Il DDP 2024-2026 e la Legge di Bilancio 2025: la Difesa diventa sostenibile?

 

In occasione dell’audizione davanti alla 3a Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato lo scorso 7 novembre, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha tratteggiato i lineamenti del Documento Pluriennale Programmatico (DPP) 2024-2026, dopo che il medesimo è stato pubblicato senza commenti sul sito della Difesa a settembre. Il 27 novembre, davanti alla medesima Commissione, è stata la volta dell’audizione sullo stesso tema del nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa (CSMD), generale di corpo d’armata Luciano Portolano.

Fra la pubblicazione del nuovo DPP e le due audizioni, ci sono stati e continuano ad esserci importanti sviluppi dal punto di vista dei programmi per la Difesa. Questi ultimi, unitamente alla recente pubblicazione del DDL sulla Legge di Bilancio 2025, offrono ulteriori elementi di novità ed approfondimento rispetto al quadro complessivo offerto dal documento.

 

Lo scenario geostrategico e le sfide della Difesa

“La Difesa affronta sfide epocali in uno scenario di riferimento sempre più fluido, instabile e imprevedibile, e per mantenere o guadagnare un vantaggio competitivo deve essere in grado di intercettare, stimolare e valorizzare anche l’innovazione tecnologica.

Per avere successo è però indispensabile una visione chiara degli obiettivi da raggiungere e un efficace lavoro di squadra, del quale sono parte anche queste commissioni, essenziali per la realizzazione di programmi di rinnovamento, ammodernamento delle forze armate per un paese come l’Italia che è una sorta di cerniera tra due sistemi geopolitici, oltre che il naturale punto di impatto dell’instabilità proveniente dal sud,” ha esordito il ministro Crosetto, davanti alla Commissione del Senato.

Crosetto ha poi aggiunto che “investire in difesa non è una scelta, ma una necessità per affrontare un futuro incerto, caratterizzato da un processo evolutivo che si prospetta drastico, rapidissimo e non indolore. Occorre riformare, rafforzare le Forze Armate per consentire loro di svolgere le tre funzioni imprescindibili: la Difesa dello Stato, degli spazi dell’Alleanza Atlantica, la tutela delle priorità di interessi strategici nazionali, tra i quali il contributo alla pace e alla stabilità, ma anche lo stimolo alla ricerca e lo sviluppo per consentire al paese e al suo apparato produttivo di esporre tecnologie innovative pregiate.”

Lo scenario geostrategico ed i cambiamenti epocali degli ultimi anni, con l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato al centro della scena mondiale le forme di minaccia convenzionale, mentre le crisi in Medio Oriente hanno portato alla ribalta la necessità di potenziare la difesa aerea e la necessità di dotarsi di adeguati approvvigionamenti di armi difensive.

L’attacco a Israele, ma al tempo stesso il ricorso da parte dei competitor di tattiche ibride, coinvolgono non solo la difesa ma anche ogni settore di interesse nazionale. In tale contesto per il ministro “è richiesta una capacità operativa adeguata e sostenibile nel tempo, e quindi la disponibilità di personale, capacità credibili che assicurino deterrenza o ove necessario una risposta efficace,” nell’ambito di un approccio integrato e multidimensionale che coinvolga anche settori privati per lavorare insieme allo scopo di tutelare gli interessi strategici del Paese, che tenga presente anche di crisi endemiche, come nel caso del continente africano.

Gli ha fatto eco il CSMD, che nel corso dell’audizione ha ribadito come alla Difesa, “siano richieste prontezza operativa, adattabilità e resilienza, per fronteggiare minacce convenzionali e asimmetriche, anche in condizioni di prolungato conflitto ad alta intensità…. qualora richiesto.”

Il ministro ha quindi sottolineato come lo strumento militare sia anche motore di crescita e stimolo della competitività del mercato, produttivo di investimenti nel settore difesa, e quindi portatore di benefici all’economia, a partire dall’occupazione, specialmente quella qualificata.

Prima di entrare nel dettaglio del rinnovamento dello strumento militare, nel corso dell’audizione il ministro Crosetto ha evidenziato due aspetti che ritiene prioritari per il successo dell’impresa: una nuova politica del personale militare e civile e la revisione del modello organizzativo della Difesa.

Occorre riequilibrare le dotazioni organiche adeguandole alle reali esigenze funzionali, bilanciare le forze in servizio permanente e quelle a ferma prefissata e prevedere una riserva operativa, per far fronte a crisi o conflitti prolungati, ma accompagnata anche da forme di reclutamento di professionalità pregiate. Una sorta di riserva specialistica indispensabile per essere rilevanti nei settori ad alto contenuto tecnologico e occuparsi di quantum computing e intelligenza artificiale. In sintesi, occorre disporre di personale STEM.”

La prima azione riguarda l’incremento delle dotazioni organiche, superando definitivamente le riduzioni introdotte dalla legge 244 del 2012 che riflettevano esigenze derivanti dal momento storico e un contesto geopolitico superati, ed il ringiovanimento dello strumento militare, specialmente nella sua componente operativa, favorendo il ricambio generazionale, senza dimenticare una nuova normativa per il personale militare, diversa da quella applicata al pubblico impiego.

 Occorre rivedere il reclutamento, la formazione e l’addestramento, rompendo gli schemi tradizionali, promuovendo un cambio di mentalità. La difesa deve sfruttare l’esperienza e le competenze già presenti, ma deve diventare anch’essa fucina di competenze dei nuovi domini e trarre beneficio dalle tecnologie legate all’intelligenza artificiale e quantum computing.”

Sempre parlando del personale, per il 2024, il ministro ha evidenziato la piena operatività delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari ma al contempo gli sviluppi per la salvaguardia e la valorizzazione del personale civile del dicastero, con maggiore attenzione rivolta alle procedure concorsuali per il ricambio generazione ed al tempo stesso l’evoluzione e quindi l’efficienza organizzativa. Il principale esempio riportato riguarda la separazione delle strutture del Segretariato generale della Difesa e della Direzione nazionale armamenti per razionalizzare due settori strategici.  Per entrambe le posizioni verrà inoltre valorizzato il ruolo del personale civile che potrà assumere posizione apicale di una delle due, per la prima volta nella storia della difesa.

 

Sviluppi Capacitivi

Dal punto di vista degli sviluppi capacitivi, “il piano di ammodernamento e rinnovamento dello strumento militare intende colmare i gap identificati con il processo di pianificazione generale che tiene conto delle esigenze di ammodernamento.”

Gli impegni assunti in ambito internazionale, in particolare con la NATO alla quale ci siamo impegnati a fornire specifici capacità, i cosiddetti Capability Target, dove l’Alleanza non si limita a chiedere capacità ma anche garantire la prontezza delle Forze ed il loro supporto logistico con adeguate capacità.

“I conflitti in atto hanno chiaramente fatto emergere l’importanza delle tecnologie, ma anche il ritorno a modalità di combattimento che credevamo superate, il supporto di fuoco della artiglieria, unità blindate, corazzate, sistemi antimissile contraeree, persino le trincee. Ci troviamo insomma in mezzo a una sorta di rivoluzione industriale e militare che va a passi forzati, e che impone scelte che influenzeranno i prossimi vent’anni della nostra vita” ha detto Crosetto.

Le direttrici sulle quali si muoverà la Difesa sono molteplici e sfidanti. “In primo luogo il completamento dell’evoluzione in chiave interforze, intervenendo a livello ordinativo, logistico, tecnologico e normativo. Questo obiettivo dovrà essere raggiunto modificando i settori e servizi comuni alle diverse forze armate, eliminando le ridondanze e ottimizzando le risorse. Sempre per ottenere un efficientamento complessivo, che non riguardano soltanto la Difesa ma anche l’industria ed altri settori dell’amministrazione dello Stato, anche portando avanti le iniziative finalizzate a superare la frammentazione decisionale produttiva. Sempre a livello intergovernativo per assicurare l’interoperabilità e l’operatività occorre un approccio integrato.”

A tal riguardo il ministro riporta tre esempi rappresentanti dal Dominio Spaziale dove il recente disegno di legge ricomprende un visione integrata in cui la difesa è parte fondamentale, insieme alle altre amministrazioni competenti; da quello Cibernetico,  dove la difesa deve essere in grado di operare anche autonomamente e pianificando e conducendo operazioni militari sia difensive che offensive.

Non solo in caso di conflitti evidenti, ma anche risposta all’attacco di minacce alle infrastrutture critiche e agli interessi vitali del paese, per il quale occorre un non più procrastinabile adeguato quadro normativo; dal dominio Subacqueo, per la cui tutela delle infrastrutture critiche e degli interessi nazionali è stato il Polo Nazionale della Subacquea ed è stata approvata l’agenzia per la sicurezza in tale ambito, dove la Marina Militare ha un’importante ruolo.

“Dovremmo anche concentrare gli sforzi sul processo di trasformazione digitale, puntare all’innovazione sfruttando l’opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e dal quantum computing, al fine di incrementare la nostra capacità di analisi predittiva e ottimizzare, se necessario, rivoluzionando il processo decisionale.”

Al tempo stesso sviluppare la capacità di combattere situazioni di guerra ibrida come quelle legate alla falsificazione delle informazioni, grazie a sforzi comuni fra il mondo accademico, l’industria e la Difesa.

“I conflitti in Ucraina ed in Medio Oriente, ma non solo, ci indicano anche il crescente ricorso e la rilevanza acquisita dai sistemi unmanned.” L’integrazione di questi sistemi con le capacità avanzate dell’intelligenza artificiale potrà portare a significativi vantaggi operativi, ma anche a rischi e minacce difficili da contrastare in termini difensivi.

Se da un lato è essenziale acquisire capacità moderne e tecnologicamente avanzate in quantità adeguate e bilanciate tra diverse componenti, dall’altro è fondamentale potenziare la prontezza operativa, la catena degli approvvigionamenti, con particolare attenzione a munizionamenti e parti di ricambio, migliorare ed aggiornare l’addestramento del personale dell’unità, rafforzando le infrastrutture tradizionali e di simulazione in tal senso, unitamente alla partecipazione alle all’esercitazione internazionali che favoriscono l’integrazione e l’interoperabilità, ed infine intervenire per mitigare gli effetti derivanti dal prolungato mancato finanziamento dell’esercizio, che incide direttamente sull’operatività dello strumento militare.

“La situazione ha raggiunto livelli insostenibili, compromettendo l’efficienza dei mezzi e dei sistemi di dotazione della capacità di svolgere le attività addestrative necessarie per mantenere la prontezza operativa.”

 

Programmazione, stabilità investimenti e consolidamento della base industriale

In ordine ai programmi di rinnovamento ed ammodernamento delle Forze Armate, in base alla Legge di Bilancio 2024 (e non avendo a riferimento i dati finanziari del DDL sulla Legge di Bilancio 2025) come riportato dal DPP 2024-2026, alla consolidata programmazione operante si aggiungono altri 20 programmi di previsto avvio per un impegno finanziario complessivo – per la funzione Difesa, settore investimento comprensivo dei fondi assegnati dal Ministero della  Difesa e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) – nel triennio 2024-2026 di circa 28,2 miliardi di euro.

I volumi in parola sono frutto della sovrapposizione dell’assegnazione finanziaria definita annualmente dal legislatore attraverso varie leggi di bilancio. Un impegno finanziario che è anche la prova della capacità di finalizzazione del ministero.

“Anche quest’anno il settore investimento può contare sull’impulso fornito dalle risorse affluite con rifinanziamento del “Fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale”, che per il periodo 2024-2038, per supportare la programmazione operante, prevede un’assegnazione di 22,5 miliardi di euro: tali volumi sono stati ripartiti in 1,8 miliardi per nuovi programmi e 20,7 miliardi per quelli già operanti.”

Dal percorso di sviluppo evolutivo dello strumento militare finora descritto e meglio esplicitato per quanto riguarda i programmi di rinnovamento ed ammodernamento nel proseguo di questa analisi sul DPP, si evince che un primo elemento chiave per avere successo sarà la disponibilità di un quadro finanziario adeguato ma anche certo e stabile dal punto di vista dell’adeguatezza degli stanziamenti, pur consapevoli delle difficoltà economiche attuali, unitamente ad un percorso di crescita progressiva, indispensabile per affrontare nuove sfide.

Per quanto riguarda l’incremento del budget della Difesa, il Ministro ha sottolineato come si sia passati dal 1,54% del PIL di quest’anno all’1,57% nel 2025, all’1,58 nel 2026, all’1,61 al 2027. L’Italia è quindi lontana dal 2% entro il 2028, ma come ricordato dal presidente della Commissione Difesa della Camera, on. Stefania Craxi, il giorno prima dell’audizione, il Commissario in pectore della difesa europeo, Andrus Kubilius, ha aperto alla possibilità di scorporare le spese della Difesa dal Patto di stabilità, richiesta fortemente caldeggiata e spinta dall’Italia e dal ministro Crosetto, che parlando sul punto in audizione ha sottolineato che si tratta di un elemento da non sottovalutare ma che va supportato da una proposta chiara: “il tema non è solo quello di escludere le spese per la Difesa dal Patto di stabilità….. ma anche identificare i percorsi per sostenerle.”

Secondo il ministro una soluzione sarebbe dare alle emissioni di debito che sono necessarie per sostenere il 2% spese della Difesa “una copertura, una garanzia europea. Questo consentirebbe ad ogni Stato di rendere neutre, assolutamente neutre, da qualunque impatto nazionale, le spese per la Difesa.”

Per quanto riguarda la certezza e stabilità delle risorse, il rifinanziamento del “Fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale,” introdotto con la Legge di Bilancio 2021, e confermato per tutti gli anni successivi, compreso il 2024 (e secondo il DDL Bilancio 2025 anche per quest’ultimo anno), rappresenta uno strumento cruciale per l’ammodernamento delle Forze Armate ma tuttavia ancora insufficiente a coprire le esigenze della Difesa.

Il fatto che essa venga rifinanziato in base annua introduce infatti alcune criticità, rallenta la realizzazione dei progetti, aumenta i costi complessivi, ostacola la collaborazione industriale. Per tale motivo, il Dicastero continua a proporre “l’adozione di un meccanismo di rifinanziamento triennale del Fondo Investimenti Difesa che renda disponibili nell’immediato i volumi finanziari relativi ad almeno tre provvedimenti successivi, con profondità di 17 anni, favorendo la programmabilità dell’intero periodo.”

