Componenti occidentali nel drone russo Merlin-VR

 

Un’analisi approfondita del drone russo Merlin-VR ha rivelato la presenza di componenti prodotti da aziende occidentali, sollevando serie preoccupazioni sulle dinamiche del commercio internazionale e sull’efficacia delle sanzioni imposte alla Russia. Il Merlin-VR (di cui Analisi Difesa si è occupata già nel 2021 con un articolo di Maurizio Sparacino) quando, considerato uno dei droni più sofisticati e rari in dotazione alle forze armate russe,  è stato trovato contenere parti di semiconduttori fabbricati dalla statunitense Analog Devices e dall’olandese Ampleon. Questa scoperta getta luce su come la Russia continui a procurarsi tecnologia avanzata nonostante le restrizioni.

Il Merlin-VR è un velivolo senza pilota progettato per missioni di ricognizione e sorveglianza avanzata. Grazie alla sua capacità di operare in condizioni climatiche difficili e a un’autonomia superiore alla media, il drone rappresenta una risorsa strategica per le operazioni russe, soprattutto in teatri come l’Ucraina. Tuttavia, ciò che lo rende ancora più significativo è l’uso di tecnologia occidentale per alimentarne le capacità, in aperta violazione delle sanzioni tecnologiche imposte da Stati Uniti e Unione Europea dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022.

Le componenti identificate includono semiconduttori e chip essenziali per il funzionamento del sistema di comunicazione e navigazione del drone. Analog Devices, un colosso statunitense noto per la produzione di semiconduttori ad alte prestazioni, e Ampleon, azienda olandese specializzata in dispositivi RF (radiofrequenza), sono tra i fornitori indiretti dei componenti trovati nel Merlin-VR. Queste aziende, tuttavia, negano qualsiasi coinvolgimento diretto nella vendita di tecnologia alla Russia, affermando che i loro prodotti potrebbero essere stati acquistati attraverso canali di distribuzione secondari o triangolazioni commerciali con paesi terzi.

La scoperta di queste componenti evidenzia una falla significativa nei meccanismi di controllo delle esportazioni. Nonostante i rigorosi regimi di sanzioni, la Russia sembra essere riuscita a sfruttare reti di approvvigionamento parallele per ottenere materiali di alta tecnologia necessari per il suo apparato militare. In molti casi, tali prodotti vengono venduti inizialmente a paesi che non sono soggetti a restrizioni, per poi essere reindirizzati in Russia attraverso intermediari. Questo modus operandi rende difficile per le autorità occidentali tracciare l’effettiva destinazione finale delle merci.

Un’altra questione cruciale riguarda il ruolo delle reti di distribuzione globali, che spesso operano in zone grigie del diritto commerciale. Molti componenti tecnologici prodotti da aziende occidentali sono classificati come “a doppio uso”, ovvero utilizzabili sia per scopi civili sia per applicazioni militari. Questa classificazione consente ai produttori di commercializzare tali prodotti senza infrangere formalmente alcuna normativa, ma lascia spazio a potenziali abusi da parte di attori statali o privati.

La presenza di tecnologia occidentale in droni russi avanzati come il Merlin-VR non solo mette in discussione l’efficacia delle sanzioni, ma solleva interrogativi più ampi sull’etica e la responsabilità delle aziende tecnologiche. Sebbene molte di queste società abbiano adottato misure per prevenire l’uso improprio dei loro prodotti, le triangolazioni commerciali e i mercati paralleli rimangono una sfida difficile da affrontare. È evidente che le attuali strategie di controllo delle esportazioni necessitano di un aggiornamento per tenere il passo con le sofisticate tattiche di elusione utilizzate da paesi come la Russia.

Questa vicenda mette in luce l’urgenza di un’azione coordinata a livello internazionale per rafforzare i controlli sulle esportazioni e garantire che i prodotti ad alta tecnologia non vengano utilizzati per alimentare conflitti. La collaborazione tra governi, aziende e organizzazioni internazionali sarà essenziale per chiudere le lacune esistenti e impedire che tecnologie progettate per scopi civili siano impiegate in ambito militare. Intanto, il caso del Merlin-VR rimane un monito sulle complessità delle guerre economiche e tecnologiche nell’era moderna.

 

Giuseppe GaglianoVedi tutti gli articoli

Nel 2011 ha fondato il Network internazionale Cestudec (Centro studi strategici Carlo de Cristoforis) con sede a Como, con la finalità di studiare in una ottica realistica le dinamiche conflittuali delle relazioni internazionali ponendo l'enfasi sulla dimensione della intelligence e della geopolitica alla luce delle riflessioni di Christian Harbulot fondatore e direttore della Scuola di guerra economica (Ege). Gagliano ha pubblicato quattro saggi in francese sulla guerra economica e dieci saggi in italiano sulla geopolitica.

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