L’ONU rinnova il mandato della MONUSCO in Congo
L’ONU ha rinnovato in dicembre per un ulteriore anno il mandato della missione militare nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) guidata dal presidente Felix Tshisekedi.
Si tratta di oltre 13.000 caschi blu e personale civile e di polizia della MONUSCO (UN Organisation Stabilisation Mission in DRC) il cui mandato è stato esteso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione 2.765 (2024) approvata all’unanimità nella riunione del 20 dicembre.
La risoluzione ha posto fine alle speculazioni sulla possibile conclusione della presenza dei caschi blu in RDC iniziata con la missione di stabilizzazione MONUC nel 2010.
Nel corso del 29024 MONUSCO ha ceduto diverse basi al controllo diretto delle forze nazionali congolesi Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU “ha esteso di un anno il mandato della MONUSCO, esprimendo grave preoccupazione per l’offensiva in corso del Movimento del 23 marzo (M23) nel Nord Kivu, in violazione del cessate il fuoco, e per la presenza non autorizzata di forze esterne da uno Stato vicino nella parte orientale del paese” si legge nella risoluzione.
Il nuovo mandato della missione scade il 20 dicembre 2025 e include una Force Intervention Brigade (FIB) che porta il tetto massimo dei caschi blu presenti a 11.500 militari, con 600 osservatori militari e ufficiali di stato maggiore, 443 poliziotti e 1.270 militari in unità di polizia. La FIB, unità di intervento rapido, è composta da truppe fornite da Malawi, Sudafrica e Tanzania.
La maggior parte del personale militare della MONUSCO è fornito da Bangladesh, Nepal, Sudafrica, India, Indonesia, Marocco, Tanzania, Malawi, Uruguay e Kenya, mentre i primi 10 contributori della forza di polizia sono Senegal, Egitto, Bangladesh, India, Gibuti, Niger, Mali, Togo, Burkina Faso e Tunisia.
Le principali priorità strategiche di MONUSCO sono di proteggere i civili, sostenere la stabilizzazione e rafforzare le istituzioni statali e le principali riforme di governance e sicurezza, rimangono invariate. La missione è autorizzata dal Segretario generale delle Nazioni Unite a “utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione … per prevenire prontamente ed efficacemente gli attacchi dei gruppi armati contro i civili”.
Oltre a censurare l’offensiva del Movimento del 23 marzo nel Nord Kivu, la risoluzione menziona la “presenza non autorizzata di forze esterne da una parte vicina nella parte orientale del paese “.
Il riferimento è alle truppe del Ruanda accusate di sostenere il gruppo ribelle M23,che ha compiuto un’avanzata rapida e vittoriosa conquistando le città di Mambosa, Buleusa, Ikobo raggiungendo Mambasa e muovendo su Kitsambiro e Lubero.
Foto MONUSCO
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