Analoga stabilità e profondità finanziaria dovrebbe essere garantita dalla cooperazione tra Difesa ed il MIMIT che, al contrario, nel 2024 ha visto il mancato finanziamento dei programmi di investimento ad elevato contenuto tecnologico di maggiore interesse per entrambi i dicasteri.

“Per evitare che questa situazione crei difficoltà al normale proseguo di alcuni programmi più critici, il dicastero ha dovuto attingere direttamente al proprio stato di previsione, comportando degli impatti negativi, non sostenibili nel tempo su altri programmi importanti che erano stati pianificati sul bilancio del dicastero.”

Il successo complessivo, oltre alle considerazioni a carattere finanziario, sarà basato sempre secondo il ministro Crosetto, sulla capacità di fare sistema tra la difesa e l’industria di settore, specialmente in un contesto in cui tecnologia, interoperabilità e digitalizzazione saranno gli elementi abilitanti per fronteggiare le future minacce. “Oggi il panorama industriale della difesa continua a non essere sviluppato armonicamente. Vi sono settori all’avanguardia, altri rimasti indietro e incapaci di sfruttare l’occasione che si presentano. Dovremmo definire un piano di consolidamento di tutta la base industriale della Difesa che renda il settore nella sua interezza più competitiva.

Inoltre, dobbiamo affrontare le difficoltà industriali di aumentare la produzione per far fronte alle esigenze delle Forze Armate in tempi compatibili con le necessità imposte dalle minacce.”

E’ fondamentale sempre secondo il ministro, riconoscere che l’industria è un asset cruciale non solo come strumento di influenza geopolitica, ma anche come moltiplicatore di valore e occupazione, giocando un ruolo chiave nella salvaguardia della sovranità nazionale. Per raggiungere questo obiettivo essenziale è necessario consolidare una condizione di autonomia strategica, partendo dalla ricerca scientifica e tecnologica per giungere a quello delle materie prime e terre rare. E’ necessario investire nella ricerca e nello sviluppo di settori ad alta tecnologia, puntando su prodotti innovativi che rispondono a esigenze operative, offrono ritorni economici ed opportunità occupazionali.

Nel corso dell’audizione, che nell’ambito della presentazione del DPP rimpiazza l’introduzione del ministro, quest’ultimo non accenna al DDL sulla Legge di Bilancio 2025 e quindi ai finanziamenti assegnati alla Difesa ed ai riflessi sul triennio 2025-2027, che risultano in aumento rispetto a quanto stabilito nel DPP, frutto dell’iniezione di nuovi fondi sia per quanto riguarda il Bilancio Ordinario che da altre fonti, in primis il MIMIT, che saranno analizzati con maggiore cura nel proseguo dell’articolo.

Una prima risposta alle esigenze e richieste sopra riportate, l’incremento dei finanziamenti per la Difesa nel 2025 rappresenta, in caso di conferma con l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio, un primo positivo passo verso la disponibilità di ulteriori e necessarie risorse, a fronte di attività di rinnovamento ed ammodernamento nonché esercizio, riordinamento dell’organizzazione e gestione del personale, che non sono mai state affrontate nel passato.

 

Parte I: L’approccio strategico nazionale e gli impegni operativi

Il contesto globale di riferimento, che analizza il DPP, si caratterizza per molteplici elementi di instabilità rispetto ad un passato recente, ma al contempo anche un mancato riconoscimento degli elementi avvisatori da parte dei principali player occidentali, abituati ad un periodo di pace e gestione delle crisi lontane, in cui l’importanza della geostrategia è stata sottovalutata rispetto ai problemi politico, sociali ed economici interni, aggiunge lo scrivente.

Rispetto a tale quadro, l’aggressione russa all’Ucraina ha determinato un punto di rottura, delineando “una profonda polarizzazione a livello globale, in uno scenario che vede tendenzialmente contrapposti il modello liberaldemocratico e quello autoritario-totalitario, a cui partecipano attori globali (in primis Russia e Cina) e potenze regionali (in primis l’Iran)”, secondo il DPP. Lo shock sistemico “ha coinvolto anche l’intero sistema economico e commerciale globale, determinando la necessità di rivedere le catene di approvvigionamento energetico e confermando, al contempo, la strategicità delle infrastrutture critiche, siano esse logistiche, energetiche o di comunicazione”, sottolinea il DPP.

Su un altro quadrante, la crisi mediorientale “costituisce una concreta minaccia di escalation a livello regionale, come dimostrato dal coinvolgimento di numerosi attori – statuali e non… con un rischio di spill over del conflitto, con effetti devastanti su scala globale”, mentre l’Iran continua a costituire “un fattore determinante di instabilità”.

La crisi mediorientale ha rivitalizzato situazioni per così dire monitorate a livello internazionale come la presenza di Hezbollah in Libano e la convivenza di diversi attori in Iraq e Siria oltre alle milizie sciite Houthi in Yemen, acutizzando una situazione di crisi generalizzata e senza precedenti, che ha costretto i player internazionali ad attivarsi, riscontrando come le rispettive capacità di risposta non siano più adeguate alla situazione attuale, aggiunge lo scrivente.

In particolare per quanto riguarda l’Italia ma in generale anche per il resto dei Paesi Europei, la minaccia Houthi si sta rivelando particolarmente grave dal punto di vista economico, mentre i contingenti internazionali ONU dispiegati nel teatro mediorientale sono sempre più esposti ed impossibilitati ad operare.

La reazione Europea con la missione EUNAVFOR Aspides ha visto il dispiegamento di un dispositivo navale che non è in grado di proteggere il naviglio mercantile, nonostante gli sforzi di alcuni Paesi, come l’Italia. La missione ha inoltre evidenziato uno stato di approntamento dei Paesi europei in generale deficitario, per ridotta preparazione e limitati fondi per l’esercizio e nuove capacità. La necessità di assicurare la libertà di navigazione attraverso lo Stretto di Hormuz e zone limitrofe ha inoltre mosso i principali player compresa l’Italia a contribuire all’Operazione EMASOH, con ulteriori sforzi da parte dei Paesi europei.

Nel Mediterraneo, in un contesto già complesso e delicato, si assiste ad un rinnovato fenomeno di “territorializzazione” del mare da parte dei Paesi rivieraschi, cui si somma l’assertiva influenza di Mosca.

Nei Balcani occidentali il percorso di integrazione euro-atlantico, oltre che dalla persistente influenza russa, è messo a rischio “dal riaccendersi di tensioni etniche, soprattutto nelle relazioni tra Serbia e Kosovo e in Bosnia-Erzegovina”.

Spostando l’attenzione verso l’Africa, il contesto geopolitico e securitario nella regione settentrionale appare alquanto complesso da molteplici fattori di instabilità. In aggiunta alla difficile situazione della Libia, permangono rischi di tenuta sociale anche per i Paesi limitrofi.

La situazione del Sahel sta vivendo “un grave deterioramento, con la proliferazione di gruppi armati ribelli affiliati alle principali sigle terroristiche”, cui si aggiunge la competizione strategica, cui partecipano attori globali e potenze regionali… soprattutto per quanto attiene lo sfruttamento delle “terre rare“, sempre più determinanti per lo sviluppo tecnologico.

L’influenza esterna sta diventando sempre più evidente anche fra i Paesi del Golfo di Guinea, caratterizzati da problemi di sicurezza latente, per non citare l’Africa del Sud e Paesi limitrofi che stanno sempre di più lasciando la sfera d’influenza occidentale per quella russo-orientale e dei principali Paesi BRICS.

L’Italia contribuisce attivamente alla protezione dei traffici marittimi nel Golfo di Guinea e alla stabilizzazione della Libia ed alle partnership europee-nordafricane nel settore navale senza dimenticare il costante contribuito al monitoraggio del Mar Mediterraneo con missioni nazionali ed internazionali come l’europea IRINI e della NATO oltre al supporto logistico offerta ai partner europei e NATO. Nel Corno d’Africa, oltre alle criticità perduranti, una ulteriore “fonte di instabilità è stato il recente riconoscimento formale del Somaliland da parte dell’Etiopia, in cambio della concessione del porto di Berbera quale importante accesso etiope al Mar Rosso”.

Il sempre maggiore impiego nel contesto del “Mediterraneo Allargato” ed in particolare nei bacini mediorientali ed asiatici con una propensione verso l’Oceano Indiano ed il Pacifico, dovrebbe far pensare secondo lo scrivente, ad una o più nuove strutture d’appoggio interforze con approdo al mare nell’area più ad est della regione medio-orientale. L’Italia dispone già di base logistica e distaccamenti a Gibuti nel Corno d’Africa, in supporto alla preparazione delle forze locali e delle operazioni nell’area.

In passato, l’Italia aveva anche una base logistica di supporto negli Emirati Arabi Uniti per le operazioni in Afghanistan. Cambiato il contesto geostrategico ed operativo, le missioni nell’area del Golfo Persico/Arabico e dell’Oceano Indiano con la propensione evidente di un sempre maggiore coinvolgimento nell’area e verso l’Indo-Pacifico, potrebbero trovare giovamento dalla ricostituzione di una struttura interforze d’appoggio continuativo con accesso al mare nell’area, magari negli stessi Emirati Arabi Uniti o in paesi limitrofi. Questa attività sarebbe anche di supporto al Sistema Paese oltre alla postura nazionale nell’area.

Il documento cita poi la crescente competizione nell’Indo-Pacifico, il cui coinvolgimento dei Paesi NATO è sempre più richiesto, nonostante le minacce che caratterizzano le aree d’interesse geostrategico europee, come l’Africa, Medio Oriente ed il Bacino del Mediterraneo.

“Allo stesso tempo, altre potenze medie, come l’India, l’Arabia Saudita o il Sudafrica, stanno emergendo come attori importanti sulla scena globale. Sebbene esse abbiano poche caratteristiche in comune, stanno esercitando la propria autonomia modulando le loro intese (anche militari), spesso senza prendere posizione a livello internazionale”, ha evidenziato il CSMD, rimarcando come “più ampiamente, stiamo quindi osservando uno scenario di ‘competizione permanente’, i cui effetti si riverberano tanto sul piano militare, quanto in ogni altro settore di interesse nazionale…..da quello economico, a quello industriale, energetico e sociale.”

In questo contesto occorre sottolineare la scarsa attenzione dell’Alleanza Atlantica verso il Fronte Sud della NATO, a fronte di un impegno nazionale sempre più evidente. Il DPP evidenzia inoltre l’attenzione che deve essere prestata alla regione artica, ai cambiamenti climatici e agli squilibri demografici.

Il DPP fa inoltre riferimento alle minacce ibride ed ai contesti operativi di nuovo sviluppo come il dominio spaziale e cibernetico, a cui s’aggiunge l’ambiente subacqueo, con una risposta nazionale sempre più forte unitamente agli sforzi duali, come la crisi pandemica, “che ha enfatizzato la vulnerabilità delle nostre società a fronte di rischi di natura sanitaria potenzialmente generati da sviluppi nel campo Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare (CBRN).”

Per quanto riguarda il contesto delle alleanze, l’attenzione principale del documento è, ovviamente, su NATO, UE e ONU. Tra le priorità nazionali emerge “il consolidamento del c.d. “pilastro europeo” della NATO, attraverso il rafforzamento della sinergia e della complementarietà con l’UE”. L’invasione russa ha spinto l’Alleanza Atlantica a un processo di adeguamento e rafforzamento della propria postura, cui l’Italia partecipa attivamente. In particolare, quest’ultima contribuisce alle missioni di deterrenza e difesa della NATO sul fianco est dell’Alleanza con navi, velivoli e dispositivi terrestri, senza dimenticare capacità critiche come le piattaforme AEW&C.

L’impegno nazionale nell’ambito dell’Alleanza Atlantica è comunque distribuito su tutti i fronti, vecchi e nuovi, come il recente dispiegamento operativo dell’IT Carrier Strike Group e dell’Aeronautica Militare nell’Indo-Pacifico con una componente expeditionary con velivoli di 5a generazione prima a terra e poi imbarcata.

La Difesa promuove anche la partecipazione con risorse sempre più crescenti alla Politica di Sicurezza e Difesa Comune (CSDP) dell’Unione Europea. Tra queste vengono poste in particolare evidenza l’evoluzione della EU Rapido Deployment Capacity (EU RDC) o Capacità di dispiegamento rapido, l’impegno nella Cooperazione strutturata permanente (PESCO), nella Strategia di sicurezza marittima e l’evoluzione dello Strumento finanziario off-budget European Peace Facility (EPF) rispetto al finanziamento dei costi comuni alle operazioni e missioni di CSDP, continuando al contempo ad assicurare il finanziamento delle misure di assistenza a favore dell’Ucraina. Infine l’Hybrid ed il Cyber Tool-box, per fronteggiare le minacce trasversalmente presenti in tutti i dominii e la definizione di una Strategia di Sicurezza e Difesa per lo Spazio.

Per le missioni ONU L’Italia continua ad essere un rilevante contributore, il primo tra i Paesi occidentali in termini schierate (22° su base mondiale) e 7° in assoluto per finanziamento delle attività di peace keeping. Vengono poi citate altre iniziative multilaterali, come l’Iniziativa europea d’intervento (EI2), di cui alcune a guida italiana.

Dal punto di vista geografico, “l’impiego dello Strumento militare copre tutti i punti nevralgici delle aree di prioritario interesse strategico nazionale: dai Paesi baltici lungo tutto il Fianco Est della NATO, dal Medio Oriente al Corno d’Africa, dal Mar Rosso sino al Golfo di Guinea passando per il Sahel, oltre ovviamente all’impegno sul territorio, sulle acque e sui cieli nazionali” sottolinea il DPP. Sotto il profilo della loro durata, “si tratta di operazioni di portata variabile, in quanto si passa da missioni esauritesi nel lasso di tempo di qualche mese ad altre che arrivano a coprire un notevole arco temporale”, anche se le crisi che attagliano l’Africa ed il Medio Oriente posso definirsi permanenti.

