Tajani: L’Ucraina entrerà nella NATO e nella UE. Pronto il 10° pacchetto di aiuti italiani

 

Il “decimo pacchetto” di aiuti militari dell’Italia all’Ucraina è “pronto” e sarà consegnato a Kiev “entro fine anno”. Lo ha affermato il 3 dicembre il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles a margine dell’incontro dei ministri degli Esteri della NATO (nella foto).

“Noi continuiamo a sostenere l’Ucraina da tutti i punti di vista – afferma – politico, finanziario, economico e militare. Stiamo lavorando per la ricostruzione del Paese, tant’è che la conferenza internazionale del prossimo anno si terrà a Roma nel mese di luglio. Abbiamo già pronto il decimo pacchetto militare, che sarà inviato entro la fine dell’anno. Naturalmente prima verrà informato il Parlamento, attraverso il Copasir. Vedremo se sarà necessario, poi, approvare una norma da far votare al Parlamento, per continuare ad aiutare l’Ucraina anche nel 2025. L’obiettivo è quello di arrivare alla pace, che sia una pace giusta. Significa la non sconfitta dell’Ucraina e quindi l’indipendenza dell’Ucraina”.

Nessun dettaglio è stato finora fornito circa armi, mezzi e munizioni contenuti nel nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina, forniture che come noto sono mantenute segrete in seguito a quanto disposto nel 2022 dal Governo Draghi e non modificato dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Le ipotesi che circolano circa il contenuto del 10° pacchetto riguardano un numero non precisato di missili Aster 30 per il sistema di difesa aerea SAMP/T fornito con il 9° pacchetto, a fine settembre. In un lancio dell’ANSA del 3 settembre si legge: “Lo scorso aprile l’Italia aveva inoltre già fornito a Kiev anche i missili da crociera Storm Shadow/Scalp che possono colpire ad una distanza di 500 chilometri, potenzialmente anche obiettivi in Russia dunque. Ma secondo il caveat, come più volte sottolineato dai ministri italiani, le armi cedute non possono essere usate sul suolo russo”.

La cessione di missili Storm Shadow italiani all’Ucraina venne resa nota alla fine di aprile dall’allora ministro della Difesa britannico Grant Shapps ma non è mai stata confermata né smentita da fonti governative italiane.

Tali missili, integrati sui velivoli ucraini Sukhoi Su-24M avrebbero un raggio d’azione limitato a 250 chilometri, ma se l’Italia li ha davvero forniti a Kiev non si può escludere che ne possa cedere altri anche se le scorte di queste armi presso l’’Aeronautica Militare (che li ha impiegati nelle operazioni in Libia nel 2011) potrebbero essere numericamente limitate.

Tajani ha poi aggiunto che “noi siamo tutti quanti favorevoli a che l’Ucraina entri nella NATO, così come siamo favorevoli a che l’Ucraina entri all’interno della Unione Europea. C’è un percorso da compiere: sta facendo grandi passi in avanti, anche per eliminare ogni tipo di corruzione e questo ci fa ben sperare. Comunque l’Ucraina sa di avere nella NATO una grande amica e quindi il suo destino è di diventare parte nel futuro della NATO. Vedremo quali saranno i tempi, ma il destino è quello, tant’è che già si fanno riunioni NATO e Ucraina”.

Nel pomeriggio del 4 dicembre in un’intervista Tajani ha precisato in un’intervista che “la guerra deve finire nel 2025, come ha detto lo stesso Zelensky.  Vedremo cosa accadrà in Ucraina e quale sarà lo stato dell’arte nel momento in cui inizierà il dialogo: certamente, però, il presidente Volodymyr Zelensky dovrà assolutamente accettare qualche condizione se non vuole un peggioramento della situazione. Noi siamo dalla parte dell’Ucraina, anche oggi lo abbiamo ribadito, però bisogna raggiungere la pace”.

Il presidente russo Vladimir Putin “vuole rafforzare la sua posizione, sogna di fare quello che hanno fatto lo zar e Josif Stalin, allargando i confini della Russia, ma credo che non potrà realizzare questo suo sogno, grazie anche all’impegno dell’Occidente che ha garantito l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina e ne ha impedito il collasso”.

Lo stesso giorno il portavoce del Cremlino Dmitry  Peskov, ha dichiarato che “in questo momento non ci sono motivi che giustifichino un negoziato” con Kiev.

Foto NATO e MBDA

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