La JV Leonardo/Rheinmetall punta a un ampio mercato

 

La joint venture paritetica costituita ufficialmente il 15 ottobre a Roma fra Leonardo e Rheinmetall ha come obiettivo primario soddisfare le esigenze dell’Esercito Italiano ma, come è stato più volte rimarcato dagli amministratori delegati di Rheinmetall AG e Leonardo, questi ultimi guardano ad un mercato potenziale stimato intorno ai 50 miliardi nei prossimi 10-15 anni, secondo le valutazioni riportate dagli stessi protagonisti dell’accordo.

La joint venture che ha ricevuto il nome Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV) vede i due soggetti industriali (Rheinmetall AG e Leonardo SpA) come azionisti paritetici (50% ciascuno), e come obiettivo primario lo sviluppo industriale e la successiva commercializzazione del nuovo Main Battle Tank italiano (MBT) e della nuova piattaforma Lynx per il programma Armored Infantry Combat System (AICS) nell’ambito del programma di rinnovamento delle componenti corazzate dell’Esercito Italiano.

Tema che da tempo necessita di essere affrontato ma che soltanto oggi riceve la dovuta attenzione a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

Secondo quanto ribadito nel corso della conferenza stampa dei due amministratori delegati, Armin Papperger per il gruppo Rheinmetall e Roberto Cingolani per Leonardo, tenutasi il 15 ottobre presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma, il Ministero della Difesa italiano prevede una spesa di 23,2 miliardi di euro in 10-15 anni.

Somma che solo in parte è finora stanziata ed i rispettivi contratti per i nuovi mezzi verranno assegnati soltanto dopo il perfezionamento degli accordi e la costituzione della società, attese entro il primo trimestre del 2025, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni regolamentari per operazioni di questa natura.

Secondo quanto risulta ad Analisi Difesa, l’attività viene velocizzata al massimo per portarla a termine entro la fine dell’anno, in modo che l’Amministrazione della Difesa possa procedere celermente con le successive procedure ed assegnare i contratti al più presto nel 2025.

La nuova JV avrà sede legale a Roma e sede operativa a La Spezia e come più volte evidenziato nel corso della conferenza stampa, è stata concordata una ripartizione paritetica 50:50 del lavoro, con il 60% delle attività da svolgersi in Italia, inclusa l’integrazione, i test di omologazione, l’attività di consegna e il supporto logistico.

Rispondendo alla stampa, Cingolani, ha sottolineato che il 60% del lavoro verrà effettuato in Italia, facendo riferimento al 50% di Leonardo ed al 10% della controllata italiana Rheinmetall Italia del gruppo tedesco.

Come hanno rimarcato i due amministratori delegati, si parla di un programma d’ammodernamento che prevede la fornitura di 1.050 mezzi corazzati da combattimento per la fanteria o IFV (Infantry Fighting Vehicle) in ben 16 versioni per il programma AICS, che l’Esercito Italiano ha più recentemente definito come A2CS (Army Armored Combat System), e 132 MBT a cui si aggiungono altri 140 in versioni specializzate con fornitura che vanno dal 2027 al 2040.

In particolare, per quanto riguarda il programma AICS del valore complessivo stimato di circa 15 miliardi di euro, Cingolani ha parlato di consegne fra il 2027 ed il 2040 mentre per quanto riguarda il programma per carro armato e le versioni speciali di consegne fra il 2027 ed il 2035, per un valore totale stimato di circa 8 miliardi di euro.

La necessità di dotarsi di mezzi corazzati moderni in tempi brevissimi a fronte del conflitto in Ucraina e di decenni di scarsa considerazione per questa componente nonostante le continue evidenze e richieste di affrontare la grave lacuna, rappresenta la priorità numero uno dell’Esercito Italiano in questo momento.

Cingolani ha sottolineato come le tempistiche di consegna dei nuovi mezzi abbiano rappresentato l’elemento discriminatore principale nell’ambito delle richieste del Ministero della Difesa italiano.