 

Lo sviluppo dello Strumento Militare

Per assolvere le proprie missioni in modo efficace, producendo effetti concreti e credibili, la Difesa, che opera continuando a trasformarsi (transforming while operating), secondo il DPP, deve risultare pronta e idonea a rappresentare il valido strumento di proiezione di potere che, insieme alle altre “leve” dello Stato, consenta di salvaguardare gli interessi nazionali (Whole of Government approach). In tale ambito, il processo di integrazione interforze e l’interoperabilità nei cinque domini (terra, mare, aria, cyber e spazio) in termini programmatici, organizzativi e operativi è fondamentale per conseguire maggiore efficienza operativa e credibilità strategica, assicurando piena armonia e massima efficacia nella condotta delle operazioni, con un’azione moltiplicativa dell’effetto complessivo generato.

Gli sforzi della Difesa vanno in tal senso, con iniziative volte a implementare capacità strategiche abilitanti grazie all’intercettazione delle tecnologie rivoluzionarie emergenti (Emerging and Disruptive Technologies, EDT) nei settori dello Spazio e del Cyber, “domini” interforze irrinunciabili e determinanti nella definizione delle operazioni e dei piani di sviluppo capacitivo con outlook di lungo periodo, oltre all’ambiente subacqueo per la protezione delle infrastrutture strategiche e delle risorse essenziali per il futuro del Paese.

Numerose, dunque, e sicuramente sfidanti, secondo il DPP, sono le direttrici sulle quali la Difesa si muove per continuare ad essere rilevante in un contesto altamente competitivo quale è quello securitario. Al fine di dare concretezza al complesso processo di sviluppo capacitivo della Difesa, sono stati individuati due importanti riferimenti:

  • prioritariamente, rendere disponibili quelle capacità/ sistemi che il Paese si è impegnato a mettere a disposizione in ambito NATO, c.d. NATO Capability Target, tenendo conto – per quanto al momento noto – della postura che la NATO pianifica di attuare nell’ambito del c.d. “New Force Model” e ponendo attenzione ai gap periodicamente identificati in questo senso, nell’ambito del Defence Planning Capability Review (DPCR).

  • complementarmente, quale benchmark di controllo del progresso dello sviluppo complessivo dello Strumento militare nazionale, (per assicurare lo sviluppo armonico e bilanciato in tutti i segmenti capacitivi), nel medio termine la Difesa dovrà disporre dei mezzi, sistemi, capacità necessari per poter condurre in autonomia una Limited Small Joint Operation (L-SJO) nazionale in un ipotetico scenario ad alta intensità – limitato nel tempo (con durata di 6/8 mesi, definendo ex ante le azioni necessarie a una possibile estensione) e nello spazio (a seguito di un conflitto/instabilità che destabilizzi una zona circoscritta all’interno dell’area di preminente interesse strategico nazionale) – a difesa del Paese o a supporto di un Paese terzo o di una coalizione.

L’obiettivo, secondo il DPP, è quello di addivenire allo sviluppo di uno Strumento militare pienamente operativo, scalabile e integrato – grazie al raggiungimento di un livello tecnologico omogeneo in tutti i domini e tra le varie componenti in ciascun dominio, sfruttando le sinergie con il mondo della ricerca e dell’industria -, ed expeditionary per poter operare nelle aree di interesse nazionale, autonomo dal punto di vista operativo e logistico, e capace di esprimere un credibile livello di deterrenza, quale reale strumento di dissuasione nei confronti delle potenziali minacce al Paese.

 

Linee di Sviluppo Capacitivo

“L’approccio seguito è stato quello di favorire le nuove progettualità dall’alto impatto strategico, tenendo anche conto delle capacità produttive dell’industria nazionale, così da generare positive ricadute anche sul tessuto economico del paese e sull’innovazione tecnologica,” ha sottolineato il CSM della Difesa nel corso dell’audizione del 27 novembre. Per ciascuna componente, il documento dà conto delle principali esigenze operative e delle sue linee di sviluppo capacitivo, nell’ottica di ottimizzare quelle che sono definite le Capacità Operative Fondamentali (COF): comando e controllo; capacità informativa; protezione delle forze e capacità di ingaggio; preparazione delle forze; proiezione delle forze; sostegno delle forze.

 

Componente Interforze

Il documento conferma l’intenzione di continuare nella direzione, già intrapresa negli scorsi anni, dei programmi “nativamente interforze“, che siano in grado di massimizzare i benefici attraverso la piena integrazione delle componenti delle singole Forze Armate. Tale sviluppo, secondo il DPP, verrà raggiunto perseguendo una strategia finalizzata ad ammodernare in modo coerente e ponderata tutti i settori capacitivi (integrazione in ottica multi-dominio), ricercando un bilanciamento tra le componenti che è fondamentale per poter ottenere una combinazione di effetti con azioni condotte da/in ogni dominio.

“In un’ottica di razionalizzazione delle risorse e efficientamento del Sistema Difesa, i programmi abilitanti relativi alle Capacità Operative Fondamentali (COF), afferenti al comando e controllo, alla capacità informativa, alla protezione e sostegno delle forze, e alla capacità di ingaggio, che sono trasversali alle componenti (terrestre, marittima e aerea), sono stati sviluppati in chiave interforze e con approccio integrato e strutturato,” ha evidenziato il CSM della Difesa, ed in quest’ottica s’intende continuare a potenziare in particolare i seguenti settori:

comando e controllo (C2) grazie al completamento delle attività del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), alla digitalizzazione, sicurezza informatica e potenziamento delle infrastrutture di rete e telecomunicazioni, con l’accrescimento delle funzioni cyber per dotare la Difesa della capacità di operare nell’intero spettro della Cyber Warfare, oltre che alla prosecuzione dei programmi spaziali per le comunicazioni satellitari SICRAL 3;

– tecnologie rivoluzionarie emergenti (Emerging and Disruptive Technologies, EDTs), con studi volti all’impiego delle innovazioni tecnologiche di nicchia, anche in vista della elevata mole di dati che caratterizzerà i futuri scenari di impiego;

– supporto informativo e cibernetica. Nell’ambito della prima, la Difesa continua ad investire nella data collection e quindi il supporto informativo del Centro Intelligence Interforze (CII); nel programma SPYDR, prorogando il leasing del velivolo equipaggiato con speciale sensoristica quale gap filler per il mantenimento della capacità SIGINT, in attesa della piena disponibilità operativa della nuova piattaforma P-MMMS (Piattaforma Aerea Multi-Missione, Multi-Sensore);  Satellite Ottico di 3a generazione, con il finanziamento di una ulteriore tranche, al fine di giungere al lancio in orbita di un sistema satellitare dotato di sensore elettro-ottico ad altissima risoluzione, atto a garantire la continuità della capacità nazionale autonoma di Osservazione della Terra in vista dell’imminente fine vita tecnico del sistema satellitare ottico in orbita, OPSTAT 3000;

– protezione delle forze e capacità di ingaggio, con l’acquisizione di sistemi C-RAM (Counter-Rocket, Artillery and Mortar) per i teatri operativi, capacità negletta per lungo tempo ma ormai improcrastinabile in termini di acquisizione;  proseguimento del programma di potenziamento delle capacità di difesa CBRN del 7° reggimento “Cremona”; avvio di attività di studio, ricerca e implementazione relativamente all’applicazione delle EDT, con soluzioni all’avanguardia per la difesa degli assetti basati nello spazio (spacebased) da minacce cinetiche e non (satelliti “sentinella”) e la capacità di protezione delle infrastrutture subacquee strategiche con sistemi modulari subacquei autonomi; avvio dello studio per l’integrazione di sistemi di controllo della salute innovativi nella progettualità “Soldato Sicuro”.

– preparazione delle Forze, con la veicolazione di risorse al Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ) per la risoluzione di talune obsolescenze e la ricerca della massima operatività.

– proiezione e sostegno delle Forze, sfruttando al massimo la sinergia interforze e le potenzialità delle diverse componenti, tra l’altro con l’ammodernamento della mobilità terrestre e della logistica di proiezione delle Forze Speciali.

In quest’ultimo ambito la Difesa evidenzia anche il potenziamento degli strumenti abilitanti a supporto strategico delle operazioni, il ripianamento delle scorte di armamenti e munizionamenti (con il potenziamento degli stabilimenti di produzione dell’Agenzia Italiana Difesa) e la “sinergizzazione” delle attività logistiche comuni.

“L’integrazione e il mantenimento di tali scorte rappresentano una sfida complessa, nell’ambito della quale occorre anche preservare la resilienza delle catene di approvvigionamento, prevenendo eventuali interruzioni attraverso l’incremento della produzione nazionale e la costituzione di riserve strategiche.

Ciò, oltre a richiedere un’accurata programmazione che tenga conto delle esigenze e delle disponibilità finanziarie della difesa, implica il coinvolgimento di molteplici attori e l’adozione di una pianificazione strategica di lungo periodo, supportata da risorse certe, capacità produttive nazionali e programmi di approvvigionamento mirati e continuativi,” ha sottolineato in audizione il CSM della Difesa, evidenziando come “in questo contesto, sono importanti le aspettative rivolte al joint procurement europeo, nell’ambito del quale sono da ricercare opportunità concrete per ottimizzare i processi di acquisizione, con flussi regolari di forniture che rafforzino la cooperazione tra gli stati.

Pertanto, sono stati promossi e sostenuti specifici programmi di sviluppo nell’ambito delle iniziative dell’Unione Europea PErmanent StruCtured Operation (PESCO), European Defence Industrial Development Programme (EDIDP) e European Defence Fund (EDF), consessi che spesso vedono l’Italia operare, con la sua industria di riferimento, quale lead nation.”

Il CSM della Difesa ha sottolineato anche la partecipazione dell’Italia a programmi multinazionali europei e con altre nazioni nell’ambito dell’Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in materia di Armamenti (OCCAR), “all’interno della quale l’Italia collabora da oltre vent’anni per la realizzazione di importanti programmi di investimento (come ad esempio FREMM, Euromale e FSAF/PAAMS), capitalizzando le economie di scala discendenti dalla cooperazione internazionale e la promozione e tutale del know-how aziendale.”

 

Componente terrestre

Per quanto riguarda la componente terrestre, che costituisce “il fondamentale presidio di deterrenza e difesa del territorio e degli interessi nazionali, sia in Patria sia all’estero”, secondo il documento, l’obiettivo principale della Difesa è “il raggiungimento di un livello tecnologico paritetico” rispetto alle altre componenti. Proseguirà quindi il processo di ammodernamento/rinnovamento dei sistemi e delle piattaforme disponibili, che raggruppati attraverso le singole Capacità Operative Fondamentali, vedrà per quanto riguarda:

  • Comando e controllo, la prosecuzione del programma funzionale al Mantenimento Capacità Operative (MCO) dei sistemi C5I; prosecuzione del programma di realizzazione di un moderno Data Center in una struttura idonea a supportare i necessari standard di continuità operativa, sicurezza cyber e resilienza; prosecuzione della progettualità
  • “Sistema Informativo Modulare Gestionale” (SI.MO.GE.) che accorpa in un’unica piattaforma tutti i sistemi autoritativi di F.A., con la creazione di un unico sito repository centralizzato e l’implementazione di soluzioni innovative che automatizzano le fasi di inserimento dati; completamento dei programmi di potenziamento della componente C2 della Multinational Division South;
  • la Capacità informativa, l’ammodernamento e la protezione dell’architettura dell’infostruttura di Forza Armata e l’acquisizione di nuovi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) o unmanned air systems (UAS) e l’MCO per quelli in servizio;

  •  la Protezione delle Forze e Capacità di Ingaggio. Nel primo caso una capacità Cyber non soltanto difensiva ma anche attiva, per consentire all’Esercito di manovrare nell’ambito dell’intero pacchetto delle Cyber Operation; la prosecuzione dei programmi per la Difesa Aerea ed in particolare quello SHORAD “Grifo” con l’acquisizione di ulteriori lotti del sistema missilistico MBDA CAMM ER e quello a medio-lungo raggio SAMP/T NG (New Generation)  di nuova generazione, con l’acquisizione di un’ulteriore batteria ed all’integrazione del contratto logistico; la prosecuzione del programma Soldato Sicuro. Per quanto riguarda la Capacità di Ingaggio, particolare attenzione è rivolta alla componente pesante, che è stata negletta in passato per riassumere priorità alla luce dei più recenti momenti di crisi e conflitto.  Come noto, le principali progettualità interesseranno;
  • l’intervento di ammodernamento dei carri armati Ariete, a cui s’aggiunge la prosecuzione del finanziamento del programma di acquisizione di piattaforme corazzate di nuova generazione Main Battle Tank” (MBT), unitamente alle versioni derivate. “Questi programmi (legati al nuovo MBT ed al programma A2CS esplicitato di seguito) permetteranno di consolidare la partnership industriale con gli alleati europei, cui contribuisce la joint venture siglata nel mese di ottobre, tra Leonardo e Rheinmetall, nell’ottica – come indicato dal Ministro Crosetto – di costituire un “Polo Industriale Europeo della Difesa Terrestre,” ha rimarcato il CSM della Difesa;

  • la prosecuzione del finanziamento per dotare la Forza Armata di una famiglia di sistemi d’arma cingolati per equipaggiare varie unità, prime tra tutte quelle della fanteria pesante (Army Armoured Combat System – A2CS), per sostituire le piattaforme oggi in linea affette da pesanti obsolescenze, inefficienze diffuse e criticità;
  • il rinnovamento della capacità di manovra con il fuoco/di Supporto di Fuoco dell’Esercito mediante la prosecuzione del programma per i veicoli lanciarazzi HIMARS (High Mobility Artillery Rockets System) e l’acquisizione di nuovi sistemi e piattaforme per l’artiglieria rappresentate dai semoventi ruotati RCH 155 e dell’obice leggero (Ultra Light Howitzer, ULH), a cui s’aggiunge l’ammodernamento dei sistemi di artiglieria MLRS e PZH-2000 e l’acquisizione dei razzi a gittata maggiorata;
  • l’acquisizione di sistemi di ingaggio di precisione stand-off ed a lunga portata con capacità loitering e munizionamento circuitante o loitering ammunition di vario tipo, nonchè mortai pesanti per equipaggiare le Brigate specialistiche. Unitamente ai nuovi sistemi d’artiglieria, la capacità d’ingaggio stand-off ed a lunga portata e il munizionamento circuitante di vario tipo rappresentano un salto di qualità senza precedenti per la Forza Armata, che richiede importanti investimenti;
  • la prosecuzione della progettualità inerente al potenziamento delle capacità dei radar controfuoco Arthur;
  • la prosecuzione dello sviluppo/acquisizione dei sistemi d’arma contro-carro a corta gittata;
  • l’avvio degli studi per il futuro avvio del programma Full-All Terrain Vehicle (ATV) relativo alle Forze Medie/specialistiche;
  • il mantenimento in capacità operativa degli assetti ad ala rotante NH-90, CH-47 e la flotta AW129 “Mangusta”, oltre che la prosecuzione della progettualità avviata per dotare l’Esercito di un moderno e performante elicottero da esplorazione e scorta (NEES).
  • la Preparazione delle Forze grazie al potenziamento del sistema di simulazione in grado di coprire l’intero ventaglio delle attività operative.
  • la Proiezione e sostegno delle Forze: le sempre più pressanti operazioni a supporto dell’Alleanza e dell’Europa, hanno portato ad investire ulteriormente nel supporto ed in particolare nell’MCO delle principali piattaforme terrestri, il potenziamento del Genio con una nuova famiglia di mezzi logistici, la creazione di una “scorta strategica di carburante”, l’efficientamento del sistema infrastrutturale della F.A., le capacità di supporto alla manovra ed expeditionary con progettualità come la capacità di gap crossing, la rigenerazione della capacità di schieramento (il rinnovamento delle capacità peculiari dei reggimenti del genio) e di Reception, Staging Onward Movement & Integration (RSOM&I), in aggiunta al parco veicoli di supporto all’AVES.

