Primi clienti per il velivolo da combattimento Sukhoi Su-57E?

 

In occasione del recente salone aeronautico Airshow China 2024, il CEO di Rosoboronexport, Alexander Mikheev, ha dichiarato in un’intervista al canale televisivo Rossiya dei primi contratti per la fornitura di caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57E (variante da esportazione) ad alcuni partner stranieri.

«Il sistema di cooperazione tecnico-militare – ha dichiarato Mikheev (nella foto sotto) – dovrebbe portare sul mercato nuovi tipi di armi e attrezzature militari. Abbiamo già firmato i primi contratti per l’aereo Su-57E. I nostri partner, i paesi amici, vogliono acquistare armi russe affidabili e comprovate.»

«Non avevamo dubbi – ha dichiarato invece Rostech – che il Su-57 da esportazione sarebbe stato un successo allo show aereo di Zhuhai. Questo non è solo un caccia e un pezzo da esposizione, ma l’unico aereo al mondo che ha dimostrato di appartenere alla quinta generazione nella pratica, in battaglie serie.

Ha un’agilità sorprendente, la forza e la grazia dei più impavidi velivoli d’acrobazia aerea, così come dimostrato dal pilota collaudatore Sergey Bogdan alle esibizioni quotidiane di volo. Queste sono le “ali della vittoria” che, ovviamente, altre Forze Armate del mondo vogliono avere nella loro flotta.»

I dettagli dei contratti (numero di esemplari e Paesi oggetto del possibile acquisto o dell’eventuale lettera d’intenti) non sono stati rivelati.

La partecipazione di due Su-57 al salone cinese è stata ampiamente documentata sul nostro canale Telegram: in realtà si trattava di due esemplari di preserie T-50 non appartenenti alle forze aeree russe ma alla società Sukhoi/UAC.  Il  numero 54 per l’esibizione in volo e il numero 57 per la mostra statica.

IIl tema dell’esportazione del Sukhoi Su-57 ha visto numerose ipotesi suffragate da affermazioni e fonti più o meno attendibili, ma soprattutto ha riguardato l’interesse di differenti Paesi: dall’Algeria alla Malaysia, dal Myanmar fino all’India passando per Egitto, Kazakistan e Vietnam.

Non è tuttavia da escludere che tra i Paesi oggetto di acquisizione del Su-57E non menzionati da Mikheev (almeno due), possano rientrare non solo i suddetti in elenco ma anche qualche nazione insospettabile come Cina e Indonesia.

Sull’interesse di Pechino, notoriamente già al lavoro da diversi anni e con notevoli risultati su differenti aerei di quinta generazione come il Chengdu J-20, lo Shenyang FC-31 (J-31) e il suo nuovissimo derivato J-35, l’interesse potrebbe riversarsi più che altro sul nuovo propulsore del Su-57, l’“Izdeliye 30” o AL-51 realizzato dalla Saturn NPO.

D’altra parte ricordiamo che nonostante l’incredibile produzione di caccia in loco derivati in tutte le salse del Su-27 (J-11), del Su-33 (J-15) e del Su-30MKK (J-16), Pechino ha acquisito 24 caccia Su-35 nel 2015, un numero che risultò essere a tutti gli effetti sottodimensionato se non praticamente “inutile” se paragonato all’intera flotta della PLAAF (Aeronautica Militare cinese).

Al punto che le valutazioni espresse allora dagli analisti del settore furono tutte a senso unico: Pechino era semplicemente interessata ai motori del Su-35.

Gli analisti americani Jesse Sloman e Lauren Dickey in un’intervista al magazine The Diplomat affermarono a quel tempo che «I nuovi programmi aeronautici cinesi sono apparentemente in un limbo; alcuni analisti pertanto hanno sostenuto che un acquisto di AL-117S sarebbe il modo più veloce per i cinesi di mettere le mani su un turbofan adatto per il J-20. Dal momento che la Russia non è disposta a vendere il nuovo motore come prodotto stand-alone, la PLAAF dovrà acquistare il Su-35 e dunque l’AL-117S come parte di un sistema d’arma completo.»

Sull’Indonesia invece l’indiscrezione è collegata in parte all’Air Show cinese: fonti francesi hanno riportato di due importanti progetti in discussione tra Cina e Indonesia in occasione del suddetto salone aeronautico. Il primo riguarda l’acquisizione da parte di Giakarta degli aerei da combattimento J-10C prodotti dal Chengdu Aircraft Industry Group.

Se l’accordo dovesse andare in porto sarebbe una grande vittoria diplomatica e commerciale per la Cina in un paese che ha acquistato gli aerei da combattimento Rafale dalla Francia nel 2022 e ha firmato un memorandum d’intesa con gli Stati Uniti nell’agosto 2023 per acquisire gli aerei da combattimento Boeing F-15EX.

Il secondo negoziato chiuso tra Pechino e Giacarta riguarda invece l’interesse dell’Indonesia per i sottomarini S-26T di classe Yuan della China Shipbuilding Industry Corp. di proprietà statale e tutto ciò avverrebbe dopo che Giacarta ha firmato un accordo con il gruppo navale francese in aprile per l’acquisizione di due sottomarini Scorpène.

Alla recente cerimonia di insediamento del nuovo Presidente dell’Indonesia, Prabowo Subianto, la Repubblica Popolare cinese era rappresentata dal vicepresidente Han Zheng, inviato speciale di Xi Jinping e uno dei più alti dignitari stranieri presenti all’evento. Gli Stati Uniti hanno inviato alla cerimonia il capo del Comando Indo-Pacifico statunitense, l’ammiraglio Samuel Paparo.

Sebbene la maggior parte dei contratti in fase di negoziazione sia stata discussa con la Cina, la Russia ha potuto dire la sua al nuovo presidente: il rappresentante di Mosca all’insediamento di Prabowo, il Primo vice primo ministro Denis Manturov non è venuto da solo.

Sempre secondo fonti francesi, infatti, anche Alexander Mikheev, capo di Rosoboronexport, sarebbe giunto a Giacarta per discutere di contratti navali e aeronautici.

Secondo la valutazione d’oltralpe, i colloqui riguardavano proprio il potenziale acquisto di caccia Su-57 da parte dell’Aeronautica indonesiana. Sebbene i colloqui siano ancora in fase preliminare, questi potrebbero sfociare in accordi commerciali veri e propri.

La fonte francese ha parlato anche di trattative per un contratto di fornitura di 30 elicotteri d’attacco Mil Mi-35M “Hind”, anche se persone vicine al Governo indonesiano hanno smentito questa notizia considerando che Giacarta dispone già di una flotta di elicotteri da trasporto Mi-17 e di jet da combattimento Su-30MKM che hanno semplicemente bisogno di essere ammodernati.

Foto UAC

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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