Nelle precedenti fallite trattative con KNDS per i tank Leopard 2A8, le tempistiche di consegna (per motivi non specificati da Cingolani) sarebbero state di cinque anni. Secondo sempre quanto dichiarato dall’a.d. di Leonardo, le due società con la costituenda JV stanno lavorando affinché le prime consegne avvengano entro due anni dalla firma del contratto per quanto riguarda il programma AICS mentre per quello di acquisizione degli MBT, i due a.d. hanno parlato di due anni e mezzo-tre anni.

Una tabella di marcia particolarmente sfidante per offrire un prodotto che nasca dalla collaborazione fra i due gruppi industriale, e si basi sulle piattaforme di nuova generazione sviluppate da Rheinmetall, rappresentate rispettivamente dal carro Panther KF51, che secondo Papperger è molto vicino alla produzione iniziale, e dall’IFV Lynx.

Quest’ultimo è in produzione iniziale, con l’apporto di tecnologie, know-how, elementi importanti della piattaforma e relativo armamento, componentistica, elettronica ed optronica, oltre all’integrazione delle armi, da parte di Leonardo, per soddisfare le esigenze del Ministero della Difesa italiano e del mercato internazionale.

Una collaborazione che come rimarcato è stata concepita fin dall’inizio per andare oltre la somma delle capacità dei due gruppi, fornendo sistemi di nuova generazione che siano integrati nel cloud delle bolle multi-dominio sul campo di battaglia, monitorati da costellazioni di satelliti che tracciano i movimenti e forniscono dati in tempo reale, in grado di interagire con altre piattaforme di varia natura e controllare mezzi unmanned per missioni dedicate e rischiose per gli equipaggi.

L’intelligenza artificiale analizzerà i dati generati da queste piattaforme mentre operano nel cosiddetto “continuum digitale”, uno spazio che si estende dall’orbita dei satelliti alla superficie terrestre, e include anche gli ambienti marini.

Per realizzare tutto ciò, secondo quanto evidenziato, è necessario creare gemelli digitali delle macchine, utilizzare sensori avanzati che comunicano con un linguaggio unificato e garantire la cybersicurezza integrata fin dalla progettazione.

Le discussioni con Rheinmetall, secondo Cingolani, hanno rapidamente dimostrato l’elevata complementarità tra le due aziende: Leonardo apporta competenze in intelligenza artificiale e digitalizzazione, mentre Rheinmetall eccelle nelle tecnologie per piattaforme terrestri.

Un JV che mette insieme l’expertise e le capacità tecnologiche dei due gruppi grazie ad una struttura esclusivamente di controllo e gestione ridotta all’osso, caratterizzata da un consiglio di amministrazione di sei membri costituito da un numero uguale di consiglieri nonché di un amministratore delegato e presidente.

Questi ultimi s’avvicenderanno ogni tre anni a seguito della nomina in 2-3 settimane dalla costituzione della JV, con il primo consiglio che vedrà inizialmente la nomina di un a.d. da parte di Leonardo ed un presidente da parte di Rheinmetall.

Se la soddisfazione delle esigenze nazionali rimane quella primaria, nel corso della conferenza stampa, sono state più volte ribadite le importanti prospettive di mercato nel settore dei mezzi corazzati che si attestano, secondo le stime riportate, intorno ai 50 miliardi di euro nei prossimi 10-15 anni, un grande potenziale per l’alleanza italo-tedesca negli armamenti terrestri, che vede Leonardo rientrare a pieno titolo in questo settore.

Secondo quanto dichiarato da Papperger, esiste un importante mercato, in particolare nell’Europa dell’Est per il rimpiazzo dei mezzi corazzati in termini sia di carri armati che di mezzi per la fanteria.