 

Componente Marittima

In un’ottica di disporre di uno Strumento aeronavale bilanciato, flessibile, sostenibile e resiliente, in grado di disporre di un chiaro e aggiornato quadro della situazione marittima sopra e sotto la superficie (Maritime Situational Awareness e Underwater Situational Awareness), viene dato spazio all’ammodernamento/rinnovamento della capacità aerotrasportata per la lotta antisom e di superficie, al potenziamento delle capacità subacquee comprese quelle di contromisure mine e di seabed warfare almeno in una prima iterazione a cui s’aggiunge l’incremento della capacità di sorveglianza di superficie ed intelligence grazie ad APR di diversa tipologia. Enfasi viene anche data al potenziamento del gruppo aereo imbarcato ed delle capacità di difesa area e missilistica nonché alle Maritime Battle Decisive Munitions, fra cui munizionamento guidato e sistemi d’arma strike a lungo raggio.

Avendo a riferimento le Capacità Operative Fondamentali (COF), lo sviluppo capacitivo viene ottenuto in termini di:

Capacità Informativa, con l’acquisizione di una capacità ISR imbarcata con APR leggeri (ad ala fissa) e APR tattici (ad ala rotante), il consolidamento della rete radar costiera e della sala operativa di CINCNAV ed a più lungo termine, con finanziamenti di attività oltre il triennio del nuovo DPP, l’acquisizione di nuovi velivoli ASuW/ASW a lunga autonomia nell’ambito del programma M3A (Maritime Multi-Mission Aircraft), e l’MCO dei sottomarini della classe Sauro e U-212 classe Todaro;

Protezione delle Forze e Capacità di Ingaggio, con il consolidamento della capacità di difesa cyber nell’ambiente maritime,  –  l’acquisizione di due ulteriori FREMM classe “Bergamini” (11a e 12a FREMM), in una versione evoluta denominata EVO “Evolution”, con potenziate capacità di difesa aerea e missilistica; il programma di ammodernamento di mezza vita (MLU, Mid-Life Upgrade) dei caccia lanciamissili della classe “Doria” (programma Horizon/Orizzonte); lo sviluppo, rinnovamento tecnologico e In Service Support (ISS) del sistema missilistico di difesa aerea PAAMS/SAAM-ESD , dei sensori associati e del missile Aster, per l’adeguamento alla capacità BMD, l’avvio dell’adeguamento tecnologico del programma PPA (c.d. configurazione 2.0 o EVO) e del programma per l’acquisizione della capacità antidrone per le Unità Navali a partire dalle FREMM EVO, l’acquisizione dei nuovi pattugliatori d’altura tipo PPX in sostituzione di quelli delle classi Costellazioni ed l’avvio delle attività riguardanti il programme per le Multi-Purpose Patrol Corvette (MMPC) in precedenza conosciute come European Patrol Corvette (EPC) in sostituzione delle unità classe “Comandanti”.

“Mi preme evidenziare come esso (quest’ultimo) rappresenti un concreto esempio di successo delle iniziative di procurement europeo, che ha beneficiato di circa 200 milioni di euro da parte della Commissione Europea”, ha rimarcato il CSM della Difesa in occasione dell’audizione; la prosecuzione del programma “Cacciamine di Nuova Generazione” (CNG) con un apposito finanziamento funzionale all’acquisizione delle prime 6 unità di nuova generazione, destinate a sostituire con ulteriori unità grazie a nuovi finanziamenti, quelle delle classi “Lerici” e “Gaeta”; l’ammodernamento della Brigata San Marco e del comparto Forze Speciali (Gruppo Operativo Incursori – GOI) della Forza Armata. A questi s’aggiungono il potenziamento della flotta di velivoli VTOL F-35B (con l’avvio dell’acquisizione di ulteriori 5 velivoli e relativo supporto logistico), e quelli di adeguamento della LHD Trieste ed infrastrutturali di Grottaglie; il completamento del finanziamento funzionale allo sviluppo di una nuova classe di caccia lanciamissili (DDX), in sostituzione della classe “Ammiragli”.

Preparazione delle Forze: un potenziamento dei livelli addestrativi grazie ai programmi per la realizzazione di un’architettura integrata per l’addestramento simulato delle Forze Aeronavali (Training Distribuito della Marina Militare, TDMM), e le risorse per l’implementazione del segmento MM del Rotary Wing Mission Training Center (RWMTC) interforze.

Proiezione e sostegno delle Forze: grazie all’MCO delle linee navali di superficie e subacquee ed MCO ed ammodernamento di mezza vita (MLU) degli NH90 ed EH-101, il completamento dei programmi SDO-SuRS (Special and Diving Operation-Submarine Rescue Ship) e NIOM (Nave Idro-Oceanografica Maggiore),  il completamento del processo acquisitivo del Nuovo Siluro Pesante (NSP, Black Shark Advanced customizzato) e del MU-90, incluso il supporto logistico; l’avvio dell’acquisizione della terza unità di supporto logistico classe “Vulcano” (LSS 3) e l’acquisizione di finanziamenti per l’ammodernamento di mezza vita dell’unità da rifornimento multiruolo Etna. A questi s’aggiunge l’adeguamento/rinnovo delle infrastrutture della Marina, con particolare riferimento al rinnovamento degli arsenali, delle basi navali (Programma “Basi Blu”) e delle stazioni aeromobili (“Piano Calderara”).

 

Componente Aerospaziale

L’Aeronautica proseguirà ad assicurare, secondo il nuovo DPP, “il massimo livello di deterrenza e difesa dell’aerospazio nei confronti di minacce verticali, attraverso la realizzazione di un sistema integrato di difesa aerea, missilistica nonché una capacità nazionale di proiezione rapida dall’aerospazio per la protezione degli interessi nazionali.”

In tale ottica, si prevede l’integrazione e lo sviluppo dei seguenti programmi, raggruppati per singole Capacità Operative Fondamentali (COF):

Comando e Controllo: attraverso la prosecuzione del programma delle “Piattaforme Aeree Multi-sensore Multi-Missione” (P-MMMS), ed in particolare il completamento della componente Airborne Early Warning – Battlefield Management & Communications (AEW-BM&C), basata su velivoli “Gulfstream G550”.

– Capacità Informativa: MCO ed MLU della piattaforme Predator MQ-9 attualmente in servizio; rinnovamento della capacità aerotrasportata ASuW/ASW con l’acquisizione delle prime due piattaforme M3A (congiuntamente alla MM); sviluppo in ambito europeo e acquisizione di una nuova famiglia di APR Euromale classe MALE.

– Protezione delle forze e Capacità di Ingaggio: il consolidamento della partecipazione al programma internazionale Global Combat Air Programme (GCAP); potenziamento della flotta Eurofighter F-2000A, con l’acquisizione di 24 nuove macchine; potenziamento della flotta JSF F-35, con l’ulteriore acquisizione di 15 F35-A e 5 F35-B, congiuntamente al relativo supporto logistico; il rafforzamento dell’architettura cyber security della Forza Armata; la prosecuzione dei programmi di potenziamento delle capacità di difesa CBRN ed ammodernamento delle Forze Speciali AM.

– Preparazione delle forze: con il consolidamento del programma Operational Training Infrastructure (OTI), teso ad ottenere un’architettura ad elevata integrazione tra le attività addestrativa live, virtual e constructive.

– Proiezione e sostegno delle forze: con il ripristino delle scorte di munizionamento/armamento di lancio e caduta per la componente aerea e di carburante unitamente all’ammodernamento degli oleodotti, oltre che nel mantenimento in capacità operativa delle flotte combat e combat support.

 

La Componente Polizia Militare

Identificabile con l’Arma dei Carabinieri, quest’ultima secondo il DPP, dovrà continuare a esercitare azioni di prevenzione e contrasto del crimine in territorio nazionale e, in relazione alle proprie prerogative funzionali, espletare, altresì, i propri compiti di polizia militare, concorrendo alla difesa integrata del territorio nazionale e partecipando alle operazioni militari in Italia e all’estero, espletando attività di Stability Policing e la formazione delle forze di polizia locali.

Nell’ottica di una sempre maggiore integrazione interforze, ha evidenziato il generale Portolano, e con particolare riferimento all’assolvimento dei compiti strettamente connessi alla Funzione Difesa, si prevedono interventi principalmente volti al potenziamento della mobilità tattica terrestre e della funzione C2, senza dimenticare l’acquisizione di armamento leggero ed equipaggiamenti vari oltre al sostegno, ammodernamento e rinnovamento dei mezzi e degli equipaggiamenti della componente Forze Speciali e Forze per Operazioni Speciali dell’Arma dei Carabinieri.  Visto il doppio compito assegnato all’Arma dei Carabinieri, maggiori dettagli sono dati nel capitolo sulla Funzione Sicurezza del Territorio – Arma dei Carabinieri.

 

Esigenze Traversali

Lo Strumento militare deve saper cogliere, secondo il DPP, le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, investendo nella ricerca, studio ed applicazione delle tecnologie emergenti e dirompenti (ETD), cogliendo le sinergie con il mondo della ricerca universitaria e dell’industria nazionale ma anche i centri di sperimentazione della Difesa per garantire autonomia strategica allo stesso Sistema-Difesa.

 

Ricerca Scientifica e Tecnologica: voce essenziale ma dimenticata

I programmi di ricerca scientifica e tecnologica sono volti a incrementare il patrimonio di conoscenze della Difesa nei settori dell’alta tecnologia, per colmare i gap capacitivi e potenziare le capacità d’intervento in tutti i domini ed anche in funzione dual-use, oltre a ridurre i rischi rappresentati dall’impiego ostile delle tecnologie emergenti e dirompenti.

Il V Reparto “Innovazione Tecnologica” dell’SGD/DNA  provvede ad individuare e promuovere, in ambito sia nazionale che internazionale, i programmi di ricerca tecnologica per la Difesa, in particolare attraverso:  il Piano Nazionale della Ricerca Militare (PNRM), i progetti di Research & Technology (R&T) svolti presso i Centri di test della Difesa, gli Accordi Quadro con Università ed Enti di Ricerca al fine di incrementare il patrimonio di conoscenze scientifiche e tecnologiche della Difesa, ed i programmi internazionali sviluppati in ambito UE, NATO e bi-multilaterali.

La programmazione pluriennale relativa alla ricerca tecnologica militare 2024-2026 prevede uno stanziamento complessivo dell’ordinario e di altri stanziamenti meglio specificati nel DPP, per un totale di rispettivamente 87,16, 81,84 e 77,79 milioni per il 2024, 2025 e 2026.

Non è nota la situazione dei finanziamenti per il 2025 ed anni successivi alla luce del disegno di Legge di Bilancio 2025-2027, ma i ridotti investimenti a tal riguardo debbono far pensare come il comparto della Ricerca Scientifica e Tecnologia a livello Difesa possa fornire il supporto richiesto alle Forze Armate e sostenere lo sviluppo dell’industria nazionale per assicurare non soltanto capacità sovrane ma anche competitive sul mercato, contribuendo attivamente, con la propria ricerca, anche a tecnologie dual-use.

Tale voce dovrebbe essere potenziata alla luce del ritorno non soltanto per il settore militare ma anche per quello civile, e comunque in uno scenario internazionale dove il vantaggio tecnologico è essenziale ed insostituibile per tutelare gli interessi strategici nazionali.

 

Autonomia ed Efficientamento Energetico nonché Patrimonio infrastrutturale

Gli sforzi volti al miglioramento continuo delle capacità operative e all’aumento della sicurezza e della resilienza energetica, per assolvere al prioritario compito assegnato alla Difesa, dovranno contestualmente essere orientati, secondo il DPP, al perseguimento di una sempre maggiore efficienza e sostenibilità di mezzi e infrastrutture, sia per i conseguenti vantaggi di natura operativa (riduzione della dipendenza dagli approvvigionamenti energetici e alleggerimento della catena logistica dei rifornimenti) oltre che per i benefici conseguenti alla riduzione dei consumi (risparmio sui costi energetici e riduzione dell’impatto ambientale) in linea con le politiche nazionali e internazionali volte a ridurre l’impronta carbonica delle attività antropiche.

Il DPP evidenzia come oltre agli aspetti di razionalizzazione, sia parimenti necessario  salvaguardare anche il patrimonio immobiliare della Difesa, soprattutto alla luce dei continui mutamenti dello scenario geopolitico internazionale, grazie al migliore utilizzo dei fondi a disposizione e sfruttando fra l’altro, le più recenti tecnologie e linee guida Building 4.0.

