L’Islanda, priva di forze armate, valuta un maggiore impegno per la Difesa

 

La guerra in Ucraina e le preoccupazioni per un possibile conflitto tra NATO e Russia sembrano indurre persino l’Islanda, nazione priva di forze armate, a considerare di assumersi qualche responsabilità nell’ambito dell’Alleanza Atlantica di cui fa parte, come ha dichiarato il ministro degli Esteri, Thordis Kolbrun Reykfjord Gylfadottir, in una intervista al Washington Post.

L’intensificazione delle attività dei sottomarini russi intorno all’isola e una più frequente presenza di forze aeree (nella base di Keflavik) e navali della NATO erano già stati registrati l’anno scorso ma la recente visita a Reykyavik del capo degli stati maggiori riuniti statunitense, generale Charles Brown (nella foto sotto), ha riportato alla ribalta il possibile nuovo ruolo dell’Islanda in ambito militare e confermato l’importanza dell’isola nell’attuale contesto strategico del Nord Atlantico.

Dall’inizio della guerra in Ucraina a Keflavik è basato un reparto di aerei da pattugliamento marittimo P-8 Poseidon della US Navy e uno con aerei F-35A dell’USAF.

Il governo islandese si è impegnato a versare 30 milioni di dollari l’anno di aiuti militari e umanitari all’Ucraina aderendo alla “colletta” lanciata dal governo ceco per pagare munizioni d’artiglieria da reperire sul mercato per fornirle all’Ucraina.

Presidiata dalle forze aeree statunitensi durante la Guerra Fredda per la sua posizione strategica lungo la rotta di ingresso nell’Oceano Atlantico della Flotta del Nord sovietica, l’Islanda vide il ritiro nel 2006 della presenza militare degli Stati Uniti che vi avevano mantenuto schierati 1.200 militari americani, 4 aerei da combattimento F-15 per difendere lo spazio aereo islandese e alcuni elicotteri.

Nel 2016, due anni dopo l’avvio delle tensioni con Mosca in seguito al golpe del Maidan che rovesciò il governo di Kiev e all’annessione russa della Crimea, Barack Obama sottoscrisse un accordo per il ritorno dei militari statunitensi in Islanda in caso di necessità.

Il governo “deve mantenere una posizione ferma e spiegare ai suoi cittadini cosa significa essere un alleato affidabile. Anche se non abbiamo forze armate permanenti, abbiamo un ruolo da svolgere. Non c’è un obiettivo preciso, tutto dipende dagli sviluppi intorno a noi. Dobbiamo mantenerci vigili”, ha detto il ministro al Washington Post.

Oltre alla Polizia, l’Islanda ha istituito una piccola Guardia Costiera che conta 250 uomini con 2 motovedette, una nave logistica un aereo da pattugliamento marittimo DHC-8-300 e 3 elicotteri Airbus H225 (fonte Military Balance).

Foto NATO e US DoD

 

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