In particolare vi è la necessità di rimpiazzare, anche se con numero minore che dipende dalle esigenze e budget, una rilevante quantità di carri principalmente di produzione sovietica e poi russa con un’età compresa fra i 35 ed i 50 anni, a cui s’aggiungono un numero più che doppio di mezzi per la fanteria, senza contare le esigenze delle Forze Armate Ucraine.

Alla domanda se l’industria sia in grado di incrementare ulteriormente la produzione attuale di mezzi corazzati, l’a.d. di Rheinmetall ha sottolineato come la sua società sia in grado di produrre 4.000 veicoli logistici e 1.000 veicoli tattici all’anno, il numero più elevato in Europa, con possibilità di incrementare ulteriormente tale capacità.

L’Italia, ha detto Papperger, è il primo cliente della joint venture ma altri arriveranno nei prossimi anni, non potendosi sbilanciare a fare dichiarazioni quando ancora si è in discussione con i potenziali clienti, ma ha detto di aspettarsi nuovi clienti molto presto ritenendo il potenziale per la JV pari a circa 2-4 miliardi di euro l’anno con una redditività di circa il 15%.

Papperger ha poi risposto alla stampa in ordine al fatto se tale accordo abbia superato quello legato al programma MCGS (Main Ground Combat System) che vede protagonisti la Francia e la Germania ed il perché scegliere prodotti che non sono ancora sul mercato e collaudati come il Leopard.

L’a.d. tedesco ha in primis evidenziato come il progetto di lungo termine MCGS basato su un sistema di sistemi, sia traguardato ad oggi su un orizzonte temporale degli anni 2040, mentre nel caso dell’Italia ed in futuro di altri potenziali clienti ci sia un’esigenza urgente di dotarsi di moderni mezzi corazzati che comprendono carri e mezzi per la fanteria, questi ultimi non previsti dall’MCGS, in un arco temporale quindicennale fra oggi ed il 2040 ed oltre.

Papperger ha inoltre rimarcato come il carro armato Panther KF51 e l’IFV Lynx siano mezzi di nuova generazione basati su un concetto di mezzi già sviluppati per soddisfare i presenti e futuri requisiti dei campi di battaglia, che incorporano le lezioni apprese da programmi per mezzi già testati sul campo di battaglia come quello del Leopard.

I nuovi mezzi di Rheinmetall sono caratterizzati da una completa digitalizzazione ed inserimento dei medesimi nella bolla tattica sul campo di battaglia, senza dimenticare la capacità di combattimento con due elementi dell’equipaggio del carro (a cui se ne aggiunge un terzo per la guida dello stesso almeno nell’attuale configurazione) grazie all’automazione del sistema di combattimento e la possibilità in futuro di remotizzare l’equipaggio.

Il Panther, secondo l’a.d. di Rheinmetall, è molto vicino alla produzione iniziale mentre per quanto riguarda l’IFV Lynx, – oltre all’Ungheria, il cui primo veicolo di fabbricazione locale è uscito dalla produzione lo scorso fine luglio – i primi mezzi sono destinati ad essere consegnati entro la fine dell’anno all’Ucraina ed entrare in linea nel 2025.

Per quanto riguarda l’apporto dei due gruppi ed il lavoro svolto in Italia, in aggiunta alle attività di integrazione ed assemblaggio delle componenti provenienti dai due gruppi e rispettive filiere, test di omologazione, attività di consegna e supporto logistico, secondo quanto dichiarato dall’a.d. di Leonardo, la suddivisione dei compiti e della componentistica è già stata stabilita in toto ed è per questo motivo che l’attività della JV può partire subito, senza discussioni e ritardi, e secondo quanto dichiarato rispettando i termini di consegna come sopra evidenziati.

Alla domanda come e quale potrebbe la partecipazione di Iveco Defence Vehicle, Cingolani ha risposto che sebbene Leonardo sia legato ad IDV dal fruttuoso lavoro del Consorzio Iveco-Oto, la JV con Rheinmetall riguarda esclusivamente Leonardo e l’azienda tedesca. Una volta messa in opera la JV, che risulta autosufficiente, verranno valutate le eventuali sinergie commerciali e di subappalto con IDV.