 

Funzione Sicurezza del Territorio – Arma dei Carabinieri

L’Arma dei Carabinieri opera in stretta sinergia con le Forze Armate per assolvere la duplice e complessa missione assegnata, aggiornando continuamente la propria struttura in tutte le direttrici. Senza voler sminuire l’importante contributo dell’Arma dei Carabinieri quale Forza di Polizia, qui di seguito evidenzieremo quelli aspetti maggiormente legati alla funzione di Polizia Militare.

In particolare con riferimento alla partecipazione alle operazioni militari all’estero, il DPP evidenzia il potenziamento delle capacità militari generali e quelle peculiari di Polizia Militare, di Stability Policing (nella duplice declinazione di sostituzione e rafforzamento delle Forze di polizia della host nation) nonchè gli assetti afferenti alle Forze Speciali e al supporto del bacino delle FS della Difesa.

In particolare, vengono indicati lo sviluppo del dispositivo di mobilità terrestre, nel cui ambito, in aggiunta a veicoli per impieghi di polizia, nel biennio 2025-2025 è previsto l’approvvigionamento di 46 VTML II light, i quali saranno introdotti in ciclo logistico per assicurare la mobilità e sicurezza nei teatri operativi a media/alta intensità e veicoli blindati (per Teatri Operativi a media/ alta intensità) e dual use, e l’acquisizione di sistemi APR per accrescere le capacità di ricognizione e di scoperta avanzata del GIS, del 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania” e degli Squadroni Cacciatori.

A quest’ultimo s’aggiungono programmi legati principalmente alla funzione Polizia, in particolare il rinnovo della flotta aerea e navale/lacustre con l’acquisizione di 2 velivoli P-180 EVO (in sostituzione di quelli attuali), di 2 elicotteri medi multiruolo AW-139 con supporto logistico integrato, per potenziare le capacità di trasporto aereo e di mobilità tattica delle unità anti-terrorismo, ulteriori 5 elicotteri AW-169 con caratteristiche “dual use”, l’immissione in servizio operativo di 20 elicotteri monomotore per ricognizione aerea, il rimpiazzo degli attuali mezzi navali, l’efficientamento della sicurezza informatica di tutta la rete e centri dell’Arma, oltre al potenziamento delle capacità di contrasto alla criminalità, all’eversione e al terrorismo internazionale (Programma “SICOTE o  Sistema di Controllo del Territorio, fasi IV e V”), delle capacità operative per la difesa del territorio ed il soccorso della popolazione, nonché l’ammodernamento, efficientamento energetico e miglioramento sismico infrastrutture militari strategiche.

 

Il Bilancio della Difesa

La terza parte del documento è dedicata all’analisi delle principali voci di spesa del comparto difesa. La fotografia che viene offerta dal DPP 2024-2026 risulta modificata dalla presentazione il 23 ottobre scorso del disegno di Legge di Bilancio 2025-2027 che apporta ulteriori fondi e quindi un budget più elevato per quanto riguarda il Ministero della Difesa, qualora tali voci rimarranno invariate nell’iter di approvazione della più importante Legge dello Stato.

Il DPP fa presente che la Legge di Bilancio per il 2024 (L.213/2023) ha autorizzato per lo stato di previsione del Ministero della Difesa spese finali, in termini di competenza, per 29.184,2 milioni nel 2024, mentre per il 2025 e 2026, tali spese sarebbero ammontate rispettivamente a 28.875,5 e 28.745,4 milioni, con un trend in leggera discesa, a fronte di impegni sempre più rilevanti a livello NATO, Europeo ed internazionale. A confronto con il 2023, si evidenzia un apprezzabile incremento in valore assoluto di circa 1.435,7 milioni sui tre principali Settori di spesa del Dicastero (Personale, Esercizio ed Investimento).

Con la presentazione del disegno di Legge di Bilancio 2025-2027, quest’ultimo autorizza, per lo Stato di Previsione del Ministero della Difesa, spese finali, in termini di competenza pari a 31.295,4 milioni di euro nel 2025.

Rispetto alla Legge di Bilancio 2024, il disegno della Legge di Bilancio 2025-2027, evidenzia un significativo incremento nel 2025, che si attesta in termini assoluti a 2,1 miliardi di euro con un incremento del 7,2%, secondo il dossier dei due rami del Parlamento riguardante la “Legge di Bilancio – Profili di interesse delle Commissioni Affari esteri e Difesa” del 30 ottobre scorso.

Rispetto alle indicazioni della Legge di Bilancio 2024, quella del 2025, riporta spese finali, in termini di competenza pari rispettivamente a 31.205,6 milioni per il 2026 e 31.746,4 milioni per il 2027, dando un ulteriore impulso ai finanziamenti della Difesa.

Per l’anno 2025, lo stato di previsione del Ministero della Difesa (Tabella 12) espone, a legislazione vigente (BLV), secondo il dossier, una dotazione complessiva di competenza di spese finali pari a 29.605,8 milioni. Rispetto alla legislazione vigente, la manovra finanziaria per il 2025, attuata con le Sezioni I e II del disegno di legge di bilancio – determina complessivamente un incremento delle spese finali di 1.689,6 milioni. Il DDL di bilancio 2025 come integrato dagli effetti della manovra, propone, spese finali di competenza per il Ministero pari a 31.295,4 milioni per il 2025.

Alla definizione del Budget della Difesa 2025 contribuiranno, secondo il dossier, una serie di fattori fra cui principalmente la ridotazione del “Fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale” corrispondente a 1,5 miliardi ogni anno dal 2025 al 2038 per un totale di 22,5 miliardi, i definanziamenti per circa 106 milioni ed una riprogrammazione per 136 milioni delle spese di investimento relative alle unità navali DDX e FREMM EVO (Sezione II), il rifinanziamento dell’operazione Strade Sicure e Stazioni Sicure con 240 milioni nel 2025-2026-2027 e riduzioni di spesa pari a 55,2 milioni, ascrivibili interamente al programma “Approntamento e impiego Carabinieri per la difesa e la sicurezza”, derivanti dalla Spending Review operata dall’articolo 119, comma 1  (Sezione I). Il dossier segnala anche che l’articolo 91 del DDL di bilancio ha operato un rifinanziamento per circa 7,7 milioni del NATO Innovation Fund.

Se non vi saranno modifiche in riduzione nel corso dell’iter di approvazione, viene raggiunta e superata la soglia della quota complessiva di 30 miliardi, dando un significativo contributo al rinnovamento delle capacità della Forze Armate italiane.

Alla definizione del Budget della Difesa 2024 hanno contributo, secondo il DPP, una serie di fattori fra cui principalmente la ridotazione del “Fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale” corrispondente a 1,5 miliardi ogni anno dal 2024 al 2038 per un totale di 22,5 miliardi, il rifinanziamento dell’operazione Strade Sicure con 219 milioni nel 2024 e riduzioni di spesa pari a -51,3 milioni per il 2024.

Ma il vero parametro di paragone per verificare il reale andamento dei fondi a disposizione della Difesa, è rappresentato dal c.d. Bilancio Integrato, comprendente come noto, gli altri stanziamenti di interesse del Dicastero non presenti nel proprio Stato di Previsione della spesa.

Per il 2024, il DPP calcola un valore del bilancio integrato di 32.331,8 milioni. Tale valore è rappresentato dalla somma degli stanziamenti a Bilancio Ordinario della Difesa (29.184,2 milioni di euro); del fabbisogno 2024 per le Missioni Internazionali relativo alla Difesa (1.179,6 milioni di euro, di cui 68,62 milioni riferiti alle obbligazioni relative al 2023 esigibili nel 2024 e 1.111,01 milioni relative alle obbligazioni 2024 esigibili nell’anno stesso); dei contributi a valere di risorse del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) per programmi ad alta valenza tecnologica della Difesa (1.807,7 M€); ed infine le risorse le risorse assentite nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, stimate in 160,3 milioni di euro.

Secondo quanto riportato dal disegno di Legge di Bilancio 2025-2027, agli stanziamenti del Bilancio Ordinario della Difesa, si aggiungono quelli del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) per quanto riguarda le Missioni Internazionali, che vengono trasferiti al Ministero della Difesa, sia in termini di cassa che di competenza, per complessivi 1.345 milioni di cui 75 milioni disponibili a legislazione vigente, e 1.270 milioni derivanti da un rifinanziamento di Sezione II del disegno di legge di bilancio 2025-2027. A decorrere dal 2026 il fondo viene rifinanziato per 1.570 milioni annui e lo stesso vale per gli anni successivi.

Allo stesso modo per quanto riguarda i contributi a valere sulle risorse del MIMIT per programmi ad alta valenza tecnologica della Difesa, questi ultimi sono pari a 2.936,9 milioni con un incremento di 932,4 milioni rispetto al Legge di Bilancio 2024 (secondo altri dossier di analisi della Legge di Bilancio 2025 si parla di 922 milioni). Non si hanno finora indicazioni sui fondi del PNRR.

Un altro significativo incremento dei fondi quindi a disposizione nel 2025 rispetto al 2024, che vanno a potenziare ulteriormente i piani di rinnovamento ed ammodernamento delle Forze Armate.

Occorre evidenziare che, con la riorganizzazione dell’Area tecnico-amministrativa, attraverso la creazione della Direzione Nazionale degli Armamenti di nuova istituzione, nella missione Difesa e sicurezza del territorio è stato creato il nuovo programma 5.10 Pianificazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento degli armamenti, ricerca, innovazione tecnologica, sperimentazione e procurement militare, che riceve risorse dal programma 5.6 Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari.

La spesa complessiva del Ministero della Difesa è allocata su 3 missioni e 11 programmi. La missione principale è “Difesa e sicurezza del territorio” (5), che rappresenta oltre il 94% del valore della spesa finale complessiva del Ministero medesimo ed è pari a 29.498 milioni.

Nello specifico, la missione 5 “Difesa e sicurezza del territorio”, è articolata nei seguenti Programmi:

Programma 1: approntamento ed impiego Carabinieri per la Difesa e la sicurezza;

Programma 2: approntamento e impiego delle Forze terrestri;

Programma 3: approntamento ed impiego delle Forze marittime;

Programma 4: approntamento ed impiego delle Forze aeree;

Programma 6: Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari;

Programma 9: approntamento e impiego dei Comandi e degli Enti interforze dell’Area tecnico/operativa;

Programma 10 (di nuova istituzione): Pianificazione dei programmi d’ammodernamento e rinnovamento degli armamenti, ricerca, innovazione tecnologica, sperimentazione e procurement militare.

Ad una comparazione fra la Legge di Bilancio 2024 e disegno di quella del 2025, si evidenziano incrementi significativi con la missione/programmi 5.6 e 5.10 (si passa rispettivamente da 6.355,7 a 7.108,9 milioni per la prima e da 1.657,3 a 2.602,9 milioni per la seconda) mentre per quanto riguarda la 5.9 tale incremento è più contenuto (da 1148,2 a 1305,9 milioni).

Se finora si sono presi in considerazione le risorse del MIMIT a sostegno del settore investimento della Difesa e quelle presso il MEF per il sostegno alla partecipazione dell’Italia alle missioni militari internazionali, a partire dalla presente edizione del DPP, e quindi con la Legge di Bilancio 2024, nell’ambito dei fondi a disposizione si prendono a riferimento anche quelli afferenti il PNRR.

Il Ministero della Difesa è stato indicato, quale responsabile per la finalizzazione di alcuni interventi, in particolare quello sulla digitalizzazione del Ministero che ha ricevuto una dotazione finanziaria, a valere sui fondi PNRR e relativamente al triennio 2024-2026, rispettivamente di 10 milioni nel 2024 e 2,5 nel 2025.

Quello sulla Cybersecurity a valere sui fondi PNRR e relativamente al triennio 2024-2026, di 22,68 milioni nel 2024, 10,69 milioni nel 2025 e 6,37 milioni nel 2026 mentre quello relativo al finanziamento del sistema satellitare di comunicazioni basato su 2 satelliti, SICRAL 3A e SICRAL 3B ha ricevuto una dotazione finanziaria, sia a valere di fondi PNRR, 60 milioni nel 2024, 59 milioni nel 2025 e 31 milioni nel 2026, che su quelli relative al c.d. Piano Nazionale per gli investimenti Complementari (PNC), 60 milioni nel 2024 e 25 milioni nel 2025.

Circa le infrastrutture digitali – Migrazione al PSN, ha ricevuto una dotazione per le sole esigenze del Ministero della Difesa, a valere sui fondi PNRR e relativamente al triennio 2024-2026, secondo il seguente profilo pluriennale: 10 milioni nel 2024, 15,5 nel 2025 e 4 nel 2026, pari dunque ai citati 29,5, oltre a 11 circa stanziati per le specifiche esigenze dell’Arma dei Carabinieri. Non è noto se con il disegno di Legge 2025-2027 vi siano degli scostamenti per le voci del PNNR.

Con riferimento al trend del bilancio integrato delle “Risorse destinate alla difesa” si registra come dal 2008, il Bilancio Ordinario e quello Integrato abbiano continuato a crescere fino al 2024. Nei rimanenti due anni del presente DPP, come sopra riportato, vengono rifinanziati importanti programmi di potenziamento della Difesa a fronte di uno scenario sempre più complesso e ricco di minacce.

Il DPP conferma, come già avvenuto nel 2023 che gli incrementi sono da imputare prevalentemente agli effetti derivanti dagli stanziamenti riconosciuti alla Difesa nel settore Investimento. Ne consegue, sempre secondo il DPP, che tuttora, permangono tangibili criticità.

Nel settore Esercizio gli stanziamenti sono addirittura in contrazione rispetto agli anni precedenti mentre nel settore Investimento un’insufficiente prospettiva pluriennale non assicura certezza e profondità finanziaria in un momento di particolare rilevanza geostrategica per il comparto, cui di certo non giovano le riprogrammazioni e i tagli che sono occorsi, in quanto vanificano le attività di programmazione della spesa, con evidenti ripercussioni su settori critici che vanno dalla Difesa Aerea a quella missilistica.

