebbero stati uccisi il 3 ottobre in un attacco missilistico ucraino contro i territori della regione nel Donetsk controllati da Mosca. Fonti dell’intelligence militare di Kiev (GUR) lo hanno riferito all’agenzia Interfax-Ucraina che aggiunge che altri 3 militari nordcoreani sono rimasti feriti.

“A seguito di un attacco missilistico il 3 ottobre sul territorio occupato dalla Russia vicino a Donetsk, sono morti più di 20 militari, tra cui sei ufficiali della Corea del Nord”, ha dichiarato una fonte precisando che, a suo avviso, i militari nordcoreani non hanno preso parte direttamente alle ostilità “ma sono arrivati per il cosiddetto scambio di esperienze”.

Il GUR aveva già reso noto l’arrivo tra le file russe di un piccolo contingente di militari di Pyongyang, in particolare un’unità del Genio.

L’Ukrainska Pravda conferma che già a giugno era trapelata la notizia che Kim Jong-un aveva inviato forze del Genio militare per partecipare ai “lavori di ricostruzione” nell’oblast di Donetsk dove i russi stanno bonificando e ricostruendo i centri urbani e le infrastrutture conquistati.

L’intelligence occidentale stima che circa la metà dei circa tre milioni di proiettili di artiglieria utilizzati nel conflitto dalla Russia ogni anno provengano dalla Corea del Nord. Valutazioni che è impossibile confermare o smentire ma nei mesi scorsi lunghi convogli ferroviari sono stati visti lasciare la Corea del Nord per raggiungere la Russia. Del resto Pyongyang dispone di giganteschi arsenali di munizioni convenzionali immagazzinati per far fronte a una guerra convenzionale contro a Corea del Sud.

Ciò significa che milioni di proiettili potrebbero essere in scadenza e quindi consegnabili ai russi che li impiegano sui fronti ucraini.

Fonti dell’intelligence occidentali, citate dal Times, stimano che molti dei proiettili nordcoreani potrebbero essere difettosi il loro numero che ha permesso alla Russia di ottenere un successo duraturo sul campo di battaglia. Nell’estate del 2024, il comando delle armate della Corea del Sud stimava che la Russia potrebbe aver ricevuto cinque milioni di proiettili di artiglieria dalla Crea del Nord oltre a molti missili balistici nordcoreani a Mosca.

Mosca ricambierebbe il supporto nordcoreano con nuovi aerei da combattimento, sistemi da difesa aerea, tecnologia balistica e spaziale.

Il Trattato di cooperazione siglato il 19 giugno scorso tra Russia e Corea del Nord include l’assistenza militare reciproca e nonostante nel testo non vi siano riferimenti al conflitto in Ucraina la tv sudcoreana Chosun ha riferito che Pyongyang prevede di inviare reparti del genio militare nei territori occupati dell’Ucraina per intraprendere lavori di ricostruzione, probabilmente nelle città e villaggi conquistati dai russi.

Notizie fornite da “fonti ufficiali” di Seul, probabilmente d’intelligence, secondo le quali Mosca pagherebbe 115 milioni di dollari all’anno per poter impiegare tre o quattro delle dieci brigate del Genio dell’esercito nordcoreano nelle operazioni di ricostruzione, soprattutto nella regione di Donetsk dove centri abitati e infrastrutture sono stati devastati dalle lunghe ed estenuanti battaglie.

La Corea del Nord avrebbe fornito alla Russia, secondo fonti sudcoreane e statunitensi rese note alla fine di giugno, 4,8 milioni di proiettili d’artiglieria trasportati a bordo di 11mila container posti su altrettanti carri merci ferroviari mentre in febbraio l’Ucraina riferì di aver abbattuto almeno 20 missili balistici nordcoreani utilizzati dalla Russia. Forniture sempre negate da Pyongyang.

Numeri che negli ultimi mesi sarebbero cresciuti ulteriormente. Il 29 giugno Jonah Leff, direttore esecutivo di Conflict Armament Research (organizzazione investigativa con sede nel Regno Unito che segue le forniture di armi nelle aree interessate dai conflitti) ha detto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che ci sono prove “incontrovertibili” che i resti di missili balistici trovati in Ucraina provengano dalla Corea del Nord.

Leff ha fornito al Consiglio un’analisi dettagliata dei resti di un missile che ha colpito Kharkiv il 2 gennaio. L’esperto ha detto che l’organizzazione ha documentato il motore del missile, la sezione di coda e quasi 300 componenti prodotti da 26 aziende di 8 Paesi e ha stabilito che si trattava di un missile KN-23 o KN-24 prodotto nel 2023 in Corea del Nord.

“L’organizzazione è giunta a questa conclusione basandosi sulle caratteristiche uniche del missile: il suo diametro, vari azionamenti delle pale che controllano la spinta e la traiettoria del missile, il disegno attorno all’accenditore, la presenza di caratteri coreani su alcune componenti del missile, così come altri segni e componenti relativi al periodo precedente fino al 2023”, ha affermato. “Dopo la documentazione iniziale, le nostre squadre hanno verificato altri tre missili nordcoreani identici che hanno colpito Kiev e Zaporizhzhia all’inizio di quest’anno”, ha aggiunto Leff.

 

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