Nel contesto industriale della nuova JV, il sito di La Spezia di Leonardo farà la parte del Leone, e sebbene nella conferenza stampa non si sia affrontato in profondità l’argomento, è per questo, secondo quanto risulta ad Analisi Difesa, che si sta già lavorando alla sua preparazione per il programma da tempo avendo a riferimento anche il personale, la filiera e la necessità di potenziare il sito.

Nello stabilimento infatti si svolgono le attività già in essere come il programma di ammodernamento dell’Ariete e quella di produzione della blindo Centauro II, oltre alla componentistica, torri di vario tipo, armi di diverso calibro, in particolare il nuovo 30 mm con munizionamento programmabile ed il cannone da 120 mm, senza dimenticare i programmi di prossima attuazione.

Sebbene le due società non abbiano divulgato informazioni sulle contribuzioni al programma, anche gli altri siti di Leonardo saranno coinvolti a seconda dell’expertise e delle produzioni, e secondo quanto risulta ad AD, contribuendo in modo significativo ai programmi, in particolare a quello degli IFV, nel cui ambito si può parlare della torretta e del nuovo cannone da 30 mm, senza dimenticare il cannone da 120 mm, oltre alla componentistica, elettronica, optronica, e l’integrazione nonché fornitura dei sistemi C5ISTAR (Command, Control, Communications, Cyber, Intelligence, Surveillance, Target Acquisition, Reconnaissance).

Per quanto riguarda l’armamento principale del carro, Papperger ha risposto ad una specifica domanda evidenziando come la scelta dipenda dal cliente finale, essendo la JV in grado di offrire i modelli L44 ed L55 da 120 mm ed il 130 mm, quest’ultimo pronto fra due anni, ed una quarta possibilità non specificata.

Un contributo quello di Leonardo che consente al gruppo italiano di rientrare nel settore dei mezzi corazzati con un apporto completamente diverso dal passato, grazie all’expertise e know-how accumulato e degli ultimi sviluppi tecnologici, ma principalmente forte della JV, che secondo quanto dichiarato si pone ‘l’obiettivo di formare un nucleo europeo per lo sviluppo e la produzione di veicoli militari d combattimento in Europa’, con la grande opportunità di offrire i prodotti congiuntamente sui mercati internazionali.

Come evidenziato da Cingolani, “Si tratta di un passo significativo verso la creazione di un sistema della difesa europeo basato su piattaforme specializzate condivise. Rheinmetall e Leonardo puntano a sviluppare tecnologie all’avanguardia in grado di competere a livello internazionale”.

Per quanto riguarda l’altra fetta di contributo lavorativo italiano alla JV, Rheinmetall Italia, il cui amministratore delegato Alessandro Ercolani, ha avuto un ruolo significativo nel processo di avvicinamento e definizione della JV, forte della presenza locale e conoscenza dell’industria dei due Paesi, la società italiana del gruppo tedesco contribuirà in modo importante sia alla JV che al programma, e quindi alla contribuzione lavorativa nazionale.

Centro importante per lo sviluppo dei sistemi per la difesa aerea del gruppo, ma più significativo quale centro d’eccellenza di Rheinmetall per i sistemi radar, secondo quanto risulta ad AD, Rheinmetall Italia svilupperà e produrrà localmente il modello customizzato della versione antiaerea Skyranger dell’IFV Lynx, ampliando la produzione locale in aggiunta al potenziale contributo che potrà offrire in termini di componentistica sia per il carro che per il mezzo per la fanteria.

Oltre agli altri programmi dell’Esercito Italiano che la vedranno protagonista o coinvolta come quello per il sistema di difesa aerea a cortissima portata contro minacce Rocket, Artillery and Mortar (RAM), per le unità d’artiglieria contraerei dell’Esercito.

Foto: Leonardo e Rheinmetall

 

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Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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