A questi s’aggiunge, sempre per il 2024, la mancanza di integrazioni finanziarie provenienti dal MIMIT nel settore investimento che consentono di sostenere programmi ad alto contenuto tecnologico contemporaneamente allo sviluppo progressivo di tutto il comparto industriale nazionale interessato. Tale trend è destinato a cambiare in positivo con il disegno di Legge 2025-2027.

Gli altri stanziamenti d’interesse del Dicastero, recati nello stato di previsione del MEF, si riferiscono alle dotazioni del Fondo per le missioni internazionali – c.d. “Fuori Area” – che, per il 2024, attraverso la Legge di Bilancio 2024-2026, è stato rifinanziato per ulteriori 1.500 milioni e, in attualità, può previsionalmente contare su un complessivo di 1.569,2 milioni, tutti da ripartire tra i vari Ministeri interessati.

Ciò posto, il DPP rileva che l’intero volume finanziario del Fondo, insufficiente rispetto alle iniziali esigenze prospettate dalla Difesa, ha comportato la necessità di operare una ridefinizione dello sforzo complessivo da mettere in campo, rimandando l’impiego di ulteriori assetti o l’avvio di ulteriori nuove missioni alla possibilità di ricevere ulteriori finanziamenti attraverso dettami normativi successivi.

 

Il Bilancio della Difesa – Funzioni e Settori

In termini di autorizzazione di spesa, la funzione difesa per il 2024 ha risorse complessive pari a 20.848,6 milioni di cui 11.123,5 milioni per il personale, 7.503,5 milioni per l’investimento e 2.221,6 milioni per l’esercizio.

La distribuzione delle risorse è in massima parte assorbita dalle spese per il personale pari al 53,35% (percentuale in costante diminuzione rispetto al 56,9% del 2023, al 58,6 del 2022, al 62,4% del 2021 e al 67,6% del 2020), mentre all’investimento e all’esercizio vengono destinate, rispettivamente, il 35,99% (percentuale in aumento rispetto al 31,2% del 2023, al 30% del 2022, al 24% del 2021 e al 18,3% del 2020) ed il 10,66% (era l’11,9% nel 2023, l’11,4% nel 2022, il 13,6% nel 2021 e il 14% nel 2020) del totale delle risorse.

 

Personale

Con l’approvazione del D.Lgs. 23 novembre 2023, n. 185, come è noto, lo Strumento militare è stato riconfigurato su un “Modello organico a 160.000 unità” (tabella 1) che dovrà essere raggiunto, sia in termini complessivi, sia di ripartizione per ciascuna categoria/ruolo e Forza Armata, al 1° gennaio 2034.

Per quanto concerne le consistenze medie previsionali del personale militare, le stesse sono stimate nel DPP, in: 165.537 unità per il 2024 (a fronte delle 165.564 unità autorizzate nel 2023), 165.415 unità per il 2025 e 165.261 unità per il 2026.

In continuità con quanto espresso dal Ministro della Difesa, e al pari della trattazione dei temi legati allo sviluppo capacitivo dello strumento militare, “ritengo opportuno fare una breve riflessione anche sugli aspetti relativi al personale militare e civile della difesa… a mio parere prioritari….Infatti, nonostante il progresso tecnologico stia trasformando radicalmente i conflitti, il fattore “uomo”, è e resterà sempre cruciale e determinante, in quanto abilitante per l’efficacia dello strumento militare e bacino di competenze pregiate,” ha evidenziato il CSM della Difesa nel corso dell’audizione del 27 novembre.

Ne consegue come evidenzio dal DPP, l’esigenza di riequilibrare le dotazioni organiche, adeguandole alle reali esigenze funzionali, di bilanciare le forze in servizio permanente e quelle in ferma prefissata, e di valorizzare le capacità del personale e promuovere percorsi professionali innovativi e flessibili.

“Tra le priorità, mi soffermo sulla necessità di incrementare gli organici del personale militare, superando le riduzioni introdotte dalla legge n. 244/2012 – che riflettevano esigenze derivanti da un momento storico e un contesto geopolitico oramai superati – e di favorire il ringiovanimento dello strumento militare, attraverso una revisione delle modalità di reclutamento e formazione.

In merito, richiamo la recente legge n. 119/2022, finalizzata ad arrestare la progressiva contrazione degli organici, in atto da oltre un decennio. Tale provvedimento normativo ha consentito, infatti, un incremento di 10.000 unità delle dotazioni organiche, realizzato con l’adozione del d.lgs. n. 185/2023, che ha riconfigurato lo strumento militare su un “modello a 160.000 unità”.

Tuttavia, nel solco del percorso intrapreso, e in linea con quanto espresso dal Ministro della Difesa, “tale modello risulta non essere più adeguato a tutelare pienamente i prioritari interessi strategici nazionali e, al contempo, a soddisfare i numerosi impegni assunti in ambito internazionale, coerentemente con il livello di ambizione del paese. Peraltro, l’incremento degli organici consentirebbe di alimentare adeguatamente i settori ad alta valenza operativa e le articolazioni poste a presidio dei nuovi domini cyber e spazio.”

Inoltre, sempre secondo il CSM della Difesa, sussiste “la necessità di valorizzare lo strumento delle “forze di riserva”, adottando soluzioni organizzative atte a soddisfare, in termini di flessibilità, semplicità di implementazione e sostenibilità finanziaria, le esigenze di prontezza operativa e di competenza specialistica, peculiari a ciascuna componente dell’organizzazione militare.”

Occorrerà, altresì, “investire in modo sempre più significativo sulla formazione del personale, tendendo verso un nuovo paradigma in cui le attività formative dovranno assumere sempre più un carattere interforze nell’ambito del multi-dominio.”

Al contempo, la recente piena operatività delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (Apcsm) sancisce sempre secondo il CMS della Difesa, “un cambiamento epocale nella rappresentanza del personale, prefigurando la possibilità che le stesse possano facilitare la valorizzazione della specificità militare.”

Relativamente al personale civile della Difesa, “ritengo opportuno evidenziare la necessità di colmare le significative carenze organiche rispetto alle consistenze previste per legge (20.000 unità al 1° gennaio 2025). Ad oggi, la consistenza si attesta a 12.210 unità, che sommate alle 4.330 unità di personale “ex militare” transitato nei ruoli civili, porta il totale a 16.540 unità,” ha dichiarato il CSM della Difesa.

Tra gli aspetti programmatici per assicurare tali obiettivi, è stato sottolineato l’individuazione di strumenti e risorse per superare divario retributivo fra personale civile della Difesa e delle altre amministrazioni, ed evidenziato come sia necessario salvaguardare e valorizzare le professionalità diversificate e altamente qualificate già esistenti nel dicastero difesa e favorire l’ingresso di risorse giovani e di eccellenza, nei settori moderni e strategici del cyber, del procurement o della comunicazione.

 

Esercizio

Il settore Esercizio del bilancio della difesa, principalmente indirizzato al “funzionamento” dello Strumento militare, comprende tutte le spese relative alla formazione e addestramento del personale, all’acquisto di beni e servizi, al mantenimento in efficienza di mezzi e infrastrutture, nonché all’operatività delle unità.

La contrazione di risorse per il settore esercizio negli anni dal 2008 al 2024 è stata particolarmente rilevante, arrivando ad un taglio degli stanziamenti di circa il 19%. Si è infatti passati da 2,7 miliardi nel 2008 ai circa 2,3 miliardi nel 2023. Nel 2024 il livello di risorse risulta pari ad oltre 2.2 miliardi, registrando quindi una riduzione di risorse pari a -115 milioni (-4,92%) rispetto al 2023.

“Nello specifico, tengo a precisare come tale trend negativo, consolidatosi nel tempo, abbia raggiunto livelli non ulteriormente sostenibili, compromettendo seriamente l’efficienza dei mezzi e dei sistemi in dotazione. In questo modo, viene seriamente messa in discussione la possibilità di assicurare gli adeguati interventi tecnico-logistici-manutentivi e di salvaguardia dei necessari standard di sicurezza, con un conseguente precoce invecchiamento dei mezzi e una maggiore onerosità del mantenimento dello strumento nel suo complesso,” ha commentato il CSM della Difesa sottolineando che “ciò ha, come prima conseguenza, di contrarre significativi debiti manutentivi e di esporre a elevati rischi il personale che impiega i mezzi e utilizza le infrastrutture.

Allo stesso modo, si limita fortemente la possibilità di svolgere un’adeguata attività addestrativa, requisito fondamentale per consentire al nostro personale di operare efficacemente e in sicurezza in operazioni e, infine, ha dirette ripercussioni sulla disponibilità del carburante necessario per impiegare mezzi terrestri, navi e aerei, così come sulla possibilità di acquistare parti di rispetto per le manutenzioni.”

In sintesi, le scarse risorse attestate su questo settore di spesa inficiano pesantemente il raggiungimento della necessaria prontezza operativa dello strumento militare. Un aiuto in tale senso, come meglio vedremo oltre, viene dai nuovi programmi che comprendono anche le attività manutentive ed in alcuni casi anche il combustibile.

 

Investimento

Le risorse previsionalmente disponibili, sul settore dell’Investimento del Ministero della Difesa, provenienti sia dalle Leggi di Bilancio che da quelle del MIMIT legate alla Difesa, ammontano per l’anno 2024 a 7.503,5 milioni. Per tale motivo, il DPP afferma che è indispensabile ripristinare il supporto del MIMIT in questo delicato settore (come è previsto dal disegno della Legge di Bilancio 2025-2027) da cui non si può prescindere per l’ordinata prosecuzione dei programmi già avviati e che consentono all’industria nazionale di competere nell’area dell’export e della supremazia tecnologica.

Le altre importanti fonti di finanziamento sono rappresentate dal “Fondo per la realizzazione e lo sviluppo di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale”, il “Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese”, ed il “Fondo per il rilancio degli investimenti per le Amministrazioni Centrali”. Il DPP concentra la propria attenzione sul primo che per la Legge di Bilancio, triennio 2024-2426, è pari a complessivi 22,5 miliardi. Sul bilancio del MIMIT, invece, non si sono registrati per quest’anno ulteriori interventi integrativi.

Ciò rappresenta un significativo incremento rispetto a quella 2023-2025 che ha rifinanziato il Fondo per complessivi 15,35 miliardi sullo stato di previsione della Difesa e 2,19 miliardi sul MIMIT, sempre con profondità quindicennale, ed a quella del 2022-2024 con rifinanziamento complessivo di 12,8 miliardi sullo stato di previsione della Difesa e 3,9 miliardi sul MIMIT nel periodo 2022-2036. Con il DDL della Legge di Bilancio 2025-2027, tali fondi sono di nuovo incrementati, se verranno mantenuti nel corso dell’iter d’approvazione.

Secondo la Difesa, mentre il settore dell’Esercizio necessiterebbe di essere ampiamente integrato con risorse di investimento da destinare, principalmente, alle attività di sostegno logistico, mantenimento a numero delle dotazioni e ripristino delle scorte, come quello che con il 2024 si sta cercando di fare, il settore dell’Investimento, pur presentando un incoraggiante trend di crescita, continua a manifestare delle criticità sia in termini finanziari per il recupero del gap accumulato nell’ultimo quinquennio sia per le difficoltà in avvio dei prioritari programmi di approvvigionamento per lo più segnatamente riconducibili allo strumento terrestre.

Nondimeno, il ministero quale way ahead continuerà a cercare la valorizzazione dell’investimento della Difesa che riverbera positivamente sugli investimenti dell’intero Sistema Paese.

 

La Funzione Sicurezza del Territorio

La Funzione Sicurezza del Territorio, pertinente alle esigenze finanziarie dell’Arma dei Carabinieri, si integra con la struttura del bilancio dello Stato, articolato per “missioni” e “programmi”. Lo stanziamento per l’e.f. 2024 ammonta a circa 7.751,0 milioni. E’ interessante notare come rispetto al 2023, le spese per il personale pari a 6.823,30 milioni siano aumentate per il 2024 dell’0,93% così come sono aumentate quelle dell’esercizio del 5,85% per un importo totale pari a 608,8 milioni e quelle dell’investimento del 13,05% per un totale complessivo di 319,62 milioni. Ciò grazie a contributi di vari Fondi, per l’attività che l’Arma svolge anche a supporto della popolazione e dell’economia nazionale, per cui si rimanda allo stesso DPP.

 

Funzioni esterne e pensioni provvisorie del personale in ausiliaria

Con riferimento alla prima voce che riguarda una serie di compiti istituzionali della Difesa in ambito civile come trasporto aereo di Stato e sanitario di urgenza ma anche altri contributi per cui si rimanda al DPP, lo stanziamento previsionale per il 2024 ammonta a 165,1 milioni con un incremento di 2,2 milioni sulle assegnazioni 2023 approvate dal Parlamento. Per gli anni 2025 e 2026 erano previsti stanziamenti previsionali che si attestavano rispettivamente a 139,9 e 133,7 milioni.

Nel caso delle pensioni provvisorie, per i cui dettagli si rimanda al Documenti, lo stanziamento previsionale per il 2024 ammonta a 419,5 milioni, mentre per gli anni 2025 e 2026, gli stanziamenti previsionali si attestavano rispettivamente a circa 419,5 e 498,3 milioni. In entrambi i casi si dovranno aggiornare i dati secondo il disegno di Legge di Bilancio 2025-2027.

 

La Programmazione della Difesa

Le risorse affluite con la Legge di Bilancio 2024 (LdB 2024), secondo il DPP, consentono di continuare e consolidare il processo mirato al rinnovamento di molteplici segmenti capacitivi ormai non più adeguatamente rispondenti ai moderni requisiti operativi nonché, soprattutto, alle disponibilità qualitative dei possibili competitor.

Il piano d’interventi che si sviluppa in programmi d’investimento di previsto avvio con la LdB 2024 e di potenziamento di quelli già in atto, è nelle intenzioni della Difesa, destinato ad assicurare prontezza all’impiego in scenari anche ad alta intensità – sia pure per un periodo limitato – al fine di garantire l’assolvimento della prima missione, fornire il contributo di high readiness forces per adempiere alla seconda nonché, da ultimo, completare l’inventario di sistemi schierabili sotto l’egida della terza missione.

