Paparo: le forniture a Ucraina e Israele riducono le scorte degli USA nell’Indo-Pacifico

 

L’indo-pacifico, vasta area densamente popolata che si estende dalla costa orientale dell’Africa attraverso l’Oceano Indiano e gli arcipelaghi del Sud-Est asiatico fino ai Paesi insulari del Pacifico, si trova ad affrontare crescenti sfide strategiche, in gran parte dovute a confini geografici contesi.

Ospita tre delle maggiori economie mondiali (Cina, India e Giappone) e sette delle maggiori forze militari al mondo. Nella regione sono presenti più forze armate statunitensi che in qualsiasi altra area al di fuori degli Stati Uniti.

Negli ultimi anni, con l’ascesa della Cina come potenza militare e con la sua assertività, gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per la regione, evidenziando che un terzo del traffico marittimo mondiale attraversa il Mar Cinese Meridionale.

L’India, una delle più grandi economie in crescita del mondo, con la seconda maggiore spesa militare nell’Indo-Pacifico, si è dimostrata un’alleata fondamentale per gli sforzi degli Stati Uniti nel contrastare l’ascesa della Cina.

Attualmente New Dehli sta sviluppando la partnership militare con gli Stati Uniti (ma senza per questo rinunciare alle intese strategiche con la Russia) cooperando in vari settori tra cui la “Undersea Domain Awareness”, la produzione congiunta e altro ancora.

Tutta l’area ha assunto negli ultimi anni un ruolo chiave nella politica di difesa e nel settore militare, i cui sviluppi regionali sono sempre più caratterizzati dalle dinamiche tra Cina e Stati Uniti.

Proprio per questo appare interessante riportare recenti osservazioni da parte di una figura di vertice americana.

Il 20 novembre scorso, l’ammiraglio della Marina, Samuel Paparo, capo del Comando indo-pacifico degli Stati Uniti (nella foto sopra), in un’intervista ha fornito un’istantanea di come potrebbe essere la competizione militare con la Cina.

Secondo l’ammiraglio Pechino sta rafforzando sensibilmente la sua potenza. L’estate scorsa la Cina ha tenuto esercitazioni che coprivano un’ampia area geografica dimostrando capacità congiunte tra la potenza aerea, missilistica e marittima mai osservate prima.

“In un giorno i cinesi avevano schierato 152 navi in ​​mare, inclusi tre quarti della loro forza anfibia. Pechino ha impegnato nelle esercitazioni 43 reparti anfibi includendo prove di superamento di ostacoli e operazioni militari in aree urbane. Si è assistito anche a due dimostrazioni di potenza militare in risposta alla festa nazionale di Taiwan il 20 maggio e poi ancora il 10 ottobre.

Inoltre, la scorsa estate le forze armate cinesi si sono esercitate anche con le forze aeree e marittime russe nel Mare di Bering, includendo navi e aviazione a lungo raggio”.

L’ammiraglio ha inoltre sottolineato che la Cina non è l’unico concorrente nell’Indo-Pacifico. Anche La Corea del Nord rappresenta una minaccia per la regione e oltre, evidenziando il recente test del suo più grande missile balistico. Il missile “ha raggiunto un apogeo di oltre 7.000 chilometri, facendo presagire una capacità in grado di raggiungere l’intero territorio continentale degli Stati Uniti”.

Paparo ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno altri impegni a livello mondiale e ci sono richieste concorrenti di risorse e sistemi. L’invasione russa dell’Ucraina e l’attacco di Hamas a Israele stanno esaurendo le scorte di cui l’Indo-Pacifico potrebbe avere bisogno. Fino a quest’anno l’effetto sul suo comando della fornitura di sistemi all’Ucraina e a Israele era trascurabile, “ma ora, con alcuni dei Patriot, e missili aria-aria che sono stati impiegati, si stanno consumando le scorte… e dire il contrario sarebbe disonesto”.

Queste scorte di alto livello sono cruciali nell’Indo-Pacifico, ha affermato. Le forniture statunitensi a Ucraina e Israele “impongono costi per la prontezza di risposta dell’America nella regione indo-pacifica, che è il teatro più stressante per quantità e qualità delle munizioni, perché Pechino è l’avversario potenziale più capace al mondo”.

Secondo una dichiarazione del Segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III del 20 novembre scorso, gli Stati Uniti stanno inviando all’Ucraina una nuova serie di aiuti militari, per un valore massimo di 275 milioni di dollari.

Il pacchetto comprende munizioni per i sistemi di artiglieria a razzo ad alta mobilità, proiettili per mortai e artiglieria e sistemi aerei senza pilota per soddisfare le esigenze critiche del campo di battaglia mentre la guerra ha superato i mille giorni.

Secondo il Dipartimento della Difesa americano, l’ultima tornata di assistenza all’Ucraina segna il 70° prelievo di equipaggiamento militare dalle scorte del Dipartimento della Difesa dall’agosto 2021.

Foto:  US Navy

 

Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.

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