La Groenlandia teme interferenze estere nelle elezioni. Ma dagli USA non dalla Russia!

 

Dopo tre anni di narrazione a senso unico che sulle due sponde dell’Atlantico ha esaltato l’ossessione per la disinformazione e le “influenze malevoli” russe, oggi qualcuno si accorge, anche in Europa, che le minacce alla sovranità hanno ben altra provenienza.

Il parlamento della Groenlandia ha approvato il 4 febbraio una legge che vieta ai partiti politici di ricevere contributi “da donatori stranieri o anonimi”. Non si tratta di una misura ideata per bloccare la “disinformazione russa” o le “ingerenze putiniane” ma è stata varata dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha espresso il desiderio che gli Stati Uniti acquisiscano la vasta isola artica appartenente alla Danimarca, non escludendo il ricorso alla forza militare.

La legge mira a proteggere “l’integrità politica della Groenlandia” ed entrerà in vigore immediatamente, secondo una traduzione di un documento parlamentare in danese che illustra la misura. Il provvedimento “deve essere visto alla luce degli interessi geopolitici in Groenlandia e della situazione attuale, in cui rappresentanti di una grande potenza alleata hanno espresso interesse nell’acquisire e controllare la Groenlandia”, si legge nel documento.

Un alto funzionario legale del parlamento groenlandese, Kent Fridberg, ha dichiarato all’Associated Press di non sapere se donatori stranieri abbiano mai contribuito ai partiti politici della Groenlandia, e che l’idea della legge è “fondamentalmente una misura preventiva”.

Fridberg ha inoltre osservato che alcuni politici russi avevano espresso un interesse simile e che i partiti politici in Groenlandia sono generalmente finanziati con fondi pubblici. La nuova misura vieta inoltre a qualsiasi partito di ricevere contributi privati interni superiori a 200.000 corone danesi (circa 27.700 dollari) in totale, o 20.000 corone (circa 2.770 dollari) da un singolo donatore.

A sostegno della necessità di esercitare un maggiore controllo militare sulla Groenlandia con la motivazione della crescente presenza russa e cinese nell’Artico, è scesa in campo Marie-Agnes Strack-Zimmermann, presidente della commissione Difesa dell’Ue ed esponente dei liberali tedeschi dell’FDP.

In Groenlandia “alla luce della situazione di minaccia che i politici della sicurezza osservano da anni e che è più acuta che mai – vale a dire che la barriera naturale, il ghiaccio, si sta sciogliendo a causa del cambiamento climatico, rendendo possibile l’ingresso di navi russe e cinesi nell’Atlantico settentrionale – una presenza della NATO è essenziale”, ha detto a Der Spiegel.

Se la “Bundeswehr ha le competenze necessarie, dovrebbe partecipare, perché è anche nel nostro interesse che questo passaggio sia assicurato”, ha aggiunto. Tuttavia, anche altri partner europei dovrebbero partecipare, se non altro “per segnalare agli Stati Uniti che non hanno la sovranità esclusiva in quel luogo, ma che richiede la responsabilità di tutti noi”, ha detto ancora Strack-Zimmermann.

Che il governo della Groenlandia e quello danese temano di più Trump di Putin appare evidente dalle dure reazioni suscitate dalle pretese territoriali espresse con la consueta arroganza e prepotenza da Donald Trump, in base alle quali il controllo della Groenlandia è necessario per la sicurezza nazionale degli USA.

“Preservare l’integrità territoriale del Regno di Danimarca, la sua sovranità e l’inviolabilità dei suoi confini è essenziale per tutti gli Stati membri. L’Ue sostiene pienamente il Regno di Danimarca” ha sottolineato il 3 febbraio il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa.

L’Unione Europea, aggiunge, “continua a sostenere la Carta delle Nazioni Unite, i principi di sovranità, integrità territoriale e inviolabilità dei confini. Sono principi universali che sosteniamo nell’appoggiare l’Ucraina: li sosterremo, a maggior ragione, se l’integrità territoriale di uno Stato membro dell’Unione Europea è messa in discussione”.

In un’intervista rilasciata alla Fox News lo scorso fine settimana, il vicepresidente statunitense J.D. Vance (nella foto a lato) ha affermato che la Groenlandia è “davvero importante” per la “sicurezza nazionale” degli Stati Uniti. “Francamente, la Danimarca, che controlla la Groenlandia, non sta facendo il suo lavoro e non è un buon alleato“, ha affermato Vance.

Il 3 febbraio il premier danese Mette Frederiksen ha insistito sul fatto che la Danimarca è “uno degli alleati più importanti e migliori degli Stati Uniti”. Il giorno dopo l’insediamento di Donald Trump, il primo ministro groenlandese Mute Egede ha insistito sul fatto che i groenlandesi “non vogliono essere americani” mentre il governo danese sottolinea che la Groenlandia appartiene ai groenlandesi.

La Groenlandia dovrebbe tenere le elezioni entro il 6 aprile,  forse l’11 marzo come ha proposto ieri il primo ministro Egede.

@GianandreaGaian

Foto: Ministero Difesa Danese e MAGA

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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