Per chiarezza espositiva, la Difesa ha ritenuto opportuno scindere la programmazione del Settore Investimento secondo un criterio finanziario, distinguendo quindi i programmi che beneficiano di risorse nell’ambito del triennio oggetto della presente LdB da quelli che, non meno rilevanti e necessari, risultano in attesa di prossimi finanziamenti utili come ulteriori esigenze prioritarie da finanziare.

Nella presentazione dei primi, in aggiunta a quelli della singole Forze Armate, si premettono i “Programmi Congiunti” all’interno della quale sono riportati i programmi d’investimento della Difesa interessanti più Componenti (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri) mentre per quanto riguarda la rappresentazione delle attività di nuovo avvio ed in itinere, vengono riportati in primis gli interventi a favore dei programmi di previsto avvio con la LdB 2024 e successivamente quelli già operanti finanziati con le risorse del Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale (rifinanziamento LdB 2024). Vengono inoltre aggiunti da AD quei programmi che hanno subito evoluzioni nel frattempo e successivamente alla fotografia offerta dal DPP.

 

Programmi di previsto avvio

Sono otto i programmi congiunti o interforze di previsto avvio con il nuovo DPP, tutti finanziati con il Bilancio Ordinario della Difesa (d’ora in poi abbreviato BOD). Nell’ambito del mix di programmi di ricerca e sviluppo o R&D (Research & Development) e veri e propri di sviluppo e produzione per sistemi d’arma ed altre necessità, spiccano quelli sulle tecnologie innovative emergenti e dirompenti legato allo Spazio ed in particolare per i piccoli satelliti con funzione “Sentinella”, capaci “di reagire tempestivamente alle minacce che potrebbero palesarsi, intenzionali e non, mediante la conduzione di operazioni in orbita e l’impiego di sistemi responsive” , questi ultimi non meglio specificati.

Un programma particolarmente avanzato e dai contorni ancora da definirsi che evidenzia come la Difesa voglia e ‘debba’ essere protagonista nella difesa attiva contro minacce portate agli importanti assetti ‘spaziali’ per l’intelligence, sorveglianza e comunicazioni a livello strategico e tattico.

Nel triennio 2024-2026 sono previsti 10 milioni di euro, con un fabbisogno previsionale ancora in fase di definizione. Sempre nell’ambito R&D, la Difesa lancia l’attività legata alle capacità dei veicoli subacquei autonomi quali piattaforme ISR, sfruttando moduli customizzati in funzione delle necessità della Difesa. Un programma che va ad arricchire gli sforzi per dotare la Difesa di capacità unmanned subacquee strategiche, con un profilo finanziario di 10 milioni nel triennio interessato e fabbisogno previsionale da definirsi. Segue il programma R&D con fondi per 5 milioni nel triennio che mira ad integrare e completare l’attuale “Sistema Soldato Sicuro” con biosensori corporei e lo studio delle funzioni fisiologiche e patologiche.

Con il nuovo DPP vengono lanciati i programmi cosiddetti operativi, legati alla protezione dei dispositivi nazionali dispiegati in teatro operativo contro minacce “indirect fire” con sistemi C-RAM (Counter Rockets, Artillery and Mortars), sistemi C5I e logistica di proiezione per le forze speciali a cui s’aggiunge il programma per una nuova piattaforma multi-missione per impiego in ambito marittimo o Maritime Multi-Mission Aircraft (M3A).

Il primo riguarda l’acquisizione di una capacità difensiva di proiezione, a colmare un gap particolarmente sentito nelle missioni all’estero, con quattro sistemi C-RAM e relativo supporto che, sebbene non sia specificato, si tratta del sistema Skynex fornito da Rheinmetall Italia con fondi assegnati pari a 80 milioni per i prossimi quattro anni ed un fabbisogno complessivo di 400 milioni.

Il secondo riguarda l’acquisizione di sistemi C5I e logistica di comando e controllo per rischieramento rapido delle Forze Speciali per un fabbisogno di 121 milioni in 10 anni di cui 47 milioni già stanziati.

Con il nuovo DPP, la Difesa affronta anche l’esigenza congiunta AM/MM per l’adozione di un velivolo da pattugliamento e lotta ASuW/ASW , missione finora assicurata con successo dai velivoli P-72 che però dispongono di un’autonomia limitata e mancano di capacità ASW. Il programma per la nuova piattaforma M3A, che avrà un’estesa autonomia e sarà multi-missione, non sarà lanciato nel periodo 2024-2026 ma nello stesso periodo vengono assegnati allo scopo fondi iniziali per 560 milioni.

Completano le esigenze interforze i programmi per la cooperazione internazionale e le attività di Capacity Building con i Paesi del Mediterraneo Allargato, dall’Africa al Medio Oriente (15 milioni già allocati) ed il potenziamento delle unità produttive dell’industria della Difesa (16 milioni), in particolare i siti di Fontana Liri, Baiano e Capua dell’Agenzia Industrie Difesa (AID), coinvolti nel settore del munizionamento a fronte delle urgenti esigenze evidenziatesi nel conflitto russo-ucraino.

 

Esercito

Nell’ambito dei programmi legati alle Forze di Terra, il più innovativo è senza dubbio rappresentato da quello per il sistema d’ingaggio di precisione stand-off con capacità loitering, destinato all’acquisizione di un “sistema missilistico di artiglieria” (No Line Of Sight – NLOS) a lunga gittata (distanza massima d’intervento 90 km) con capacità loitering, che opera cioè con munizioni circuitanti, in grado di fornire informazioni sulla situazione operativa, orientato ad assicurare il supporto di fuoco a sostegno della manovra “non a contatto” e in profondità. In particolare, si prevede l’approvvigionamento di un numero di sistemi funzionali ad equipaggiare 4 batterie di artiglieria (16 lanciatori ed 8 posti comando) unitamente al relativo supporto logistico, corsi di formazione per operatori e manutentori, adeguamento infrastrutture ed una parte del relativo munizionamento.

Con la presentazione del programma in Parlamento, la nota illustrativa parla del sistema d’arma israeliano Rafael Spike “H”, oggetto coperto da stretto riserbo di cui non si hanno informazioni, ad indicare un sistema d’arma di ultima generazione con capacità innovative.

Si prevede, secondo la relazione illustrativa, che la società produttrice, Rafael, coinvolgerà società italiane dei settori della meccanica, micromeccanica, elettronica, optoelettronica, informatica e sistemistica, con il relativo indotto, nelle attività di integrazione, assemblaggio e supporto logistico dei sistemi d’arma. Alle industrie nazionali individuate saranno trasferite le capacità necessarie ad effettuare parte della produzione, nonché le lavorazioni sul sistema a scopi manutentivi. Il programma, che richiederebbe un accordo G2G, prevede un fabbisogno di 342 milioni di cui 270 già stanziati per i primi 9 anni.

Il programma per il rinnovamento del supporto di fuoco indiretto delle Brigate leggere con capacità specialistiche è invece indirizzato all’acquisizione di munizioni circuitanti o loitering munition di diversa tipologia per ingaggio non a contatto, ed al completamento della dotazione di mortai pesanti da 120 mm per unità d’artiglieria, fanteria e comparto forze speciali. Il programma riguarda anche l’avvio delle attività finalizzate a disporre di un obice leggero, avio/elitrasportabile e aviolanciabile, dotato di elevatissima mobilità tattica, ivi compresa l’attività di sviluppo di un nuovo sistema di produzione nazionale, ove ritenuto percorribile. Il fabbisogno complessivo è indicato in 206 milioni di cui 76 già finanziati nei prossimi 5 anni.

Sempre nell’ambito supporto di fuoco in questo caso indiretto per le Forze medie, la Difesa lancia il programma per l’acquisizione degli obici semoventi ruotati RCH 155 (nella foto sopra).

Tale sistema d’arma garantirà superiore mobilità rispetto all’obice FH70, spiccata rapidità di rischieramento e d’intervento, ridotti tempi di scoperta e ingaggio, elevate capacità “shoot and scoot”, incremento della gittata utile di ingaggio, precisione e celerità di tiro, capacità di operare autonomamente in condizioni ambientali fortemente degradate, incremento della protezione del personale. Oltre alla completa gamma di mezzi di supporto, il programma del fabbisogno complessivo di 1,8 miliardi di cui 202 già stanziati, comprende anche il munizionamento con differente tipologia di proiettili e scorte.

A questi s’aggiunge il programma di ammodernamento di mezza vita (Mid Life Update – MLU) degli obici semoventi PzH2000 in servizio per un fabbisogno complessivo di 266 milioni di cui 60 già stanziati in 6 anni. Quest’ultimo riguarderà l’eliminazione delle obsolescenze elettroniche e meccaniche, a cui s’aggiungono un’elettronica migliorata, e l’implementazione di modifiche varie, comprese quelle per l’impiego automatizzato del munizionamento guidato Vulcano, oltre al potenziamento della protezione dell’equipaggio.

Con il nuovo DPP, la Difesa ha lanciato il finanziamento del programma destinato al rinnovamento delle piattaforme All Terrain Vehicle BV 206 che equipaggiano le unità alpine designate a condurre operazioni in ambiente operativi compartimentati e complessi, caratterizzati da condizioni climatiche estreme e da terreni a basso indice di scorrimento.

In particolare, il programma mira ad acquisire 450 piattaforme in sette versioni, al fine di consentire ad una Brigata Alpina di operare in piena autonomia tattica e logistica. Il fabbisogno complessivo è pari ad 1,22 miliardi, per la cui fase di studio sono stati stanziati i primi 4 milioni.

Nel settore del Supporto, verrà lanciato il programma per il rinnovamento delle capacità di combattimento delle unità del Genio con acquisizione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti, con particolare riferimento in via non esclusiva al forzamento/superamento di ostacoli ed interruzioni per assicurare la capacità di manovra in contesti ad alta intensità, grazie ad una versione specifica di mezzi corazzati. Il programma ha un fabbisogno complessivo di ben 1,57 miliardi di cui 30 milioni sono già stati stanziati per i primi 5 anni.

Il programma di rigenerazione delle capacità di schieramento prevede l’acquisizione di una serie di materiali di varia tipologia che costituiranno un kit in dotazione alle Brigate di manovra. Tale pacchetto, distribuito ai reggimenti logistici consentirà di far fronte alle esigenze di schieramento dei dipendenti Reparti, integrando e potenziando i materiali disponibili. Fabbisogno complessivo di 100 milioni di cui 15 già stanziati per periodo 2026-29.

Completano il quadro, i programmi per l’accentramento e dematerializzazione documentale per la riduzione dei fascicoli cartacei e gestione remotizzata dei medesimi per il personale (14,4 milioni di cui 5,92 finanziati dal 2026) ed il mantenimento e rinnovamento della dotazione dei capi di vestiario ed equipaggiamento del personale (810 milioni di cui 263,81 stanziati per i primi 7 anni).

 

Marina

Sulla base delle minacce sempre più insistenti e pericolose registrate nel corso delle ultime operazioni, la Difesa ha lanciato un programma per l’acquisizione di un sistema C-UAS imbarcato per l’individuazione ed il contrasto di velivoli senza pilota con sistemi di reazione di diversa natura compreso armi ad energia diretta, da integrare nel sistema di combattimento delle unità navali, con capacità di contrasto di minacce multiple compresi sciami di droni.

Con un fabbisogno complessivo di 194 milioni, ad oggi risulta finanziata una quota parte di 80 milioni per il periodo 2024-2029. Questa prima fase prevede lo sviluppo del sistema e la realizzazione di un prototipo.

In parallelo, viene lanciato l’ammodernamento/rinnovamento delle capacità Cyber Defence della Forza Armata, in primis di quelle già in servizio nonché all’acquisizione di nuovi servizi e adeguamento all’ultima normativa nazionale ed internazionale, con un programma del valore complessivo di 90 milioni di cui 19 già finanziati nel periodo 2024-2029.

In aggiunta all’M3A, il nuovo DPP prevede altri due programmi sovvenzionati attraverso il rifinanziamento del Fondo per l’attuazione dei programmi d’investimento per le esigenze della Difesa Nazionale ma con avvio al di fuori del triennio a legge di bilancio. Si tratta dei programmi di ammodernamenti di mezza vita e di estensione della vita operativa rispettivamente dei sottomarini U212A classe Todaro e sommergibili classe Sauro ammodernata, con fondi pari a 90 milioni per la prima tranche nonché dell’ammodernamento di mezza vita del rifornitore di squadra Etna per cui sono stati stanziati ad oggi 45 milioni.

 

Aeronautica

La Difesa punta anche al potenziamento delle capacità di cyber defence e resilienza delle reti e servizi dati AM, sia classificate che non, perseguendo al contempo l’incremento della postura di sicurezza della Forza Armata nel settore, con un programma del valore di 14 milioni tutti finanziati (2024-2029).

Infine, il programma per la realizzazione di una capacità d’accesso allo spazio mediante l’effettuazione di voli suborbitali a presidio di competenze nazionali d’eccellenza, con lo sviluppo di piattaforme innovative, relativi servizi operativi e logistici di supporto. Finanziato come il precedente programma con il BOD, quest’ultimo prevede 2,37 milioni stanziati per il periodo 2024-2032, ma il fabbisogno complessivo deve ancora essere determinato.

 

Ulteriori esigenze prioritarie da finanziare

Nell’ambito dei programmi che la Difesa intende lanciare o completare ma per cui non erano ancora disponibili fondi in base alle urgenze e priorità della LdB 2024, volendo evidenziare le principali novità ma anche necessità, nell’ambito di quelli interforze ed in particolare per quanto riguarda la voce Comando e Controllo (C2), si evidenzia il completamento del programma P-MMMS, così come i diversi programmi atti a potenziare le reti Difesa e la loro protezione nonché il completamento dei programmi d’acquisizione dei satelliti per le comunicazioni (SICRAL 3 e 4, SATCOM LEO).

A questi s’aggiungono per la voce Capacità Informativa, il programma per l’acquisizione di unità navali equipaggiate con speciale sensoristica (J3MS) allo scopo di dotare lo Strumento militare di una piattaforma che garantisca la scoperta in profondità della minaccia (SIGINT), del veicolo subacqueo unmanned per la compilazione della situazione o Large Displacement Unmanned Underwater Vehicles (LDUUV) e velivoli EW-JEDI e relativo segmento terrestre e sistema di missione,  progettazione e acquisizione di una unità navale Mine Countermeasure Command & Support Ship (RS-MCCS), acquisizione di sistemi di protezione fissi e deployable per le basi navali e le aree portuali (harbour protection).

Nell’ambito della Protezione delle Forze e Capacità d’Ingaggio, si evidenziano lo sviluppo della capacità Deep Strike (Naval Cruise Missile e FC/ASW) della MM e dell’AM, il programma di sviluppo e acquisizione di armamenti e munizionamento per il supporto di fuoco e completamento programma sistemi d’ingaggio di precisione stand-off e orbitante (es loitering ammunition), l’approvvigionamento dei missili antinave Teseo Mk2/E, l’avvio del programma Future Combat Naval System (FCNS), lo sviluppo delle Capacità Cyber e nuove sistemi di difesa anti-drone convenzionale e ad energia diretta nonché completamento programma MC-27J Praetorian.

Per quanto riguarda la voce Preparazione delle Forze, si evidenzia il potenziamento della capacità di Ricerca Tecnologica Militare, il programma di completamento della linea di velivoli d’addestramento avanzato M-346 e relative infrastrutture/supporto così come quelli di simulazione Live, Virtual and Constructive, nonché TDMM della MM e OTI interforze, nonché di Capacity Building. Infine per la voce Proiezione delle Forze, si evidenziano il programma di sviluppo e realizzazione del nuovo velivolo da trasporto tattico ad ala rotante Next Generation Fast Helicopter (NGFH)/Next Generation Rotorcraft (NGRC), quello per le nuove unità anfibie (programma LXD), nuovi tanker e velivoli da trasporto strategico per l’AM, nonché quelli di ammodernamento di mezza vita dei C-130, della portaerei Cavour, e rinnovamento linea unità della classe “Esploratori”.

 

Nuovi sviluppi di programmi già in atto

Con il nuovo DPP vengono evidenziati una serie di importanti programmi che da una parte rappresentano significativi sviluppi di quelli già in atto, come l’acquisizione di nuovi velivoli F-35 ed Eurofighter e dall’altra un potenziamento dei relativi fondi, a cui s’aggiungono attività che sono state sottoposte o sono in corso di approvazione parlamentare e di particolare rilievo, come il potenziamento delle capacità delle componenti corazzate e d’artiglieria dell’Esercito.

Mantenendo lo stesso schema di analisi dei programmi, in ambito interforze, quelli che hanno ricevuto i più consistenti fondi addizionali sono come anticipato quello riguardante i velivoli F-35 addizionali, seguito da quelli per l’MCO/ammodernamento degli elicotteri NH90, il sistema mobile per la difesa aerea missilistica di nuova generazione SAMP/T NG (programma FSAF), le piattaforme P-MMMS (Piattaforma Aerea Multi-Missione e Multi Sensore), l’MCO dei satelliti per la difesa, la digitalizzazione della Difesa e delle reti, il Satellite Ottico di 3° generazione e gli oleodotti.

Come anticipato da questa testata il programma F-35 JSF vede un incremento del numero dei velivoli in acquisizione con ulteriori 15 macchine F-35A e 5 F-35B per l’AM e 5 per la MM che vanno a potenziare da una parte la capacità della componente aerea expeditionary interforze basata sul velivolo di quinta generazione e dall’altra i reparti dell’AM a fronte dei sempre più pressanti impegni NATO, europei ed internazionali. Un potenziamento per un costo complessivo pluriennale di circa 7 miliardi comprendente le macchine e relativo supporto in servizio, di cui 1,97 miliardi sono già stati allocati.

Secondo quanto dichiarato dal Ministro Crosetto in occasione dell’audizione davanti al Senato, tali velivoli una volta ordinati nei termini prospettati, dovrebbero essere consegnati fra il 2027 ed il 2032. Sempre in ambito interforze è da evidenziare il nuovo programma integrativo per l’adeguamento della LHD Trieste – di imminente consegna – all’impiego dei velivoli F-35B con 50 milioni già stanziati ed un fabbisogno complessivo pari a 172 milioni. Sempre legato al programma JSF è l’adeguamento della stazione aeromobili di Grottaglie per l’impiego del nuovo velivolo con un investimento integrativo di 60 milioni.

Il programma per le piattaforme P-MMMS comprendenti quelle AEW&C, ISR ed Electronic Attack di cui abbiamo recentemente parlato estesamente, vede un’integrazione di 385 milioni, mentre il programma per le nuove batterie missilistiche mobili SAMP/T NG registra l’allocazione di fondi per un ulteriore batteria, che secondo quanto divulgato, va ad aggiungersi alle cinque già ordinate nel 2023 a cui si aggiunge il completamento di una sesta. Il programma SAMP/T NG prevede nuovi moduli di comando e controllo e radar rispetto agli attuali a cui s’aggiunge l’ammodernamento dei lanciatori già in servizio.

Occorre a tal riguardo evidenziare che componenti (non meglio specificate) di una batteria sono già state consegnate all’Ucraina insieme alla Francia, mentre una batteria completa di provenienza italiana deve essere consegnata a breve, sempre allo stesso utilizzatore.

La componente di velivoli NH90 in servizio con l’EI e la MM vede l’allocazione di 385 milioni per il mantenimento in servizio ed ammodernamento, mentre per l’MCO dei satelliti per la Difesa sono allocati 216 milioni.

Nell’ambito sempre interforze, occorre evidenziare la Capacità Cyber legata alla digitalizzazione della Difesa e delle relative reti (249 milioni), la terza tranche per il programma del Satellite Ottico di 3a generazione (195 milioni) e il potenziamento delle capacità legate alle rete degli oleodotti (152 milioni), a cui si vanno ad aggiungere lotti aggiuntivi di missili CAMM ER (57 milioni), l’ammodernamento delle capacità del centro d’addestramento ad ala rotante (RWMTC) – segmento MM (44 milioni) sulla stazione elicotteri di Luni (Spezia), il programma SICRAL 3 (46 milioni), la risoluzione delle obsolescenze legata al Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ) (45 milioni), a cui vanno ad aggiungere ulteriori fondi per altre voci come il Joint Operation Center COVI (36 milioni), la mobilità terrestre delle Forze Speciali (GMV-Flyer) e l’avvio del programma per il segmento operativo del sistema di simulazione integrato a terra o GBTS per l’LUH (entrambi 38 milioni), capacità multi data link (30 milioni) ed altri minori.

 

Esercito

I due programmi maggiori che hanno ricevuto le più cospicue integrazioni sono rappresentati da quello per la famiglia di sistemi d’arma della componente pesante (A2CS) e per il nuovo MBT e mezzi derivati con rispettivamente 1.225 e 1.420 milioni, seguiti dai programmi per mezzi logistici (762 milioni) ed il nuovo elicottero da esplorazione e scorta (NESS) (645 milioni).

Un importante inversione di tendenza con una significativa allocazione di fondi a seguito del conflitto russo-ucraino è rappresentato dal munizionamento terrestre inclusivo di quello di precisione a lunga gittata Vulcano (535 milioni), che necessiterà di ulteriori fondi con i nuovi DPP al pari dell’MCO delle linee veicoli terrestri (381 milioni) e dell’acquisizione di APR di vario tipo per il potenziamento della capacità di sorveglianza, esplorazione ed acquisizione informativa delle varie componenti dello strumento militare terrestre. Lanciato nel 2022, quest’ultimo programma registra un potenziamento che ha portato i fondi a complessivi 290 milioni, con una seconda fase (2025-2032) per ulteriori 104 sistemi in via indicativa, in aggiunta a quella iniziale di 186 sistemi, fra APR mini, micro e leggeri.

Come anticipato, a seguito del conflitto russo-ucraino è stata potenziata la capacità non a contatto ed in profondità con i programmi già approvati ma da contrattualizzare per l’acquisizione di veicoli lanciarazzi ad alta mobilità HIMARS (272 milioni), l’ammodernamento degli MLRS (60 milioni) ed acquisizione di nuovo munizionamento (GMLRS ER) in aggiunta al potenziamento della componente radar controfuoco (60 milioni). Anche il sistema individuale da combattimento (SIC) ha avuto importanti contributi (220 milioni), mentre fra i programmi minori occorre evidenziare l’approvvigionamento dei sistemi d’arma contro carro a corta gittata per necessità sia dell’EI che della MM (75 milioni) oltre ad una serie di altre voci, per cui si rimanda al DPP 2024-2026.

 

Marina

Nell’ambito dei programmi navali, quello relativo alle FREMM ed in particolare per l’acquisizione delle due nuove unità in versione EVO ed il supporto in servizio ha avuto l’integrazione più importante con 2 miliardi seguito da quello per la terza unità tipo LSS classe Vulcano (500 milioni), per lo sviluppo e l’acquisizione dei nuovi caccia lanciamissili (DDX) con 397 milioni, la prosecuzione dei programmi per le nuove unità contromisure mine (CMC NG) (250 milioni) in sostituzione dei cacciamine classe Gaeta e Lerici, i nuovi pattugliatori d’altura (PPX) in sostituzione delle classi Costellazioni (210 milioni), il mantenimento in servizio/ammodernamento della componente elicotteri EH-101 (195 milioni), l’MLU delle unità classe Doria (MLU Orizzonte) (131 milioni) e l’integrazione dei programmi SDO-SuRS (42), PPA (32) e NIOM (31).

A questi s’aggiungono l’importante voce del completamento del programma per l’addestramento sintetico simulato o TDMM (122 milioni) che ha recentemente registrato l’aggiudicazione del contratto iniziale con Orizzonte Sistemi Navali per l’ammodernamento dei principali centri a terra e relativi collegamenti con unità in servizio, dell’MCO delle linee di unità di superficie e subacquee (3° tranche) con ben 551 milioni, che rappresenta un significativo contributo alla sempre più ridotta voce Esercizio nel Bilancio della Forza Armata.

Sebbene anche le infrastrutture nazionali, con il Piano Calderara e le Basi Blu (206 milioni), unitamente al rinnovamento degli Arsenali (49) e la scorta strategica di carburante (32) abbiano ricevuto fondi, sono necessarie ulteriori e consistenti azioni per recuperare queste aree e renderle adatte alle nuove esigenze con strutture all’avanguardia, oltre a nuovi fondi per il carburante e fonti alternative.

A questi s’aggiungono l’importante altra voce del rimpinguamento del munizionamento per le unità navali (52), a cui s’aggiunge quello pregiato del munizionamento guidato sempre navale della famiglia Vulcano e Strales (ben 240 milioni) e quello per i velivoli (65), il completamento della dotazione dei nuovi siluri pesanti (32) e l’acquisizione di siluri leggeri MU90 e relativo supporto (24).

Viene lanciato l’ammodernamento ed il potenziamento delle rete radar costiera e relativa centrale al CINCNAV (32 milioni) a cui s’aggiungono significativi sviluppi per i velivoli a pilotaggio remoto imbarcati (27 milioni) e l’ammodernamento della dotazione destinata alla Brigata San Marco (10) ed alle  Forze Speciali (23).

 

Aeronautica 

La voce più importante riguarda il mantenimento in condizioni operative delle linee velivoli di supporto per fondi pari a 1,1 miliardi, un’ulteriore importante ‘assist’ al sempre più ridotto settore Esercizio, cui seguono il programma Eurofighter Typhoon F-2000 che riceve un’integrazione iniziale di 690 milioni (a fronte di una richiesta globale di 7.47 miliardi) per l’acquisizione di 24 velivoli Typhoon in sostituzione di quelli Tranche 1 in aggiunta al supporto integrato, ma anche un cospicuo investimento nello sviluppo delle capacità della macchina e nelle nuove tecnologie, quello per lo sviluppo e l’acquisizione del GCAP (Global Combat Air Programme) (550 milioni) e per l’APR Euromale (584).

A questo s’aggiunge il reintegro capacitivo/ ammodernamento della componente APR MQ-9. L’armamento per i velivoli ottiene fondi per ben 632 milioni, così come l’Air Expeditionary Task Force (AETF) ben 140 milioni, mentre per quanto riguarda il settore delle infrastrutture, il programma Aeroporti Azzurri riceve 185 milioni, quello per i mezzi terrestri aeroportuali 35, unitamente al completamento del programma Dragon (17) e Forze Speciali (3 milioni) a cui s’aggiunge la voce infrastrutture per l’addestramento operativo (12).

Anche le voci infra/infostruttura e sicurezza rete ricevono finanziamenti per rispettivamente 214 e 97 milioni. Sebbene già lanciati, ma che necessitano di fondi già allocati in futuro, occorre ricordare quello per i nuovi tanker/trasporto strategico/medico, per cui è in corso una gara per il valore complessivo di 1,4 miliardi compreso il supporto logistico integrato, nonché i velivoli d’addestramento avanzato M-346 per la dotazione della PAN ed il completamento della componente IFTS (vedi articolo) nonché quelli per il trasporto sanitario d’urgenza Gulfstream G650ER e relativo supporto, oltre ad una serie di altre voci per cui si rimanda al DPP.

 

Carabinieri

I programmi di potenziamento dell’Arma infine, riguardano il sostegno, ammodernamento e rinnovamento dei mezzi e degli equipaggiamenti della componente Forze Speciali e Forze per Operazioni Speciali dell’Arma dei Carabinieri (esigenze GIS e 1° RGT Tuscania), destinata ad operare in sinergia e in piena integrazione nell’ambito di un dispositivo operativo Joint/Combined per esigenze connesse alla Funzione Difesa (51), la mobilità tattica terrestre con l’acquisizione di VTLM Lince 2 Light e mezzi blindati in aggiunta a veicoli da trasporto di vario tipo (93) nonché fondi integrativi per armamento leggero, munizionamento, equipaggiamenti e vestiario (61).

Il DPP è completato da una tabella delle condizioni contrattuali dei programmi di interesse del Segretariato Generale Difesa (SGD IV) e DD.TT..

Foto: Difesa.it, Thales Alenia Space, Gianandrea Gaiani, KMW e Leonardo

 

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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